Amsterdam

Amsterdam ed Eindhoven in tre giorni

Amsterdam

Ormai l’Europa, grazie a Ryanair, si fa sempre più piccola, da Roma non posso praticamente scegliere più destinazioni a piacere e in offerta, tutte fatte. Non mi resta che prendere quelle solamente in offerta! E così sto facendo da dicembre 2009, prima Nantes (triangolando), poi Saragozza ed ora... Amsterdam! Premetto che la spesa non è stata bassissima, ma tutto sommato ci può stare, lo sbattimento poi è ampiamente sopportabile seguendo questi semplici steps:

1) Roma Ciampino – Eindhoven
2) Eindhoven Airport – Eindhoven Train Station
3) Eindhoven Train Station – Amsterdam Centraal

Il primo trasferimento con Ryanair, (costo 10€ a/r). Per il secondo spostamento ci si affida al bus 401 (costo 6€ a/r, durata del tragitto circa 20 minuti, partenze ogni 15 minuti, dall’aeroporto e dalla stazione dei treni).
Infine per il terzo ed ultimo spostamento si utilizza un intercity delle ferrovie olandesi, comodo, veloce, frequente, ma costoso! (36.80€ a/r. Se pagate con carta di credito alle biglietterie automatiche risparmiate un euro).

Dunque per raggiungere Amsterdam ho dovuto sborsare circa 53€ e così facendo ho avuto l’occasione di effettuare anche una fugace ma bastevole visita di Eindhoven l’ultimo giorno.
Il programma prevedeva questo percorso:
2 febbraio – Amsterdam (dal tardo pomeriggio in poi)
3 febbraio – Amsterdam
4 febbraio – Eindhoven (dalla mezza mattinata fino al pomeriggio prima del volo di ritorno)
Detto questo, passo alle informazioni pratiche.

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MEZZI AMSTERDAM
Amsterdam è dotata di una fittissima rete di tram, una roba come 20 linee. E’ sicuramente il mezzo consigliato, dopo le proprie gambe o la bici con la bella stagione, è possibile fare abbonamenti giornalieri e settimanali, che possono essere sfruttati anche sui bus e in metro. Biglietto singolo 2.60€, mica poco. La frequenza è altissima, di notte circolano i bus notturni. Ho visto molti taxi e molta gente che saliva a bordo, presumo abbiano prezzi umani, ma io, li lascerei per i casi estremi.

MEZZI EINDHOVEN
Il capolinea dei bus è alla stazione dei treni, se dovete girare il centro città, fino dalle parti dello stadio, il Philips Stadion, non servono assolutamente, se poi dovete andare dove, lo sapete solo voi, allora provate un bel bus moderno e sinuoso di Eindhoven, il biglietto si fa a bordo a seconda di dove si intende scendere.

MUSEI AMSTERDAM
Io ne ho visitato solamente uno, la Casa/Museo di Anne Frank.

Molto interessante, si possono vedere le stanze dove l’autrice del famoso diario ha vissuto segregata con i propri famigliari. La sua camera da letto, la sala, il passaggio segreto dietro la libreria, l’ingresso della soffitta e il resto dell’edificio. Ingresso 8.50€.

ALLOGGIO AMSTERDAM
Amsterdam offre una ricchissima scelta di sistemazioni, dagli economici ostelli fino agli hotel 5 stelle più famosi, tra booking.com e venere non resta che scegliere in base alle proprie possibilità economiche. Io ho alloggiato in un hotel prenotato su booking.com, il Freeland.

Mini-Review:
Hotel Freeland, 2 stelle, Marnixstraat 386, Amsterdam.
Hotel posizionato in una diagonale a 50mt da Leidseplein, quindi in piena zona “divertimenti” (NO Red District, attenzione!), nelle immediate vicinanze si trovano diversi coffè shop, pub, ristoranti per tutti i gusti, fast food, market open 18h, fast food e smart shop.
La zona è servita dai tram 1, 2 e 5.
Piazza Dam a 15 minuti a piedi, Red District 20 minuti a piedi.
La camera singola è di dimensioni catacombali, infatti è praticamente un loculo, con letto singolo attaccato alla finestra e al calorifero, un mobiletto ikea con tv 14’’, un minicomodino e una sediolina. C’è il bagno, ovviamente proporzionato alla stanza, quindi lillipuziano. I confort dunque sono dati da: tv, bagno con doccia e prodotti da bagno.

Come moltissimi hotel di Amsterdam, ha una peculiarità che per molti può risultare essere un difetto, le clamorose scale! Io ero all’ultimo piano, scendevo e salivo con un’attenzione massima, se si mette un piede in fallo (e non è difficile che accada), si rischia seriamente l’osso del collo, non avendo bagaglio a me andava ancora bene, ma chi viaggia pesante ne tenga conto. Sono scale ripidissime, strettissime e irte, bisogna quasi scalarle con le mani.

La mia stanza era sul lato strada, quindi bella vista su un canale, ma piuttosto rumorosa, causa 2 pub sottostanti, zeppi di gente fuori che fuma e parlotta all night.

Positiva la colazione inclusa nel prezzo: uovo alla coque, fette di pane con affettato e formaggi, spremuta, caffè e ancora pane con nutella e marmellata.
Il personale parla perfettamente l’inglese ed è piuttosto affabile e gentile, la chiave è magnetica e non va lasciata alla receptions ad ogni uscita. Costo della singola con bagno + prima colazione: 68€ per 2 notti.

2 FEBBRAIO
Il volo per Eindhoven parte alle 13.15, bene, posso fare con calma. E’ una bellissima giornata, ma piuttosto fredda, dopo nemmeno 5 minuti che sono uscito da casa per raggiungere la stazione, ecco il primo intoppo; strada ghiacciata. Mi tocca fare di retromarcia un bel pezzo e cambiare rotta, da che ero largo coi tempi, ora è già corsa contro il tempo. Tra un sorpasso spericolato e un altro, raggiungo in affanno la stazione per prendere il mio treno bestiame per Ciampino. In meno di 2 ore sono in aeroporto, non solo c’è il sole, ma ci sono pure 15°, quanto rosico quando debbo lasciare Roma col tempo bello!! Soprattutto quando sto per raggiungere una meta nordica che mi congelerà le chiappe.

Passo in scioltezza i controlli, il mio piccolo ma capiente Geonaute non attira l’attenzione della sicurezza, mi seggo dinnanzi il gate per Eindhoven e ne attendo l’apertura che avviene puntualissima, come puntualissimo parte il volo. Passate le Alpi, non si vede più nulla, nuvoloni scuri fino in Olanda, riesco a scorgere terra solamente a poche centinaia di metri dalla pista, c’è una notevole bufera che ci attende e le strade sono coperte da diversi centimetri di neve. Ma l’atterraggio nonostante il vento, la pioggia, la neve e la nebbia, è perfetto, non manca la solita comitiva di italiani che parte con l’applauso liberatorio ancor prima di toccare il suolo.

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Azz, fa freddo!

Nevica parecchio. Bisogna che mi affretti a salire sul bus 401, non ho ancora la maglia pesante sotto e non mi va di gelare. Il bus è fuori che aspetta, dopo una leggera titubata riesco a fare il biglietto alla macchinetta interna, 3€ per 15 minuti di viaggio. Giunto in stazione vado per fare il ticket per Amsterdam con una paccata di soldi spicci che mi ero portato da casa, perché avevo letto che le macchinette automatiche li accettavano, purtroppo l’info è errata ad oggi. Le macchinette gialle, accettano solamente carta di credito e postepay.

Io ce l’avrei anche la carta postepay, ma è destinata solo all’utilizzo per situazioni disperate, quindi faccio il biglietto alla biglietteria, spendendo così, qualche centesimo e qualche minuto in più. Minuti che mi costano il primo treno buono per Amsterdam, quello delle 16.02, mi tocca attendere il prossimo, il 16.32, nel frattempo per ingannare il tempo mi cibo, una paio di Mars sono più che sufficienti per donarmi nuova linfa.

Puntuale al secondo, l’IC delle 16.32 parte alla volta di Amsterdam Centraal, è abbastanza affollato, in molti salgono a bordo con le loro biciclette pieghevoli, i 2 piani a carrozza garantiscono posto per tutti, non vedo gente in piedi. Le fermate scorrono veloci, nell’ordine: Hertogenbosch ('s) - Utrecht Centraal – Amsterdam Amstel – Amsterdam Centraal, fuori si è fatto scuro e la neve si è trasformata in pioggia. Pochi minuti prima delle 18 arrivo alla stazione centrale di Amsterdam! Finalmente!

Ora l’ultimo step; tram fino all’hotel. Prendo il n°1 al volo, pago il biglietto al tizio in coda, 2.60€, dopo 10 minuti scendo alla fermata Leidseplein e raggiungo l’hotel situato nelle immediate vicinanze. Check-in rapido, il tizio è simpatico, si spiega benissimo in inglese, mi mostra come funziona la chiave e mi da una mappa della città, io lo ringrazio e lo pago (sempre bene farlo anticipatamente, SOPRATTUTTO ad Amsterdam e chi vuol capire capisca).

Quando lo saluto, lui mi sorride e mi augura: “good luck, you stay in3° floor”...ricambio il sorriso, mi giro e mi si prospettano le famigerate e tipiche scale di Amsterdam ad attendermi minacciose! Bisogna salirle e scenderle osservando la massima attenzione, non si scherza, qua si rischia l’incolumità, è assolutamente sconsigliato provare ad avventurasi su queste scale in condizioni psico-motorie non ottimali, leggasi: strafatti o straubriachi, o strafatti & straubriachi insieme.

La stanza è diabolicamente piccola, ma questo lo sapevo già, tripadvisor e booking.com non mentono mai, dentro c’è lo spazio appena necessario per muoversi, niente armadio, ne appendiabiti, tutto va gettato sul letto. Vabbè, mi sparo una rapida doccia, è arrivato il momento di partire in avanscoperta. Dopo pochi isolati mi rendo conto che Amsterdam è dannatamente monotona, stesse strade, stessi identici canali, stesse case, stessi locali, stesso tutto. Anche con la mappa mi perdo, cosa per me inusuale, dopo diversi minuti sotto una pioggia trasversale odiosissima, ritrovo il bandolo della matassa, a fortuna, e arrivo a piazza Dam. Da qui per raggiungere la città vecchia (obiettivo della serata) e il red district è semplice, basta seguire il flusso dei turisti.

Proseguo a passo svelto, il quartiere è certamente sicuro, ma avendo addosso diversi € sparpagliati tra pantaloni e giubbotto, non voglio dare troppo nell’occhio. Camminando con l’aria svogliata, svolto un angolo e trovo la Oude Kerk, sotto la nevicata l'atmosfera è molto natalizia, peccato che le lucine intorno non sono date dagli alberelli, ma delle vetrine delle meretrici. Bè, insomma, peccato, chi se ne frega direi.

Purtroppo in tutta questa zona è consigliato non fare foto, soprattutto di sera, per non incorrere in guai ho seguito alla lettera questo consiglio e mi sono limitato a fare un giro qua e la ammirando le bellezze locali in vetrina e facendo una fermata in una birreria per un buon bicchiere di Amstel.

A una certa ora decido di tornare in hotel, il tempo peggiora, sono zuppo e ho voglia di scaldarmi al calduccio del calorifero.

Tornando indietro, mi perdo di brutto. La mappa non mi è di aiuto, non tutte le vie sono segnate e quelle segnate hanno nomi praticamente tutti uguali. Non mi resta che seguire il percorso di un tram a caso. Così faccio, finchè dopo oltre un’ora, grazie a Dio, trovo il percorso del tram numero 5, tram che circola per Leidseplein, sono fracico di acqua e neve, ho una sete pazzesca e sono pure nervoso per il tempo sprecato a girare in tondo.

Quando giungo nei pressi dell’hotel, l’orologio segna le 22.30, per quest oggi sarebbe prevista la sballata d’erba, ma non sono in vena, preferisco qualche buona birra, che qui non manca, dunque, al primo market che trovo aperto, acquisto un po’ di Heineken, un po’ di Amstel in lattina, un ritter sport al latte e una bottiglia di acqua, totale 15€! Mizzica!

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Dopo la scalata, entro in camera, sistemo le birre nella borsa termica e mi piazzo con la psp a vedere il film 28 Giorni. Nei pub sotto la mia finestra, dei ragazzi incuranti del maltempo stanno fuori a fumare fino a notte fonda, alle 2 io crollo e mi metto a dormire. E’ stata una giornata lunga ed interessante direi. E domani mi attende un bel giorno pieno pieno di Amsterdam!

3 FEBBRAIO
La notte è passata bene, nonostante il chiasso sotto la mia finestra, ho dormito comodamente, ero stanco al punto giusto. Sveglia di buon’ora, alle 8.00, devo fruttare al massimo la colazione inclusa nella tariffa. Mi vesto alla bene è meglio e scendo fino al seminterrato, dove si trova il locale mensa. L’hotel è al completo, ma qui ci sono solo io, meglio così, mi posso sbizzarrire senza vergogna.

Prendo nell’ordine: un uovo alla coque, un panino al salame, uno al parmigiano (!), 2 con la nutella e un cornetto col burro di arachidi. Da bere, 2 tazze di caffè, un bicchiere di spremuta di arancia e un goccetto di latte freddo.

Non ho esagerato, questo c’era, ho sicuramente fatto molto peggio a Bruxelles l’anno scorso. Certo leggero leggero non lo sono, le scale risultano ancora più impervie causa pesantezza di panza, arrancando torno in camera, per lavarmi. Successivamente mi vesto ed esco. La giornata è più che buona, c’è un pallido sole e la temperatura è di poco superiore allo 0.

Le prime tappe sono poco più a sud di Leidseplein: il Vondelpark e la Concerbouw (sala da concerti dove i Doors si esibirono nel 1968 senza Jim Morrison che nel frattempo era ricoverato in una clinica causa intossicazione da hashish, Amsterdam non perdonava nemmeno 40 anni fa). Il Vondelpark lo trovo immediatamente, è segnato sulla carta, la sorpresa è che è trasformato in una enorme ghiacciaia. Uno spesso strato di ghiaccio lo copre interamente, i corsi d’acqua e i laghetti sono anche questi congelati e bianchissimi.
Bisogna camminare con molta accortezza, il rischio caduta è altissimo.Gli olandesi però sono abituati a questo scenario, infatti girano in bici, fanno jogging, portano a spasso i cani, tutto senza curarsi del ghiaccio che li circonda.

Fa troppo freddo qua dentro, meglio dirigersi verso la Concertbouw. Mappa alla mano, appena messo piede fuori dal parco mi perdo! Maledizione! Giro per oltre un’ora percorrendo tutte strade diverse ma mi ritrovo magicamente sempre allo stesso punto, peggio del labirinto del Minotauro sta cavolo di città! Abbandono, per ora, il proposito di raggiungere la Concertbouw e decido di risalire verso il centro, per vedere la città vecchia, il quartiere Jordaan e tutto il resto.

Dopo una bella camminata, attraverso canali e strade ovviamente tutte uguali, raggiungo Rembrandtplein, la riconosco, ero qui ieri sera, quando non sapevo più dove diavolo andare.

Ora col giorno mi oriento un pizzico meglio, ma è meglio seguire attentamente la mappa e le poche indicazioni per non perdere tempo prezioso vagando a vuoto. Da Rembrandtplein salgo sulla Rokin fino a Dam, la piazza crocevia. Sinceramente la trovo anonima come poche. Il Palazzo Reale è interamente incelofanato per restauro e la chiesa nuova di fianco è esteticamente discutibile per i miei gusti. Intorno si trova un Museo di Madame Tussaud, un centro commerciale, un obelisco monumento ai caduti e tanto traffico.

Le foto sono d’obbligo, ma sono scatti svogliati, voglio vedere qualcosa di più caratteristico e interessante e dunque m’incammino verso la Westerkerk, situata proprio dietro la casa di Anne Frank. Inizialmente pensavo di poter salire sul campanile della chiesa, ma trovo chiuso, senza spiegazioni, non che mi dispiaccia troppo, il pensiero di dover affrontare centinaia di gradini probabilmente a chiocciola mi spaventava non poco.
Prima di passare alla visita della Anne Fank Huis, cerco, sulle sponde del Prinsengracht, l’Houseboat Museum, che individuo dopo una breve passeggiata, anche qui resto fregato, chiuso! D’inverno apre solamente nei week-end.

Abbastanza stizzito, mi interessava molto visitare questa casa galleggiante, raggiungo la casa Frank, pago 8.50€ ed entro. All’interno non sarebbe possibile fare foto e video, ma io qualcosa riesco ad immortalare.
La casa è rimasta esattamente com’era ai tempi della guerra, per volere di Otto Frank. Le stanze ai piani superiori, dove Anne e la sua famiglia vissero clandestinamente per quasi 2 anni, sono buie e anguste, c’è parecchia gente in visita, certo, è emozionante trovarsi qui dentro, lessi il diario anni fa, a scuola, mi piacque, ora che mi trovo nel luogo dove fu compilato mi sento strano.

Il tour si completa in circa 30/40 minuti, all’uscita trovo un guestbook, mentre mi appresto a firmarlo, leggo la pagina precedente e trovo griffato: “saluti da Bergamo, w la fi*a!”, non riesco a trattenere una risata, una vecchiaccia di fianco a me, 100% tedesca, mi guarda e sorride anche lei, non capendo ovviamente il motivo per cui io ridevo.

Noi italiani siamo veramente unici quando si tratta si sgrezzare per il mondo!

Si sarebbe fatta l’ora di pranzo, ma la lauta colazione mi da ancora una buona autonomia, quindi senza pause posso fare un bel giro tranquillo per il quartiere Jordaan, la Liliegracht e arrivare fin su dalle parti della stazione Centraal. La città è bella, ci mancherebbe, sarò ripetitivo, ma la trovo troppo, troppo, troppo monotona, non c’è nulla che mi stupisca particolarmente, che so? Una Grand Place, una Piazza San Marco, un Markt. Manca quel qualcosa che spicca, che si eleva.

E poi, c’è un traffico degno di Roma! Auto, tram, bus, camion, motorini, biciclette, un bordello. Per attraversare la strada bisogna controllare più volte, anche col verde, perché i simpaticoni in scooter e in bici tendono a non fermarsi mai. Il quartiere Jordaan, a tratti, mi è sembrato il più tranquillo della città, almeno della zona centrale. Arrivato dalle parti della stazione, un coffè shop attira la mia attenzione, il The Doors.

Da grande appassionato della band americana, entro dentro per provare la famosa torta all’hashish, o meglio muffin all’hashish. Ne prendo uno, 5€, mi accomodo e lo mangio. Dico la verità, mi ha solamente stimolato l'intestino, infatti ha smosso tutto quello che avevo mangiato in mattinata, provocandomi dolori addominali atroci. Di liberarmi nel cessetto del coffè non se ne parlava, troppo via vai, io ho bisogno di stare 5 minuti in serenità al bagno, per fare un buon lavoro. Quindi decido di trattenere il tutto fino a sera, fino al ritorno in hotel.

Non fumo ancora l’erba, non essendo mai stato un consumatore, nemmeno in età scolastica, ed essendomi fatto gli ultimi tiri da una canna quasi 10 anni fa, non voglio correre il rischio di stordirmi in qualche locale o peggio per la strada.

Già mi perdo da lucido, figuriamoci da strafatto, sarebbe un incubo. Quindi pospongo la marijuana a sera, la comprerò in un coffè shop sotto il mio hotel e me la fumerò in camera, così succeda quel che succeda, alle brutte mi butterò a letto e dormirò.

Uscendo dal The Doors, noto un elegante pisciatoio verdastro, non ne avevo mai visto uno, ecco, la prima cosa che spicca ad Amsterdam! Prima che faccia buio devo raggiungere il Begijnhof, minuscolo quartierino sotto piazza Dam, a quanto pare molto carino. Per raggiungerlo, parto dalla stazione e taglio per tutto il centro città, attraverso la Damrak con il bel palazzo della Borsa che ne occupa un’intero lato, torno a Dam dove effettuo una piccola deviazione all’interno del centro commerciale Magna Plaza, magnifico esteticamente ma con negozi anonimi mezzi vuoti, proseguo per alcune vie pedonali zeppe di gente e locali di ogni genere e giungo a destinazione proprio al tramonto.

Il Begijnhof è un quartierino che va scoperto, vi si accede attraverso due portoni, che alle 18 vengono chiusi al pubblico, è minuscolo, al suo interno ospita la Het Houten Huis, un’antica casetta in legno, pare la più vecchia della città, una piccola chiesa e diverse abitazioni private, non pericolanti come molte altre che si vedono per Amsterdam. E’ un gioiellino e cosa fondamentale, è quieto! Dopo le foto di rito e una breve pausa su una panchina, mi rimetto in marcia, ho da esplorare la zona ad est di piazza Dam, quella oltre il Red District. Prossime tappe: Zeedijk e Nieuwmarkt.

Di nuovo, perdo l’orientamento e mi ritrovo a girare in tondo nel red district, che ancora non pullula di turisti allupati, per aiutarmi a ragionare prendo una Amstel in una birreria, una cosa veloce, la birra è di buon auspicio, infatti girovagando a caso mi ritrovo proprio nella piazza del Nieuwmarkt, che ospita una sorta di ristorante/castello cinese proprio nel suo centro.

Salendo su, percorro la Zeedijk e una sorta di Chinatown, nulla di interessante.

Ormai è sceso il buio, ho ancora 2 faccende da sbrigare:
1) acquistare l’erba
2) raggiungere la Concertbouw
Adempio al punto 1, nel coffè shop Crush, situato a pochi metri dal mio hotel, lo raggiungo dopo un’ora abbondante di cammino a partire dalla stazione, per non sbagliare ho deciso di seguire il tram 1. Prendo un singolo joint di marijuana White Widow, già preparato. Sì lo so, sarà stata poca l'erba effettiva, ma sti cavoli, non ho certo voglia di stare a rollare, a comprare cartine e a perderci tempo, vado per le spicce, pago 4€ e poso tutto lo zainetto in camera.

Passo al punto 2 in scaletta, trovare sta cavolo di sala concerti, questa volta mi affido ad un’altra mappa che prendo nella receptions, un tantino più chiara, vado conscio del fatto che finchè non la scoverò, in camera non rientrerò! Sto quasi per perdere le speranze quando incredibilmente mi ci trovo sotto, pensando di percorrere un’altra strada sbagliata. Bene, scatto le meritate foto, che escono terribilmente dato che è notte, ma sono soddisfatto. Ora posso rientrare, facendo un salto prima di salire, a fare la spesa: birra e patatine.

La giornata è stata faticosa, ho camminato moltissimo e ininterrottamente, sono uno straccio, molto peggio di ieri, fortunatamente il clima è stato clemente. Mi accendo la canna, apro la finestra e mi metto a fumare affacciato. Il sapore non era malaccio, non mi sono sentito male ed ho potuto continuare le serata tranquillamente a bere e a guardare un film sulla psp, Men in Black, durante il quale ho forse riso un po’ troppo, effetto dell’erba? Alle 2.30, mentre sotto ci sono decine di persone che arrivano in bici nei pub, metto in carica tutti i miei apparecchi, spengo le luci e mi metto a dormire.

Domani sarà una giornata di spostamenti ed altro.

4 FEBBRAIO
Sveglia di buon ora, colazione identica al giorno precedente, sistemazione zaino e check-out, tutto entro e non oltre le 9.30, questo è l’ordine, perfettamente rispettato, infatti alle 9.30 sono in strada, zaino in spalla, per un ultimo giro di Amsterdam prima di raggiungere la stazione e di prendere il treno IC per Eindhoven. La giornata è inaspettatamente calda! Roba da stare col cappellino leggero e senza sciarpa, ci saranno oltre 10°.

Mentre percorro lentamente la Rokin zigzagando tra i canali, effettuo le ultime foto della città, in giro c’è pochissima gente, i negozi aprono più tardi che da noi, dato che sono in perfetto orario mi fermo in un souvenir shop per prendere un paio di cartoline, una calamita e un lecca lecca alla marijuana (almeno così c’è scritto sopra). Saluto piazza Dam, salgo sulla Warmoessstraat e alle 10.45 sono sulla banchina 5 ad aspettare il treno per Eindhoven delle 10.53, che passa e parte puntuale.

Ciao Amsterdam! Questa volta il treno è mezzo vuoto, prendo un buon posto comodo al 2° piano di una delle prime carrozze e mi godo tutto il panorama tra le 2 città olandesi. Decine di corsi d’acqua più o meno grandi, fiumi, laghetti, neve, ghiaccio, altre piccole cittadine attraversate da canali, ponti, qualche palazzone ad Utrecht e infine dopo un’ora e 20 minuti arrivo alla stazione di Eindhoven.

Anche qui il tempo è buono, sono a circa 130 km a sud di Amsterdam, fa caldo, il termometro segna ben 12°, il cielo è un po’ coperto e della neve che c’era in abbondanza due giorni fa, nemmeno l’ombra, tutta sciolta, meglio così. Uscito dalla stazione dopo poche centinaia di metri sono nel centro di Eindhoven, ho una mappa, presa in aeroporto al mio arrivo, ma non serve, la città è piccola e le strade sono ben segnalate da diversi cartelli.

La zona centrale è per lo più pedonale, quindi quieta e poco rumorosa, i ciclisti sono naturalmente moltissimi, ma sembrano meno spericolati dei colleghi di Amsterdam.

Dal centro commerciale Piazza, (poco distante dalla stazione), parto per il tour; attraversando il Markt con l’orribile statua di Philips, la Stratumseind una sorta di Bar Street/Temple Bar, con birrerie ovunque e un paio di coffè shop, entro nell’Heuvelgalerie un particolare centro commerciale con una cupola panoramica all’interno, proseguo fino al Van Abbenmuseum nel quale non entro perché non interessato e chiudo il giro sotto un grattacielo dalla forma insolita.

Gran parte della città fu ricostruita nel dopoguerra da architetti italiani: Fuksas, Ponti, Piano, gli edifici sono per la maggior parte massicci, alti, dalle forme un po’ ricercate, magari un po’ futuristiche, Eindhoven è una città moderna, con un’ottima università, sicuramente non è una città del peccato e del divertimento sfrenato.

Le ultime tappe del mio giro, contemplano il Philips Stadion e un giro nel centro commerciale Piazza. La mania della foto di fronte gli stadi mi è venuta anni fa, finora mi sono fotografato davanti al:
Santiago Bernabeu (Madrid)
Nou camp (Barcellona)
Mestalla (Valencia)
Heysel (Bruxelles)
Olimpico (Roma)
La Romareda (Saragozza)
Sportovní Klub (Praga)
Philips Stadion (Eindhoven)

Effettuate le foto di rito, torno verso Piazza 18 Settembre, sede del centro commerciale e con comodo mi fermo ad un bar al 3° piano per gustare una Red Bull in terrazza. Rapida puntata da Media Markt, altra cosa che automaticamente faccio quando sono all’estero, non so perché dato che non compro assolutamente mai nulla e l’orologio segna già le 15.30.

Il mio volo è alle 17.10, quindi si è fatta l’ora di avviarsi per l’aeroporto.

Dunque, salgo alle 15.40 sulla navetta, pago i miei 3€ e con un’ora abbondante di tempo a disposizione, sono in aeroporto pronto per passare i controlli ed accomodarmi al gate. Tutto procede senza intoppi, alle 17.15 si parte, l’aereo è quasi pieno, io sono seduto sul lato destro vicino il finestrino, così posso vedermi tutta Roma illuminata prima di atterrare a Ciampino.

La traversata dell’Europa centrale scorre tranquilla, prima del tramonto scorgo gran parte della Germania innevata, su Roma lo spettacolo è sempre un piacere a vedersi, noto anche l’Olimpico illuminato, stasera ci deve essere una partita di Coppa.

Bene, tutto finisce nel migliore dei modi, arrivo in anticipo di 10 minuti, prendo la navetta, il treno e alle 21 sono a casa. E’ stata un'altra bella esperienza, diversa dal solito, tutto sommato la città di Amsterdam non è che mi abbia entusiasmato più di tanto, ma era questo un viaggio da fare, un must irrinunciabile, che però avrei dovuto fare una decina di anni fa per divertirmi a pieno.

Alla prossima!

periodo: febbraio

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