Da non confondere con San Pellegrino Terme (in provincia di Bergamo!) San Pellegrino in Alpe è il comune più alto dell’Appennino, a 1525 m di altezza.
Si trova sulla linea di confine fra Emilia Romagna e Toscana. Dall’Emilia Romagna può essere raggiunto attraverso il ripido Passo delle Radici, che attraversa gli abeti e le fitte pinete della Selva Romanesca.
Dal versante toscano, invece, si dovrà seguire, tornante dopo tornante, la strada provinciale che dal Castelnuovo in Garfagnana conduce verso l’antico passo e il confine emiliano.
Il Santuario dei Santi Pellegrino e Bianco
Visitando San Pellegrino in Alpe troverai il Santuario dei Santi Pellegrino e Bianco, da cui deriva il nome di questo luogo.
Racconta la leggenda che Pellegrino fosse un principe forse scozzese, o irlandese. Figlio unico, rinuncia al trono e alle ricchezze per compiere un viaggio in Terrasanta: parte e da pellegrino, come dice il nome con cui è ricordato, tornerà fra queste montagne dove morirà dopo aver trascorso lunghi anni in preghiera. Insieme a lui è il compagno di viaggio san Bianco, che secondo la devozione popolare visse da brigante fino al suo incontro con Pellegrino e la conversione.
Oggi le spoglie mummificate di san Pellegrino e san Bianco sono custodite nel santuario, aperto dall’alba al tramonto durante la bella stagione, dalla primavera in autunno (in inverno solo nel fine settimana).
All’interno della sacrestia del Santuario si trova un bassorilievo che raffigura il santo con il bordone e la scarsella, ovvero il bastone e la piccola borsa di cuoio, la bisaccia, simbolo dei pellegrini.
La figura del viandante pellegrino, che ieri come oggi lascia la sua casa per compiere un viaggio attraversando il mondo a piedi rappresenta un simbolo antico e ci ricorda il potere che ha la magia del viaggiare lentamente, dove non mancano i momenti di fatica così come la curiosità e l’immensa meraviglia del potersi attardare, esplorare e osservare le cose che ci perdiamo quando andiamo di fretta.
L’origine del Santuario di San Pellegrino in Alpe non è nota, tuttavia si menziona l’esistenza di un antico Hospitale già nel 1110.
San Pellegrino, di ritorno dal suo lungo viaggio nel deserto della Giudea e in Palestina, farà ritorno passando per il Gargano e Roma, per poi fermarsi fra questi boschi nel piccolo spedale fondato in un tempo che nessuno può ricordare.
Pregando nel cavo di un faggio e contemplando la natura, la tradizione racconta che san Pellegrino visse fino a 97 anni.
Lì, dove si dice abbia lasciato scritta la sua esistenza, incisa sulla corteccia di quell’albero, oggi si erge una semplice croce di legno di faggio, portata da Frassinoro, da cui si contempla l’orizzonte infinito della vallata e delle montagne che la circondano.
La via Vandelli e il Sentiero Spallanzani
San Pellegrino in Alpe rappresenta il punto di arrivo del Sentiero Spallanzani, che inizia a Reggio Emilia e attraversa il paesaggio dell’Appennino reggiano fino al passo delle Radici.
Questo percorso, creato nel 1988 dall’appassionato di montagna Luca Gianotti, desidera ricordare il lavoro dello scienziato Lazzaro Spallanzani, nato a Scandiano nel 1729.
A lui non si devono solo esperimenti che portarono a scoperte importanti, come la fecondazione artificiale, ma un’intuizione fondamentale, connessa alla nascita delle scienze moderne: la necessità di osservare il mondo che ci circonda, uscire nella natura, camminare e viaggiare.
Sono gli stessi anni in cui nasce l’alpinismo europeo e questo scienziato, nato sulle colline scandianesi, che a mani nude si aggrappa sulle rocce delle Alpi Apuane per le sue osservazioni naturalistiche, ci ricorda che lo stupore della curiosità sa sempre superare ogni fatica.
San Pellegrino in Alpe rappresenta anche una tappa lungo la via Vandelli, la strada che attraversa l'Appennino Tosco-Emiliano e le Alpi Apuane, progettata per collegare la pianura modenese al mare Tirreno.
Se desideri ripercorrere questo cammino puoi orientarti con le tappe (scaricabili anche online) segnalate nel libro “La Via Vandelli. Antica strada, nuovo cammino” di Giulio Ferrari, che ha ripercorso i centoquarantacinque chilometri di strada che collegano Modena alla città toscana di Massa attraverso i valichi e i borghi di montagna fra gli Appennini e le Apuane.
La via Vandelli fu realizzata nel 1739 da Domenico Vandelli per il Duca Estense Francesco III ed era stata concepita come una grande strada moderna, di cui è ancora possibile vedere segmenti del pavè originale in alcuni tratti nei pressi di Frassinoro così come lungo i sei chilometri di muro a secco dei tornanti dal Passo della Tambura a Resceto.
La storia di San Pellegrino in Alpe
Immagina un tortuoso sentiero che dalla pianura sale fra le montagne per poi scendere verso il mare, ghiacciato e bloccato da metri di neve durante il periodo invernale, pieno di fango in autunno e ricco di fiori di ogni tipo durante la primavera.
Un tempo si viaggiava così, lentamente, a piedi o sui muli. Attraverso il passo delle Radici e San Pellegrino in Alpe transitavano merci, carri, viandanti, monaci, eremiti. L’hospitale era il luogo dove si poteva trovare il rifugio di una notte, per dormire e rifocillarsi prima di riprendere il viaggio.
In quello che era l’antico Spedale oggi si trova un piccolo museo etnografico, aperto dal primo giugno al 30 settembre dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 13.30 e nel pomeriggio dalle 14 alle 17 (costo del biglietto 2,50 euro, gratuito per i bambino fino a sei anni).
All’interno del Museo Etnografico Provinciale “Don Luigi Pellegrini” sono conservati oggetti che aiutano a ricostruire la vita e il lavoro di un tempo, dall’aratura dei campi ai torchi e i tini dell’uva o gli alambicchi per la distillazione delle grappe.
Qui scoprirai la storia della castagna, frutto dal grande valore energetico che un tempo fu la base dell’alimentazione per la popolazione.
Fu Matilde di Canossa a ordinare di piantare questi alberi nei suoi possedimenti, che ancora oggi sono terre di castagneti, perché fossero un bene pubblico, ad uso di tutti. Dalla castagna veniva ricavata la preziosa farina che serviva per tanti usi in cucina e avrebbe sfamato intere famiglie per tutto l’inverno.
San Pellegrino in Alpe sulla linea di confine fra Emilia Romagna e Toscana
Le Alpi Apuane da una parte e il monte Cusna, la maggiore cima dell'Appennino reggiano, seconda dell'Appennino settentrionale dopo il Cimone; il Prado a ovest, Rondinaio e Cimone a est: ecco il panorama che potrai ammirare da san Pellegrino in Alpe.
Come ti racconterà qualche abitante, nei giorni in cui il cielo è più terso e pulito, si riesce a scorgere persino La Spezia, con il suo porto e l’azzurro del cielo che si fonde nel blu del mare fra le navi ormeggiate. Inspira e riempi i polmoni di ossigeno, immensità, bellezza.
Durante la stagione invernale scoprirai San Pellegrino avvolto in un candido mantello di neve, mentre d’estate è il posto giusto dove respirare il profumo intenso dei fiori e andare alla scoperta delle varietà botaniche che popolano l’Appennino.
Se arrivi in auto puoi lasciarla vicino al Passo del Lagadello, a 1.620 mt di altitudine, dove si trova il confine tra la provincia di Modena e quella di Lucca.
A proposito, non ripartire da San Pellegrino in Alpe senza fermarti per un caffè o l’aperitivo. Guarda i tuoi piedi, lì scoprirai l’antico confine fra Emilia Romagna e Toscana.
Ancora oggi basta un passo per trovarsi in una regione… e pagare il conto nell’altra.
Infatti, metà del Santuario e metà dell’abitato di San Pellegrino in Alpe si trovano amministrativamente nel comune di Frassinoro in provincia di Modena e l’altra metà nella provincia di Lucca sotto il comune di Castiglione di Garfagnana.