Un profumo inebriante e un tappeto di agrumi, trasformano Ivrea in una delle destinazioni più interessanti da raggiungere per Carnevale.
In occasione dello Storico Carnevale d'Ivrea, la città diventa teatro di rievocazioni, battaglie e feste che celebrano importanti valori quali la lealtà, arte, amicizia e il rispetto.
Partecipare al Carnevale storico di Ivrea, uno dei più antichi d'Italia, significa prender parte alla tradizionale Battaglia delle Arance: l’elemento più spettacolare della kermesse, quello che meglio racconta la rivolta del popolo (rappresentati dagli aranceri a piedi) contro le armate del tiranno (rappresentate dagli aranceri sui carri) e della sua eroina, simbolo di libertà: la Vezzosa Mugnaia.
Ma non solo, la battaglia è anche un concentrato di ardore, libertà, rispetto e lealtà, è preparazione dei carri e delle squadre a piedi, è tradizione ed è arte.
Abbiamo realizzato una guida ai motivi che vi spingeranno a partecipare al carnevale in provincia di Torino, almeno una volta nella vita.
(Foto: Alessio Avetta)
Storico Carnevale di Ivrea 2024
Lo Storico Carnevale di Ivrea nasce dalla rievocazione di un episodio risalente al Medioevo realmente accaduto. Un barone che affamava la città, venne cacciato grazie alla ribellione della figlia di un mugnaio, che non volle sottostare al diritto della prima notte e accese la rivolta popolare.
La battaglia delle arance rievoca proprio questa rivolta: il popolo è rappresentato da squadre di aranceri a piedi che combattono, senza protezione, contro i soldati del tiranno posti su carri trainati da cavalli che indossano protezioni e maschere che ricordano antiche armature.
Ma il Carnevale di Ivrea è anche storia che rivive nel tradizionale corteo storico. Protagonista del Carnevale e del Corteo è la Vezzosa Mugnaia accompagnata dal Generale, di origine napoleonica che guida il brillante Stato Maggiore e dal Sostituto Gran Cancelliere, cerimoniere e custode della tradizione, gli Abbà e il Podestà.
Battaglia delle Arance
11 mila quintali di arance, 50 carri, 9 squadre a piedi e 12 mila aranceri: sono questi i numeri della straordinaria e unica al mondo, Battaglia delle Arance, i cui numeri crescono esponenzialmente ogni anno che passa.
La battaglia dura tre giorni e si combatte dall'11 al 13 febbraio 2024. Per tre pomeriggi le squadre a piedi combatteranno contro gli aranceri sui carri.
Le nove squadre, nate in epoche diverse, occuperanno ognuna una zona fissa. I carri da getto, divisi in pariglie (2 cavalli) e tiri a quattro (4 cavalli) si alternano all’interno delle piazze.
Ma cosa vuol dire essere arancere? Significa vivere la battaglia e l'ardore nel rispetto dell'avversario, significa partecipare ad una grande festa di libertà.
Ce lo racconta uno di loro, che lancia arance da quando era poco più che ragazzino. Ci sono regole cavalleresche non scritte che gli aranceri di Ivrea rispettano e basate sulla lealtà verso lavversario e sulla celebrazione dell'amicizia.
Una curiosità: in media ogni arancere lancia un quintale di arance; arance che hanno una filiera dedicata. I frutti che non potrebbero trovare nessun utilizzo nei mercati vengono destinati esclusivamente al carnevale di Ivrea. La battaglia è anche riciclo: negli ultimi due anni, il tappeto di agrumi che pervade la città dopo la battaglia, viene stoccato per essere trasformato in compost per concimare i terreni.
Squadre di Aranceri
Le 9 squadre occupano ognuna una zona fissa: gli Asso di Picche, la prima nata nel 1947, tira in Piazza di Città, che condivide con la Morte (1954).
In piazza Ottinetti troviamo gli Scacchi (1964) e gli Scorpioni d’Arduino (1966), mentre I Tuchini del Borghetto (1964) sono i soli a tirare sulla riva destra della Dora Baltea. In piazza del Rondolino combattono la Pantera Nera (1966), i Diavoli (1973) e i Mercenari (1974). Infine i Credendari (1985) che tirano in piazza Freguglia.
Ogni squadra o carro è sottoposta a votazioni e c'è una classifica generale basata su differenti criteri: la combattività, l'allestimento, l'immagine e le decorazioni dei carri che diventano delle opere d'arte itineranti.
Programma edizione 2024
- Giovedì 8 febbraio (Giovedì Grasso)
Passaggio dei poteri civili dal Sindaco di Ivrea al Generale e Calzata del Berretto Frigio; sfilata del Corteo Storico; Festa dei bambini in piazza Ottinetti; fagiolata Cuj d’via Palma; visita del Corteo Storico al Vescovo e degli Abbà al Sindaco; Investitura degli Oditori ed Intendenti Generali delle Milizie e Genti da Guerra del Canavese; Città in Festa.
- Sabato 10 febbraio (Sabato Grasso)
Presentazione della Scorta d’Onore della Mugnaia; presentazione della Vezzosa Mugnaia dalla loggia del Palazzo Municipale alle ore 21; marcia del Corteo Storico; fiaccolata goliardica e sfilata delle squadre degli aranceri a piedi in Lungo Dora, spettacolo pirotecnico sul Lungo Dora e Feste degli aranceri nelle piazze cittadine.
- Domenica 11 febbraio (Domenica di Carnevale)
Fagiolate del Castellazzo, San Lorenzo, via Dora Baltea e San Bernardo; Cerimonia della Preda in Dora; inquadramento dei Carri da getto in corso Massimo d’Azeglio e inizio della prima delle tre giornate di Battaglia; Corteo Storico.
- Lunedì 12 febbraio (Lunedì di Carnevale)
Zappate degli Scarli As pianta ‘lpich a l’uso antic; inquadramento dei Carri da getto in corso Massimo d’Azeglio e inizio della seconda giornata di Battaglia; Corteo Storico; degustazione di merluzzo con cipolle appena fritti presso la sede del Comitato della Croazia Polenta e Merluzzo.
- Martedì 13 febbraio (Martedì di Carnevale)
Inquadramento dei Carri da getto in corso Massimo d’Azeglio e inizio della terza giornata di Battaglia; Corteo Storico; premiazione dei Carri da Getto e delle squadre a piedi; abbruciamento degli Scarli nei vari rioni e abbruciamento in presenza della Mugnaia in piazza di Città; abbruciamento ultimo Scarlo in piazza Lamarmora e a seguire marcia funebre Advérze a giòbia ‘n bot.
- Mercoledì 14 febbraio (Mercoledì delle Ceneri)
Polenta e Merluzzo in piazza Lamarmora. Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale.
Foto più belle
(Foto: Franco Marino)
(Foto: L. Romussi)
(Foto: Massimo Sardo)
(Foto: Alessio Avetta)