
Disabitata, selvaggia e circondata da un mare blu profondo, l'isola di Vivara è una piccola isola del Golfo di Napoli, di proprietà privata, appartenente al gruppo delle isole Flegree e rappresenta un'importante risorsa di valore sia naturalistico che paesaggistico, grazie al suo habitat naturale e alla sua biodiversità sia floristica che faunistica, non a caso il suo nome deriva dal latino "vivarium", che significa: luogo dove vivono gli animali.
L'isola costituisce il lembo occidentale di un antico cratere vulcanico oggi sommerso ed è collegata a Procida da un lungo ponte, quasi sospeso sull’acqua, appena a sud della spiaggia della Chiaiolella e percorribile solo a piedi.
Vivara

Vivara è riconoscibile per la sua caratteristica forma a mezzaluna per le sue scogliere rocciose a picco sul mare e soprattutto per la fitta macchia mediterranea che ospita piante rare e animali selvatici che ne fanno un’oasi naturalistica protetta dal 1974 e riserva naturale dello Stato dal 2002.
Vivara ha anche uno spiccato valore archeologico, artistico e architettonico grazie alla presenza di reperti della civiltà micenea e all'architettura borbonica con il complesso del “Casino di Caccia Borbonico” e la preesistente Casa Colonica del 1681.
Proprio per il suo status protetto Vivara è disabitata ma può essere visitata per poter studiare o semplicemente ammirare la flora e la fauna del posto attraverso dei sentieri che portano dentro la sua vegetazione incontaminata.
Le visite vengono effettuate con l’aiuto di una guida naturalistica autorizzata dalla RNS Isola di Vivara.
Il percorso principale parte da una scalinata costruita negli anni '30 per accogliere la visita della principessa Maria Josè, moglie del principe Umberto. Il sentiero collega le due estremità dell'isola, Capitello e Punta Mezzogiorno.
L’accesso sull’isola è contingentato in quanto la presenza dell'uomo potrebbe rappresentare un pericolo per la conservazione delle strutture geomorfologiche, della fauna, dei resti archeologici e delle specie botaniche. Essendo stata protetta dall'impatto umano, l'isola è attualmente considerata un'oasi e una culla per la ricerca scientifica.
Prenotazioni, biglietti e orari visite

Le visite durano circa 3 ore e sono possibili dal martedì alla domenica alle ore 11.00 e alle ore 15,00 con prenotazione e pagamento entro e non oltre 48h dal giorno di visita secondo i seguenti orari:
- Periodo invernale (15 sett - 31 mag): alle ore 9.00 e alle ore 11.30
- Periodo estivo (1° giu – 14 sett): alle ore 9.00 e alle ore 17.00
Tariffe
I non residenti a Procida pagano un biglietto intero di € 10,00 e ridotto di € 3 per i minori fino a 12 anni. I gruppi di minimo 15 persone pagano un biglietto di € 6 a persona, le scolaresche di almeno 15 persone di € 3 a persona.
Ingresso gratuito per:
insegnanti accompagnatori di gruppi scolastici (1 per gruppo), alunni con disabilità e insegnante di sostegno accompagnatore, accompagnatori di gruppi non scolastici (1 accompagnatore per gruppo)
Prima di prenotare una visita sull’isola di Vivara è bene considerare che le particolari sue caratteristiche morfologiche purtroppo rendono impossibile l’accesso a visitatori con disabilità motoria.
Per lo stesso motivo è raccomandato un abbigliamento adeguato all’escursione con abiti sportivi, scarpe da trekking, un cappello e una borraccia d’acqua, anche perché sull’Isola di Vivara non sono presenti servizi igienici e non è presente un servizio BAR o di ristoro.
Cosa vedere sull'isola di Vivara
Nonostante un perimetro di appena 3 Km Vivara offre numerose possibilità di esplorazione nella natura incontaminata con scorci panoramici sorprendenti sospesi tra il blu del mare e il verde dell’entroterra ricoperto da lecci, ulivi, ginestre, mirto selvatico che rappresentano l’habitat ideale per la nidificazione di oltre 100 specie di uccelli che qui trovano protezione e nutrimento.
La costa dell’isola è caratterizzata da ripide scogliere rocciose e dall’assenza di spiagge e i suoi fondali, spettacolari e ricchi di piante marine sono un richiamo per tutti gli amanti dello snorkeling e delle immersioni subacquee.
Oltre alla sua rigogliosa macchia mediterranea Vivara custodisce una serie di significativi siti archeologici e antiche costruzioni abbandonate come la casa del Caporale, antica dimora del custode dell'isola in epoca borbonica con una spettacolare terrazza dalla quale è possibile ammirare scorci mozzafiato sulla vicina isola di Ischia e su tutto il litorale campano. Da qui si possono facilmente raggiungere le costruzioni dei Fortini e i Resti Napoleonici.
Un altro suggestivo punto panoramico è quello della Tavola del Re, situato nel punto più meridionale dell'isola, da dove si può ammirare uno straordinario panorama del Vesuvio e delle isole del Golfo di Napoli: Procida, vicinissima, Ischia con il suo castello aragonese fino a scorgere in lontananza, il profilo di Capri.
Il Cantinone è un altro antico manufatto circondato dalla vegetazione, si trova un altro manufatto risalente al periodo tra la fine del settecento e gli inizi dell'ottocento, realizzato per essere prima una caserma e successivamente magazzino agricolo.
Proseguendo si arriva all'antica villa detta Casa Padronale costruita nel 1681 come casino di caccia.
Dalle sue stanze, si gode una vista incantevole sia sulla bocca grande che separa le isole di Capri e Ischia sia a occidente sull'isola di Ischia e sull'imponente monte Epomeo, antico vulcano.
All'interno della villa ancora si possono ammirare eleganti manufatti come l'altare della cappella con maioliche azzurre seicentesche.
Davanti alla villa padronale c'è la casa colonica caratterizzata dal suo antico camino-focolare che troneggia nella grande cucina di particolare interesse storico e architettonico. Altre costruzioni del complesso sono il forno e il pozzo dal quale si accingeva l'acqua dalla cisterna.
Secondo le ricostruzioni storiche i primi abitanti dell’isola furono i Micenei con insediamenti risalenti al XIV secolo a.C . Per trovare altre tracce del passato si deve fare un lungo salto temporale fino al 1700 quando i Borboni destinarono l’isola a riserva di caccia a disposizione di Re Carlo.
Nel ‘900 l'isola è stata sfruttata a fini agricoli fino alla fine degli anni '60, quando è stata poi abbandonata e nuovamente invasa dalla vegetazione selvaggia.
Nel 1974 è stata dichiarato Oasi di protezione naturale e dal 1979 è sottoposto a vincolo archeologico. Con decreto del Ministero dell'Ambiente, nel 2002 l'isola di Vivara è diventata Riserva Naturale Statale, accessibile solo per motivi ambientali e di ricerca scientifica.