
Tre giorni non sono abbastanza per dedicarsi a tutte le attività proposte ma si può sempre fare una selezione. Oppure decidere di rimanere un po’ di più, il che sarebbe davvero non male.
Da Pianosa a Capraia passando per l’isola d’Elba ecco come vivere al meglio l’Arcipelago Toscano nel periodo di Pasqua.
Social Trekking a Capraia
Il modo migliore per esplorare la remota isola di Capraia e le sue cale rocciose è a piedi. Zaino in spalla. Walden viaggi a piedi organizza Trekking Sociale sull’Isola di Capraia in occasione del Ponte di Pasqua. Per info waldenviaggiapiedi.it.
(© Shutterstock)
LEGGI ANCHE: DOVE ANDARE A PASQUA 2023
A Pianosa in Mountain Bike
Pianosa, forse per la presenza del vecchio carcere o per la posizione, si mantiene un paradiso naturale intatto. Alla cooperativa San Giacomo è possibile affittare la mountain bike e esplorare l’isola, volendo anche in compagnia della guida. Dalla punta del Marchese, la più a nord, dove si trova il Sanatorio in stato d’abbandono al Porto Romano.
Dove fare Whale watching
Nel tratto di mare tra Capraia e la Corsica vive stabilmente una popolazione di tursiopi, una delle specie di delfini più comuni nel Mediterraneo. Praticare il Whale Whatching in questa zona è spettacolare. Con buone probabilità e buone condizioni climatiche sarà possibile avvistare anche balenottere, stenelle, ucelli marini, tonni, e i pesci luna.
Diving all’Isola d’Elba
Il fondale che circonda l’Arcipelago Toscano è uno dei più intatti e ricchi del Mediterraneo. Nella baia di Sant’Andrea c’è l’ampia prateria di posidonia. Tutta la costa rocciosa da Cotoncello fino a Marciana Marina offre splendidi anfratti e fondali pescosi. Anche la parte sud dell’Isola non è da meno con Punta Fetovaia e le sue gorgonie rosse, le grotte della secca di Capo Fonza e il faraglione della Corbella.
Dove mangiare
La permanenza sulle isole dell’Arcipelago Toscano non può non essere accompagnata da cene di pesce e frutti di mare a volontà. Sull’isola di Capraia consigliamo il Ristorante al Vecchio Scorfano.
Nato negli anni ’50 tra le banchine del porto serviva solo la tipica zuppa di pesce. Oggi è ancora di proprietà della stessa famiglia, ma serve una cucina raffinata memore della tradizione e dell’importanza della qualità delle materie prime. Chiuso il giovedì e aperto da aprile a novembre.