La città si compone di una parte antica, adagiata sul pendio di un colle, ed una parte moderna, che si espande in pianura.
Nella città vecchia, che risale al Medioevo, visitate il Castello Monforte che domina dalla cima del colle l’intera città.
Nelle giornate più limpide, dal castello riuscirete a distinguere il territorio del Matese, fino alla Maiella e alla Puglia.
Vicino al castello poi sorge la chiesa di San Giorgio, delX secolo, con affreschi del Trecento. Così proseguite per la Chiesa di San Bartolomeo, in stile romanico.
Da non perdere la cattedrale della Santissima Trinità che risale all’inizio del Cinquecento, ma sono interessanti anche la chiesa di Sant’Antonio Abate, situata nei pressi dell’omonima porta, Santa Maria della Croce, sede dell’antica confraternita dei Crociati, e quella romanica di San Leonardo, che riconoscerete dal bel portale con arco a sesto acuto.
Tra i musei più interessanti da visitare, poi, ci sono il Museo provinciale sannitico, situato nel nobiliare Palazzo Mazzarotta, Palazzo Pistilli e il Museo del Presepe che conserva una raccolta di presepi antichi, tra cui alcuni del XVIII secolo.
Andate a zonzo quindi tra le vie dell’antica città che ancora conserva tracce delle più importanti porte della cinta muraria che nel Medioevo proteggeva Campobasso. E non tralasciate i grandi portali delle case signorili che raccontano la storia delle più importanti famiglie della città.
Ecco cosa vedere a Campobasso.
Castello Monforte
Sulla cima del colle Sant’Antonio, che sovrasta Campobasso, sorge il castello Monforte dalle origini incerte.
Preceduto da una torre di età longobarda, trasformata in un edificio fortificato in età normanna, deve l’aspetto odierno ad una fase costruttiva successiva voluta dal conte Nicola II Monforte, meglio conosciuto come Cola di Monforte, che si occupò della sua ristrutturazione a seguito del terribile terremoto del 1456.
Il castello si presenta come un massiccio quadrilatero con 4 torri angolari. Negli anni ’30 del Novecento il castello è stato oggetto di restauri, durante i quali l’ala orientale è stata adibita a sacrario per i caduti in guerra. Salite sul terrazzo per ammirare il panorama.
Santuario di Santa Maria del Monte
La chiesa, prospiciente il castello Monforte, venne costruita nel Basso Medioevo come cappella privata dei feudatari della città.
Nel 1525 divenne sede della parrocchia di Santa Maria Maggiore e nel 1905 fu ceduta ai frati Cappuccini.
La facciata in pietra di Vinchiaturo ha un piccolo rosone ad imbuto in asse con il portale centrale, nell’originario stile tardo-gotico del 1427.
Gli interni sono stati affrescati da Amedeo Trivisonno e Leo Paglione. L’altare in marmi policromi è sormontato dalla statua della Vergine, particolarmente venerata, che viene portata in processione il 31 maggio di ogni anno.
Cattedrale della Santissima Trinità
La chiesa venne edificata nel 1504 per volere del feudatario Andrea de Capoa e, distrutta dal terremoto del 1805, venne ricostruita in stile neoclassico su progetto dell’architetto Bernardino Musenga.
Sede della confraternita della Trinità fino al 1809, divenne cattedrale nel 1927. L’interno, diviso in tre ampie navate, conserva due grandi cappelle, aperte nelle navate laterali, affrescate da Amedeo Trivisonno.
In fondo alla navata centrale è possibile ammirare un elegante baldacchino sostenuto da colonne con capitelli corinzi che sovrasta l’altare maggiore.
Nella navata sinistra è situato il fonte battesimale in granito e a forma di vasca quadrata risalente al 1745. Sulla parete destra del presbiterio è posizionato un dipinto raffigurante la Madonna di Costantinopoli, opera risalente al XVI secolo.
Le vetrate policrome dell’abside rappresentano i santi difensori del dogma della Trinità: Sant’Agostino, Sant’Ilario, Sant’Atanasio e San Nicola.
Chiesa di Sant’Antonio Abate
Questa chiesa rappresenta la più alta espressione dell’arte barocca di Campobasso, con i suoi altari di marmi policromi e il portale tardo rinascimentale.
Sorta nel Medioevo come chiesa suburbana, annessa ad una struttura ospedaliera, già nel tardo Trecento diviene sede di una confraternita laicale collegata alla presenza nella zona di contadini e pastori.
Il suo aspetto attuale è frutto di modifiche effettuate dal ‘500. Il portale, che presenta i simboli di Sant’Antonio Abate e San Leonardo, risale al 1572.
La chiesa, ad una navata e con soffitto piano dipinto da Amedeo Trivisonno con la rappresentazione della Cacciata di Lucifero dal Paradiso, custodisce al suo interno numerose opere d’arte, come il San Benedetto che esorcizza un indemoniato di Francesco Guarino, l’organo secentesco decorato a intaglio e i quattro altari laterali rivestiti di oro zecchino.
Nella piazza sulla quale si affaccia il 17 gennaio si accende un grande falò in onore di Sant’Antonio Abate.
Chiesa di San Bartolomeo
Sulla parte alta del Monte Monforte sorge questa antica chiesa romanica del XIII secolo. La facciata ha tre ingressi, tra cui quello centrale che si caratterizza per la lunetta in cui è scolpito Cristo Pantocratore, contornato dai simboli dei quattro Evangelisti e da figure variamente interpretate come profeti o dottori della chiesa.
All’interno vedrete un crocifisso e un’acquasantiera del Cinquecento. Fate caso infine alle finestre monofore del campanile.
Museo dei Misteri
Il Museo dei Misteri è dedicato agli “ingegni” di Paolo Saverio di Zinno realizzati a metà del ‘700, che da oltre duecentocinquanta anni sfilano per le vie del capoluogo nel giorno del Corpus Domini.
È costituito da due sale espositive ed una sala proiezioni. Nella sala d’ingresso sono esposti alcuni degli originali costumi d’epoca dei personaggi dei Misteri, insieme a fotografie, variamente datate, che ritraggono alcuni momenti salienti delle passate manifestazioni, e a cataloghi che riportano i nomi dei figuranti degli ultimi 40 anni.
Nella sala proiezioni vedrete video sulla “Processione dei Misteri”.
All’interno della sala degli “ingegni”, invece, è possibile ammirare le tredici “macchine”, scoprendo le peculiarità strutturali ed artistiche che le rendono uniche al mondo.
Museo Sannitico
Il Museo Sannitico si trova nel centro storico e dal 1995 nel Palazzo Mazzarotta. I reperti di origine sannitica provenienti da tutto il Molise sono i più interessanti della collezione che copre un periodo che va dalla Preistoria al Medioevo.
Cinque sono le sezioni del museo: la prima chiamata Lungo le rotte adriatiche; la seconda La via dell’ambra; la terza Gentes fortissimae Italiae; la quarta Dai Sanniti ai Romani; la quinta I cavalieri avari.
Tra i reperti più significativi vanno menzionati quelli della necropoli di Campomarino, risalente all’età del Bronzo, delle necropoli sannitiche di Guglionesi, San Giuliano di Puglia, Termoli e Larino.
Palazzo Cannavina
È uno dei palazzi storici più importanti della città, databile tra il XVII e il XVIII secolo. Il nome deriva dalla famiglia Cannavina che ne fu l’ultima importante proprietaria e che arricchì il palazzo di mobili, affreschi, tappeti e arazzi di cui solo alcuni ancora presenti.
La facciata principale è abbellita dal portale d’ispirazione barocca sormontato da uno stemma con la corona marchesale.
La facciata interna dell’androne a corte, su cui si affacciano su tre lati i porticati, ricorda la struttura dei palazzi nobiliari napoletani.
Teatro Savoia
Il teatro Sociale fu edificato tra il 1923 e il 1925 sull’area dove prima aveva sede il teatro Margherita, inaugurato nel 1894 in sostituzione del precedente teatro Gammieri, distrutto da un incendio e dedicato al compositore campobassano Erennio Gammieri.
Il teatro Sociale venne inaugurato nel 1926 con la rappresentazione della Tosca di Puccini, dopo qualche anno, con il cambio di proprietà, prese il nome definitivo di Teatro Savoia. All’esterno il teatro presenta forme semplici e lineari.
Gli elementi decorativi in ferro battuto delle balaustre, delle finestre, delle maschere teatrali e delle lampade sul coronamento centrale dell’edificio invece sono di chiara ispirazione liberty e sono opera degli importanti artisti campobassani Nicola e Giuseppe Tucci.
L’ingresso, il foyer e la volta a schifo che sovrasta la platea sono decorati con affreschi del 1925 di Arnaldo De Lisio.
Villa de Capoa
La villa è ciò che rimane degli antichi orti del convento francescano di Santa Maria delle Grazie. Nel Settecento l’area fu acquistata da privati e riorganizzata in un vero e proprio parco neoclassico.
Nel 1875 la contessa Marianna de Capoa la donò all’omonimo orfanotrofio femminile da lei fondato e poi, nel 1929, tutto il complesso fu ceduto al comune.
Il giardino ricopre un’area di quasi 16.000 m² ed è caratterizzato dalla presenza di viali alberati, siepi che delimitano piccole piazzole e percorsi labirintici, il tutto decorato da statue, fontane, archi di pietra o di siepi, un sarcofago di fine Quattrocento, un pozzo, panchine in pietra, una grotta e un piazzale dotato di una piattaforma circolare, delimitata da una balaustra marmorea.
Si accede attraverso un pregiato cancello in ferro battuto che, insieme ai lampioni in stile floreale, fu realizzato dall’artigiano di Campobasso, Giuseppe Tucci. Entrambi rappresentano le migliori testimonianze del liberty in città. Godetevi quindi la passeggiata tra sequoie, cedri del Libano, cipressi, abeti rossi e tigli.
Dintorni di Campobasso
Nei dintorni di Campobasso si può visitare l’anfiteatro romano di Larino, che si pensa risalga al I secolo d.C. e poteva contenere circa 18.000 spettatori.
Se volete vedere un’altra testimonianza di epoca romana potreste visitare il teatro di Saepinum, che fa parte dell'area archeologica di Sepino, antica città romana che dal Medioevo in poi assunse il nome di Altilia.
Vedrete l’impianto originale del teatro romano oltre a una serie di edifici di epoca seicentesca che si sono aggiunti lungo il perimetro semicircolare del teatro.
Qui trovate I borghi più belli del Molise e qui Le spiagge più belle del Molise.
Cosa mangiare a Campobasso
La cucina di Campobasso è estremamente legata alle tradizioni di montagna e alla produzione di formaggi.
Assaggiate quindi il formaggio di Pietracatella, che viene stagionato per almeno due mesi nelle grotte di tufo scavate sotto le abitazioni, e il caciocavallo di Agnone, un formaggio a pasta dura con una stagionatura che può essere breve, media o lunga.
Altro prodotto pregiato è il tartufo bianco, diffuso nella montagna che circonda il capoluogo molisano.
Gli amanti di questa prelibatezza dovrebbero visitare il Centro Tartufi Molise. Tra i salumi assaggiate la salsiccia di fegato e la ventricina, un insaccato di maiale a stagionatura lenta. I primi piatti sono per lo più a base di carne, tra i secondi troverete anche del pesce, per esempio il baccalà con la verza o la frittata di alici.
La funnateglie è un piatto tipico dell’entroterra molisano costituito da salsiccia secca sotto “sugna”, uova, peperoni, salsa e pane, che di solito accompagna la zuppa. Per concludere amaretti, mostaccioli e biscotti di mais.
Da bere chiedete il Biferno Doc, un vino sia bianco sia rosso (con dicitura Riserva, se stagionato oltre tre anni) e rosato.
Come arrivare e muoversi a Campobasso
Campobasso può essere facilmente raggiunta in auto percorrendo l’autostrada del Sole A1 e uscendo presso San Vittore.
In treno bisogna prevedere almeno un cambio su un regionale. Chi viaggia in aereo può atterrare all’aeroporto di Pescara e da lì raggiungere Campobasso in treno o in pullman. Una volta arrivati ci si può spostare facilmente a piedi nel centro storico oppure con i trasporti pubblici per raggiungere zone più distanti.
Quando andare a Campobasso
Campobasso è una delle città più fredde d’Italia quindi il periodo ideale per visitarla è la primavera.
Dal punto di vista degli eventi, a maggio si svolge l’Infiorata, a giugno invece si tiene la Festa dei Misteri, uno dei momenti più suggestivi per visitare Campobasso.
In occasione del Corpus Domini, tra le strade della città, prendono vita dei quadri viventi che rappresentano scene bibliche e agiografiche. Così in una particolare processione sfileranno delle statue e sculture in legno o cartapesta, lentamente trasportate a spalla dagli uomini più forti della città. Una tradizione che va avanti dal XV secolo.
Per gli amanti dell’arte contemporanea, invece, la manifestazione Fuoriluogo si tiene nel mese di dicembre e per gli appassionati di cinema appuntamento al Kimera International Film Festival tra la fine di maggio e l’inizio di giugno.