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Il Sentiero Italia CAI, uno dei trekking più lunghi del mondo si trova in Italia

Tre Cime Lavaredo

Unire l’Italia in un grande abbraccio. Questo è l’ambizioso obiettivo di Sentiero Italia CAI, un percorso di media quota che si sviluppa per oltre 7000 chilometri lungo tutte le catene montuose del nostro Paese, unendo tutte le regioni d’Italiaisole comprese, in un unico grande sentiero. Tra antichi tracciati, grandi vie sentieristiche e percorsi sconosciuti al turismo di massa, si cammina alla scoperta della grande bellezza italiana. 

Un documentario diretto da Luca Bergamaschi e promosso dal Club Alpino Italiano racconterà le centinaia di tappe attraverso gli occhi di chi le percorre. Nel frattempo esploriamo il Sentiero Italia CAI qui con voi. 

“Sarà un percorso escursionistico, un trekking da percorrere zaino in spalla, che non toccherà le cime delle montagne, ma il cuore e l’anima della nostra Italia” – Presidente generale del CAI, Vincenzo Torti.

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Sentiero Italia CAI

Rivedere, recuperare e rilanciare il tracciato escursionistico del Sentiero Italia per collegare, attraverso i suoi oltre 7000 km, tutte le regioni italiane, con il fascino, la bellezza e le tradizioni dei loro territori interni. Questo è il progetto che il Club Alpino Italiano sta portando avanti per rilanciare il nuovo Sentiero Italia.

Il Sentiero Italia è nato nel 1983 dall’idea di un gruppo di escursionisti e di giornalisti che decisero di dare vita a un sentiero montano che attraversasse l’Italia. Nel 1990 il CAI aderì all’iniziativa e grazie all’indispensabile contributo delle sue Sezioni, individuò nel dettaglio il percorso, i posti tappa e la segnaletica. Nel 1995 il sentiero venne inaugurato con la grande manifestazione “Camminaitalia 95”, poi ripetuta nel 1999 con l’Associazione Nazionale Alpini. 

Oggi il concatenamento di percorsi che formano il Sentiero Italia CAI è quasi completamente segnalato con i colori bianco e rosso e la dicitura S.I..

Il CAI, inoltre, con l’aiuto dei suoi Gruppi regionali, intende iniziare un lavoro di riqualificazione del sentiero e dei posti tappa, per ridare al percorso la possibilità di essere usufruito nella sua interezza. Dopodiché saranno realizzati gli interventi di ripristino del percorso e della segnaletica anche in chiave europea. 

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Tappe e percorso

Il Sentiero Italia è uno dei percorsi escursionistici di montagna più lunghi del mondo: oltre 7200 chilometri. Il percorso si sviluppa lungo l’intera dorsale appenninica, isole comprese, e sul versante meridionale delle Alpi. 

Si tratta di circa 480 tappe che uniscono le Alpi agli Appennini, utilizzando per lo più alcune grandi vie sentieristiche preesistenti: la Grande Traversata delle Alpi in Piemonte, lunga circa 1000 km; l’Alta Via dei Monti Liguri in Liguria (44 tappe per oltre 400 km); le 28 tappe della Grande Escursione Appenninica in Toscana e in Emilia Romagna (425 chilometri); e il Sentiero del Brigante in Calabria, con le sue nove tappe (120 km di lunghezza).

Seguendo la segnaletica colorata di rosso-bianco-rosso scoprirete questa incredibile rete di sentieri attraverso tutta l’Italia. 

Iniziando ad esplorare il Sentiero Italia CAI dalle isole, il percorso attraversa la Sardegna in senso longitudinale nel settore orientale dell’isola e ne tocca i sistemi montuosi più rilevanti. In 27 tappe, il tracciato collega Santa Teresa Gallura con Castiadas, nel Sarrabus, tocca il massiccio del Monte Limbara, il Supramonte, i Monti del Gennargentu, la zona dei tacchi dell’Ogliastra, attraversa il massiccio calcareo del Monte Arb, l’abitato di Burcei e San Gregorio, per continuare nel massiccio dei Sette Fratelli.

In Sicilia sono 29 le tappe, oltre 500 km di cammino, per un totale di più di 13.800 m di dislivello. Da Trapani a Messina, il Sentiero Italia CAI si snoda lungo la dorsale dell’Appennino Siculo, lungo la direttrice che collega i Monti Peloritani, i Monti Nebrodi, le Madonie, i Monti del Palermitano e quelli del Trapanese. 

Risalendo per la Calabria, il sentiero conta 31 tappe, da Reggio Calabria a Morano Calabro.

Una lunga camminata che attraversa l’Aspromonte, con un’incredibile vista sul mare e l’Etna sullo sfondo, la Sila, il Pollino e tutti i grandi parchi, tra cime montuose e crinali panoramici, stupende faggete e una ricca vegetazione. Il percorso tocca paesini arroccati e santuari, oltre a luoghi storici di notevole interesse, da Guardia Piemontese, antico presidio valdese in terra di Calabria, a Ferdinandea, il centro siderurgico dei Borbone.

Si arriva quindi in Basilicata, dove sono solo otto le tappe del SICAI, ma vale senz’altro la pena di percorrerle. Si cammina dal Santuario della Madonna del Pollino, con il panorama delle cime più belle del massiccio e con la presenza dei caratteristici pini loricati, all’antico abitato di Latronico, famoso per la lavorazione artigianale della pietra grigia; da Castelsaraceno al Santuario della Madonna del Sirino, al borgo di Lagonegro che, secondo la leggenda, ospita nella chiesa di San Nicola le spoglie di Lisa Ghirardini, la Monna Lisa di Leonardo da Vinci.

Risalendo per la Campania, troverete 22 tappe, dal Passo del Fortino, al confine con la Basilicata, al Matese, a cui se ne aggiungono altre 9 se si percorre l’Alta Via dei Monti Lattari fino all’estremità della Penisola Sorrentina. Il SICAI campano attraversa il Parco del Cilento e Vallo di Diano, il massiccio degli Alburni, ricalca l’Alta Via dei Monti Picentini, percorre lo spartiacque dei Monti del Partenio, affacciato da un lato sul Golfo di Napoli e dall’altro sulle terre comprese tra le province di Avellino e di Benevento. Da ultimo, il tracciato si insinua nelle terre sannitiche e attraversa la Valle Caudina, teatro della celebre battaglia del 321 a.C. tra Sanniti e Romani.

Il tratto della Puglia del Sentiero Italia CAI si sviluppa nella prima parte lungo l’altopiano delle Murge, poi tocca Castel del Monte e la celebre fortezza medievale di Federico II, patrimonio dell’Unesco.

Poi, da Spinazzola entra in Basilicata e ne attraversa il lembo più settentrionale con tre tappe. Infine il tracciato torna in Puglia e continua lungo il Subappennino Dauno. 

Continuando a salire verso nord, in Molise corrono due opposti tracciati del sentiero che si riuniscono poi a Campitello Matese. A est, con la tappa che da San Marco La Catola (Fg) giunge a Tufara, la regione accoglie il sentiero in arrivo dal Subappennino Dauno, in Puglia; da sud giunge invece il percorso campano, che entra in Molise proveniente da Piedimonte Matese, in provincia di Caserta. Il SICAI prosegue, quindi, verso nord toccando Roccamandolfi, Isernia, Pescolanciano, Carovilli e San Pietro Avellana da dove, entrato in Abruzzo, giunge a Rovisondoli.

In Abruzzo, dove l’Appennino tocca la sua massima altitudine, il SICAI si sviluppa attraverso 17 tappe, da Pescasseroli a San Martino, ai margini meridionali della provincia di Ascoli Piceno. Il percorso si snoda nel Parco nazionale d’Abruzzo, la seconda area protetta più antica d’Italia e nel Parco della Majella, e quindi attraversa il massiccio del Gran Sasso, da Santo Stefano di Sessanio a Pietracamela. Da ultimo, il sentiero lambisce il Lago di Campotosto e poi si addentra nello splendido ambiente naturale dei Monti della Laga.

Una volta nel Lazio, sono 20 le tappe, da Alvito in provincia di Frosinone ad Accumoli. Il SICAI laziale si snoda attraverso i Monti Ernici, i Simbruini, i Monti Carseolani e i Monti del Cicolano. Raggiunge quindi, nel tratto compreso tra Antrodoco e la storica cittadina di Leonessa, il Terminillo, la montagna più nota della regione. Continuando, il tracciato si inoltra nei luoghi del cratere sismico e tocca Cittareale, Torrita, Amatrice (dove è stata di recente inaugurata la Casa della Montagna voluta dal CAI nel ricordo del sisma del 2016) e Accumoli.

Per ben 18 tappe poi, l’Umbria condivide con le Marche il tracciato del SICAI che percorre il crinale dell’Appennino umbro-marchigiano da San Martino, in provincia di Ascoli Piceno, a Bocca Trabaria, tra la Valle del Metauro e la Valtiberina.

Buona parte del tracciato transita nei luoghi devastati dai recenti eventi sismici che hanno gravemente danneggiato il patrimonio edilizio degli abitati. Nella parte meridionale, invece, il SICAI umbro-marchigiano tocca il Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Sull’Appennino tosco-emiliano, il SICAI si sviluppa per 26 tappe lungo la linea di crinale, ricalcando sostanzialmente il tracciato della GEA (Grande Escursione Appenninico), inaugurato nel lontano 1984 e sottoposto di recente a un’adeguata manutenzione. Da Bocca Trabaria al Passo dei Due Santi, la Toscana condivide il lungo percorso escursionistico con l’Emilia-Romagna, permettendo al visitatore di conoscere la cultura e l’ospitalità di entrambi i versanti della dorsale appenninica.

In Liguria il sentiero consta di 22 tappe appenniniche e di 12 tappe alpine. Il SICAI segue sostanzialmente il preesistente tracciato dell’Alta Via dei Monti Liguri, attraversando numerose tappe panoramiche, graziosi borghi sconosciuti al turismo di massa e pendii terrazzati sui fianchi delle montagne. 

Giunto in Valle d’Aosta il tracciato del SICAI prende la forma di un grande anello escursionistico che ricalca il percorso delle due principali Alte Vie della regione autonoma. Dal Colle del Nivolet, dove transita il tratto piemontese del SICAI, l’itinerario prosegue sulle Alpi Graie lungo il versante destro orografico della Vallée fino ai piedi del Monte Bianco, dove si innesta sul tracciato dell’Alta Via n. 1 che conduce a Gressoney-Sain-Jean, da dove ci si può collegare con il percorso piemontese valicando il Colle di Valdobbia e scendendo lungo la Val Vogna.

Continuando in Piemonte, il SICAI si fa davvero grandioso sulle Alpi Occidentali. Il percorso si sviluppa in ambienti sempre diversi e panoramici per ben 66 tappe. Qui il sentiero comincia in terra brigasca, quindi percorre le Alpi Liguri, le Marittime e le Cozie, rimanendo a lungo nel mondo di lingua e cultura occitana.

Poi punta verso le Alpi Graie, si sposta sulle Alpi Biellesi ed entra nelle terre dei Walser, dirigendosi verso il Monte Rosa. In Valle Anzasca, il tracciato si immette sull’Alta Via delle Alpi Ossolane e affronta le Alpi Pennine orientali e le Lepontine occidentali. Il tratto piemontese termina quindi a Cannobio, sul Lago Maggiore.

In Lombardia il SICAI si articola in due diversi rami: il primo, quello settentrionale, si sviluppa lungo le Alpi Retiche, l’altro, quello meridionale, percorre le Orobie. Il tratto più occidentale, da Monteviasco a Como, è però unico. La biforcazione dei due rami, assai diversi l’uno dall’altro per paesaggi, ambienti e morfologia del territorio, è situata nei pressi di Como. Il tratto alpino tocca gruppi montuosi di rilievo e si affaccia sui maggiori ghiacciai delle Retiche; il percorso orobico si svolge invece in ambienti meno frequentati ma comunque interessanti. All’estremità nordorientale della regione, i due rami del SICAI si riuniscono presso il rifugio Angelino Bozzi al Montozzo, nel gruppo dell’Ortles-Cevedale.

Si arriva poi in Trentino Alto Adige. 16 sono le tappe trentine, dal rifugio Angelino Bozzi al Montozzo al rifugio Ettore Castiglioni Marmolada. Una volta entrato in provincia di Trento, il percorso punta verso Pejo, la Valle di Rabbi, la Val di Brésimo, Rumo, Fondo, il Passo della Mendola e Salorno. Poi prosegue sul versante opposto della Valle dell’Adige, transita nell’alta Val di Cembra e in Valle di Fiemme. Quindi si immette nel Gruppo del Lagorai, si inoltra nelle Pale di San Martino, e aggira in senso orario il massiccio della Marmolada. Dal tratto trentino, al termine della tappa Molina di Fiemme – rifugio Potzmauer, si stacca il SICAI altoatesino/sudtirolese che si snoda per 13 tappe e termina ad Arabba, in provincia di Belluno, dove si trova il primo punto di accoglienza del percorso veneto.

Il tracciato attraversa i luoghi più belli delle Dolomiti, dalla Roda di Vaèl al Gruppo del Latemar, per continuare con le Torri del Vajolet, la Croda di Re Laurino, il Catinaccio, l’altopiano dello Sciliar, i Denti di Terrarossa, il Sassolungo, il gruppo Odle-Puez e il gruppo di Sella.

Sono solo nove le tappe del SICAI nel Veneto, ma tutte belle. Il tracciato escursionistico prende avvio dal rifugio Ettore Castiglioni Marmolada al Lago Fedaia, situato ancora in provincia di Trento; poi, varcato il confine con il Veneto, giunge ad Arabba. Tra panorami spettacolari, il percorso transita al cospetto di alcuni dei gruppi montuosi più belli e famosi delle Dolomiti. Passa nei pressi di Cortina d’Ampezzo, davanti alle Dolomiti di Sesto, della Croda Rossa e delle vertiginose pareti delle Tre Cime di Lavaredo. Tocca quindi il Passo di Monte Croce Comelico, nell’alto Cadore, e va a collegarsi al tratto friulano.

Giunti infine nell’estremo nord-est dello stivale, il SICAI in Friuli Venezia Giulia prende avvio dal rifugio Pier Fortunato Calvi poi segue verso est la dorsale carnica lambendo il confine con l’Austria. Si insinua quindi tra le Alpi Giulie e ne tocca alcuni dei gruppi montuosi più noti. Scendendo verso sud, il sentiero punta verso le Valli del Natisone e i luoghi della battaglia di Caporetto, il Collio e l’Isonzo. Spostandosi verso la Venezia Giulia il tracciato percorre l’altopiano calcareo del Carso per poi scendere verso il Golfo di Trieste e terminare nei pressi di Muggia, a ridosso del confine italo-sloveno.

Punti di accoglienza 

Lungo il Sentiero Italia CAI una rete di strutture fornirà agli escursionisti vitto e alloggio, oltre a dare tutte le informazioni necessarie sul percorso. All’inizio e alla fine di ogni tappa quindi troverete adeguati punti d’accoglienza.

Mappa 

Sul sito ufficiale del Sentiero Italia trovate la mappa interattiva con tutte le tappe del sentiero e il dettaglio del percorso. 

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