
L’Italia ha incantevoli paesini bianchi che sanno di sale, sole e sud. L’ambientazione tipica dei borghi mediterranei dove ci si sente subito in vacanza.
Ecco i paesini bianchi più affascinanti d’Italia.
Ostuni, Puglia

Ostuni è chiamata la città bianca per via del suo centro storico imbiancato a calce, un’usanza di origine medievale nata per dare maggiore luminosità ai vicoli del borgo e poi diffusasi anche grazie alla grande disponibilità di calce viva.
Perciò oggi il dedalo di stradine dal bianco abbagliante ricorda una casbah araba. Arroccata su tre colli, Ostuni è un pittoresco borgo medievale che però sarebbe stato abitato già dal Paleolitico medio, come dimostrano alcuni ritrovamenti ossei e di ceramiche di quell’epoca.
La zona collinare di Ostuni, infatti, presentava numerose grotte che offrivano all’uomo primitivo ottimi rifugi naturali.
Lo attesta l’incredibile ritrovamento dello scheletro di una donna incinta risalente a circa 30.000 anni fa, nella caverna che è attualmente visitabile nel Parco Archeologico di Ostuni. Il primo nucleo cittadino fu, dunque, costruito dai Messapi intorno al VII secolo a.C.
Una passeggiata nella città vecchia, detta la “terra” per distinguerla dalla più recente “marina”, regala scorci incantevoli tra vicoli, ripide scalinate, corti e piazzette su cui si affacciano case bianche con fiori alle finestre, botteghe artigiane e invitanti osterie. Sovrasta il borgo la quattrocentesca cattedrale in stile romanico-gotico su cui spicca un grande rosone a 24 raggi.
Lungo la via Cattedrale che divide in due il cuore medievale della città, si trova l’ex monastero carmelitano, oggi sede del Museo delle Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale, dove è esposto il calco della donna sopracitata. In piazza Beato Giovanni Paolo II vedrete i settecenteschi edifici del Palazzo Vescovile e del vecchio Seminario, collegati dal suggestivo arco Scoppa.
Notevoli i tanti palazzi gentilizi dalle facciate barocche e rococò che si susseguono nella città vecchia, cinta dalle mura aragonesi. Nei dintorni di Ostuni, invece, masserie e trulli si nascondono tra distese di ulivi.
Sperlonga, Lazio

Uno dei “borghi più belli d’Italia”, Sperlonga vi farà evadere in una bianca città del Mediterraneo.
Arroccata su un costone di roccia del colle S. Magno, Sperlonga sovrasta l’incantevole litorale laziale. Spiagge dalla sabbia dorata si distendono ai piedi del borgo per circa 10 km di costa, lambita da acque cristalline, lungo la quale si rincorrono torri di avvistamento e grotte marine.
Il nucleo originario del borgo tipicamente mediterraneo è ancora intatto: casette bianche, stretti vicoli pieni di botteghe artigiane e scorci di blu.
Importante è la testimonianza archeologica della Villa di Tiberio che rievoca i fasti della Roma imperiale, mentre la torre Truglia racconta una storia di scorrerie di pirati e invasioni saracene.
Poco distante, Gaeta con le sue grandi spiagge di sabbia dorata, come quella di Serapo molto amata dai surfisti per le lunghe onde.
Tra il comune di Sperlonga e quello di Gaeta si trova poi la famosa Spiaggia dei 300 Gradini, una bellissima spiaggia sabbiosa lunga circa 1500 metri, incastonata tra alte scogliere ricoperte di vegetazione.
Locorotondo, Puglia

In cima a una collina che domina la Valle d'Itria sorge un tranquillo borgo dalle tipiche case basse imbiancate a calce.
Locorotondo vi stupirà per la sua forma circolare e le stradine disposte in modo concentrico che spiegano l’origine del nome.
Annoverato tra i borghi più belli d’Italia, Locorotondo compone il gruppo delle città bianche della Puglia, insieme a Ostuni, Cisternino e Martina Franca tra le altre.
Le sue origini sono oscure, secondo alcuni potrebbe risalire alla fine del XII secolo, ma quel che è certo è nel 1400 fece parte del principato di Taranto, passando due secoli dopo nei possedimenti dei duchi di Martina.
Immerso nella Valle d’Itria, che oggi viene definita la Terra dei Trulli, il borgo in provincia di Bari è il regno dei balconcini fioriti che emergono dalle architetture barocche e dalla pietra locale, ma anche la città delle cummerse, abitazioni rettangolari con tetti spioventi realizzati in chiancarelle.
Il centro storico di Locorotondo è un dedalo di stradine bianche dove si nascondono antiche chiese, palazzi barocchi e botteghe artigiane.
Ricordatevi di passare da piazza Vittorio Emanuele, elegante salotto della città vecchia. E infine chiedete della terrazza panoramica da cui si apre una vista mozzafiato sull'intera Valle d'Itria con le città di Martina Franca e Cisternino all'orizzonte.
Scelto come set di film tra cui Mio cognato con Sergio Rubini, Così è la vita con Aldo, Giovanni e Giacomo e Baciami piccina con Vincenzo Salemme, Locorotondo è un suggestivo borgo da non perdere in un viaggio alla scoperta della Valle d’Itria.
Cisternino, Puglia

Come Locorotondo anche Cisternino è stato dichiarato uno dei borghi più belli d’Italia.
Situato sull'ultimo lembo della Murgia sud-orientale pugliese, Cisternino si affaccia a sud-ovest sulla Valle d'Itria tempestata di trulli. Nacque dall’insediamento di una piccola comunità cristiana nell’originario casale di Cisturninum, nominato per la prima volta nel 1180 in una bolla di Papa Alessandro III.
Oggi Cisternino è un ottimo esempio di “architettura spontanea”, dove l’osmosi tra spazi interni ed esterni, case, vicoli e cortili è dettata dai rapporti umani, dal senso della condivisione e del vicinato. Passeggiate quindi sulle chianche, la tipica pavimentazione in pietra, tra strette viuzze, case bianche e piazzette assolate.
Nel borgo gli edifici più importanti sono: la torre normanno-sveva, recentemente restaurata, alta 17 metri ed eretta nell’XI secolo, sulla cui sommità è posta una piccola statua di San Nicola benedicente; la chiesa di San Nicola, costruita nel XII secolo sulla precedente chiesa basiliana dell’VIII secolo, che conserva due magnifiche sculture in pietra viva di Stefano da Putignano.
Ammirate poi il Palazzo Vescovile del 1560, con facciata tardo-rinascimentale su cui si notano gli stemmi del vescovo-barone; il palazzo del Governatore (secolo XVI) e i palazzetti nobiliari delle famiglie Pepe e Cenci.
A 3 km dal borgo si trova la chiesetta romanica della Madonna d’Ibernia, sorta intorno al 1100 nel periodo della formazione del casale di Cisternino, che conserva i resti di un preesistente cenobio basiliano, costruito non lontano da un precedente tempio pagano dedicato alla dea della fertilità Cibele. Nel ricordo dell’antico culto ancora oggi viene venerata la Madonna d’Ibernia, al cui santuario, durante le feste primaverili, viene portato in dono il chïrrùchele, lo stesso dolce che i fanciulli pagani offrivano a Cibele per propiziarsi la fecondità.
Come tutta la Valle d’Itria, anche Cisternino è un luogo speciale dal punto di vista spirituale ed esoterico, e ospita un festival interreligioso dedicato ai suoni sacri del pianeta.
Ceglie Messapica, Puglia

Ceglie Messapica sorge nella parte meridionale dell'altopiano delle Murge tra la Valle d’Itria e il Salento, in una zona collinare chiamata soglia messapica.
È uno dei borghi più antichi della Puglia. Ceglie era una delle città della Dodecapoli messapica ed era nota con il nome di Kailìa.
Originariamente costitutiva il centro difensivo più importante dei Messapi in guerra con i coloni spartani che, dopo aver fondato Taranto, ambivano a conquistare tutta la Magna Grecia. Della civiltà messapica oggi rimangono numerosi resti archeologici: il sistema difensivo che comprende specchie, fortini, mura e muraglioni chiamati paretoni, oltre a necropoli, iscrizioni, monete e vasi.
Esplorate quindi l’antico borgo che si sviluppa ai piedi del Castello Ducale, risalente circa al 1100, costruito originariamente come punto di avvistamento e fortificazione su uno dei due colli su cui sorge Ceglie. Il nucleo originario del castello è costituito dalla torre normanna del XV secolo, alta 34 metri, che è il simbolo della città.
Accedete al centro attraverso le porte di epoca medioevale. Ammirate la Torre dell’Orologio e i numerosi palazzi del XVIII- XIX secolo tra cui Palazzo Allegretti o Palazzo Vitale. Non perdete una visita al Maac, Museo Archeologico e dell’arte contemporanea.
A soli 1, 5 km dal centro si trovano poi le spettacolari grotte di Montevicoli che offrono un percorso sotterraneo a circa 100 metri tra magnifiche stalagmiti.
Di grande fascino, infine, la chiesetta della Madonna della Grotta, costruita su una grotta naturale che fu luogo di preghiera dei monaci bizantini attorno al ‘900 d.C. Purtroppo il sito di grande rilevanza storica è in stato di abbandono ma testimonia della presenza dei monaci orientali, che contribuirono allo sviluppo culturale della Valle d’Itria nel Medioevo.
Alberobello, Puglia

Alberobello è conosciuta come la città dei trulli.
Si contano circa 1500 coni disseminati sulla collina un tempo chiamata Silva Arboris Belli, la selva, già popolata nel XV secolo, da cui deriva appunto il nome di Alberobello.
Oggi ad Alberobello si trova, dunque, un’incredibile concentrazione di trulli, riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1996. L’origine di queste costruzioni tipiche della Valle d’Itria risale al tempo del Regno di Napoli, che aveva imposto un ingente tributo per ogni nuovo insediamento urbano.
Per evitare l’esosa tassa, i conti di Conversano, gli Acquaviva d’Aragona, imposero allora ai contadini di edificare le loro abitazioni a secco senza utilizzare malta, in modo che esse potessero configurarsi come costruzioni precarie e non, almeno formalmente, dimore appartenenti a un insediamento urbano permanente.
Nacquero così i trulli. Fu Giangirolamo II, detto il Guercio delle Puglie, a far costruire nel 1635 una piccola locanda con la sola pietra calcarea senza l’utilizzo della malta, dando così avvio alla costruzione di un agglomerato di piccole case dalla base circolare che fungeva da appoggio per la chiusura a cono che terminava con un pinnacolo decorativo.
Oggi uno dei trulli più grandi di Alberobello, affacciato nella piazza Sacramento, è alto 14 metri. Se raggiungete la sommità della collina di Alberobello, fate caso poi al gruppo di sei trulli su cui sono disegnati alcuni simboli: il sole, che rappresenta la somma divinità, la luna, in opposizione al sole, la colomba, simbolo di pace, la croce, simbolo del sacrificio, il cuore trafitto di Maria in segno di dolore e la croce ad albero, ad indicare il collegamento con l’aldilà.
Sono simboli che richiamano il culto cristiano-cattolico, ma ne vedrete anche altri come le forbici e il ferro di cavallo, legati alla superstizione popolare e contadina.
I trulli però non si limitano al piccolo borgo di Alberobello, ma si estendono anche nella campagna circostante.
La maggior concentrazione di queste affascinanti dimore oggi convertite in boutique hotel e alberghi diffusi si trova nel triangolo Alberobello - Cisternino – Martina Franca.
Marettimo, Sicilia

Marettimo è l’isola più selvaggia e incontaminata delle isole Egadi, oltre che la più lontana dalla Sicilia e quindi la più difficile da raggiungere.
Il suo nome di origine greca Hierà Nésos vuol dire “isola sacra”. Quello con cui la conosciamo oggi però deriva dal latino Maritima, probabilmente per l’abbondante presenza sull’isola del timo selvatico. Ha una superficie di 12,3 kmq e conta appena 680 abitanti.
Domina l’isola il Monte Falcone con i 686 m sul livello del mare. Gli amanti del trekking vorranno salire sulla cima più alta dell’isola oppure percorrere sentieri immersi nella macchia mediterranea, come il sentiero di Punta Troia che in circa un’ora e mezza di cammino lungo la costa vi porterà in cima a un promontorio su cui sorge un castello normanno del XVII secolo.
Il centro abitato dell’isola risplende con le casette bianche che si specchiano nel porticciolo. A poca distanza si trovano due spiagge cittadine raggiungibili a piedi, Scalo Vecchio e Scalo Nuovo. Ma le spiagge più belle sono Cala Bianca, con sabbia bianca e coste altissime che scendono a strapiombo verso il mare, e Praia dei Nacchi con ciottoli e acque trasparenti.
Se siete disposti a fare un po’ di fatica per arrivare alle spiagge più affascinanti, andate a Zotta Muletti, raggiungibile in un’ora e mezza di cammino all’ombra della pineta, la spiaggia del Cretazzo per cui ci vogliono quasi due ore di cammino e Cala Nera, situata sotto il faro di Punta Libeccio, raggiungibile soltanto a nuoto tuffandosi dagli scogli.
Con un giro dell’isola in barca, inoltre noterete le numerosissime grotte emerse e sommerse che si dice siano più di 400, scavate dalle onde e dai fenomeni carsici che frastagliano la costa dell’isola. Tra le più belle ci sono la Grotta del Cammello, la Grotta Perciata, la Grotta del Tuono, la Grotta Presepe e la Grotta della Bombarda.
Monopoli, Puglia

Monopoli è un’antica cittadina pugliese affacciata sul mar Adriatico, che si trova in provincia di Bari, tra il Salento e la Valle d’Itria.
Le origini di Monopoli dovrebbero risalire a una poderosa fortezza messapica situata al confine della Peucezia, come veniva chiamata l’odierna Terra di Bari prima della conquista dei Romani. Poi ripopolata in epoca medievale dagli esuli della distrutta Egnazia, Monopoli già in età bizantina e normanna è ricordata come fiorente città marinara.
Fu sede vescovile dall'XI secolo, dominio dei veneziani e degli spagnoli che hanno lasciato il segno nella città pugliese.
Monopoli oggi è conosciuta per lo splendido litorale costiero dove si susseguono innumerevoli calette nascoste tra le rocce e lambite da un mare cristallino.
Il porto vecchio di Monopoli è la porta d’ingresso alla città per chi arriva dal mare. È un antico porto naturale circondato da storici palazzi in pietra chiara dalle risonanze architettoniche veneziane, gotiche e bizantine. Si costeggiano poi le antiche mura di cinta e se si prosegue sul lungomare si noteranno alcuni dei torrioni storici della città.
Così si entra nel centro storico tra strette viuzze lastricate a chianche (lastre in pietra calcarea), casette bianche, archi e vicoletti, su cui domina la cattedrale di Santa Maria della Madia con la sua monumentale facciata e il campanile barocco.
Sul promontorio detto Punta Penna, infine, si erge il castello di Carlo V che ha la forma pentagonale, tipica dei fortilizi cinquecenteschi. Monopoli, infine, vanta spiagge lunghe e sabbiose, conosciute per la movida e i lussuosi stabilimenti balneari, tra cui il Coccaro Beach Club lungo la spiaggia del Capitolo.
Polignano a mare, Puglia

Polignano a mare è un altro borgo bianco tra i più belli d’Italia. Arroccato su scogliere a picco sul mare azzurro, Polignano, in provincia di Bari, affascina per il dedalo di viuzze che degradano verso la minuscola spiaggia, la Lama Monachile, che taglia in due la scogliera.
Centro abitato fin dal Neolitico, il nucleo storico di Polignano a Mare è una concentrazione di case bianche di origine medievale affastellate lungo la scogliera.
Si entra nel borgo passando sotto il cinquecentesco Arco Marchesale, noto anche come Porta Grande, che fino al 1780 è stato l’unico punto di accesso al paese, un tempo circondato da un fossato. Nel centro vedrete la Chiesa Matrice, del Duecento, il palazzo Marchesale, in parte sorto nel ‘400, il palazzo dell’Orologio e i quattro torrioni difensivi.
Lo scorcio più famoso di Polignano a Mare però è la spiaggetta, Lama Monachile, con alle spalle il ponte romano della via Traiana.
Prima di scendere in spiaggia, osservate il mare da una delle terrazze del centro da cui godrete di una bellissima vista su questo scenografico angolo di terra e mare.
Lì accanto, sul lungomare, vedrete la statua dedicata al polignanese più famoso del mondo, il cantante Domenico Modugno.