
Il titolo del topic non si riferisce a due pugliesi particolarmente zelanti, piuttosto fa riferimento alla nostra puntatina a Riga lo scorso fine settimana, in maniera un po improvvisata (nessuno dei nostri amici ne era la corrente), quando io e la mia ragazza abbiamo deciso di utilizzare i biglietti a 2 cent prenotati con la Ryanair per andare nella capitale della Lettonia, dove tra l’altro una sera siamo stati anche accolti calorosamente dal buon latvia.
Non essendoci un volo diretto con la Ryanair, abbiamo dovuto fare una “quadrangolazione” facendo Roma —> Londra—> Francoforte (pernottamento) Francoforte—> Riga e poi il ritorno direttamente con scalo a Francoforte e volo per Roma. Il tutto con 10 centesimi a testa. Ovviamente quello che ha più influito nelle spese per i mezzi di trasporto è stato l’intercity notte per e da Roma: 48 euro a/r.
E’ stato il primo viaggio che abbiamo effettuato servendoci della bustina trasparente, poiché non avevamo intenzione di imbarcare bagaglio e pagare, ma devo dire che come primo esperienza è stata più che positiva: meno roba dietro, più agilità nello spostarsi con il solo trolley a mano, fila evitata al ritiro bagagli, insomma sicuramente la “plastic bag” ci accompagnerà ancora nei nostri viaggi.
Alla partenza da Roma mi ha fatto sorridere l’addetta alla sicurezza aeroportuale, a cui avevo chiesto se poteva fornirci le bustine di plastica (ne avevamo solo 2, e per sicurezza volevamo avere quella di scorta). Secondo la sua teoria dei “controlli all’Amatriciana”, la bustina di plastica alla fine non era strettamente necessaria, perché tanto bastava che i contenitori dei liquidi non superassero i 100 ml…no comment!
Il volo per Londra parte puntuale, l’atterraggio è stato davvero ma davvero “low cost”, con botto sulle ruote: alla fine sarà stato il volo peggiore dei 5 totali dell’intera vacanza.
E, per la statistica, l’unico volo in cui è scattato l’applauso è stato il Francoforte-Roma del ritorno. Costante di tutti i voli: l’assoluta bruttezza delle assistenti di volo Ryanair.
La mia agitazione, per chi si ricorda delle mie recenti paranoie sul forum, era nata prevalentemente per il fatto di fare scalo a Stansted, dato che erano dur anni e mezzo che non ci passavo e le cose da allora sono un pò cambiate. Devo dire, anche per rassicurare chi si appresta a partire per Londra, che tutti i miei timori erano assolutamente infondati.
Innanzitutto giusto di fronte ai nastri della sicurezza, c’è un gazebo dove è possibile prendere tutte le bustine di plastica di cui si ha bisogno, inoltre i contenitori da cui è possibili prenderle sono sparsi un po’ dappertutto nell’aeroporto. Poi sempre sotto lo stesso gazebo ci sono anche delle utilissime bilance per verificare il peso del bagaglio a mano. Prima di entrare sotto i raggi X, gli addetti vi pesano il bagaglio: nel nostro caso lo ha pesato con stima “occhiometrica”, sollevandolo e decidendo che pesasse meno di 10 kg!
L’unica regola su cui non si transige è quella dell’unico bagaglio in cabina, che è ripetuta sui cartelloni in tutte le lingue ogni 5 metri in tutto il terminal. Per cui (soprattutto alle donzelle) se partite per Stansted e portate con voi solo il bagaglio a mano e la vostra borsa, a casa preparate il bagaglio già includendovi la borsa, sia come dimensioni che come peso, perché al momento opportuno vi toccherà buttare tutto dentro al trolley. In valigia poi è passata sia la matita per gli occhi, sia la saponetta ma poi ho scordato di mettere il mio burro cacao liquido nella bustina, ed è passato sia a Riga che a Francoforte.
I controlli a Stansted sono stati veloci, sia quelli dei documenti all’arrivo (la fila scorre molto rapidamente) sia quelli di sicurezza.
A campione fanno togliere le scarpe e le inseriscono in un macchinario a parte, oppure fanno aprire la valigia, ma a noi non hanno chiesto nulla di tutto questo.
La stessa efficienza invece è stata del tutto assente ad Hahn: a parte il fatto che sia all’andata che al ritorno hanno come regola fissa quella di far levare gli stivali a chi li porta (la mia ragazza li ha dovuti sfilare), ma soprattutto quando siamo arrivati a Francoforte da Riga, abbiamo fatto 20 minuti di fila al gelo prima di poter entrare nel terminal, dato che i controlli dei documenti (che solo in Italia non si fanno, a quanto ho visto) procedevano con una lentezza esasperante. Con buona pace di Shengen e compagnia bella.
Per tornare a Stansted: cercate di lasciarvi una finestra di almeno un paio di ore abbondanti tra un volo e un altro. Noi siamo arrivati alle 12:00 ed il volo successivo era alle 15:30: giusto il tempo di mangiare un panino (ah, i panini da Roma passano) e controllare il peso bagagli, che eravamo già in coda al check-in per Francoforte. Il tempo è volato!
Arriviamo ad Hahn puntuali, proprio quando ormai la mia tolleranza verso i cosmetici, lotterie, carte telefoniche e snack Ryanair era prossima allo zero. Arrivando alle 18:00 a Francoforte abbiamo optato per il pernottamento, e aggiungo per fortuna, anche perché l’aeroporto di Hahn, oltre ad essere un buco di posto, non ha praticamente spazi per dormire: ci sono solo le sedie di plastica anni ’70, strettissime, due poltrone in similpelle davanti ai banchi della Hertz e poi basta. E farsi 12 ore in quel’hangar sperduto in mezzo al nulla non sarebbe stato il massimo.
Piccolo suggerimento: al ritorno da Riga il caloroso benvenuto ad Hahn (stridente con il costo della vita in Lettonia) è che una bottiglietta d’acqua fetente la pagate 2,50 euro, anche alle macchinette.
C’è il “cartello” dei bar e delle tavole calde. Se volete risparmiare qualcosa, immediatamente fuori dall’aeroporto, attaccato ai vetri, c’è un chiosco (credo si chiami Ditsch): li l’acqua costa 1,60€ e anche i panini e le pizze costano la metà.
Ho prenotato, su consiglio di un altro forumista, all’Advance Hotel e devo dire che la scelta è stata davvero ottima. Premetto che ho inviato e-mail a un sacco di hotel nei dintorni di Hahn per chiedere informazioni sulla disponibilità di una doppia e l’80% di loro non si è neppure degnato di rispondere…si vede che avranno clienti sempre in esubero, bah! Chi mi ha risposto aveva prezzi più alti oppure non offriva il transfer, per cui alla fine ero in dubbio se prenotare all’Advance oppure al B&B che si trova esattamente di fronte all’aeroporto. Il prezzo è quasi identico: 50 euro il primo, 49 il secondo per la doppia, entrambi senza colazione.
Piccolo suggerimento: se volete avere le “spalle coperte”, il sito del B&B offre lo stesso sistema di prenotazione di Booking o Venere, ossia prenotazione con la carta di credito solo a garanzia e senza addebito, che si può disdire entro le 19:00 del giorno di arrivo.
Arrivati nell’atrio di Hahn, basta recarvi vicino ai banchi dove ci sono gli altri hotel: in uno c’è la scritta Advance Hotel, ma non c’è nessuno, è presente solo un telefono collegato all’hotel. Basta premere un tasto e siete il linea con la reception: dite chi siete e poi aspettate li e in 5-6 minuti sono da voi con un comodo van Wolksvagen.
L’hotel è a 2 km dall’aeroporto. Appena arrivate si paga, vi danno le chiavi della camera (pulita, con bagno, doccia e TV) e vi spiegano che compreso nel prezzo avete l’uso della postazione internet, l’uso della macchina del caffè, del tè e anche la sauna.
La sauna è gratuita anche con mezzi “propri”, ma se volete essere più comodi, potete farvi dare un set di accappatoio, asciugamano e asciugamano da vita lasciando un deposito di 50 euro. Riportate tutto e vi ridaranno i soldi. Per mangiare hanno anche il servizio di transfer gratuito verso un ristorante convenzionato li vicino, ma noi abbiamo preferito andare in un grosso supermercato a 200 mt. dall’hotel sulla sinistra, e fare un po’ di spesa. Insomma, fare la sauna e poi rilassarsi bevendo un buon caffè non è affatto male come cosa.
La mattina ci accompagnano in aeroporto (mettetevi d’accordo la sera prima per l’orario) facciamo il check in, passiamo ai controlli e ci andiamo a improfumare all’unico negozio (il duty free, che sarà uno dei leit motiv della vacanza) che c’è ad Hahn dopo la sicurezza.
Ah, a proposito di check-in, non so se ci avete fatto caso, ma su 5 voli, solo a Roma ci hanno stampato la carta di imbarco con i nostri nomi sovraimpressi. In tutti gli altri 4 voli, ai banchi del check in hanno solo un elenco con i nomi dei passeggeri, da cui spuntano quelli accettati, scrivono il nome a penna sulla carta e la consegnano. E non c’è dubbio che così vanno veloci come i fulmini (direttive Ryanair o di aeroporto).
Arriviamo a Riga alle 11:15, ma mettendo un’ora avanti gli orologi è già mezzogiorno passato. Ritiro i primi 200 lat per tutti e due (1 lat = 1,40 euro circa) a cui si aggiungerà un altro prelievo di 35 lat l’ultima sera, per un totale di 235 lat in due.
Evitiamo di prendere i taxi e prendiamo al volo l’autobus n° 22a, quello “rapido”. L’impatto con Riga non è stato dei migliori: l’autista, sui 60 anni, non spiccicava una parola di inglese, e pretendeva da noi 0,90 lat a testa anziché 0,30 (corsa semplice a testa).
Alla fine riusciamo a capire che il sovrapprezzo è dato dal fatto che portiamo con noi il trolley. Naturalmente essendo appena freschi di prelievo, gli ammollo la banconota da 20 LAT e lui inizia comprensibilmente a bestemmiarmi dietro! Ci sediamo e dopo essere ingorgati nel traffico dell’ora di pranzo, sale la “kontrolora” (che hanno i posti riservati su ogni mezzo) e ci conferma la “tassa” per chi ha valigie (a mio parere parecchio esagerata per due piccoli trolley).
Suggerimento: prima di buttarvi sul primo autobus che inizia con il numero 22, fate attenzione che il vostro hotel sia più vicino al percorso del 22 normale o il 22a. Infatti quest’ultimo lascia alla “Katedrale” (la chiesa russa ortodossa su Brivibas iela), e il nostro hotel era parecchio lontanuccio, ossia su Aleksandra Caka (si legge “Ciaka”), che per capirci è la prosecuzione di Marijas Iela, il vialone con i centri commerciali Stockman e Origo che parte dalla stazione centrale. Ovviamente non mi perdo d’animo e a piedi, mappa alla mano, in una ventina di minuti abbondanti siamo in hotel….
Capitolo Hotel
Ho perso il conto di quante prenotazioni in sospeso avevo con Booking o Hrs! Praticamente per 4 notti di permanenza alla fine la rosa dei candidati si era ristretta tra il Knights Court (160 euro, doppia con bagno e colazione), il Profitcamp Hostel (151 euro, doppia bagno condiviso con colazione) e il Central Hotel (116 euro, doppia con bagno condiviso e colazione). Dovevo farne fuori due e dato le richieste della mia signora sul bagno, ero orientato a puntare sul primo.
A due giorni dalla partenza invece, lei su Booking trova per caso il nostro hotel: Enkurs. Un hotel 3 stelle, costo 140 euro in doppia, bagno privato con colazione. Annullo tutte le altre e prenoto qui.
Giudizio sull’hotel
PRO = ottimo rapporto qualità prezzo, per l’equivalente di 17,5 euro al giorno si ha una colazione molto abbondante (come sempre gli altri ci guardavano schifati per quanto mangiamo al mattino!), camera con bagno e doccia spaziosi, TV satellitare (ah, il canale 15 trasmette ininterrottamente film porno tedeschi!), ben servito dai mezzi (ci si arriva con il bus 23 , o nella strada parallela, Barona Iela, ci passa il tram 6 o l’11) e per chi ha il laptop, c’è la connessione wi-fi gratuita.
CONTRO = manca l’ascensore e naturalmente facendo il check-in all’una e mezza passata, c’era ben poco da scegliere e ci hanno messo al 3° piano, l’ultimo! La camera non è spaziosissima, un po strettina e la nostra puzzava di fumo (da quando ho smesso di fumare sono molto più sensibile all’odore di sigaretta); l’hotel non è proprio in centro, nel senso che a piedi occorrono 15-20 minuti di camminata fino alla città vecchia.
Capitolo Trasporti
L’aspetto peggiore di Riga a mio parere sono i trasporti e per una città che si sta aprendo al turismo di massa è davvero un peccato. Quello che era una mia impressione l’ho trovato poi scritto su “Riga in your pocket”, una guida molto utile e gratuita della città: gli editori concordavano (con me!) che il sistema dei mezzi pubblici deve essere riveduto e corretto.
Non mi riferisco tanto alla frequenza o alla puntualità, quelle non sono un problema, mi riferisco proprio alle informazioni inesistenti o solo in lettone/russo. Da viaggiatore non proprio novellino, vi dico che personalmente ho impiegato quasi due giorni per capire i percorsi dei mezzi che ci servivano per muoverci.
Innanzitutto vicino alle paline dei trasporti sono indicati “solo” gli innumerevoli orari, ma senza specificare “dove” quel mezzo va, quale è il capolinea, quali fermate fa. Poi bisogna fare attenzione alla differenza tra trolleybus (sarebbero i filobus nostrani) e autobus: questi ultimi servono di solito le zone più lontane dal centro sono indicati dalla lettera”A” alla fermata mentre i primi dalla lettera “T” e per entrambi ci sono i numeri delle corse che sono identici, così come i tram!
Non sperate poi di risolvere i vostri dubbi con la cartina dei mezzi pubblici fornita all’ufficio del turismo: è fatta malissimo, con pochissimi nomi delle vie e vi confonde ancora di più le idee.
I mezzi sono spesso stracolmi (i tram di meno) e su quasi tutti c’è un display luminoso che segnala la prossima fermata, che in lettone dovrebbe suonare più o meno come “nacara pietora” o qualcosa del genere, seguito poi dal nome del posto (spesso incomprensibile alle mie orecchie.
A bordo: i biglietti si prendono o dall’autista, ma molto più spesso è la “kontrolora” che gira e stacca i biglietti. Purtroppo non sono a tempo, per cui se dovete prendere due mezzi uno dopo l’altro vi tocca fare due biglietti. Sui tram, però, se viaggiate nel secondo vagone, non c’è nessuno che vi fa il biglietto e sugli autobus è capitato che lei passasse e con tutta la folla di persone non ci dicesse nulla, per cui è capitato che qualche biglietto sfuggisse….io ve li ho dati solo come suggerimenti.
Di notte la frequenza scende a un passaggio ogni ora, per cui è consigliabile prendere un taxi…
Capitolo Taxi
Se qualcuno ha consultato mai le varie informazioni turistiche che ci sono su Riga, sicuramente avrà letto di affidarsi solo ed esclusivamente ai taxi rossi, ed è perfettamente vero. Anche all’ufficio del turismo ci hanno vivamente sconsigliato di affidarci ad altre compagnie, perché non sono ufficiali (quelli rossi sono sottoposti a regole più severe) e potrebbero riservare brutte sorprese. Però ci hanno anche consigliato di “trattare” col tassista, perché appena sente che non si parla russo o lettone, potrebbe giocare scherzi.
Senza creare inutili allarmismi, è sufficiente che chiediate cortesemente al tassista di accendere il tassametro appena siete a bordo. Se non vuole farlo, o se vi spara lui un prezzo “ad capocchiam”, scendete e prendetene un altro. Ad ogni modo una corsa in città mediamente non deve superare i 3-4 lat.
A noi è successo che un taxi preso di pomeriggio (eravamo esausti!) da una traversa di Valdemara Iela fino all’hotel, ci è costato 3 lat perché l’autista ci ha detto che il prezzo era quello.
Ma alla fine della corsa il tassametro segnava 2,80 lat e a quel punto l’accordo era già fatto. L’ultima sera invece abbiamo chiamato un taxi per rientrare dal “Lido Atputas Centre”, molto fuori dal centro e con tassametro acceso abbiamo pagato 3,77 lat, in proporzione parecchio di meno della corsa precedente.
Capitolo cibo
Sarò io che sono un inguaribile buona forchetta, ma anche in questo viaggio ho apprezzato ancora una volta un tipo di cucina straniera e molto diversa da quella mediterranea. Iniziamo col dire che a Riga è possibile degustare ogni tipo di cucina: russa, lettone, italiana, cinese e chi più ne ha più ne metta. Gli indirizzi dei ristoranti li trovate su queste guide gratuite in lingua inglese che trovate in giro (“Riga this week” oppure “In your pocket”): ci sono le recensioni, gli indirizzi ed i prezzi di tutti i ristoranti, suddivisi per tipo di cucina e per tipologia di locale (fastfood, bar, ristoranti).
La prima sera abbiamo mangiato in un locale con cucina lettone, Citi Laiki, su Brivibas Iela: un bel posticino rustico in cui abbiamo speso 13 lat in due per due piattoni pieni di carne (manzo e maiale) con contorno di insalata e sformato di patate, con pane lettone (che non mi piace granché, sembra il pane nero tedesco) e due birrozze. Ah, il maiale è il piatto nazionale a quanto ho capito cercheranno di proporvelo in tutte le varianti possibile che l’uomo abbia mai sperimentato!
Se siete in zona città vecchia e vi occorre una pausa ristoro, allora non potete perdervi il locale Pelmeni XL, su Kalku Iela: sono dei ravioloni russi ripieni di verdure, formaggio o carne. Consiglio pratico: si prende la ciotola e si inizia a buttare dentro questi ravioli (potete prenderne anche di diverso tipo, tanto il prezzo è uguale: vanno a un tot ogni 100 grammi) e poi dovete aggiungerci i vari condimenti.
Sconsigliatissima la terza ciotola da sinistra: è rafano (che già di suo mi fa schifo) piccante, vi inguaierà tutto il resto.
Consigliato invece l’abbinamento prima/seconda ciotola con panna (quella che si mettono tutti). Consiglio anche il rustico triangolare con ripieno di carne dentro. Non mi chiedete cosa abbiamo mangiato di preciso alla fine perché non saprei rispondervi, ma era tutto buono. Ve la cavate con una spesa di 2,50 lat a testa.
Una sera, causa equivoco sull’orario di chiusura di un ristorante (serranda abbassata), abbiamo ripiegato sulla catena lettone Double Coffee, di cui Riga è piena. Provato quello a Riga vecchia: crepe ai funghi + 4 minisandwich + patatine fritte + due bottiglie di acqua per un totale di 7,40 lat in due. Usciti sazi. Da considerare! E poi come non menzionare la mitica catena Lido? Se volete andare sul sicuro e non spendere quasi nulla, ve lo consiglio vivamente: sono dei self service con ogni ben di Dio, tra primi, contorni, dolci e chi più ne ha più ne metta.
Provati personalmente quello su Elizabetes Iela (in centro) e poi la mamma di tutti i ristoranti Lido, quello enorme su tre livelli nel centro ricreazionale Lido, su Krasta Iela (fuori dal centro, andateci col tram 7 o 9 presi vicino al mercato centrale, la fermata si chiama proprio Lido Atputas centre). In entrambi i casi la spesa per mangiare è stata di 4-5 lat, però stranamente su 3 volte che ci siamo andati, due volte era di sera e sullo scontrino riportava una maggiorazione del 18% che di giorno non c’era.
Capitolo divertimenti
Riga è un putiferio! Ogni sera c’è un via vai costante di gente sempre in movimento. La prima sera siamo usciti dal ristorante e facendoci un giro siamo capitati sotto il grattacielo dell’Hotel Reval (lo riconoscete subito, è quello più alto tra Elizabetas e Brivibas, pieno di taxi rossi sotto).
Ascensore panoramico mozzafiato tutto a vetri (macchina fotografica ovviamente lasciata in hotel, ma ci saremmo ritornati), visuale spettacolare dallo SkyBar al 26imo piano su tutta Riga. Tra l’altro nella hall c’è un lucidascarpe che era diventato un pò la fissazione della mia ragazza: se l’è lustrate a puntino entrambe le volte.
Scendendo siamo entrati all’Olimpic Voodoo Casinò: l’ingresso è gratuito, vi registrano solo i dati e vi fanno una foto con la webcam. Abbiamo investito 5 lat nelle slot, e dopo mezzora di gioco abbiamo perso tutto miseramente, c’est la vie! Poi io ho proposto e la mia ragazza ha accettato di andare a ballare all’Essential (thanks zingaGUIDA). Era di un giovedì e non ce ne siamo affatto pentiti: la prossima volta che saremo a Riga proveremo magari anche di sabato.
La disco è centrale (Skolas Iela 2), l’ingresso quella sera costava 3 lat, ci sono riduzioni per studenti, ma solo lettoni. Il guardaroba è gratis. Siamo arrivati li intorno alla mezzanotte e già c’era un po’ di gente. La disco è fatta proprio bene: ci sono parecchi ambienti musicali, ogni sala ha poi un soppalco dove c’è un bar e dei divani.
Alla fine noi ci siamo sistemati nella sala con (improbabili) video musicali, che è quella dove più ci siamo divertiti a fare i cretini e a ballare le canzoni lettoni. Non ci è successo alcun episodio spiacevole, pochi italiani in giro (forse siamo fuori stagione) tranne qualcuno riconoscibile dal felpone “Baci & Abbracci” e cose del genere.
Un consiglio ai ragazzi: se siete in disco per rimorchiare, non state a perdere tempo nella sala hip-hop oppure quella tecno….nella sala dei video la percentuale delle donzelle è nettamente superiore rispetto alle altre parti della discoteca.
[Ah, per inciso: per chi se lo chiedesse, è vero, la bellezza delle ragazze lettoni è decisamente sopra la media italiana.
Non voglio inimicarmi con questo le nostre connazionali, probabilmente io sono di parte perché a me piace di più il modello nordico che italiano, e c’è da dire anche che la mia lettone personale l’ho già trovata. Ma abbiamo visto in giro parecchie ragazze che non sfigurerebbero affatto sulle passerelle degli stilisti. Boh, sarà forse perché il freddo conserva meglio, sarà forse perché fanno più sport che da noi, non saprei, ma sia i ragazzi che le ragazze hanno dei fisici impressionanti se paragonati a quelli nostrani. E poi abbiamo notato che la percentuale di cicciotelli in giro è davvero bassa]
Nota dolente della serata: le consumazioni. Io ho preso un gin lemon e la signora feelgood ha preso un cocktail leggermente alcolico a base di frutta. Il conto? Spaventosamente “salato”: 12 lat! In Italia sarebbe più che onesto, ma con quella cifra in Lettonia ci pranzano 3 volte…qualche giorno dopo anche il cugino di latvia ci avrebbe confermato che pure a lui hanno sparato 6 lat di cocktail. La tesi comune, supportati anche da latvia che li ci vive, è che nei locali facciano distinzioni tra lettoni/russi e stranieri. Peccato…
Al sabato, dopo esserci sentiti con latvia al telefono, siamo stati piacevolmente invitati alla festa di compleanno della moglie in un posto bellissimo: un appartamento che si fitta per feste, con piscina, sauna e bagno turco. Davvero bello, anche se noi non ce la siamo sentita di usarli. E’ stata una serata molto particolare, dato che la maggiorparte degli amici della moglie di latvia (che è troppo simpatica e parla italiano con accento napoletano!) sono di origine russa, quindi ci siamo trovati catapultati in un party quasi solo di russi in Lettonia! E a chi capitano queste cose, sa quanto è bello trovarsi in mezzo alla gente “vera” del posto che si sta visitando…
Anche noi abbiamo portato una bottiglia di alcolici per far baldoria.
Non vi sto nemmeno a raccontare quanto riescono a bere i russi e le russe, roba da non crederci se non lo si vede con i propri occhi! Complice l’alcool, è volato anche qualche bacio saffico tra ragazze, molte delle quali si sparavano delle pose da cubista in reggiseno allo specchio a suon di musica, suscitando i commenti delle italiane sulle ragazze del posto. So che detta così può sembrare una situazione idilliaca, ma la mia posizione, in quel contesto, era tutt’altro che facile!
Abbiamo conosciuto un sacco di gente, tra cui una ragazza di Lecce che lavora a Riga per una associazione internazionale, poi un norvegese, una ragazza islandese, poi un’altra italiana che sta facendo uno stage all’ambasciata, il cugino di latvia, un vero personaggio napoletano verace, che ogni volta che tornava da noi dalla sauna aveva un pezzo di vestiario in meno e iniziava a filosofeggiare sulla vita (la frase della serata è stata “ragazzi, per favore, mi dite quanto sto di fuori da uno a 10?’”) e tanti ragazzi del posto. Ancora un ringraziamento a latvia per averci reso partecipi di questa bella festa!
L’ultima sera siamo stati, come già detto, al Lido gigante su Krasta Iela: purtroppo siamo fuori stagione e le attrazioni non funzionano, né la pista di pattinaggio, ne i go kart e né la sala giochi. Quindi se ci andate sappiate che potete solo mangiare e sentire musica dal vivo.
Capitolo musei/chiese
Al contrario di quello che pensavo, Riga non è così piccola da visitare! Il centro storico è bello grosso ed infatti ce lo siamo spolpato in due mattinate. A meno che non si vuole fare come i giapponesi che fotografano un posto e vanno via, i musei e le bellissime chiese vanno visitate per intero.
Piccolo suggerimento: portatevi una student card, un libretto, la tessera dell’autobus o una qualunque altra cosa che possa dimostrare che siete studenti. Io ho ancora con me il vecchio libretto universitario e in qualche posto ci hanno ridotto il biglietto di 50 cent o 1 lat.
In molte chiese invece se ne fregano e il prezzo è uguale per tutti.
Piccola nota polemica: l’ente del turismo lettone ormai dovrebbe aver capito che i turisti a Riga arrivano da ogni parte del mondo. Perché, dunque, mettere in alcuni musei (come quello di storia naturale e anche altrove) solo le didascalie in lettone/russo?
Consiglio: per non perdervi nulla della vecchia Riga, procuratevi una copia di “Riga this week”: è tracciato un itinerario con percorso delle cose più importanti da vedere in giro nel centro storico. E anche poi sull’altro opuscolo, si trovano preziosissime informazioni. Ci sono una caterva di musei, visitarli tutti è pressoché impossibile in così poco tempo, per cui è necessario fare delle scelte.
Vi dico noi cosa abbiamo visitato:
• La casa delle teste nere, in piazza del municipio. Oltre ad essere bellissima da fuori, all’interno contiene anche un museo molto bello, con le fondamenta della casa, antichi utensili, cannoni e un salone molto scenografico in stile impero, interamente arredato. • Museo dell’occupazione. Impedibile. L’ingresso è gratuito, ma alla fine della visita vi verrà spontaneo fare una donazione. E’un posto molto toccante e nel leggere le scritte sulla dolorosissima storia della Lettonia, uscita dall’occupazione tedesca e russa, in più occasioni mi è venuto un nodo in gola. Vale la pena. Ah, di fronte c’è la tanto contestata statua in marmo rosso, lascito del regime comunista. • Chiesa di San Pietro. Ingresso un pò caro rapportato con le altre attrazioni, cioè 2,50 lat tra chiesa e torre panoramica. Ma salire sopra vi ripaga del prezzo del biglietto. Poi noi siamo stati fortunati a trovare quasi sempre delle belle giornate con il cielo terso, quindi la visuale era perfetta. • Museo delle arti decorative e del design. Potete evitarlo se avete i tempi stretti. Contiene prevalentemente vasi, tappeti, oggetti in ambra o tavoli con un design particolare.
Merita invece l’esposizione temporanea nel piano interrato del museo: una mostra di 100 miniature di sedie che hanno fatto la storia del design, riprodotte in maniera fedelissima. Il tutto pagato 1 lat. • Museo della guerra. Ingresso gratuito. Si trova nella antica Torre delle Polveri. Per gli appassionati del genere è un must. Pieno di memorabilia, di divise, di testimonianze dell’occupazione, reperti, lettere, copertine e articoli di giornale. Interessante ma un po angosciante…
• Duomo. Vantata come la chiesa più grande dei Baltici, è più bella da fuori che dentro. Non ha chissà cosa di pregevole (l’organo dicono che sia uno dei più grandi al mondo) ed il chiostro sta cadendo letteralmente in rovina. • Museo della storia di Riga e della navigazione. Di tutto un po. Modelli di navi antiche e moderne, oggetti della tradizione di Riga, vestiti da sposa, quadri, saloni sfarzosi con decine di mappe della Lettonia. Un po caotico…
• Chiesa di San Gertrude. Anche questa più volte ricostruita, come molte chiese di Riga. Bel colpo d’occhio dall’esterno: mattoncino rosso e guglie svettanti. Ingresso su donazione. • Chiesa di San Giacomo. Iingresso gratuito, ma tanto non si vede nulla: appena entrate in chiesa, dopo 2 metri c’è un cordolo rosso che vi impedisce di proseguire oltre…
• Chiesa di San Giovanni. Chiusa, tutte e due le volte che ci siamo passati. • Museo Etnografico: molto bello. Ingresso 0,50 LAT. Decisamente fuori mano. Occorre prendere l’autobus (“non” trolleybus) numero 1 e si deve arrivare al civico 440, ossia 20 minuti buoni fuori Riga. Però ne vale decisamente la pena. E’ un museo all’aperto immerso nel verde in cui sono presenti le costruzioni tipiche dei lettoni del secolo scorso. Ogni casa è attrezzata in base al mestiere che vi si svolgeva: pescatori, fabbri, panettieri , ecc ecc. Chi è stato a Stoccolma e ha visitato lo Skansen, sa a cosa mi riferisco.
Peccato che, essendo fuori stagione, molte delle dimore erano chiuse. Abbiamo trovato solo 3 “abitanti” del luogo: intagliatori di legno , di trottole, di decorazioni natalizie e di “scacciadiavolo” (un portafortuna). Loro le fanno e poi le vendono sul posto. Visitatelo solo se la giornata è con il sole: i colori degli alberi e della vegetazione in genere ne perderebbero parecchio. • Museo di storia naturale. Quattro piani che comprendono la sezione di paleontologia, entomologia, una ricca sezione di animali imbalsamati da ogni parte del globo e via discorrendo. Un museo interattivo pensato anche per i più piccoli: alcune sezioni consentono di scoprire e interagire con le varie attrazioni. Sconsigliato alle donne incinte o ai deboli di stomaco: all’ultimo piano fanno bella mostra di sé 6 vasi pieni di formalina con dentro 6 diversi feti umani in differenti periodi di gestazione… • Chiesa Russa Ortodossa. Si trova su Brivibas Iela, poco prima del monumento alla libertà. Bellissima fuori, da visitare assolutamente all’interno per l’abbondanza di icone e per prendere vivo contatto con una religione diversa da quella italiana.
Capitolo “Varie & Eventuali”
Una visita al mercato generale è d’obbligo. La zona non è quella delle ambasciate o dei palazzi in stile Belle Epoque e si vede: ci sono pochi turisti, la maggiorparte è gente locale che cerca di fare affari vendendo e comprando di tutto. Diciamo che si respira maggiormente un’aria da ex-soviet. Ma proprio per questa atmosfera senza tempo vale la pena visitare le enormi strutture dove prima costruivano gli Zeppelin. Il mercato si svolge al chiuso e tutto intorno all’aperto. In alcuni padiglioni il forte odore di non so cosa è ai limiti della sopportazione. Mi ha ricordato tantissimo il mercato coperto di Budapest.
Consiglio di farsi un giro lungo i canali nei due parchi ai lati del Monumento alla Libertà (ah, se vi trovate li al cambio dell’ora, non perdetevi il cambio della guardia) Tra l’altro vi accorgerete di un ponticello molto grazioso, dove sono legati centinaia di lucchetti con sopra incisi i nomi di coppie , amici o altro.
Molto suggestivo. Anche se a quel punto mi chiedo se è Ponte Milvio che ha copiato Riga o il contrario…mah! Chiederei a Moccia.
Bello anche il Parco della Esplanada, dietro la chiesa russa, ma in generale Riga ha parecchio verde, con grande fortuna dei suoi abitanti. Non so come possano essere questi posti d’estate, ma vi assicuro che vedere sotto al sole i parchi o il museo all’aperto con tutti gli alberi e i cespugli colorati in tutte le gradazioni dell’autunno dal giallo, al marrone fino al verde, è stato un tuffo al cuore. Per cui non sottovalutate una visita in questo periodo del’anno. Anche perché il clima, tranne un po di pioggia, è stato assolutamente clemente e non ha fatto più freddo che qui da noi (almeno a sentire da ciò che ci riferiva il parentado da casa).
Infine l’Art Nouveau: Riga è a ragion veduta famosa per essere la città con il numero più alto di edifici meglio conservati costruiti secondo lo Jugendstil. E in effetti se guardo le foto che ho fatto, una buona fetta è costituita da palazzi, rosoni, fregi, decorazioni, capitelli, frontespizi e tutto il resto che la straordinaria architettura di Riga può offrire ai suoi visitatori.
Non c’è nulla da aggiungere: i palazzi storici a Riga sono belli. Nella quasi totalità dei casi si tratta di palazzi che oggi sono sedi di ambasciate. Se vi fate un giro nel quadrilatero tra Alberta Iela, Elizabetes Iela, Vilandes Iela e Strelnieku Iela (Iela, lo avrete capito, significa “via”) ricordatevi di camminare perennemente con il nasò all’insù o vi perderete tante cose belle.
Curiosità
Siete mai stati a Montecarlo? Ebbene, nel centro di Riga c’è una quantità di auto lussuose che in confronto il centro monegasco sembra un autodemolitore! Non sto esagerando: all’inizio notavo la cosa di sfuggita, ma poi dopo quasi quattro giorni ho contato un numero impressionante di SUV ultimo modello, costosissimi e meno costosi, Mercedes “classe S” a non finire, Jaguar, Bmw serie 7, Audi e ogni altro tipo di berlina di fascia medio-alta.
Sarei troppo ingenuo per pensare che in un paese in cui lo stipendio medio è di 500 euro tutti possano avere un tenore di vita così elevato. Boh, forse c’è di mezzo la mafia russa? Non lo so, ma la cosa mi ha colpito tanto…
Come mi hanno colpito le tantissime signore anziane (uomini quasi nessuno) che in ogni angolo del centro chiedono l’elemosina, immobili al freddo per ore…oppure le persone già ubriache dalle 10 di mattina che salgono e scendono da un bus per passare la giornata con la bottiglia sempre sotto al braccio. Ciò non toglie che ci siamo sempre sentiti a nostro agio, anche a girare alle 3 di notte e non abbiamo mai avvertito la sensazione di essere “prede” di qualcuno.
Con questo credo di aver detto (quasi!) tutto quello che abbiamo visitato o fatto a Riga. Riguardando poi sulla cartina dove eravamo finiti, la prima cosa che mi sono detto è stata “cavolo, quanto è lontano!”
Scusate se sono stato logorroico, ma mi dicevano di esserlo sin dalle elementari!
periodo: ottobre