
È punteggiata da laghi e torrenti che la rendono una delle zone più ricche d’acqua della Valle d’Aosta, ma la Valtournenche è celebre soprattutto per la leggendaria montagna che la sovrasta, il “re” Cervino.
È lui ad aver attirato, a partire dal XIX secolo, esploratori, nobili e avventurieri provenienti da tutta Europa, trasformandosi nella culla dell’alpinismo. Ma la Valtournenche offre anche escursioni e trekking per gambe meno allenate, borghi da visitare in lentezza e una flora da scoprire attraverso nuove prospettive.
(Foto: © Enrico Romanzi/Regione Autonoma Valle d’Aosta)
Valtournenche: itinerari, borghi e luoghi da non perdere nella valle del Cervino
Ci sono luoghi carichi di un’energia difficile da descrivere, un’intensità che aleggia nell’aria, rintracciabile tanto nel vento quanto negli occhi delle persone. Uno di questi è sicuramente la Valtournenche, in Valle d’Aosta. Sarà perché a dominarla è la Gran Becca – come chiamano qui il Cervino.
Ovunque ci si giri, lui è lì: una piramide perfetta, placida eppure severa e inquietante, dal fascino magnetico. Sulle sue vette si sono avventurati i padri dell’alpinismo europeo: da Jean Antoine Carrel, il primo a spingersi nel 1857 sull’inviolata Testa del Leone, fino a Edward Whymper, che riuscì a raggiungere la vetta del Cervino il 14 luglio 1865 in un’impresa storica, passando per Walter Bonatti e giungendo oggi a Hervé Barmasse, alpinista e divulgatore legato visceralmente al Cervino.
A lui ha dedicato il suo ultimo libro: Cervino – La Montagna Leggendaria (Rizzoli), che traccia la storia dei grandi avventurieri che si sono cimentati nella sua scalata. Un volume sull’alpinismo, sul Cervino, ma soprattutto sull’animo umano e su quell’ambizione bruciante che porta a sfidare la vetta: “Ci sono esseri umani che nelle montagne vedono solo roccia, neve e ghiaccio, e poi ci sono gli altri.
Gli alpinisti. Chi arrampica disegna linee eleganti su pareti verticali, corre su sorgenti di ghiaccio evanescenti, sfida l’aria rarefatta che taglia il respiro, e, a volte, le tempeste. Un alpinista non è un pazzo che sfida la morte, bensì una persona che ama la vita e insegue i propri sogni con amore, passione e dedizione”.
Profondo conoscitore della Valtournenche, abbiamo chiesto a Hervé Barmasse di consigliarci alcuni itinerari in questa valle magica.
(Foto: ©Mathis_Dumas)
Escursioni e trekking nella Valtournenche
Da Crétaz a Belvedere
Difficoltà: Facile
Un itinerario facile, adatto anche alle famiglie, dedicato a chi ama camminare tra i profumi del bosco. Superato il caratteristico villaggio di Crétaz e oltrepassata la suggestiva cascata di Cheneil, il sentiero prosegue fino a un Belvedere da cui ammirare il Cervino in tutta la sua maestosità. “Il tratto di bosco attraversato dal sentiero che porta dalla frazione di Crétaz a Chamois è uno dei miei luoghi del cuore: a 9-10 anni ci andavo da solo per cercare gufi e civette, era il mio primo territorio di esplorazione, per me significava avventura. Il bosco era il luogo più affascinante che potessi incontrare, il gioco migliore”, racconta Hervé Barmasse.
(Foto: © Enrico Romanzi/Regione Autonoma Valle d’Aosta)
La conca di Cheneil
Difficoltà: media
Una delle escursioni più belle e suggestive della Valtournenche. La partenza è al parcheggio sottostante l’abitato di Cheneil, a quota 2000 metri. Da qui si imbocca il sentiero per Cheneil per proseguire verso la Conca e giungere al Santuario di Clavalité (a 2530 mt) attraverso il Colle di Fontana Fredda.
Dal Santuario, eretto nel 1980 e dedicato a san Domenico Savio, si può ammirare una magnifica vista sul Cervino. “La conca di Cheneil è un luogo incredibile, dove per fortuna non arrivano le auto e dove si respira la storia del Cervino, perché fungeva da osservatorio. Si tratta di un’escursione difficile in alcuni punti, mentre in altri c’è un sentiero lastricato creato dalle guide che nel XIX secolo portavano qui nobili e avventurieri a guardare l’alba e il tramonto. Uno dei miei sogni è quello di ripristinare questo osservatorio: da qui si vede tutta la Valle d’Aosta, un panorama straordinario”.
Mont Pancherot
Difficoltà: difficile
Un itinerario dedicato agli escursionisti più esperti, che prevede circa 1000 mt di dislivello. Partendo dal villaggio di Crépin – Da Lyorté si percorre una strada sterrata al servizio di una cava: alcuni tratti prevedono delle scalate.
Una fatica che viene ripagata, arrivati sul Mont Pancherot (a 2600 mt), da un panorama mozzafiato di tutta la Valle del Cervino. “È stata la prima scalata che ho fatto con mio padre, partendo da casa a piedi. Avevo 6-7 anni e mi sembrava una montagna lontanissima, irraggiungibile. Oggi la uso come gita di allenamento”.
Borghi e paesi da non perdere in Valtournenche
- Cervinia
È la località più blasonata della Valle. Diventata celebre grazie ai suoi impianti sciistici – il comprensorio di Breuil-Cervinia Valtournenche Zermatt con i suoi più di 360 chilometri di piste è uno dei più estesi delle Alpi e la funivia costruita nel 1939 fino a Plateau Rosa fu la prima più alta d’Italia – Cervinia ha vissuto, dalla seconda metà del Novecento, un boom edilizio che l’ha trasformata nella meta prediletta dalla borghesia milanese e torinese.
Proprio negli anni del dopoguerra, Carlo Mollino, architetto, designer e personalità poliedrica dell’arte, progettò proprio a Cervinia La Casa del Sole (Via Funivie 9, Breuil-Cervinia): realizzata tra il 1947 e il 1955, era pensata per opporsi al concetto folkloristico del villaggio costituito da châlets per fungere da “Un filtro dove si entra cittadini e si esce sciatori”. Un edificio alto e dominante sul paesaggio, dove oggi è possibile alloggiare. Per gli appassionati di architettura e dell’opera di Mollino, un luogo sicuramente da non perdere insieme al fantasma della Funivia del Fürggen, anch’essa progettata da Mollino.
Ma Cervinia è anche una meta amatissima dai giocatori di golf di tutto il mondo, grazie al suo campo che ha il primato di essere il più alto d’Europa.
(Foto: © Enrico Romanzi/Regione Autonoma Valle d’Aosta)
- Chamois
Un borgo che è un modello di sostenibilità: qui infatti non circolano auto. A Chamois si arriva soltanto a piedi, partendo da La Magdeleine oppure via funivia partendo dalla stazione di Buisson. Arrivati fin qui vale la pena percorrere il Sentiero dell’Energia, che attraverso installazioni, pannelli e piccoli giochi celebra e racconta l’importanza delle energie rinnovabili.
Da qui si può anche raggiungere il Lago di Lod, un piccolo lago di origine glaciale inserito nel Cammino Balteo, un lungo percorso ad anello che percorre la Valle d’Aosta in 23 tappe.
- Valtournenche
(Foto: © Enrico Romanzi/Regione Autonoma Valle d’Aosta)
Il comune che dà il nome all’intera Valle: rispetto alla più glamour Cervinia, qui è possibile respirare l’atmosfera più vera della Valle del Cervino. Nel mese di luglio, Valtournenche è il quartier generale della Settimana del Cervino, l’evento che ufficialmente inaugura la stagione estiva con un ricco palinsesto di incontri con scrittori e sportivi, concerti ed escursioni dedicate agli amanti della montagna, dell’alpinismo, del trekking e degli sport outdoor. Ad agosto il paese (insieme a Breuil-Cervinia) ospita anche il Cervino Cinemountain (quest’anno dal 6 al 13 agosto), con un programma e una selezione cinematografica che mettono al centro le Terre alte del mondo come punto di osservazione privilegiato sui grandi temi dell’attualità, a partire dal cambiamento climatico.
- La Magdeleine
Il più piccolo borgo della Valtournenche, abitato da circa 100 abitanti. Circondata da foreste e situata a circa 1650 metri di altitudine, La Magdeleine un tempo era dedita alla coltura dei cereali, tanto che lungo il corso d’acqua che discende dal Monte Tantané è ancora possibile ammirare otto mulini disposti uno di seguito all’altro. Da qui partono le escursioni (piuttosto impegnative) verso il Mont Tantané e il Monte Zerbion. Negli alpeggi a nord dei boschi che sovrastano il borgo viene prodotta la Fontina Valdostana.
- Torgnon
Situata a 1489 mt, eppure esposta a sud e riparata dai venti settentrionali, Torgnon è una delle località più amate della Valle. Qui in estate e in autunno vengono ospitati numerosi eventi enogastronomici, e qui sorge il museo etnografico Petit-Monde, dove immergersi nella storia del paese e delle sue frazioni.
Laghi
Il Lago Blu (1980 mt)
Uno specchio d’acqua incantato, raggiungibile sia in auto che attraverso il facile sentiero che parte da Breuil-Cervinia. Una tappa amatissima da chi vuole scattare qualche foto delle acque limpide e blu intenso di questo lago, su cui si specchiano le cime circostanti.
Lago Goillet (2516 mt)
Si tratta di un lago artificiale situato sopra Breuil-Cervinia. La sua particolarità è quella di riflettere il monte Cervino.
Si può raggiungere partendo dal parcheggio delle funivie di Cervinia, imboccando uno sterrato a destra di un ponte oppure tramite un sentiero segnato.
(Foto: © Enrico Romanzi/Regione Autonoma Valle d’Aosta)
Laghi Cime Bianche (2812 m)
Giunti al Lago di Goillet, è possibile proseguire lo sterrato per i Laghi Cime Bianche. L’itinerario, anche nel periodo estivo, è fiancheggiato da zone innevate, consentendo di scorgere il Lago Goillet dall’alto, per giungere poi ai Laghi Cime Bianche, dove si staglia, sullo sfondo, il Plateau Rosa.
Altre esperienze in Valtournenche
Il laboratorio dello scultore Giangiuseppe Barmasse a Fontanaz
È una tappa da non mancare, quella presso l’atelier di Giangiuseppe Barmasse. E non solo per le sculture in legno che Barmasse modella da più di quarant’anni nella sua baita silenziosa eppure allegra, dove gli attrezzi di lavoro si confondono con statuette, figure di animali, bottiglie di Genepy, quadretti e attrezzi rurali.
Qui si viene soprattutto per farsi raccontare com’è il mestiere dello scultore in una piccola frazione alle pendici del Cervino. Un mestiere meditativo, accompagnato per gran parte dell’anno solo dalla neve e dall’odore della legna che brucia nella stufa. Un luogo dove annusare, toccare e ascoltare la vera anima di questi luoghi.
Tra i boschi a fare foraging
È uno dei tanti inglesismi che hanno sostituito parole e pratiche antiche: il foraging, infatti, altro non è che raccogliere piante ed erbe selvatiche a scopi alimentari. Un’arte antichissima, tramandata di generazione in generazione per secoli, che negli ultimi decenni è andata dissolvendosi.
A riportarla in auge sono esperti, biologi e nutrizionisti che oggi propongono corsi e itinerari per il riconoscimento di erbe e frutti selvatici, di cui la Valtournenche è ricchissima. Tra loro c’è Valeria Margherita Mosca, che proprio qui ha organizzato, durante la Settimana del Cervino, un’escursione alla scoperta di radici, fiori e frutti selvatici edibili.
Mappa e cartina
Autore: Valentina Lonati
Foto Thumb: © Ken Welsh/UCG/Universal Images Group via Getty Images
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