
Dove un tempo vivevano i dinosauri e gli uomini preistorici oggi sorgono borghi bianchi e masserie.
Le Murge sono una subregione piuttosto estesa tra la Puglia centrale e la Basilicata nord-orientale, che corrisponde a un altopiano carsico di origine tettonica e di forma quadrangolare.
È un territorio rupestre caratterizzato da grotte, gravine, canyon e doline. L’origine della parola Murgia infatti deriva dal latino murex, ovvero roccia aguzza.
Dal 2004 il territorio murgiano fa parte del parco nazionale dell’Alta Murgia, con sede amministrativa a Gravina in Puglia.
Ma secondo la tradizione, le murge vengono suddivise in varie aree: la Murgia barese, la Murgia costiera, la Terra delle Gravine, la Valle d’Itria, le Murge tarantine, la Murgia Materana.
Una terra altamente suggestiva che ha conquistato anche registi come Matteo Garrone che ha ambientato qui alcune scene di Pinocchio ed è stata immortalata in film come 007, No time to die.
Ecco cosa vedere nelle Murge.
Parco Nazionale dell’Alta Murgia

Il Parco Nazionale dell'Alta Murgia è una riserva naturale situata nella parte centrale delle Murge, che si estende su una superficie di oltre 68.000 ettari tra le province di Bari e di Barletta-Andria-Trani.
Il parco è caratterizzato da una grande varietà di paesaggi, tra cui pianure, colline, canyon, doline e grotte carsiche, da scoprire con camminate e trekking.
Il parco comprende 13 comuni tra cui bellissimi borghi come Altamura, dove spicca la cattedrale di Santa Maria Assunta, un esempio di romanico pugliese, fatta costruire nel 1232 dall’imperatore Federico II di Svevia. Un altro suggestivo borgo è Gravina in Puglia, sede del parco Nazionale dell’Alta Murgia.
La particolarità qui sono le cosiddette gravine della Murgia, incisioni erosive profonde anche più di 100 metri, molto simili ai canyon, scavate dalle acque meteoriche nella roccia calcarea. Non lontano si trova poi Castel del Monte, una magica fortezza del XIII secolo, fatta costruire da Federico II, nell’altopiano delle Murge occidentali.

Eletto patrimonio dell’umanità dall’Unesco, il castello è noto per la sua forma ottagonale e per la sua simbologia astrologica. Per questo si pensa che il castello potesse essere una sorta di tempio, o forse una sorta di tempio del sapere, in cui dedicarsi indisturbati allo studio delle scienze.
Ma nel parco è interessante visitare anche: le miniere di bauxite in località Murgetta nel territorio di Spinazzola; le grotte come quella di Lamalunga che ospita l’Uomo di Altamura, uno scheletro di Homo neanderthalensis datato tra i 128.000 e i 187.000 anni fa; la cava dei dinosauri ad Altamura, dove nel 1999 sono state ritrovate circa quattromila orme di dinosauri; il parco archeologico di Botromagno e Padre Eterno di Gravina.
Esplorando la zona poi fate caso agli jazzi, costruzioni rupestri utilizzate durante i periodi di transumanza, diffuse soprattutto nel territorio di Andria, Gravina, Ruvo, Minervino e Spinazzola.
Murgia barese

È un paesaggio di media collina che comprende il cuore delle Murge a sud, a sud-est e a nord di Bari. Nella Murgia barese rientrano i comuni di Gravina, Altamura, Acquaviva delle Fonti, Cassano delle Murge, Sammichele di Bari, Sannicandro di Bari, Bitonto, Palo del Colle, Turi, Toritto, Noci, Grumo Appula, Santeramo in Colle, Corato, Ruvo di Puglia, Andria, Minervino Murge, Spinazzola, Poggiorsini, Gioia del Colle, Putignano e Castellana Grotte. Fate un giro di questi suggestivi borghi e ammirate i meravigliosi paesaggi della Murgia barese.
Murgia costiera

La Murgia costiera è quella fascia della Terra di Bari e della parte settentrionale della provincia di Brindisi che digrada dolcemente verso il mare Adriatico.
È un’area compresa tra Monopoli e Fasano. Vale la pena visitare Monopoli, un’antica cittadina pugliese affacciata sul mar Adriatico, oggi conosciuta per lo splendido litorale costiero dove si susseguono innumerevoli calette nascoste tra le rocce e lambite da un mare cristallino.
Il porto vecchio di Monopoli è la porta d’ingresso alla città per chi arriva dal mare. È un antico porto naturale circondato da storici palazzi in pietra chiara dalle risonanze architettoniche veneziane, gotiche e bizantine.
Si costeggiano poi le antiche mura di cinta e se si prosegue sul lungomare si noteranno alcuni dei torrioni storici della città. Così si entra nel centro storico tra strette viuzze lastricate a chianche (lastre in pietra calcarea), archi e vicoletti, su cui domina la cattedrale di Santa Maria della Madia con la sua monumentale facciata e il campanile barocco.
Sul promontorio detto Punta Penna, infine, si erge il castello di Carlo V che ha la forma pentagonale, tipica dei fortilizi cinquecenteschi. Con i bambini potreste andare allo zoosafari di Fasano.
Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine

Il Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine è una riserva naturale istituita nel 2005 che si trova in provincia di Taranto, tra il Salento e la Valle d’Itria, al confine con le province di Brindisi e Matera.
Il parco copre 14 comuni: Ginosa, Laterza, Castellaneta, Palagianello, Mottola, Palagiano, Massafra, Statte, Crispiano, Martina Franca, Montemesola, Grottaglie, Villa Castelli, San Marzano di San Giuseppe.
Include 28mila ettari di territorio, incastonato tra l’altopiano della Murgia tarantina ed il mare Ionio. L’area è caratterizzata dalla presenza di numerosi canyon, le gravine, appunto, originatesi nel corso di milioni di anni per le spinte tettoniche dei fondali marini che, soggetti ad emersioni ed immersioni, furono sottoposti anche ad erosione. È una riserva di biodiversità che ospita specie di uccelli rari e rettili unici nel Mediterraneo, foreste di fragni, querce e pinete secolari sul litorale jonico.
Oltre alla flora e alla fauna tipiche dell’habitat rupestre, si possono ammirare formidabili resti archeologici di villaggi scavati nella tenera roccia tufacea, come per esempio i villaggi rupestri di Petruscio e Casalrotto a Mottola dove vedrete le tipiche case-grotta.
Valle d’Itria

Trulli, masserie, borghi bianchi e un mare di ulivi, è questa la cartolina che abbiamo in mente quando pensiamo alla Valle d’Itria. Geograficamente è una porzione della Puglia centrale a cavallo tra Bari, Brindisi e Taranto.
Costituisce la parte meridionale dell’altopiano delle Murge che gradualmente scende verso il mar Adriatico ed è nota anche come Valle dei Trulli.
Le tipiche abitazioni in pietra a forma di cono che esprimono il genio e la creatività dei suoi abitanti sono disseminate in tutta la Valle d’Itria ma la maggior concentrazione si trova nel triangolo tra Cisternino, Martina Franca e Alberobello, dove se ne contano 1500.
Oggi i trulli sono riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, molti del quali sono stati convertiti in boutique hotel e alberghi diffusi.
La Valle d’Itria, inoltre, è una depressione carsica che si estende tra scenografici paesini imbiancati a calce, tra cui oltre a Cisternino e Alberobello vale la pena vedere Locorotondo, un altro dei “borghi più belli d’Italia” che vi stupirà per la sua forma circolare e le stradine disposte in modo concentrico da cui trae origine il nome.
Da non perdere poi Ostuni, la meravigliosa città bianca. Arroccata su tre colli, Ostuni è un pittoresco borgo medievale che regala scorci incantevoli sul mare, camminando tra vicoli, ripide scalinate, corti, piazzette, case bianche, facciate barocche e rococò, botteghe, resti delle mura aragonesi, botteghe artigiane e invitanti osterie.

La Valle d’Itria è una terra magica da scoprire in libertà, girovagando alla scoperta di questi meravigliosi borghi sorti sui colli per difendersi dagli attacchi nemici, spiagge e calette della costa adriatica, stradine delimitate da muretti a secco tra distese di ulivi a perdita d’occhio.
Non perdete alle porte della Valle d’Itria, le famose grotte di Castellana, un complesso di cavità sotterranee di origine carsica, tra le più belle d’Italia.
Murge tarantine

Le Murge tarantine comprendono la zona delle Murge estesa tra la provincia di Taranto Cosa vedere a Leccee la provincia di Lecce.
È un’area collinare caratterizzata da doline, gravine, canyon e valloni che rappresentano le ultime propaggini dell’Appennino meridionale.
Nell'ambito delle Murge tarantine si distinguono due macro-aree: la porzione centro-occidentale (Gravine e Valle d’Itria) caratterizzata da rilievi relativamente elevati e la zona centro-orientale (Soglia messapica e le serre) che presenta invece pendii più dolci.
Le Murge tarantine comprendono borghi come Grottaglie, conosciuta come la patria della ceramica. Vale la pena fare un sosta nel centro storico, dove tra stradine tortuose e casette basse vi ritroverete al quartiere delle ceramiche.
Fate un giro tra le oltre 50 botteghe di artigiani che di generazione in generazione tramandano l’arte che dà vita a piatti, vasi e i famosi pomi di ceramica smaltata. Vale la pena vedere anche Martina Franca, Mottola e Laterza.
Murgia Materana

Natura incontaminata e chiese rupestri, è la testimonianza di una storia millenaria che racconta dell’antico rapporto tra natura e uomo in Basilicata.
Intorno a Matera si estende il Parco Regionale Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, più semplicemente detto Parco della Murgia Materana.
Classificato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, il parco di oltre 6 mila ettari nasconde ricchezze naturalistiche e testimonianze storiche che risalgono alla preistoria.
Questa zona è caratterizzata dalla roccia calcarea frammentata da profondi solchi che disegnano rupi, grotte e gravine in cui l’uomo si è insediato fin dalla preistoria. Tra gli scorci più belli c’è la spettacolare Gravina di Matera, un enorme solco calcareo che attraversa il territorio con i suoi venti chilometri di lunghezza giungendo fino al comune di Montescaglioso.
Sul fondo di questo canyon, scorre l’omonimo torrente che, costeggiando i Sassi di Matera, prosegue verso sud fino a sfociare nel fiume Bradano.
In questa area preistorica che conserva testimonianze del Paleolitico, come la grotta dei pipistrelli, e del Neolitico, come i numerosi villaggi trincerati, e altre testimonianze conservate al Museo archeologico nazionale Domenico Ridola di Matera, quel che colpisce è la presenza di circa 150 chiese rupestri disseminate lungo la Murgia e le Gravine.
Questi piccoli santuari rurali incastonati nella roccia, i cui primi insediamenti risalgono all’VIII secolo, pare siano legati alla presenza di comunità monastiche benedettine e bizantine.