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Valle dei Templi: storia, visite e orari

Valle dei Templi

La Valle dei Templi è uno dei siti archeologici più rappresentativi della civiltà greca classica e uno dei più grandi al mondo.

Dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco nel 1998, il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi si estende su 1300 ettari dove passeggiare tra secoli di storia.

Adagiata sul crinale roccioso che delimita a sud l’altopiano su cui sorgeva l'antica Akragas, a due passi dal mare e dal centro storico di Agrigento, la Valle dei Templi custodisce le vestigia di 12 monumentali templi dorici, oltre a santuari, necropoli, ipogei, un’agorà e un teatro.

La Valle dei Templi è un affascinante viaggio nella Magna Grecia.

Valle dei Templi, la storia

Valle dei templi
Valle dei Templi

La storia della Valle dei Templi inizia nel VI secolo a.C. con la fondazione dell’antica colonia di Akragas, definita “città la più bella fra quante son albergo per gli uomini” dal poeta greco Pindaro.

Fondata da coloni provenienti in parte da Gela e in parte da Rodi nel 580 a.C., Akragas sorgeva su un altopiano non lontano dal mare, protetto a nord dai rilievi della Rupe Atenea e del Colle di Girgenti e a sud dalla cosiddetta Colllina dei Templi e circondato dai fiumi Akragas e Hypsas.

Il suo porto (emporion) si trovava alla foce dei due fiumi, nell’odierna borgata marinara di San Leone.

Fra la metà del VI e la fine del V secolo a.C. la città fu oggetto di un grande fervore edilizio, di cui sono testimoni la maggior parte delle vestigia oggi visibili e una poderosa cinta muraria lunga 12 chilometri, accessibile da 9 porte.

A partire dalle tirannidi di Falaride e di Terone fino ad arrivare al periodo democratico, dominato dalla figura del filosofo Empedocle, Akragas divenne una grande città stato con più di 200.000 abitanti.

Distrutta nel 406 a.C. a opera dei Cartaginesi, la città dovette attendere l’avvento di Timoleonte sul finire del III secolo a.C. per vivere un nuovo momento di prosperità. Durante le guerre puniche, fu un presidio dei Cartaginesi contro i Romani che la conquistarono nel 210 a.C.

Durante il periodo romano, nella città, ormai denominata Agrigentum, furono costruiti nuovi edifici pubblici, fra cui almeno due tempietti, il teatro ed il bouleuterion, nell’ambito di un assetto urbanistico monumentale che aveva il suo fulcro nel poggio San Nicola, dove oggi sorge il Museo Archeologico.

A questo periodo risalgono anche le case più opulente del vicino Quartiere Ellenistico Romano. La ricchezza degli abitanti di Agrigentum probabilmente dipese anche dall’attività di estrazione, raffinazione e commercio dello zolfo, documentata dalle iscrizioni.

In età tardo antica e altomedievale, la collina dei Templi era occupata da una vasta necropoli cristiana sia a cielo aperto che sotterranea.

Durante la conquista musulmana delle popolazioni arabe, berbere, spagnole, egizie, sire e persiane, avvenuta fra l’829 e l’840 d.C., sembra invece che gli abitanti si fossero ritirati sul colle di Girgenti (dall’arabo Gergent o Kerkent), dove in seguito si sarebbe sviluppata la città medievale e moderna.

La Valle dei Templi, abitata in modo sporadico, fu destinata alle produzioni agricole e artigianali, come le officine di ceramiche, documentate da alcune fornaci.

Nel corso dei secoli i monumenti della città classica furono via via spoliati dei blocchi, che servirono alla costruzione degli edifici di Girgenti e del molo antico di Porto Empedocle.

Cosa vedere nella Valle dei Templi

  • Tempio di Giunone – sito visitabile
Tempio di Giunone
Tempio di Giunone

Il tempio di Giunone si trova sullo sperone roccioso più elevato della collina dei templi, presso l’estremità est. Come per la maggior parte dei templi agrigentini, non è possibile sapere a quale divinità fosse dedicato.

La sua attribuzione a Giunone deriva da un’errata interpretazione di un passo dello scrittore romano Plinio Il Vecchio, che si riferisce, in realtà, al tempio di Giunone sul promontorio Lacinio a Crotone, in Magna Grecia. Questo edificio di ordine dorico è databile intorno alla metà del V secolo a.C. e ha un basamento di quattro gradini, su cui poggiano sei colonne sui lati brevi e tredici su quelli lunghi.

Forse il tempio fu gravemente danneggiato durante la conquista cartaginese del 406 a.C., da un incendio di cui restano le tracce sui muri della cella. Fu poi forse restaurato in epoca romana.

  • Tempio della Concordia – sito visitabile
Concordia
Tempio della Concordia

Il cosiddetto tempio della Concordia è uno dei templi in miglior stato di conservazione dell’antichità greca. L’edificio deve il suo nome tradizionale a un’iscrizione latina della metà del I secolo d.C. con dedica alla “Concordia degli Agrigentini”.

L’iscrizione fu erroneamente messa in rapporto con il tempio dallo storico e teologo Tommaso Fazello intorno alla metà del ‘500. L’edificio di ordine dorico è databile intorno alla seconda metà del V secolo a.C. e ha un basamento di quattro gradini, su cui poggiano sei colonne sui lati brevi e tredici su quelli lunghi.

Unico fra i templi agrigentini, conserva quasi interamente gli elementi della trabeazione e i due frontoni sui lati est e ovest. Secondo la tradizione il tempio fu trasformato in chiesa cristiana intorno alla fine del VI secolo d.C., quando Gregorio, vescovo di Agrigento, consacrò l’antico tempio ai Santi Apostoli Pietro e Paolo dopo averne scacciato i demoni Eber e Raps.

Le dodici arcate aperte nelle pareti della cella risalgono all’uso dell’edificio come chiesa cristiana, che ne ha garantito l’eccezionale stato di conservazione.

  • Necropoli Paleocristiana – sito visitabile
Necropoli Valle dei templi
Necropoli Valle dei Templi

La Necropoli Paleocristiana di Agrigento, databile fra il III e il VI secolo d.C., si estende sulla collina dei templi, approssimativamente fra il tempio di Giunone e il tempio di Ercole.

La vasta area cimiteriale è articolata in diversi settori. La necropoli sub divo, cioè a cielo aperto, con circa 130 tombe a cassa trapezoidale (formae), scavate nella roccia, si sviluppa su tutta la spianata circostante il tempio della Concordia, fino all’area presso il corridoio di accesso alla più estesa catacomba di Agrigento, la Grotta Fragapane.

Questa è una grande catacomba comunitaria, costituita da corridoi (ambulacri), piccole camere sepolcrali (cubicoli) e rotonde (grandi camere sepolcrali),  ricavate dalle preesistenti cisterne a campana di età greca. Sulle pareti di questi ambienti sono scavati loculi e arcosoli, mentre altre tombe a fossa sono ricavate sul pavimento.

Grandi sarcofagi ricavati direttamente sul banco roccioso si trovano all’interno di uno dei cubicoli. Altri piccoli ambienti sotterranei (ipogei) a scopo funerario si  trovano verso Est, sulla cosiddetta Via dei Sepolcri, un percorso ricavato da un canale di adduzione dell’acqua di età greca. Ipogei funerari sono scavati anche nell’area più a sud, più vicino al ciglio roccioso della collina e sono visibili oggi nel giardino di Villa Aurea.

  • Necropoli Giambertoni – sito visitabile

Uscendo dalla Grotta Fragapane proseguendo verso destra si raggiunge l’accesso posteriore di Villa Aurea, mentre procedendo a sinistra si giunge alla necropoli romana nota come Necropoli Giambertoni, costituita da tombe a cassa di pietra calcarea.

Da qui provengono anche sarcofagi scolpiti, come quello famosissimo del bambino, oggi al Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo.

  • Tomba di Terone – sito visibile dall’esterno

La cosiddetta Tomba di Terone, poco distante dal tempio di Ercole, è un edificio funerario a torre, di età tardo ellenistica, in origine con una copertura a cuspide. La tomba non ha nulla a che vedere con il tiranno di Akragas vissuto agli inizi del V secolo a.C., poiché l’attribuzione è un’invenzione dei viaggiatori del Grand Tour. L’edificio funerario apparteneva in realtà alla Necropoli Giambertoni.

  • Tempio di Asclepio – sito visibile dalla collina dei templi o visitabile su prenotazione

Il complesso monumentale, dedicato ad Asclepio (dio greco della Medicina, figlio di Apollo), si trova a circa 900 metri a sud al di fuori della cinta muraria greca della città antica, nella Piana di San Gregorio. Il sito aveva già una funzione sacra nel VI secolo a.C., probabilmente come precedente luogo di culto dedicato ad Apollo medico.

A partire dalla seconda metà del IV secolo a.C. e durante il III secolo a.C., il santuario assume gradualmente il suo aspetto definitivo. L’area è recintata da possente muro e dotata di un accesso monumentale; al centro si trova il tempio di ordine dorico, del quale rimangono in luce i tre gradini del basamento e parte dell’elevato nord-ovest. Intorno al tempio, si trovano i resti di due portici colonnati, di cisterne, di una fontana e di edifici, dove i malati erano accolti, curati e attendevano la guarigione dopo i rituali di purificazione.

  • Tempio di Ercole – sito visitabile
Tempio di Ercole
Tempio di Ercole

Il tempio di Ercole (Eracle per i Greci) è il più antico dei templi dorici di Agrigento ed è costruito intorno alla fine del VI secolo a.C. La sua attribuzione all’eroe è ritenuta attendibile sulla base di un passo di Cicerone che ricorda l’esistenza di un tempio dedicato a Ercole presso l’Agorà, riconosciuta nell’area immediatamente a nord.

L’edificio di ordine dorico ha un basamento di tre gradini, su cui poggiavano sei colonne sui lati brevi e quindici sui lati lunghi.

Ad est del tempio si trovano i resti dell’altare monumentale e, ancora più a est, i resti di un piccolo tempio arcaico, a cui si riferiscono alcune terrecotte architettoniche.

Numerosi restauri sono stati eseguiti tra il 1922 e il 1924 quando, su iniziativa del capitano inglese Alexander Hardcastle, furono rialzate otto colonne del lato sud sino agli ultimi interventi di tipo conservativo effettuati dal Parco Archeologico della Valle dei Templi.

  • Tempio di Giove – sito visitabile
Rovine del Tempio di Giove
Rovine tempio di Giove

Le rovine del tempio di Giove Olimpio (Zeus per i Greci) sono la testimonianza di uno dei più grandi templi dorici dell’antichità classica. Purtroppo l’area, probabilmente già danneggiata in antico da terremoti, fu utilizzata come cava sin dal Medioevo e nel ‘700 per la costruzione del molo di Porto Empedocle.

Secondo lo storico Diodoro Siculo, la costruzione iniziò nel momento immediatamente successivo alla battaglia di Himera, la grande vittoria delle città greche di Sicilia sui Cartaginesi, nel 480 a.C. Sempre, secondo lo storico, la costruzione del tempio non è mai stata ultimata, perché ancora priva di tetto al momento della conquista della città di Akragas da parte dei Cartaginesi nel 406 a.C.

L’edificio di architettura originalissima era collocato su di una gigantesca piattaforma rettangolare, su cui si ergeva un basamento di cinque gradini, per isolare il tempio dall’ambiente circostante. Il tempio era chiuso da un muraglione di recinzione, caratterizzato all’esterno da semicolonne di ordine dorico probabilmente alte 18 metri.

All’esterno figure colossali di Giganti (i Telamoni), alte circa otto metri e colti nell’atto di sorreggere con la forza delle braccia la trabeazione del tempio, erano poste negli spazi tra le semicolonne su mensole alte circa undici metri.

Le fronti erano decorate a est con sculture raffiguranti una lotta tra gli dei e i Giganti (Gigantomachia) e a ovest con la presa di Troia (Iliupersis). I resti del monumentale altare rettangolare sono visibili a breve distanza dalla fronte orientale del tempio.

  • Porta V – sito visitabile

Fin dall’inizio la polis di Akragas fu dotata di una cinta muraria della lunghezza complessiva di circa 12 km.

Lungo le fortificazioni sono state identificate nove porte, che sono state numerate a partire da est dagli archeologi. La porta V doveva essere uno degli ingressi principali della città e conduceva direttamente al grande santuario delle divinità ctonie.

Era difesa da un torrione e da due torri minori. Presso l’accesso è stato individuato un cunicolo sotterraneo che era in collegamento con la Kolymbethra, l’invaso artificiale celebrato dalle fonti come luogo di estrema bellezza.

  • Santuario delle Divinità Ctonie e Tempio dei Dioscuri – sito visitabile

L’area nota come Santuario delle Divinità Ctonie è, in realtà, la parte centrale di una serie di aree sacre adiacenti, dedicate ai culti di carattere sotterraneo (Demetra e Persefone) e poste ai lati della Porta V.

Nella zona più a sud di quest’area, si trova il cosiddetto tempio dei Dioscuri, oggi una delle rovine più rappresentative della Valle dei Templi, frutto della ricostruzione parziale (le quattro colonne sul lato nord-ovest), eseguita dalla Commissione di antichità della Sicilia fra il 1836 e il 1852, utilizzando elementi architettonici di varia epoca e provenienza.

Si tratta della fondazione di un tempio dorico, databile alla seconda metà del V secolo a.C., con sei colonne sui lati brevi e tredici su quelli lunghi, e suddiviso, al suo interno, in un atrio di ingresso, una cella e un vano posteriore. La tradizionale denominazione di tempio dei Dioscuri è solo convenzionale e deriva dal riferimento a un passo del poeta greco Pindaro, che riferisce, a proposito di Akragas, di un culto e di una festività in onore dei Dioscuri.

È molto più probabile che il tempio fosse dedicato a Demetra e Persefone, le divinità titolari dell’intera area sacra.

  • Tempio di Vulcano – sito visitabile attraverso il giardino della Kolymbetra

Il tempio di Vulcano (in greco Efesto) sorge sulla collina a ovest dell’odierno giardino della Kolymbetra. Il suo nome si deve all’interpretazione di un brano di Solino, scrittore latino di geografia, che accenna alle cerimonie religiose che si svolgevano presso un lago agrigentino non lontano dal colle di Vulcano (collis Vulcanius), cosiddetto forse per la presenza di sorgenti di Zolfo.

Del tempio non resta quasi nulla, ad eccezione di piccoli tratti del basamento con quattro gradini e due colonne superstiti. La posizione di queste ultime permette di ricostruire un tempio di ordine dorico, databile al 430 a.C.

  • Ginnasio – sito visitabile

L’unico edificio antico legato ad attività ginniche appartiene ad Agrigentum, cioè alla città del periodo romano.

Risale, infatti, all’età augustea il ginnasio, eretto in un’area pubblica a poche centinaia di metri dal Tempio di Giove Olimpio. Sono stati rinvenuti i resti di un portico, utilizzato per gli esercizi ginnici al coperto, allineato ad un asse stradale nord-sud e coronato da un fregio dorico a metope e triglifi e da copertura a uno spiovente.

Rimangono poi un’esedra ed un altare monumentale per la celebrazione dei riti connessi alla preparazione sportiva degli atleti, mentre all’estremità settentrionale sono stati individuati i resti di una grande vasca. Sono state rinvenute, inoltre, due file di sedili disposti lungo una pista allo scoperto, utilizzata presumibilmente per la corsa. Ben conservati il palmento realizzato nel VII secolo d.C. e le due fornaci per la produzione di ceramica dell’XI secolo d.C.

  • Teatro – sito visibile dall’esterno o su prenotazione

Il rinvenimento del teatro dopo secoli di ricerche costituisce una scoperta epocale e da tempo agognata per la città di Agrigento.

L’edificio è stato individuato nel 2016 poco a sud del Quartiere Ellenistico Romano lungo il versante meridionale del poggio San Nicola che si affaccia su una suggestiva veduta del tempio della Concordia.

Dal punto di vista planimetrico il teatro di Agrigento mostra affinità con i teatri di Solunto e di Segesta, costruiti nel II secolo a.C. Dallo scavo provengono anche frammenti statuette e maschere di terracotta votive, tipici dei contesti teatrali.

  • Ekklesiasterion e Oratorio di Falaride – sito visitabile

L’Ekklesiasterion e il cosiddetto Oratorio di Falaride si trovano sul versante meridionale del Poggio di San Nicola. L’Ekklesiasterion, dove si riuniva l’assemblea dei cittadini (in greco, Ekklesia), fu costruito fra il IV e il III secolo a.C.

In origine l’edificio doveva avere una forma circolare, oggi rimane solo una porzione della cavea a forma di semicerchio con estremità prolungate e diciannove file concentriche di gradini. Sulle strutture dell’ekklesiasterion, nel I secolo a.C., fu costruito il cosiddetto Oratorio di Falaride.

Si tratta in realtà di un tempietto che nel Medioevo fu trasformato in cappella dedicata a Maria Vergine.

  • Bouleuterion – sito visibile dall’esterno o su prenotazione

L’edificio del Bouleuterion, sul poggio di San Nicola, era la sala del consiglio dei rappresentanti del popolo (in greco, Boulè) e fu costruito fra la fine del IV e l’inizio del III secolo a.C.

Si tratta di una struttura rettangolare con colonne sulla fronte che racchiude una cavea semicircolare aperta ad est. Nel corso del III secolo d.C. il Bouleuterion fu trasformato in un edificio (in greco, Odeon), destinato agli esercizi di canto, alle manifestazioni musicali e ai concorsi di poesia e musica, con pavimento a mosaico.

  • Santuario Ellenistico-Romano - sito visibile dall’esterno o su prenotazione

Il Santuario Ellenistico-Romano è un tempietto circondato da un vasto piazzale porticato. Il complesso fu costruito dalla seconda metà del II secolo a.C. alla prima metà del I secolo d.C. (probabilmente a partire dall’età tiberiana).

Nel IV-V secolo d.C. il tempietto fu smantellato e  nella piazza, usata come discarica, si impiantano officine e ricoveri di animali. Più tardi, l’area sarà utilizzata per attività agricole e produttive, legate al vicino monastero.

  • Quartiere Ellenistico Romano - sito visibile dall’esterno o su prenotazione

Il Quartiere Ellenistico Romano, esteso su circa 10.000 mq, è una testimonianza significativa della città antica. Ventisette abitazioni (domus), inserite in tre isolati (insulae), sono delimitate da quattro assi stradali nord–sud, indicati con il nome di cardines. 

Gli ambienti domestici si dispongono attorno ad un cortile ad atrio o peristilio, con colonne a fusto liscio o scanalato. Numerose le cisterne per la raccolta delle acque, mentre, tra le case, stretti passaggi (ambitus) servono come canali di scolo.

Accanto alle domus, anche magazzini, strutture produttive e botteghe. La tecnica costruttiva, in genere, segue la tradizione di età greca con l’uso di blocchi regolari (isodomi), senza leganti, ma restano esempi di laterizio, nel cosiddetto opus spicatum (a spina di pesce), nei pavimenti dei cortili.

  • Tempio di Demetra – sito visibile dall’esterno o su prenotazione
Tempio di demetra
Tempio di Demetra

Sulle pendici della Rupe Atenea, una delle due colline su cui si estende la città di Agrigento, si trova il cosiddetto Tempio di Demetra, databile intorno al 470 a.C.

Oggi i resti del tempio si trovano incorporati all’interno della Chiesa di San Biagio, di epoca normanna (XII secolo). Soltanto le fondazioni dell’atrio d’accesso al tempio sono ancora ben visibili all’esterno dell’abside della chiesa.

Alla luce di nuove ricerche condotte dal Parco Archeologico della Valle dei Templi nel 2000 e della revisione dei materiali provenienti dai precedenti scavi, è stata avanzata l’ipotesi che la divinità venerata nel tempio fosse invece Artemide.

  • Tempio di Atena – sito visitabile posto fuori dall’area archeologica

Sulla collina di Girgenti, una delle due alture su cui si estende la moderna città di Agrigento, fuori dall’area archeologica della Valle dei Templi, sono state rinvenute le strutture superstiti di un tempio dorico della prima metà del V secolo a.C., inglobate nella chiesa di origine normanna di Santa Maria dei Greci.

Il tempio con ogni probabilità aveva sei colonne sui lati brevi e quattordici sui lati lunghi. Secondo una recente ipotesi l’edificio sarebbe identificabile con il tempio di Atena, ricordato dallo storico greco Polibio, e fatto costruire dal tiranno Terone, secondo la testimonianza dello scrittore latino Polieno.

Museo Archeologico Regionale di Agrigento – sito visitabile con il biglietto combinato

Il Museo Archeologico Regionale di Agrigento è intitolato alla memoria di Pietro Griffo, archeologo e Soprintendente ad Agrigento dal 1941 al 1968.

Le collezioni contano più di 5000 reperti esposti in 17 sale secondo un criterio topografico e cronologico. È una tappa irrinunciabile per chi vuole approfondire la storia della Valle dei Templi.

Come visitare la Valle dei Templi: orari e biglietti

La Valle dei Templi è aperta tutti i giorni, dalle 8.30 alle 20. Il biglietto intero ha un costo di 10 euro (ridotto 5 euro per cittadini di età compresa tra i 18 e i 25 anni della comunità europea e tesserati FAI). Esistono inoltre diverse possibilità di biglietti combinati che includono anche altri siti di Agrigento.

Per visitare i luoghi principali della Valle dei Templi servono circa 2 ore, per una visita più approfondita anche 4 ore.

Si può visitare la Valle dei Templi autonomamente o con una visita guidata. Inoltre è possibile scaricare gratis l’app ufficiale del Parco Valle dei Templi di Agrigento, che permette di pianificare e organizzare la visita.

Mappa e cartina

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