Storia e archeologia, tradizioni e arte manifatturiera, mare incantevole e montagne selvagge contraddistinguono la Sardegna orientale. La costa si estende per chilometri, alternando litorali bassi e dorati a maestose falesie a picco su un mare turchese.
Antichi borghi, suggestivi castelli e stagni abitati da fenicotteri completano il viaggio nella Sardegna dell’est. Cosa vedere? Ecco il meglio della Sardegna orientale.
Cosa vedere nella Sardegna orientale
- Orosei
- Tortolì
- Santa Maria Navarrese, Baunei
- Dorgali, Cala Gonone
- Costa Rei
Orosei
Lungo la costa centro-orientale della Sardegna si trova Orosei, una incantevole località turistica della Baronia. È una cittadina adagiata nella valle del Cedrino, a due chilometri e mezzo dal mare, il cui primo insediamento, romano, risale al II secolo d.C. Il centro storico di Orosei conta ben 17 chiese, tra cui la parrocchiale barocca di San Giacomo, che si festeggia il 25 luglio, la chiesa delle Anime, con un pulpito ligneo del XVIII secolo, e la chiesa di Sant’Antonio, con affreschi del 1400. Meritano una visita la Prejone vetza (la vecchia prigione spagnola) e il museo Don Nanni Guiso, che custodisce teatrini in miniatura di tutta Europa, situato nel Palatzos Vetzos, dove si trova anche un ritratto di Alberto Moravia, opera di Pier Paolo Pasolini.
A pochi passi dal centro si trovano poi testimonianze preistoriche come il nuraghe Rampinu e il villaggio di sa Linnarta. Il golfo su cui Orosei si affaccia e il massiccio del Gennargentu costituiscono il Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu. La costa di Orosei poi, lunga venti chilometri, alterna sabbia bianca a strapiombi rocciosi. Sono tante le belle spiagge bagnate da un mare cristallino color smeraldo. Sos Alinos è invece uno stagno abitato da bellissimi uccelli dove fare birdwatching.
Tortolì
Tortolì è la porta dell’Ogliastra, una terra variegata e sorprendente. La cittadina abitata da undicimila residenti accoglie decine di migliaia di turisti d’estate, attratti da spiagge tropicali, boschi, macchia mediterranea, fertili pianure, stagni e dolci colline.
La particolarità però è la striscia di porfido rosso che corre parallela alla costa. Le Rocce Rosse sono il monumento naturale da non perdere nella frazione di Arbatax, che affiorano da acque verdi smeraldo.
Qui si tiene, inoltre, il festival musicale Rocce Rosse Blues. Accanto si trova il porto, da cui partono le escursioni in barca alle splendide cale ogliastrine. La costa di Tortolì, spesso premiata con Bandiere Blu, riserva incantevoli spiagge e calette come Cala Moresca o Cala Ginepro.
Chi invece ama rifugiarsi nella natura può esplorare il parco urbano La Sughereta e il parco Batteria, in cime a una collina, con vista su tutto il golfo. L’Ogliastra inoltre conserva oltre 200 monumenti dell’età nuragica, tra cui il prestigioso sito di s’Ortali ‘e su Monti che comprende un nuraghe complesso, una tomba di Giganti, due menhir, una domu de Janas, un muro e resti di un altro nuraghe. Ma l’intera zona conserva le testimonianze dei popoli passati in zona. Tracce puniche si trovano nello stagno di Tortolì, mentre vestigia del dominio romano sono i relitti di navi nei fondali del golfo. Di epoca spagnola sono le torri di controllo, tra cui la torre di san Miguel. Nel centro di Tortolì, infine, si può visitare il museo d’arte moderna su Logu de s’Iscultura e l’ex cattedrale di sant’Andrea, realizzata a fine XVIII secolo in stile classicheggiante su una chiesa più antica, di cui restano due cappelle, in una delle quali fu trovato il simulacro di Santa Elisabetta d’Ungheria.
Santa Maria Navarrese, Baunei
Santa Maria Navarrese, frazione del comune di Baunei, sorge sulla costa centro-orientale della Sardegna. Nel centro spicca la chiesa di Santa Maria di Navarra, dell’undicesimo secolo, e la torre spagnola, edificata nel diciassettesimo secolo per sorvegliare le coste. La leggenda attribuisce il nome dell’antica chiesetta alla principessa di Navarra che ne ordinò la costruzione in onore alla Vergine Maria.
Ai piedi della torre, una terrazza all’ombra dei pini offre un bel panorama sul golfo e sul porto.
Lungo la costa si trovano splendide spiagge immerse nella macchia mediterranea, come Cala Sisine, perla del Golfo di Orosei, ma anche Cala Mariolu, Cala Follò, Cala Goloritzè e Cala Luna, considerata fra le spiagge più belle del Mediterraneo. Infine, bastioni calcarei a strapiombo sul mare, boschi di lecci, pini e ginepri, specchi d’acqua turchese contribuiscono alla bellezza selvaggia del territorio di Baunei.
Dorgali, Cala Gonone
Dorgali è un’altra meta imperdibile della costa orientale della Sardegna. Su un patrimonio naturalistico di ben 225 chilometri quadrati si estende uno dei comuni più belli della Sardegna. Il borgo, celebre per le bellezze archeologiche, artigianali e naturalistiche, si trova in un territorio in cui mare incantevole e montagne selvagge del Supramonte si incontrano. Lungo le vie del centro storico si passeggia fra case di pietra vulcanica, botteghe e chiese, tra cui quelle di San Lussurio, della Madonna d’Itria e la parrocchiale di Santa Caterina. Il museo archeologico custodisce i reperti di età nuragica e di epoca punica e romana.
Natura, tradizioni e cultura si incontrano invece nel parco-museo s'Abba frisca. Nei dintorni del borgo si trova la valle di Lanaittu, che si raggiunge attraversando il mitico villaggio di Tiscali. Appena usciti dal paese, poi, vedrete una porta tra montagna e mare da cui ammirare il golfo di Orosei. Affascinanti calette si nascondono lungo la costa, come Cala Gonone, Cala Cartoe, Ziu Martine e Cala Osalla. Via mare o con una camminata impegnativa si può giungere poi a Cala Luna, al confine con Baunei, una delle spiagge più belle del Mediterraneo. Inoltrandovi, arriverete alla Codula di Luna, una gola incastonata tra ripide pareti calcaree dominate da ginepri millenari. Da Cala Gonone si possono raggiungere poi le famose Grotte del Bue Marino, dove a luglio si tiene un suggestivo festival di musica jazz.
Costa Rei
Lungo la costa sud-orientale della Sardegna si trova la Costa Rei, da percorrere lungo una meravigliosa strada panoramica. È il territorio del Sarrabus che comprende il complesso montuoso dei Sette Fratelli, lussureggianti colline dove cresce rigogliosa la macchia mediterranea e incantevoli baie della Costa Rei. Tra le spiagge più belle della costa ci sono Cala Pira e Cala Sinzias. Alle spalle si estende una fertile zona agricola, dove si trova la Colonia Penale di Castiadas, un edificio del 1877, oggi centro culturale e museo. Vale la pena visitare Muravera, una vivace cittadina non solo d’estate ma anche in primavera, per esempio in occasione della Sagra degli Agrumi.
Spiagge Sardegna Orientale
- Cala Fiuli
- Berchida
- Cala Luna
- Cala Sisine
- Cala Goloritzé
- Cala Mariolu
- Cala Luna
- Cala Cartoe
- Cala Liberotto
- Cala Biriola
- Cala Gorotzé
- Su Sirboni
- Cala Murtas
- Scoglio di Peppino
- Cala Pira
Cosa mangiare nella Sardegna orientale
La Sardegna, per la sua particolare conformazione geografica, per la sua identità di isola mediterranea e per la sua storia, ha diverse anime gastronomiche.
Ecco alcuni piatti tipici da assaggiare: culurgiones di patate (ravioli dalla chiusura a spiga a che nella versione dell’Ogliastra hanno un ripieno di patate, aglio, menta e pecorino, conditi con pomodoro e una spolverata di pecorino stagionato), i ricci di mare di solito con gli spaghetti, suppa cuata (piatto della Gallura, zuppa a base di pane raffermo, formaggio vaccino fresco, brodo di carni miste ed erbe aromatiche), gnocchetti sardi di solito preparati con ragù di salsiccia e basilico, fregula (palline di semola di grano duro condite con pomodoro e basilico, o in brodo di pesce), orziadas (attinie, anemoni di mare fritti), pani frattau (pane carasau condito con pomodoro e pecorino stagionato, bagnato con brodo di pecora caldo e completato da un uovo in camicia cotto nello stesso brodo), bottarga, panadas (pasta di semola di grano duro, ripiena di carne di agnello o manzo, patate, carciofi, pomodori secchi, olio e prezzemolo, cotta al forno), scabecciu (pesci poveri come anguille e pescetti da paranza passati nella semola, fritti e conditi con aceto, alloro, olio extravergine, pomodoro ed erbe aromatiche), porceddu (maialino arrosto), ispinadas (spiedini di carne di pecora).
Tra i dolci, pardulas (dolci tipici con ripieno di ricotta), sebadas (dolci fritti con ripieno di formaggio fresco al limone) e biscotti con pasta di mandorle. Da non perdere i vini locali come il Vermentino di Gallura o il Cannonau di Sardegna.
Come arrivare e spostarsi nella Sardegna orientale
Se si viaggia in aereo, l’aeroporto consigliato per esplorare la Sardegna orientale è quello di Olbia-Costa Smeralda. La Sardegna poi è raggiungibile in nave da tutti i porti d’Italia con destinazione Olbia, Golfo d’Aranci e Arbatax sulla costa orientale.
Il mezzo ideale per spostarsi in Sardegna è l’auto, propria o a noleggio. La SS131, una strada veloce a doppia corsia, collega Cagliari a Sassari e Porto Torres e permette di raggiungere facilmente qualunque meta dell’isola. Altrimenti, ci sono autobus che collegano tutte le località, anche le più piccole.
Quando andare nella Sardegna orientale
La Sardegna gode di un clima insulare mediterraneo temperato. L’estate è calda ma sempre ventilata, grazie al Maestrale e allo Scirocco, e caratterizzata da un basso tasso d’umidità che permette di sopportare il caldo estivo. La stagione balneare va da giugno ad ottobre, quindi evitate i periodi di alta stagione se non amate la folla.
Dal punto di vista degli eventi, l’estate è chiaramente il periodo in cui si concentrano spettacoli, concerti e divertimenti nelle località turistiche. Ma durante l’anno sono tante le feste tradizionali e folcloristiche che l’isola ha saputo mantenere. Il Carnevale per esempio a Oristano si festeggia con la coloratissima Sartiglia, una giostra equestre di origine spagnola, o in Barbagia con le maschere tragiche dei mamuthones di Mamoiada. A Pasqua, Castelsardo illumina la città di fiaccole e organizza una processione accompagnata da canti struggenti. A Cagliari, a maggio, si tiene invece la sfilata delle traccas, caratteristici carri addobbati e trainati da buoi, in occasione della Festa di Sant’Efisio, un rito che si ripete da 346 anni.
Mappa e cartina
Autore: Francesca Ferri