Italia

I giardini più belli d’Italia da vedere in primavera

Ponte primo maggio 2024
Un’esplosione di colori esuberanti e inebrianti profumi a cui è difficile resistere.

La primavera si annuncia tra oasi verdi e prati in fiore dove assistere alla rinascita della natura dopo il lungo letargo invernale. 

Una fuga, dunque, nei giardini più belli d’Italia è l’ideale per ammirare la primavera sbocciare.

Commissionati da nobili e cardinali, abitati da imperatrici e principesse, frequentati da artisti e intellettuali, i giardini di ville, palazzi e isole, sono scrigni di arte, natura e bellezza.

Ecco i 10 più bei giardini d’Italia da vedere in primavera.

Il Giardino di Ninfa, Cisterna di Latina - Lazio 

Giardino di Ninfa

In età romana, accanto alle acque che sgorgavano dai monti Lepini, fu costruito un piccolo tempio dedicato alle Ninfe, divinità dei boschi e delle acque: da esse prese il nome il fiume che attraversa Ninfa, un tempo fiorente cittadina medievale situata sull’unica via di comunicazione che da Roma portava al sud.

Dall’XI secolo Ninfa assunse il ruolo di città  e fu governata da varie famiglie nobiliari. Nel 1298 poi Benedetto Caetani, noto come Papa Bonifacio VIII, acquistò Ninfa e altri territori limitrofi per suo nipote Pietro II Caetani.

La famiglia del pontefice, dunque, iniziò a restaurare i primi edifici, a scavare il letto del fiume, a piantare alberi, avviando l'odierno giardino che poi crebbe sotto le cure di tre donne:

Ada Bootle Wilbraham, inglese, la cognata Marguerite Chapin, americana, e la nipote Lelia. Nel 1977 con la morte di Lelia, alla Fondazione Roffredo Caetani fu affidato il compito di perpetuare la bellezza di questo luogo.

Oggi il Giardino di Ninfa è considerato uno dei più bei giardini all’inglese d’Italia. Passeggiare tra ciliegi e meli ornamentali in fiore, magnolie decidue, betulle, iris palustri e una sensazionale varietà di aceri giapponesi è una delle esperienze più romantiche da fare in primavera.

Villa Lante, Bagnaia – Lazio 

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A pochi chilometri da Viterbo sorge un meraviglioso giardino manierista all’italiana.

Villa Lante della Rovere a Bagnaia è una delle più significative realizzazioni del Cinquecento italiano e vanta uno splendido parco, voluto dal cardinale Gianfrancesco Gambara e progettato da Jacopo Barozzi da Vignola.

Il giardino è un percorso di fontane, cascate, siepi, nicchie e giochi d’acqua disegnati secondo i canoni di equilibrio e armonia dell’epoca. Giardini segreti e labirinti, dunque, si susseguono in un giardino dove prevale il gusto del gioco e il senso della sorpresa.

Ma l’elemento predominante del parco è l’acqua che sgorga dalle numerose fontane, sistemate lungo cinque livelli di terrazze sovrapposte.

Tra le tante colpiscono la Fontana del Quadrato, sormontata da un gruppo scultoreo attribuito a Taddeo Landini, la Fontana dei Lumini, formata da 70 getti d’acqua che fuoriescono da piccole tazze, e la Fontana della Tavola o anche Mensa del Cardinale dove appunto il cardinal Gambara era solito tenere i suoi conviti estivi.

Uno degli edifici più curiosi del parco è sicuramente la “ghiacciaia”, una costruzione realizzata all’inizio del XVII secolo a forma cilindrica, interrata per quasi 10 metri, che d’inverno veniva riempita di neve per mantenere fresche le bevande e i gelati di cui pare fosse ghiotto il cardinal Alessandro Damasceni Peretti-Montalto, nipote di papa Sisto V, che completò il progetto di Villa Lante intrapreso da Gambara. 

I Giardini di Sissi, Merano – Trentino-Alto Adige

Immaginate di passeggiare tra 300.000 fiori come tulipani, narcisi e giacinti, un tempo ammirati anche dall’imperatrice Sissi. I Giardini di Castel Trauttmansdorff a Merano, infatti, sono stati ribattezzati i giardini di Sissi in omaggio all’imperatrice d’Austria che elesse Castel Trauttmansdorff a suo domicilio invernale.

Ma dalla metà dell'Ottocento in poi anche altri illustri turisti giunsero da tutta Europa per una pausa di benessere nella città termale di Merano, nota per il clima mite e la vegetazione mediterranea. Estesi a digradare su una superficie di 12 ettari, i Giardini di Castel Trauttmansdorff riuniscono in un anfiteatro naturale paesaggi esotici e mediterranei, vedute mozzafiato sugli scenari montani circostanti e su una Kurstadt Merano baciata dal sole.

In più di 80 ambienti botanici crescono piante provenienti da tutto il mondo. I Giardini di Castel Trauttmansdorff, inoltre, affascinano per l'incantevole intreccio fra natura, cultura e arte. Qui troverete infatti svariate stazioni multisensoriali, suggestivi giardini a tema, padiglioni artistici ed esemplari del regno animale.

Al centro del giardino botanico di Castel Trauttmansdorff si trova il castello stesso, dove un tempo soggiornavano l'imperatore Francesco Giuseppe e sua moglie, e che oggi ospita un ristorante e il Touriseum. 

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Parco Giardino Sigurtà, Valeggio sul Mincio – Veneto

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Un tesoro verde di oltre 600 anni che nasce dalla perfetta fusione tra un parco storico e un giardino moderno.

La storia del Parco Giardino Sigurtà di Valeggio sul Mincio inizia, infatti, il 14 maggio del 1407, quando, durante la dominazione veneziana di Valeggio sul Mincio, il patrizio Gerolamo Nicolò Contarini acquistò l'intera proprietà che al tempo aveva una funzione puramente agricola. Vicino alla casa principale, si trovava un piccolo e geometrico giardino dedicato all'ozio dei nobili. Da qui nacque il Parco Giardino Sigurtà.

I giardini furono aperti poi per la prima volta al pubblico nel 1978, divenendo in breve tempo meta prediletta di famosi botanici, amanti della natura e ospiti illustri del calibro di Alexander Fleming, Selman Waksman, Conrad Lorenz e Albert Sabin, Carlo d’Inghilterra, Margareth Thatcher, Luchino Visconti e Indro Montanelli. Vincitore di numerosi premi tra cui quello di parco più bello d'Italia nel 2013 e di secondo parco più bello d'Europa nel 2015, il Parco Giardino Sigurtà incanta i visitatori con un milione di tulipani, che rappresentano la fioritura più importante in Italia e la più ricca del Sud Europa. Il viale delle rose poi, da maggio a settembre, accoglie 30.000 rose rifiorenti.

Diciotto specchi d'acqua ospitano tra giugno e luglio le piante acquatiche. Il labirinto di 2500 metri quadrati vi farà perdere poi tra 1500 esemplari di tasso. E infine giardini acquatici, prati verdi e passeggiate panoramiche tra l’eremo, il castelletto e le piante officinali vi faranno dimenticare il mondo. 

Villa Medicea di Castello, Firenze – Toscana

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La Villa Medicea di Castello sulle colline di Firenze, chiamata anche Villa Reale, è una delle più antiche residenze di campagna della famiglia dei Medici fin dal 1477.

La villa prende il nome dalla cisterna "castellum" dell'antico acquedotto romano, che qui si trovava e fu la preferita di Cosimo I, che la fece ristrutturare dal Tribolo a partire dal 1537.

Fu poi in questa villa che Marsilio Ficino educò il giovane Lorenzo di Pierfrancesco alla visione umanistica del mondo, e fu per questa villa che Botticelli dipinse La Nascita di Venere e La Primavera, più tardi trasferiti agli Uffizi. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, la splendida villa è fin dal 1966 la sede dell’Accademia della Crusca e quindi visitabile solo in occasioni speciali.

Invece è aperto al pubblico il meraviglioso giardino, progettato nel 1538 per volere di Cosimo I e definito il prototipo del cinquecentesco giardino all’italiana. Da notare la fontana di Ercole e Anteo, opera del Tribolo e Pierino da Vinci, coronata dal gruppo bronzeo di Bartolomeo Ammannati, e la straordinaria Grotta degli Animali o del Diluvio, ideata dal Tribolo stesso e animata in origine da spettacolari giochi d’acqua.

Il giardino vanta inoltre un’eccezionale collezione di agrumi, costituita da circa cinquecento piante di importanza storico-botanica unica al mondo, discendenti dalle antiche varietà medicee, insieme a esemplari di oltre trecento anni di vita.

Notevole, infine, il giardino delle erbe officinali che custodisce il raro gelsomino indiano di Goa detto “mugherino”, che dà il nome alla serra del cosiddetto “ortaccio” o Giardino segreto.

Il Giardino della Kolymbethra, Agrigento – Sicilia 

Kolymbethra

Il Giardino della Kolymbethra è un gioiello archeologico e naturalistico nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento, che racchiude i colori, i sapori e i profumi della terra di Sicilia e racconta una storia lunga 2500 anni.

Tra il tempio dei Dioscuri e il tempio di Vulcano ci si inoltra in un’oasi lussureggiante dove crescono rigogliosi aranci, limoni, ulivi, mandorli, mirti, palme nane, pistacchi, melograni, fichidindia e tante altre piante dalle fitte chiome, i profumi inebrianti e i vivaci colori dei frutti.

Le origini della Kolymbethra risalgono al V secolo a.C. quando Terone, tiranno di Akragas, fece costruire il cosiddetto acquedotto Feace (dal nome dell'architetto che lo progettò), che consiste in un vasto sistema di ipogei che captavano l'acqua delle falde sotterranee per convogliarla nella valle della Kolymbethra.

Quindi non perdete la visita agli antichi ipogei prima di intraprendere il percorso botanico tra la zona dell'agrumeto, quella del mandorleto-oliveto e la terza zona ricca di piante tipiche della macchia mediterranea.

Tra profumi di zagara e i colori delle ginestre, immergetevi in questo luogo di delizia che fu una delle mete imprescindibili del Grand Tour tra il XIX e il XX secolo. 

Il Giardino Pantesco Donnafugata, Pantelleria – Sicilia 

Giardino Pantesco Donnafugata

Sull’isola dei dammusi, dei muretti a secco in pietra lavica e dei vigneti di Zibibbo si trova questa meraviglia della natura e dell’ingegno umano.

Il Giardino Pantesco situato nella contrada Khamma di Pantelleria, donato al FAI dall’azienda vinicola Donnafugata, è uno splendido giardino le cui origini risalgono al 3.000 a.C., pensato sia per proteggere le piante dai forti venti sia per far fronte alla scarsità d’acqua che a volte può portare a 300 giorni ininterrotti di siccità. All’esterno il giardino è delimitato da una struttura a pianta circolare, priva di copertura, con un’unica stretta apertura per accedervi e piccole aperture secondarie per consentire il passaggio di acqua piovana.

All’interno vi apparirà un piccolo miracolo: un’unica e secolare pianta di arancio “Portogallo” che occupa tutto lo spazio e che può vivere e dar frutti, ricchi di semi e di succo zuccherino, grazie a un antico e ingegnoso sistema agronomico autosufficiente tramandato fino a noi.

Il sistema utilizza, infatti, la condensa provocata dall’escursione termica fra giorno e notte e la porosità delle spesse mura in pietra lavica, inclinate verso l’interno per captare l’acqua. Perciò il giardino è un modello esemplare dell’ingegno pantesco, che sulla scia della tradizione mediterranea del giardino murato, riesce a riprodurre condizioni microclimatiche capaci di soddisfare l’esigenza idrica anche in assenza di irrigazione. 

Villa Durazzo Pallavicini, Genova – Liguria

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Il Parco Durazzo Pallavicini di Pegli, realizzato tra il 1840 e il 1846, su progetto dell’architetto Michele Canzio, per volere del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini, rappresenta un’eccellenza nell’ambito del giardino storico italiano ed europeo.

Intitolato alla nobildonna Clelia Durazzo e premiato come parco più bello d’Italia nel 2017, il giardino della storica dimora nobiliare si sviluppa su 8 ettari di collina ed è strutturato come un racconto teatrale a sfumature esoterico-massoniche che rendono la visita un’esperienza storico-culturale, paesaggistico-botanica ma anche meditativo-filosofica.

Il percorso di visita è articolato in prologo, antefatto, tre atti, ognuno composto da quattro scene caratterizzate da laghi, torrentelli, cascate, piante rare, scorci visivi e inganni scenografici capaci di appropriarsi del panorama esterno e di dilatare quasi all’infinito i confini di questo luogo magico.

Tra boschi di camelie, pini marittimi e fiori acquatici scoprirete architetture neoclassiche e neogotiche in un percorso di iniziazione in cui prevalgono la meraviglia e lo stupore. Meravigliosi giochi d’acqua concludono questo viaggio alla ricerca della verità. 

Villa Taranto, Verbania – Piemonte 

Villa Taranto

Incastonati nella parte nord-ovest del promontorio della Castagnola, sulle rive occidentali del Lago Maggiore, i giardini di Villa Taranto sono considerati tra i più belli al mondo.

L'aspetto odierno del giardino di Villa Taranto è il risultato dell’opera del Capitano Mc Eacharn iniziata nel 1931. Il capitano scozzese decise di acquistare la proprietà dalla Marchesa di Sant’Elia per trasformarla in un esemplare giardino all’inglese, situato in un lembo d'Italia che, pur con maggior morbidezza e ricchezza di toni, poteva ricordargli la nativa Scozia.

Mc Eacharn fece diventare il giardino una vera e propria opera d’arte con migliaia di piante e fiori provenienti da ogni parte del mondo, distribuiti su un’area di circa 160 000 m² percorsa da ben 7 km di viali. Oggi questa galleria d’arte botanica comprende circa 1.000 piante non autoctone e circa 20.000 varietà e specie di particolare valore. I giardini sono suddivisi in diverse aree, ma assicuratevi di non perdere i giardini terrazzati con le cascatelle, la piscina e le vasche per ninfee e fior di loto, il “Giardino d’inverno” e il “Giardino palustre”, le fontane ornamentali e i giochi d’acqua.

Villa Taranto, così chiamata dal capitano in memoria di un suo antenato, il Maresciallo McDonald, nominato Duca di Taranto da Napoleone, non è visitabile, in quanto sede della Prefettura della Provincia del Verbano - Cusio – Ossola, ma i suoi splendidi giardini sono aperti al pubblico dal 1952.

Il giardino dell’Isola Bella, Lago Maggiore – Piemonte

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Situata nel Lago Maggiore e appartenente al gruppo delle isole Borromee, l’isola Bella misura solo 320 metri di lunghezza e 180 di lunghezza, ed è in gran parte occupata dal meraviglioso giardino all’italiana del palazzo Borromeo.

L’edificio seicentesco, tuttora di proprietà della famiglia Borromeo, è circondato da un esemplare giardino barocco.

Fu Vitaliano VI Borromeo a iniziare nel 1632 la costruzione di questo parco pensato come un vero e proprio vascello nelle acque del Lago Maggiore che vi stordirà con colori, prospettive, giochi d'acqua e pavoni bianchi che qui vivono in libertà.

Da notare il Teatro Massimo, il monumento più importante del giardino dell’Isola Bella, ma anche le statue, gli obelischi e le fontane perfettamente integrate con la vegetazione lungo le dieci scenografiche terrazze, sulla cui cima svetta la statua dell’unicorno, simbolo araldico della famiglia Borromeo.

Tutto attorno al Teatro, un tripudio di fioriture e piante rare: la canfora secolare, la gunnera manicata, le cui foglie possono raggiungere i 2 metri di diametro, la profumatissima olea fragrans, la rarissima halesia diptera con i suoi fiori che sembrano fiocchi di neve, l’anice stellato, il pino messicano. Incantano poi durante il periodo di fioritura il Parterre delle Azalee e il Giardino d’Amore, composto da siepi di bosso che creano un ricamo verde visibile dall’alto delle terrazze. Camelie, spalliere di rose a maggio, oleandri in giugno, e agrumi e ortensie paniculate in piena estate fanno esplodere di profumi e colori il giardino all’italiana dell’Isola Bella.

Dal 2002 i giardini dell’Isola Bella, insieme a quelli dell’Isola Madre, fanno parte del prestigioso circuito inglese della Royal Horticultural Society.

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