
La serie Rai1 Leonardo, appena andata in onda, ha acceso un rinnovato senso di curiosità sull’uomo che rappresenta per eccellenza il genio italiano. Di chi stiamo parlando? Di Leonardo da Vinci, ovviamente! Dopo la fiction Rai le vendite dei testi che riguardano il pittore, scultore, scienziato, inventore e filosofo fiorentino sono infatti aumentate del 156%.
Un secondo caso editoriale che riguarda uno degli artisti più conosciuti e studiati del mondo intero, dopo quello che, nel primo decennio degli anni 2000, coinvolse il celeberrimo Codice Da Vinci.
Il best-seller di Dan Brown traeva solo ispirazione dalle opere di Leonardo e le rendeva l’ideale filo rosso per arrivare a scoprire i segreti del romanzesco e immaginario Priorato di Sion. Il libro arrivò comunque a vendere 80 milioni di copie in tutto il mondo e il film tratto dal romanzo, con Tom Hanks nei panni di Robert Langdon, incassò oltre 758 miliardi di dollari.
Il tutto servì anche a riaccendere una luce sulla produzione artistica di Leonardo, soprattutto su quella meno conosciuta. Se chiudiamo gli occhi e pensiamo a Da Vinci, infatti, il quadro che tutti, dai bambini fino agli anziani, immaginiamo è solo uno: La Gioconda (attualmente conservata al Louvre di Parigi). Ma la Monna Lisa è solo una delle tante meraviglie artistiche partorite dal pennello del genio fiorentino, molte delle quali si trovano più vicine a noi e all’interno dei confini italiani.
Ecco allora le più belle opere di Leonardo da vedere in Italia.
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Dove vedere le opere di Leonardo in Italia
- Il Cenacolo, Refettorio del santuario di Santa Maria delle Grazie, Milano
- Annunciazione, Uffizi, Firenze
- San Girolamo Penitente, Pinacoteca Vaticana
- Testa di Fanciulla, Galleria Nazionale di Parma
(Foto: © Leemage/Corbis/ Getty Images)
Le opere di leonardo da vedere in Italia
Non possiamo che partire dal famosissimo Cenacolo. L’opera parietale, che si trova nel Refettorio del santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano, è stata più volte restaurata a causa dello stato di conservazione non proprio ottimale in cui versa.
La tecnica mista a secco su intonaco, infatti, non ha consentito al Cenacolo di oltrepassare indenne il trascorrere dei secoli. L’opera in questione – secondo il già citato Codice da Vinci – mostrerebbe, senza possibilità di indugi, che il Sacro Graal non esiste: i calici dipinti sulla tavola di Gesù e dei dodici apostoli sono infatti 13.
La particolarità principale di questo dipinto, rispetto ad altri di altri artisti che raffigurano l’Ultima cena, è però il momento riprodotto. Non si tratta infatti dell’attimo in cui Gesù spezza il pane o beve il vino e che ha trovato spesso fortuna nelle produzioni artistiche. A essere raffigurato è l’istante successivo a quello in cui Cristo dice di essere consapevole del tradimento di uno dei suoi. Nel cenacolo di Leonardo si vedono infatti i 12 apostoli stupiti e turbati, parlare e confabulare tra loro, chiedendosi chi sia il traditore.
- L’Annunciazione – Firenze
L’annunciazione è un’opera realizzata a olio e tempera su tavola e risalente a un periodo che va tra il 1472 e il 1475. È conservata nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Anche in questo caso Leonardo volle dare un tocco personale e differente all’episodio biblico da altri rappresentato. L’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele a Maria viene solitamente raffigurata nella camera da letto dell’Immacolata o su una balconata, da Vinci volle invece rappresentare i due soggetti in un giardino. Anche le ali dell’angelo sono particolari: non dipinte come simili a quelle di un pavone, come si faceva un tempo per le iconografie sacre, ma molto piccole e simili a quelle di un comune volatile. Nel dipinto la figura di Maria appare in prospettiva distorta: ha il braccio destro più lungo del sinistro e le gambe troppo piccole rispetto al resto del corpo.
Diversi studi hanno dimostrato che questo è stato probabilmente un errore voluto, in quanto l’opera in origine doveva essere esposta su una parete che ne avrebbe permesso la vista soprattutto dallo scorcio di destra.
- San Girolamo Penitente – Roma
Si trova nella Pinacoteca Vaticana la versione del San Girolamo penitente di Leonardo da Vinci. Si tratta in realtà di un’opera incompiuta che risale al 1480 circa. In questa tavola di dimensioni alquanto ridotte (103×75), l’artista ha iniziato a mostrare la sua attenzione ai dettagli corporei e anatomici dei soggetti dipinti. Il martire ha infatti muscoli e tendini a vista, la testa ossuta, le clavicole pronunciate e i tratti del viso penitente particolarmente accentuati. A questa realizzazione certosina si accompagna invece quella del passaggi circostante piuttosto sfumato e approssimativo. Alcuni studiosi hanno voluto vedere nelle ombre che si scorgono sulle rocce, uno schizzo della facciata di Santa Maria Novella.
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- Testa di Fanciulla – Parma
Una tavoletta di 24,7×21 centimetri raffigura la cosiddetta scapigliata, una delle opere forse meno conosciute ma più affascinanti attribuite al Maestro Leonardo da Vinci. Si tratta di un volto di donna, girata di tre quarti verso sinistra e con lo sguardo rivolto verso il basso. Deve il suo nomignolo “la scapigliata” al fatto che i suoi capelli sono raffigurati come disordinati dal vento. Si tratta di un dipinto appartenuto ai Gonzaga e conservato oggi nella Galleria Nazionale di Parma. È attribuito a Leonardo perché nell’inventario dei beni della famiglia Gonzaga è descirtto proprio come “un quadro dipintovi la testa di una donna scapigliata, bozzata, opera di Lionardo da Vinci”. Non si sa bene chi sia la donna raffigurata in questo diponto, ma probabilmente si tratta di un’immagine sacra: la Marchesa di Monferrato Margherita Paleologa – moglie di Federico Gonzaga – in una lettera del 1501 scriveva infatti a Pietro di Novellara di aver commissionato a Leonardo un’Immagine della Vergine per il suo studio personale.