Val d'Orcia in Autunno
La Val d’Orcia è un’ampia vallata della Toscana che coinvolge gran parte della provincia di Siena. È attraversata dal fiume Orcia, da cui prende il nome, ed è oggi un Parco Naturale e Culturale protetto, inserito dal 2004 nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Costellata da deliziosi borghi, antichi castelli e abbazie, la Val D’Orcia ha però come protagonista indiscussa la natura in tutta la sua trepidante bellezza.
Le meraviglie paesaggistiche sfoggiano colori e odori diversi a seconda delle stagioni. Tra tutte l’autunno è senza dubbio quella più affascinante.
Il foliage in Val d’Orcia
È infatti questo il periodo in cui la natura dà il meglio di sé con il fenomeno del foliage, con le piante e le vigne che si vestono di colori che sembrano uscire dalle esperte mani di pittori.
Si va dal giallo al marrone, dall’arancione al rosso, cambiando veste agli affascinanti paesaggi che sono tra i più belli e più fotografati al mondo. L’intero paesaggio della nota Val D’Orcia acquista in questo periodo un’aria magica e incantata che richiama turisti amanti della natura da tutto il mondo. Passeggiare tra i filari della vigna di Sangiovese in autunno è un vero spettacolo.
VEDI ANCHEToscanaCosa fare e vedere in autunno in ToscanaDopo la vendemmia, le foglie delle viti si tingono di giallo-oro coprendo con un manto di broccato le colline toscane che acquistano particolare fascino con la luce del tramonto. Questo spettacolo è però di breve durata, una manciata di giorni tra fine ottobre e novembre, poi le foglie cadono lasciando nudi i vigneti. Anche i faggi del bosco della Riserva Naturale di Pietraporciana si tingono di giallo, arancio, rosso e porpora creando seducenti e scenografici paesaggi.
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I vini della Val d’Orcia
La produzione dei vini in Val d’Orcia si estende su un territorio molto vario dando vita ad una vasta selezione di vini, per la maggior parte rossi.
Montalcino deve la sua notorietà proprio alla coltura delle vigne di cui vanta una millenaria tradizione. Il famoso Brunello nacque verso la metà del 1800 e fu degustato da papi, Re e Regine e citato da scrittori e poeti quali il Foscolo e il Carducci.
- Brunello di Montalcino
Il Brunello è prodotto solo nella zona di Montalcino dal vitigno Sangiovese che trova in questo luogo il clima ideale.
È un vino a lungo invecchiamento, viene infatti conservato in botti di rovere e in bottiglie per almeno quattro anni. Nato come prodotto di nicchia il “rosso” più famoso d’Italia vanta oggi una più vasta produzione e fama internazionale.
- Moscadello di Montalcino
Accanto al Brunello, troviamo sempre a Montalcino il “Moscadello di Montalcino” che vanta origini ancora più remote, tanto da esser citato da Plinio il Vecchio nella sua opera “Naturali historia”.
Si tratta di un bianco profumato, un tempo molto noto e amato e decantato come da grandi poeti. È oggi prodotto in piccole quantità a causa di alcune malattie del vitigno in cui è nato che alla fine dell’800 lo fecero quasi scomparire.
- Rosso di Montalcino
Il più giovane tra i vini di Montalcino è il “Rosso di Montalcino DOC”, nato negli anni 60 e prodotto sempre dal Sangiovese.
Pur avendo quasi la stessa denominazione del più famoso Brunello, e pur essendo prodotto dallo stesso vitigno, si differenzia da è immesso sul mercato senza il lungo invecchiamento. È un vino fresco, profumato e gustoso facilmente abbinabile.
- Vino Nobile di Montepulciano
Altra eccellenza toscana in fatto di vini è il Vino Nobile di Montepulciano. Le prime notizia su questo vino le troviamo negli scritti di Livio che racconta dell’arrivo dei Galli in Etruria proprio perché attratti dalla produzione di questo vino.
Prodotto esclusivamente sul territorio di Montepulciano su una ben delimitata zona che ne garantisce l’unicità, da vitigno Sangiovese, il Nobile è il primo vino che nel 1980 ha ricevuto la denominazione DOCG che in Italia rappresenta la massima classificazione.
È un rosso asciutto dal profumo intenso invecchiato almeno un anno. Secondo alcuni, il Nobile deve il suo nome al fatto che fu sempre considerato vino dei signori, secondo altri agli originari produttori che erano nobili del tempo.
- Doc Orcia
L’ultimo nato dei vini valdorciani è il Doc Orcia, nato nel 2000 e nei territori dei comuni di Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Giovanni d’Asso San Quirico d’Orcia e Trequanda e parte dei comuni di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena.
Del Doc d’Orcia il rosso nasce dai vitigni Sangiovese (almeno al 60%) e altri vitigni a bacca rossa, il bianco invece dal Trebbiano toscano e la malvasia bianca lunga. Il rosso è un vino fruttato e asciutto al palato. Il bianco è fine e delicato dal sapore fruttato.
Cosa vedere attorno ai vigneti della Val D’Orcia
Con i suoi 153 ettari di vigneti, la Val D’Orcia non è solo terra di produzione di buon vino ma offre ai turisti varie opportunità, dal trekking agli itinerari enogastronomici tali da rendere indimenticabili i giorni che si trascorrono in questi luoghi.
I vigneti, infatti, in Val d’Orcia, ormai non sono solo fonte di vini pregiati ma è sempre più usuale diventino luoghi di attrazione turistica dove praticare sport come il trekking, fermarsi tra i filari per una gustosa cena o osservare la natura davanti ad un frizzante aperitivo.
Nel Parco Naturale vi sono ben 35 itinerari, ben tracciati e completi di segnaletica, adatti a tutti, anche ai meno esperti di trekking, che possono percorrersi in bicicletta o a piedi.
Gli itinerari si snodano tra filari di pregiati vitigni e dolci colline da cui godere di spettacolari panorami, e conducono il visitatore fino ai meravigliosi borghi di Montalcino, San Quirico d’Orcia, Castiglione d’Orcia, Bagno Vignoni, ricchi di storia, arte e deliziosa gastronomia.
I piatti tipici della Val d'Orcia
Val d’Orcia non è solo paesaggi, escursioni e vino: questa meravigliosa terra è altresì ricca di prodotti tipici e piatti succulenti.
Famosissimo il pecorino di Pienza, un formaggio dal sapore unico ed inimitabile, prodotto solo con latte di pecora allevate nelle colline circostanti dal terreno argilloso.
Ma anche il prosciutto di Cinta Senese dal gusto inconfondibile, dovuto al fatto che i maiali crescono quasi allo stato brado.
Da assaggiare ci sono anche la famosa zuppa di fagioli: un piatto della tradizione povera, che si accompagna con l’ottimo vino di Montalcino.
Ed ancora i “Pici” (un tipo di pasta fatta con acqua farina e olio, piatto povero della tradizione senese) con il ragù di chianina o con sugo d’oca e briciole di pane toscano soffritto in padella con olio extravergine. Per finire, da non dimenticare, il celebre panforte celebrato nelle sue lettere da Ugo Foscolo che ne decantava la bontà.