Emilia Romagna

Tutti i colori del pennello

E' l'acetaia comunale di Vignola la prima tappa del Blog Tour che fa propri gli hashtag #roccadivignola, #tutticoloridelpennello e #tracceinluce per il grande appuntamento che vede protagonista la torre del pennello della Rocca di Vignola (Mo).

Riaperta al pubblico dopo lavori di restauro finemente portati avanti dalla Fondazione di Vignola con un complesso piano di studio, recupero e restauro della Torre del Pennello.

A pochi passi dalla Rocca, l'acetaia si presenta come la prima ad aver prodotto aceto balsamico D.O.P al mondo. Territorio che sforna eccellenze, quello modenese, con passione e competenza.

Una dedizione che ritroviamo nella guida a noi dedicata, membro della Consorteria dell'Aceto Balsamico Tradizionale, e nelle sue parole fortemente evocative: "Non servono ricette, serve amore".

GUARDA ANCHE: BORGHI PIU' BELLI EMILIA ROMAGNA

L'aceto invecchiato in botte di Ginepro di pochi minuti dopo ce lo conferma: odori e sapori sono in questa sede impossibili da narrare.

I sassi di Roccamalatina e Pieve al Trebbio – E' nel pomeriggio che ci portano sull'appenino modenese, ad ammirare il panorama mozzafiato che ci troviamo davanti non appena arrivatia al Parco Regionale di Roccamalatina.

La Chiesa restaurata ad inizio Novecento poco più in là, con altri due edifici, il Battistero (non originale ed edificato successivamente) e il campanile (in passato utilizzato come torre di guardia per l'avvistamento e la comunicazione). Qui la cripta si apre a noi in modo del tutto esclusivo, considerata la prassi di aprire la Chiesa solo la domenica mattina per celebrare la Santa Messa.

#fairytale #landscape #Italy #roccamalatina #wheredragonslive

Una foto pubblicata da Ksenia Yarosh (@gattonzola) in data: 31 Ago 2015 alle ore 02:34 PDT

La Rocca di Vignola – La protagonista del Blog Tour, la Torre del Pennello, ci viene mostrata in anteprima esclusiva nel pomeriggio, quando la visita guidata è ristretta a pochi intimi e non ancora aperta al pubblico di Vignola, una comunità in trepidante attesa per l'evento dell'anno.

A vita nuova restituita, la torre presenta ancora le stanze del Custode, della Guardia, e la cella.

In quest'ultima, una serie di disegni in carboncino ci riportano agli inizi dell'Ottocento, quando qui fu imprigionato un soldato locale per aver bruciato i registri anagrafici comunali al fine di evitare la leva militare ai suoi concittadini.

GUARDA ANCHE: 10 FOTO PER INNAMORARSI DELLA ROCCA DI VIGNOLA

Completamente restaurata, pulita e recuperata la Torre si mostra al mondo intorno all'ora di cena, quando la luce è ancora viva, alla presenza delle autorità cittadine e del presidente della Fondazione di Vignola, Valerio Massimo Manfredi.

Vestita a festa per il grande giorno, la Rocca veste l'abito da sera durante il progetto #Tracceinluce, portato avanti da Natalia Gurgone, ideatrice e progettista del progetto.

Il progetto, assolutamente innovativo nell’ambito della conoscenza, conservazione e promozione del patrimonio storico­artistico, si propone di riportare indietro nel tempo la facciata della Rocca, proiettando i colori dell'epoca sulla facciata principale in Piazza dei Contrari. Al calare delle luci del sole, una comunità tutta, un intero paese si ritrova con il naso all'insù, con gli occhi pieni di meraviglia.

 

I risultati complessivi di questo certosino lavoro si stagliano direttamente sulle pareti esterne della Rocca di Vignola, attraverso videoproiettori architetturali. Prende vita così un vero e proprio restauro virtuale che ci riporta direttamente agli inizi del Quattrocento.

La Cappella della Rocca e la Scala a Chiocciola - ­ E' in presenza di Achille Lodovisi che la mattina seguente scopriamo i segreti e la storia della Rocca di Vignola e del Palazzo Contrari – Boncompagni, detto anche Palazzo Barozzi. L'elegante palazzo rinascimentale integro in larga parte nella sua morfologia originale, fu costruito intorno alla metà del Cinquecento su ordine di Ercole Contrari seguendo il progetto del "Vignola", l'architetto vignolese Jacopo Barozzi.

La cappella, "da una fulgida mente ideata, poi dimenticata e perciò conservata".

Immaginatevi gli affreschi di una cappella del Quattrocento arrivare direttamente ai giorni nostri perfettamente mantenuti: dimenticata dal mondo, la Cappella della Rocca di Vignola, si presenta con colori vividi e intensi, di pennellata fresca. Riconosciuti elementi pagani sulla volta della cappella, con un prezioso ciclo di affreschi tardogotici, l'oblio se la inghiottì per non mostrarli al mondo dopo il Concilio di Trento. Oggi è il fiore all'occhiello della Rocca, e la visitiamo subito dopo aver visto la Sala dei Padiglioni, la sala dei Leoni e dei Leopardi, la sala delle Colombe e sala degli Anelli e la sala delle Dame.

La Rocca non ha più segreti ormai, ma è l'altra grande attrazione del territorio a monopolizzare l'attenzione prima di recarsi a pranzo: la Scala a Chiocciola, di Palazzo Barozzi. Non si vede chi sale e non si vede chi scende, qui. La scala a chiocciola, dai 106 gradini, unica parte verticale che collega i vari piani del palazzo, è totalmente aerea e sostenuta soltanto da una colonna, che troviamo nel seminterrato e dal muro perimetrale dove sono "incastrati" i gradini autoportanti.

Osteria della Luna e Castelvetro – A Castelvetro, tappa finale del Blog Tour, troviamo Palazzo Rangoni, antica residenza dei signori del borgo dove soggiorno anche Torquato Tasso. Non molto distante la novecentesca parrocchiale in stile neogotico. E la chiesa dei Santi Senesio e Teopompo, oggi sconsacrata e diventata un insieme di abitazioni private.

A farla da padrone però è senza dubbio la celebre piazza della scacchiere con la Torre dell'Orologio del XIII secolo, teatro della dama vivente e delle rievocazioni storiche, dove ogni anno torna in scena il Rinascimento.

di Jacopo Falanga

 

Riproduzione riservata