Vero è che in inverno la Siberia Orientale, tristemente nota anche come "terra dei gulag" (campi di lavoro forzato costituiti negli anni del regime stalinista), arriva a toccare temperature sui -50°, non è quindi una meta di viaggio da prendere sotto gamba e alla quale approcciarsi senza la dovuta preparazione sia fisica che tecnica. Ma guardando oltre le rigide temperature che la caratterizzano, la Siberia Orientale ospita anche una vasta zona dove si trova il lago più profondo del modno, il lago Baikal, dalle acque incredibilmente limpide, tipiche di tutti i corsi d'acqua di questa regione. Incredibili sono anche gli esemplari di uccelli e di primati oltre ad una quasi incontaminata foresta boreale, la taiga, dal cui fascino è stato sedotto anche Cechov, che così la definisce: "il fascino della taiga non sta tanto nei suoi alberi, o nel suo sepolcrale silenzio, bensì nel fatto che forse soltanto gli uccelli migratori sanno dove essa termina".