Marrakech

Cinque giorni a Marrakech e deserto

Marrakech

Sono tornato da tre giorni dal mio viaggio in Marocco e voglio scrivere a caldo, ora che il ricordo è ancora vivo, i consigli e le impressioni che mi ha lasciato questo fantastico paese.

Eviterei di raccontarvi con un elenco quel che ho visitato e fatto negli scorsi giorni ma piuttosto affascinarvi con le sensazioni che mi hanno emozionato durante tutta la mia permanenza a Marrakech.

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Abbiamo scelto un riad nella Medina, la zona vecchia della città, per poco più di venti euro a notte, l'accoglienza è stata quella delle grandi occasioni per noi ma normalissima per la straordinaria ospitalità marocchina: thè alla menta e pasticcini locali mentre ci veniva fornita una mappa della città, la spiegazione dei luoghi più interessanti ed del tanto atteso tour nel deserto.

Dopo una rapida rinfrescata decidiamo di lasciarci trasportare dalla movimentata vita della piazza principale, Jaama El Fna, e del suo labirintico Souk. Le strade sono gremite come i nostri centri commerciali in una domenica di pioggia ma l'atmosfera è quella di festa, di divertimento e si viene travolti da incantatori di serpenti,scimmie acrobate, cantastorie,fumi della cucina tipica e molto altro.

Ci addentriamo nel Souk dove con qualche Dirham ed un po' di pazienza ed astuzia per la contrattazione ti puoi portare a casa qualsiasi oggetto oppure liberarti di tua moglie in cambio di qualche cammello. Le bancarelle ed i negozi sono pieni di merce ed è davvero difficile orientarsi all'interno del mercato, nonostante sia parecchio affascinante ci saremo persi una decina di volte, non assecondate chi vi dice di seguirlo poichè vorrà una ricompensa in denaro, piuttosto,alzate lo sguardo e troverete, di tanto in tanto, l'indicazione per la piazza principale che vi salverà dagli instancabili venditori.

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Consumiamo la cena negli stand della Jaama El Fna scegliendo un classico cous cous di pollo ed una carne alla griglia, la cucina, spesso speziata e pesante per i palati troppo delicati, l'ho trovata davvero deliziosa, non molto varia ma soprattutto la carne viene cucinata in ogni posto ed in ogni modo in maniera squisita, in particolare la tajine, da assaggiare assolutamente.

Il secondo giorno lo dedichiamo alle visite turistiche dei luoghi di maggior interesse: il decoratissimo Palazzo Bahia, la moschea Koutoubia che con il suo minareto domina il panorama cittadino, Ali Ben Youssef Medersa la scuola coranica, il Palazzo El Badi sfarzosissima residenza reale ed infine le Tombe Saadiane; spendo poche parole su questi luoghi poiché le foto che pubblicherò saranno molto più esaustive della mia scrittura.

Dopo questa immersione nella cultura islamica ci concediamo una bella cena su una delle terrazze che si affacciano sulla Jaama El Fna, qui si può gustare la cucina marocchina ammirando dall'alto l'attività di questa piazza, dalle soffuse luci dei locali ai fumi delle cucine, dal movimento delle persone ai suoni trascinanti delle bande berbere.

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La sveglia del terzo giorno suona prestissimo poichè ci aspettano 400km per raggiungere tramite il mozzafiato passo di Tizi n'Tichka le prime dune del deserto situate appena dopo la cittadina di Zagora.

Questo tour nel deserto probabilmente è una delle esperienza più belle della mia vita e se andate in Marocco o in altri Stati dove c'è la possibilità di farlo, fatelo assolutamente! Il viaggio in pulmino è sicuramente pesante ma i paesaggi che si incontrano alleviano magicamente lo stress dei tornanti: si passa da monti ricchi di boschi per poi attraversare un gran canyon da essere paragonato a quello americano, si fa tappa a Ait Ben Haddou una cittadina fortificata sulle rive del fiume Ourzazate ricca di vegetazione che è patrimonio UNESCO e luogo di numerose pellicole e, dopo l'attraversamento di un enorme vallata, la più grossa dell'Africa, si raggiunge il limite del deserto.

Qui ci godiamo un tramonto sopra le dune rosse del Sahara e ci dirigiamo a bordo dei nostri cammelli e sotto un cielo stellato che sembra crollare, verso la famiglia berbera che ci ospiterà nelle sue tende per la notte. Anche qui veniamo accolti da un caldo thé alla menta intanto che viene preparata la cena,il menù prevede zuppa berbera ricchissima di sapore e una classica tajine con le verdure, la prima parte della serata risulta molto piacevole anche per la compagnia spagnola con la quale ci siamo trovati a condividere quest'esperienza divertente.

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La serata prosegue con un clima molto animato di festa: ci si raduna attorno al fuoco, posto al centro delle tende, dove i berberi si esibiscono nei loro canti e balli tutto sotto un'enorme luna che illumina a giorno la scena. Ci facciamo così travolgere dall'atmosfera allegra e dinamica ballando e caricando i nostri amici berberi prima di affrontare la gelida notte desertica che mi farà portare in Italia un bel raffreddore come souvenir, consiglio un abbigliamento molto pesante.

La sveglia anche oggi è all'alba ed anche questa volta ne vale assolutamente la pena: ammirare i colori del cielo al sorgere del sole é veramente uno spettacolo incredibile ed indescrivibile, dal rosa all'arancione,sopra di noi si sfumano tutti i colori per un armonioso inizio di giornata.

Ci aspettano tra le dune i nostri fedeli accompagnatori a quattro zampe, così dopo un altra lunga cammellata tra deserto,oasi e villaggi berberi raggiungiamo il nostro pulmino per far ritorno a Marrakech in serata.

Stanchi e senza più un'energia concludiamo la giornata nel nostro caldo raid dove su consiglio dei nostri amici spagnoli ci fermiamo a gustare un buon tajine ed una kefta (polpette al sugo di pomodoro e uova), il personale é molto qualificato in ogni riad quindi posso solo rinnovare il consiglio di assaporare i sapori tipici appena fuori dalla vostra stanza.

L'ultimo giorno viene totalmente dedicato al relax, rigorosamente senza sveglia ci alziamo a tarda ora e ci facciamo una bella passeggiata a Jardin Majorelle, villa di un artista francese trasferitosi a Marrakech poi rilevata da Yves Saint Laurent per dare una sede alla sua fondazione. I giardini sono ben tenuti e la sensazione è quella di camminare in una vera e propria opera d'arte: piante grasse e palme ornano l'immenso giardino, la fontana ed il laghetto donano un'atmosfera di assoluta tranquillità mentre i vasi gialli e arancioni e la villa di color blu Majorelle ci mostra la straordinaria vena artistica dell'omonimo pittore Jacques Majorelle.

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(saiko3p / Shutterstock)

Il pomeriggio lo passiamo interamente a fare acquisti nel Souk, puntiamo agli oggetti più caratteristici e senza i quali non si può andar via dal Marocco: olio d'argan, lampade colorate, mani di Fatima, veli arabi e teiera con il suo fresco thè alla menta; l'unica cosa che ci blocca sono le regole di Ryanair altrimenti ci saremmo portati a casa anche un simpatico camaleonte.

L'ultima sera la trascorriamo ancora in terrazza sulla Jaama El Fna a goderci un bel mojito ammirando lo spettacolo: Marrakech ed il Marocco quando cala il sole. Probabilmente son partito con non molte aspettative o comunque con pochi racconti su questa terra ma son rimasto davvero colpito dall'ospitalità, dalla semplicità dei vecchi lavori a mano ormai spariti nel nostro continente, dai colori accesi che ti rallegrano la giornata, dai sapori che non ti fan pensare alle calorie per qualche giorno ma ti sollevano l'umore e da tutte quelle emozioni e sensazioni che questo luogo mi ha regalato.

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