
L’antica Etruria dopo la fine del dominio etrusco venne denominata Tuscia, un territorio abbastanza vasto che comprende la Toscana meridionale, l’Umbria occidentale e il Lazio settentrionale.
L’antica terra degli etruschi è ancora oggi uno scrigno di suggestivi borghi, splendide ville e palazzi, meravigliosi giardini, preziose zone archeologiche e antiche necropoli.
La parte della Tuscia nella provincia di Viterbo in particolare è una delle zone più affascinanti del Lazio. Incorniciata da due catene montuose, i monti Cimini e i monti Volsini, la Tuscia Viterbese custodisce due laghi vulcanici, Vico e Bolsena, la pianura della Maremma Laziale e una costa che arriva quasi a toccare l’Argentario.
Ecco le meraviglie della Tuscia Viterbese, una terra millenaria di antiche storie e tradizioni.
Cosa vedere nella Tuscia Viterbese
È conosciuta come la Città dei Papi da quando, nel XIII secolo, fu sede pontificia e per circa 24 anni il Palazzo Papale ospitò e vide eleggere diversi pontefici. Secondo la leggenda la fondazione di Viterbo è merito di Ercole, al quale sarebbe stato dedicato il tempio che sorgeva sul colle dove oggi si trova la cattedrale di San Lorenzo. Questa antica cittadina di origine etrusca oggi conserva il più vasto centro storico medievale d’Europa, cinto da mura. Viterbo è inoltre conosciuta per il passaggio di una delle più importanti strade dell’antichità, la Cassia, che prenderà più tardi il nome di via Francigena a causa dei viandanti d’oltralpe diretti a Roma. Il suo tratto cittadino è la via San Pellegrino che attraversa appunto il quartiere San Pellegrino, uno dei più autentici, con case e torri medievali. Visitate anche la piazza della Morte e la cattedrale di San Lorenzo, passando poi per l’attuale piazza del Plebiscito, centro politico della città nel Duecento, dove sorgono il palazzo dei Priori e altri edifici pubblici all’ombra della Torre dell’Orologio.
Non perdete chiaramente il Palazzo dei Papi, massima espressione dell’architettura gotica.
- Tarquinia
La città di Tarquinia fu uno dei più antichi e importanti insediamenti della dodecapoli etrusca. Originariamente chiamata Tarxuna in etrusco, la città conserva numerose testimonianze dell’antica civiltà. Situata lungo il fiume Marta, lungo la via Aurelia, Tarquinia conserva il centro medievale costruito con la pietra scura del tavolato vulcanico su cui sorge. È interessante la visita del quattrocentesco palazzo Vitelleschi che ospita il Museo Nazionale Tarquiniense, dove potrete ammirare importanti reperti etruschi, come il rilievo dei Cavalli alati e il vaso di Bochoris. Non perdete la chiesa di Santa Maria del Castello, l’edificio di architettura romanica più rappresentativo di Tarquinia che sorge nella zona chiamata Castrum Corgnetum. A est del centro si trova, invece, la necropoli etrusca dei Monterozzi, dove si visitano tombe ipogee con splendide decorazioni pittoriche. Sulla costa, troverete la riserva naturale delle saline di Tarquinia, frequentata dal fenicottero rosa e dall’airone bianco maggiore.
- Tuscania
Tuscania fu un altro dei principali centri etruschi. Situata sul colle di San Pietro, che sovrasta il fiume Marta, la cittadina conserva il suo aspetto medievale incorniciata dai monti Volsini sullo sfondo. Esplorate le stradine che partono dalla piazza del Duomo, che custodisce un prezioso polittico di Andrea di Bartolo. Al Museo Nazionale Tuscanese, nel complesso della chiesa di Santa Maria del Riposo, potrete invece ammirare i numerosi reperti archeologici etruschi. Fuori porta sorgono, poco distanti l’una dall’altra, due importanti chiese romaniche: San Pietro, situata in alto sull’omonimo colle, con un grande rosone e uno splendido pavimento a mosaico, e Santa Maria Maggiore, sulle pendici del colle di San Pietro.
Uno dei borghi più belli d’Italia, Civita di Bagnoregio è immersa nel paesaggio fiabesco della valle dei Calanchi, tra il lago di Bolsena e la valle del Tevere, caratterizzata dall’erosione e dalle frane delle pareti di tufo della sommità del monte su cui poggia. Ecco perché Civita di Bagnoregio è conosciuta come la città che muore.
È un borgo di origine etrusca, arricchito dall’architettura medievale e rinascimentale, unito al resto del mondo da un ponte pedonale che sembra sospeso tra le nuvole, accessibile solo a piedi pagando un biglietto d’ingresso. Una volta arrivati passerete sotto la scenografica Porta Santa Maria che vi farà accedere al cuore del paesino. Nella piazza principale spicca la mole della Chiesa di San Donato, dall’aspetto cinquecentesco, ma sorta su un preesistente tempio pagano. Visitate poi il Palazzo Vescovile e il mulino risalente al XVI secolo. Così esplorate gli stretti vicoli del villaggio tardomedievale dove si alternano piazzette, cortili, bifore e portali.
- Villa Lante a Bagnaia
A pochi chilometri da Viterbo, in una frazione chiamata Bagnaia, si trova Villa Lante, una delle maggiori realizzazioni del Cinquecento italiano. Il progetto della villa è attribuito a Jacopo Barozzi da Vignola. La villa fu costruita su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara tra il 1511 e il 1566, ma conosciuta come villa Lante da quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere, I duca di Bomarzo. Villa Lante è costituita da due palazzine gemelle e da uno dei più famosi giardini manieristici d’Italia, adornato con fontane e giochi d’acqua. Tra queste, spettacolare è la fontana del Quadrato o dei Mori a Villa Lante: uno specchio d’acqua che eleganti balaustre suddividono in quattro bacini su cui galleggia una barca con un putto zampillante e al centro un triplice cerchio di vasche culminanti nel gruppo dei quattro mori che reggono lo stemma di Papa Sisto V. Il vero gioiello di Villa Lante, dunque, è il giardino, votato nel 2011 come il parco più bello d’Italia. L’intero giardino è attraversato da un percorso d’acqua che nasce da un trionfo di geometrie disegnate da siepi sempreverdi e statue di peperino, creando bacini e giochi d’acqua intorno alla villa.
Uno dei luoghi più bizzarri della Tuscia Viterbese è il Parco dei Mostri di Bomarzo, chiamato anche Sacro Bosco. È un parco naturale ornato da sculture grottesche, architetture impossibili e statue enigmatiche, che secondo alcuni rappresenterebbero le tappe di un itinerario di matrice alchemica.
Orchi, draghi, facce orrende e case inclinate vi faranno immergere in un’atmosfera surreale tanto che Salvador Dalí ha definito il parco un’invenzione storica unica. Il Parco dei Mostri fu ideato nel 1547 dall’architetto Pirro Ligorio su commissione del principe Pier Francesco Orsini, affranto dal dolore per la morte della moglie Giulia Farnese. Avventuratevi, dunque, nel parco per andare alla ricerca di animali mitologici, divinità e mostri. Sarete accolti da alcune iscrizioni come queste che vi daranno il benvenuto del principe: «Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua, dove son facce horrende, elefanti, leoni, orchi et draghi».
- Palazzo Farnese di Caprarola
Caprarola è un piccolo borgo che custodisce un grande tesoro, il Palazzo Farnese. Nato per scopi difensivi il palazzo divenne poi dimora signorile della famiglia Farnese. Progettata inizialmente da Antonio da Sangallo il Giovane e Baldassarre Peruzzi, infine terminata da Jacopo Barozzi, detto il Vignola, a metà Cinquecento, il Palazzo Farnese costituisce uno dei migliori esempi di dimora di epoca manierista, ed è riconosciuto come uno dei monumenti tardorinascimentali più intriganti d’Europa. Il palazzo è un grande prisma pentagonale posto in cima alla lunga strada principale del borgo. Esplorate le eleganti stanze dei cinque piani del palazzo decorato tra il 1560 ed il 1580 da artisti come i fratelli Federico e Taddeo Zuccari, Antonio Tempesta, Jacopo Bertoia, Raffaellino da Reggio, Giovanni Antonio da Varese, Giovanni de Vecchi. Da non perdere la visita dei meravigliosi giardini. Tra questi i Giardini Bassi: due grandi giardini quadrati sopraelevati, detti dell’Estate e dell’Inverno, caratterizzati da riquadri ricavati con siepi di bosso e da varie fontane. I Giardini Alti, invece, sono un altro superbo esempio di giardino all’italiana, raggiungibili attraverso scale e viali immersi nel parco.
In questa suggestiva cornice naturale il cui silenzio è rotto solo dallo scrosciare dell’acqua nelle fontane monumentali giungerete all’elegante palazzina che incantò Luigi Einaudi, primo Presidente della Repubblica Italiana, che la scelse come residenza estiva.
- I borghi della Tuscia Viterbese
La Tuscia Viterbese è ricca di borghi affascinanti dove sembra che il tempo si sia fermato. Nell’antica terra degli etruschi troverete paesini suggestivi come Calcata, il paese delle streghe ma anche il borgo degli artisti, situato nella valle del Treja. Celleno è il borgo fantasma, arroccato a 350 metri di altezza su uno sperone di tufo nel cuore della Tuscia. Ai piedi dei monti Volsini, sorge invece Bolsena, denominata la “città del miracolo eucaristico”, sulla sponda settentrionale dell’omonimo lago. A cavallo tra il Lazio e la Toscana si trova poi il borgo di Acquapendente, su un’altura che domina la valle del fiume Paglia. Non perdete la visita alla Torre dell’Orologio, detta anche del Barbarossa, poiché venne fatta costruire da Enrico IV nel XII secolo e che ormai è completamente distrutta. Sulla sponda nordorientale del lago di Bolsena, invece, si trova Capodimonte, dominata dalla Rocca dei Farnese che venne fatta costruire nel XV secolo da Pier Luigi Farnese. Sutri poi era un vero baluardo etrusco oltre che un importante punto di snodo di pellegrini e merci fino al periodo medievale. È un suggestivo borgo situato su un rilievo tufaceo che domina la Cassia, le cui origini risalgono probabilmente all’età del bronzo. In cima al colle più alto dei monti Volsini, sorge poi Montefiascone, di origine medievale, il cui nome viene fatto risalire a Mons per la sua posizione sul colle e a Faliscorum dal popolo dei Falisci che si stabilirono nella zona. Soriano nel Cimino, infine, è il più grande comune tra quelli del comprensorio dei Monti Cimini.
Da non perdere il castello Orsini, il palazzo Chigi-Albani con la sua celebre e curiosa fontana Papacqua, le chiese e, poco distante dal borgo, la Faggeta, dichiarata patrimonio naturale dell’umanità dall’Unesco.
- Lago di Bolsena
In provincia di Viterbo si trova inoltre il più grande lago vulcanico d’Europa. Quinto per dimensioni in Italia, il lago di Bolsena si trova nell’alto Lazio, al confine con l’Umbria e la Toscana, nella caldera principale del complesso vulcanico Vulsinio. Sulle sue rive e sui crinali dei monti Volsini sorgono numerosi antichi borghi ricchi di storia. Partendo da Bolsena e seguendo la strada panoramica in senso orario, troverete in ordine: Bolsena, la città che ha dato il nome al lago, Montefiascone, con il più bel panorama del lago, Marta, principale e attivo porto dei pescatori, Capodimonte, sul pittoresco promontorio che si protende verso il lago, Valentano, con il suo ampio panorama dominante la conca del lago, Gradoli, su uno sperone di tufo all’interno del recinto craterico, Grotte di Castro, che conserva il fascino della struttura medioevale, San Lorenzo Nuovo, perfetto esempio di impianto urbanistico del Settecento, l’incontaminata isola Bisentina e l’isola Martana, la famosa isola della Regina Amalasunta. Esplorate dunque il lago di Bolsena e le sue sponde a piedi, in bicicletta, a cavallo o in barca.
- Lago di Vico
Il lago di Vico, anch’esso di origine vulcanica, vanta il primato di altitudine tra i grandi laghi italiani, con i suoi 507 metri sul livello del mare. Situato in provincia di Viterbo, il lago è circondato dal complesso montuoso dei monti Cimini, in particolare dal monte Fogliano e dal monte Venere. Il lago dalla forma a ferro di cavallo, considerato il più bello del Lazio, e la cinta montuosa che lo circonda fanno parte della riserva naturale.
L’area riveste un elevato interesse geologico: la formazione vulcanica del territorio ha lasciato all’interno delle rocce minerali e cristalli dalle innumerevoli sfumature di colore, alcuni dei quali scoperti in queste zone per la prima volta. Le numerose specie arboree come i faggi, gli aceri, le querce, i noccioleti e i castagneti da frutto, contribuiscono alla bellezza del paesaggio in ogni stagione. Suggestive sono anche le faggete di Monte Venere e Monte Fogliano, che contano esemplari pluricentenari con tronchi di enormi dimensioni. La fauna, caratterizzata da una forte biodiversità, comprende numerose specie di pesci, mammiferi e rapaci, ma soprattutto uccelli acquatici come lo Svasso Maggiore, che da sempre è il simbolo della Riserva.
Nei dintorni di Viterbo si trovano numerose sorgenti termali conosciute fin dall’antichità, soprannominate le Terme dei Papi, perché in passato erano apprezzate persino da illustri personaggi del mondo cattolico. Tra le tante, la sorgente Bullicame è nota da sempre per le sue proprietà terapeutiche e viene perfino citata da Dante nell’Inferno della Divina Commedia. Queste sono le terme ad accesso libero più vicine al centro di Viterbo, da cui distano appena 2 km. Poco distanti dalle Terme del Bullicame, si trovano le Terme delle Piscine Carletti, anche queste ad accesso libero. O ancora l’area termale del Bagnaccio, sempre a ingresso gratuito, comprende sia sorgenti ipotermali (23-29° C) che ipertermali (64-66° C). A sud di Viterbo, in località Paliano, invece, si trovano le Terme delle Masse di San Sisto, costituite da due vasche termali di diversa temperatura, un prato dove stendersi al sole e tutti i servizi. Aperte tutto il giorno, queste terme però sono accessibili solo sottoscrivendo una tessera annuale e pagando una quota associativa annua. Infine, le terme di Stigliano, note per le stufe (getti di vapore provocati dalle sorgenti di acqua calda) delle grotte naturali, ideali soprattutto per chi soffre di malattie respiratorie, artrosi e malattie della pelle.
Le terme sono immerse nel verde e in un’atmosfera rilassante. Sono accessibili da maggio a settembre con ingresso a pagamento. Infine, se volete godervi le Terme dei Papi con tutti i comfort prenotate una camera all’hotel Niccoló V per una vacanza rilassante. Una parte del centro termale è riservata agli ospiti dell’albergo.
Cosa vedere in 3 giorni nella Tuscia Viterbese
- Viterbo
- Tarquinia
- Tuscania
- Civita di Bagnoregio
- Caprarola
- Villa Lante a Bagnaia
- Parco dei Mostri di Bomarzo
- Lago di Vico e lago di Bolsena
- Terme dei Papi
Cosa mangiare nella Tuscia Viterbese
La cucina della Tuscia Viterbese per ragioni storiche, culturali oltre che geografiche riunisce i piatti della tradizione romana, umbra e toscana. Ecco alcuni piatti tipici della Tuscia Viterbese: lombrichelli alla vitorchianese (spaghettoni al pomodoro o al sugo di selvaggina), il fieno di Canepina (pasta sfoglia sottile di solito al sugo), lombrichelli con ragù di cinghiale e spolverata di pecorino, l’abbacchio (l’agnello preparato al forno), i salumi della Tuscia tra cui porchetta, salsiccia, capocollo e pancetta, i pesci di lago tra cui il coregone, l’anguilla o il luccio, la sbroscia (zuppa di pesce, patate e pomodoro, servita su pane raffermo), le zuppe a base di legumi della Tuscia (fagioli di Sutri, lenticchie di Onano, fagiolo solfino viterbese e fagioli del Purgatorio di Gradoli), l’acquacotta (zuppa con pane raffermo, mentuccia e cicoria). Per concludere in dolcezza assaggiate i tozzetti di Viterbo o il pangiallo, dolce tipico natalizio ricco di mandorle, cacao, fichi secchi, nocciole, noci e pinoli.
Quando andare nella Tuscia Viterbese
La Tuscia Viterbese è una meta ideale da visitare in qualsiasi stagione dell’anno, ma sicuramente l’autunno o la primavera sono i periodi migliori per poter esplorare la zona con un clima piacevole. Se vi interessa il folclore, visitate gli antichi borghi della Tuscia Viterbese in occasione di sagre e feste tradizionali.