Belgrado

Perché Belgrado è sexy

Belgrado

Non mi innamorai perdutamente, la prima volta che misi piede a Belgrado. Succede spesso, succede a molti.

Estenuato dalle tredici ore di bus e dopo aver attraversato tre frontiere in una notte, trovai una città novembrina nebbiosa e umida.  Pensai che appartenesse a quella schiera di metropoli dell’Est dall’aria malinconica e lievemente nostalgica, perrennemente in bilico tra un passato irrequieto e un futuro che sembra non arrivare mai. Non poteva valutazione essere più errata, e me ne accorsi a qualche anno di distanza.

Belgrado è sexy senza essere bella, è il dettaglio che noti al secondo sguardo, l’esperienza che non ti aspetti.  Belgrado è la città degli eppure.

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All’occhio del viaggiatore italiano risalta per la disomogeneità architettonica, eppure nasconde un fascino discreto generato dal mix di edifici austroungarici, ottomani e di stampo socialista

Appare a volte tiepida e priva di colore, eppure compensa col dinamismo allegro delle strade del centro e dei bar pieni di gente ad ogni ora del giorno.

Belgrado è nazionalista e arrogante, eppure raramente manca un sorriso per lo straniero che garbatamente chiede indicazioni in lingua locale.

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La capitale serba si concede senza risparmiarsi a chi decide di visitarla: stupisce con la fortezza di Kalemegdan, antico insediamento militare arroccato sulla confluenza tra Sava e Danubio, oggi trasformato in rilassante parco dall’impressionante belvedere; colpisce con l’imponenza del Tempio di San Sava, cattedrale ortodossa di un bianco acceso e dalla maestosa cupola blu; impressiona coi lunghi viali, le vie dello shopping e del passeggio, la vitalità della popolazione giovane che anima le afose giornate estive e le fredde serate invernali.

Ma Belgrado è città da vivere, più che da fotografare: il proliferare di kafane (una sorta di trattorie che servono cibo e bevande della gastronomia serba al ritmo di musiche tradizionali suonate dal vivo da musicisti che gironzolano tra i tavoli) popolate da allegri avventori che cantano vecchie canzoni popolari si sposa perfettamente con la vivacissima scena notturna, che nei mesi caldi si sviluppa sulle decine di barche trasformate in club o ristoranti e ormeggiate sulle rive dei fiumi cittadini.

Chiaramente non stiamo parlando di un luogo esente da pecche: l’isolamento a cui la Storia recente ha condannato la Serbia ha portato la sua capitale a cadere spesso in atteggiamenti provinciali, e vivendo qui non è raro sentire la mancanza di quel cosmopolitismo che rende affascinanti le grandi metropoli. Ma quello stesso isolamento ha anche mantenuto o riesumato peculiari tradizioni locali che danno al Paese e alla sua capitale quel carattere che altri angoli di Est Europa sembrano aver perso per sempre.

La domanda che nel viaggiatore nasce spontanea è: per quanto Belgrado resterà questo coacervo di intriganti contraddizioni? Previsioni non posso farne, ma inviti si: ora sta a voi venirlo a scoprire.

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