Chichen Itza: 5 curiosità sulle rovine della città Maya
Introduzione
Quanti di voi hanno il sogno di visitare luoghi esotici, già popolati da culture lontane rispetto a quella d'origine, e provare esperienze di cui non si aveva cognizione? Un'idea da selezionare, a tal proposito, può essere data dalle rovine Maya di Chichten Itza, molto probabilmente la più grande meraviglia, per dimensione ed importanza, tra l'intero patrimonio archeologico del Messico. Inoltrarsi in questa città, situata nel bel mezzo della giungla, trasmette la sensazione di vivere una straordinaria avventura. Su questo splendido sito archeologico, già dichiarato Patrimonio Mondiale dell'Unesco, vi sono delle curiosità che è bene sapere già prima della sua visita, in maniera tale da focalizzare l'attenzione, in modo particolare, proprio su questi aspetti così rilevanti poiché conservati per secoli nelle costruzioni, sino a noi. A seguire, 5 curiosità da sapere su Chichen Itza.
Le origini della mitica città e posti da visitare all'interno.
Situato nella giungla dello Yucatan, le origini di Chichen Itza risalgono al periodo compreso tra il 7° e il 10° secolo d.C. Il sito si estende per circa 3 Km quadrati. Nel suo centro si possono trovare le strutture più celebri come il campo per il gioco della palla (che esulava, come vedremo, dalle finalità agonistiche odierne dello sport), diversi templi, e la grande piramide, El Castillo. La nota Piramide di Kukulkan, (detta anche Quetzalcóatl, in ogni caso il riferimento era alla divinità serpente piumato), presenta un'altezza di circa 30 metri ed è una gigantesca rappresentazione del calendario Maya. Non a caso, i gradini sono distribuiti su quattro scalinate di 91 scalini ciascuna, per un totale di 364, più un altro gradino posto all'ingresso del tempio. Degni di nota anche l'antico Mercato e la Tomba del Sommo Sacerdote. Tra i templi spicca il Tempio dei Guerrieri, ma da visitare assolutamente vi è anche il Tempio dell'Uomo barbuto (così denominato in seguito dagli archeologi per le sue raffigurazioni in pietra). Inoltre, il Cenote Sacro, l'Osservatorio, detto Caracol (i Maya furono tra i precursori dell'osservazione degli astri), e la Chiesa, dedicata al Dio della pioggia adorato dai Maya, e dagli stessi raffigurato in bassorilievi sulla facciata dell'edificio, il Dio Chaach, con il suo caratteristico naso all'insù, probabilmente l'icona più conosciuta di quella civiltà.
Le influenze di popoli provenienti da altre civiltà.
Pur essendo una città Maya, sul complesso in pietra di Chichen Itza sono tante le civiltà che hanno influito sul suo sviluppo, in particolar modo i Toltechi. Questi erano provenienti da Tula e introdussero, al loro arrivo, i simboli delle proprie tradizioni di guerra, tuttora visibili. Notevole la fusione di stili architettonici messicani e Puuc. Sono presenti infatti piccole costruzioni realizzate interamente nello stile del popolo Puuc, stile che si manifesta in piccole abitazioni in pietre impiallacciate e tetti in pietra con delle volte a crociera e facciate finemente dettagliate con decorazioni dal tratto geometrico e in pietra a mosaico.
All'ombra del Dio serpente
Due volte l'anno, in occasione degli equinozi d'autunno e di primavera, si può osservare un singolare quanto suggestivo fenomeno: il Dio serpente piumato, Kukulkan, striscia proprio sopra la piramide di El Castillo (quest'ultimo il nome attribuito genericamente dagli spagnoli colonizzatori, mentre pare che la piramide fosse chiamata, per l'appunto, col nome della divinità serpente). Nei citati equinozi, infatti, si forma un allineamento ombroso in corrispondenza dei 365 gradini del tempio sembrando proprio che inizi a delinearsi un corpo di serpente (attraversante le quattro scalinate trasversalmente). Il processo di formazione dura dal primo mattino fino al tramonto del giorno dell'equinozio, nel momento in cui l?ombra si unisce all'imponente testa di serpente, anch'essa in pietra, posta in corrispondenza della base .
La spiritualità e i riti sacrificali.
Chichen Itza è nota non soltanto per curiosità e annedoti piacevoli sul piano umano e culturale. C'è da dire, sul punto, che stando al rituale Maya, l'utilizzo della grande piramide riguardava altresì i sacrifici umani. Si possono ancora notare le incisioni, poste nei templi, che descrivono appunto quegli atti passati, a testimonianza dei medesimi. A ulteriore testimonianza, sono stati recentemente ritrovati degli scheletri umani in una voragine del sito archeologico; si scopre dunque che alcuni corpi furono deposti proprio in quello e altri luoghi maggiormente nascosti, oltre al Cenote Sacro, dinanzi al quale i riti erano compiuti (e i corpi abbandonati nelle acque del Cenote). Nell'individuazione della vittima sacrificale, si rivelava decisivo il gioco della palla Maya, in altre parole, chi perdeva era condannato. Tuttora, alla cima del Tempio dei Guerrieri si può osservare, con curiosità sul piano storico, ma anche con un certo brivido, la pietra sulla quale i cuori delle vittime sacrificali venivano offerti agli Dei, in segno di "devozione" da parte di quella civiltà.
Dall'abbondanza all'abbandono
La città di Chicen Itza è passata alla storia come un centro fiorente, dove regnava l'abbondanza, punto d'incontro tra le varie organizzazioni praticanti il commercio. È attorno al 1400 che risale il suo abbandono da parte della popolazione. La città infatti subì un crollo che la ridusse alle rovine giunte fino a noi. In quel momento, la città era in uno stato di grazia per le sue costruzioni e le sue opere artistiche, che furono lasciate lì, abbandonate nel cuore della giungla, senza ulteriori tentativi di ricostruzione e ripopolamento. Si pensa, secondo la teoria più accreditata, che con l'arrivo in città della tribù degli Itzá, essi indussero cambiamenti profondi nel tessuto sociale, pervenendo ad una militarizzazione della società. Quest'ultimo fattore viene dagli storici abbinato ai tentativi di incursione straniera del tempo: i nativi si sarebbero aspramente ribellati dando luogo ad un conflitto cruento, causante, per l'appunto, il cedimento di molte mura, sino a renderla inabitabile. Dotati della conoscenza di questi principali segreti di Chichen Itza potrete senz'altro partire da questi per approfondire, sul luogo di visita, tutto sugli usi, i costumi, i "perché" consegnati alla Storia da parte di una civiltà millenaria, che si affaccia ancora oggi tra la flora selvatica, sempre carica di fascino e di mistero.