
La Garfagnana evoca immagini di una terra antica immersa nella natura incontaminata.
È uno scrigno racchiuso fra le Alpi Apuane e l’Appenino, attraversato dal fiume Serchio. Una regione storica della provincia di Lucca, confinante a est con l’Emilia-Romagna e a sud con la Media Valle del Serchio, che nel tempo ha conquistato personaggi illustri come Giovanni Pascoli.
La Garfagnana incanta con borghi medievali, antiche rocche, panorami sensazionali, sentieri di montagna, botteghe artigiane, prelibatezze enogastronomiche. Soggiornate a Castelnuovo per andare alla scoperta della Garfagnana e dei suoi borghi più belli.
Barga

“Barga offre ancora il colore compatto della pietra serena dei suoi selciati, il grigio delle murature, il sapore del pecorino locale che, nel suo profumo, si sente sull’uscio del pizzicagnolo, la visione delle tessandole che in bottega intrecciano panni in lana di pecora. A volte, d’autunno, perfino l’odore della svina che invade le strette carraie salendo dalle cantine di via di Mezzo”.
Così l’architetto Giuliana Gramigna descrisse Barga, incantevole borgo della Garfagnana, oggi uno dei Borghi più belli d’Italia.
La sua storia inizia nel 180 a.C. con i Romani, ma il borgo fiorì nel Medioevo.
Tra stradine lastricate, vicoli e carraie ci si inoltra nel centro di Barga da Porta Reale e si arriva al Duomo, da cui ammirare il borgo dall’alto, il verde dei colli punteggiati di paesi e casolari, la corona montana delle Apuane.
È un Duomo romanico, costruito a più riprese dall’XI al XVI secolo in chiari blocchi di alberese, un calcare locale. Vedrete poi il palazzo Pretorio che fu residenza del commissario di Firenze dal 1341 al 1859 ed è oggi sede del Museo Civico.
Dal piazzale del Duomo si scende, per un’ampia scalinata, alla chiesa del Santissimo Crocifisso, dalla facciata tardo cinquecentesca e dall’interno ricco di decorazioni in stucco e oro.
Su piazza Salvi si affacciano due edifici nello stile fiorentino del Cinquecento: la loggia dei Mercanti e palazzo Pancrazi, oggi sede del Comune.
Passate per piazza Angelio, un salotto all’aperto, e così arrivate al Teatro dei Differenti, costruito nel 1795 su uno precedente del 1689, dall’Accademia dei Differenti, promossa e sostenuta dai Medici. Percorrete poi Via di Mezzo, costeggiata da bei palazzi nobiliari settecenteschi, ammirate la chiesa barocca della SS. Annunziata (1595) e, fuori del centro, la chiesa di San Francesco (XV sec.).
Barga infine è un borgo vivo tutto l’anno ma soprattutto d’estate, quando ospita festival musicali, gastronomici e culturali come il Barga Jazz Festival ad agosto.
A soli 4 km da Barga si trova il borgo di Castelvecchio Pascoli, indissolubilmente legato a Giovanni Pascoli. Qui, infatti, si trova la casa che il famoso poeta acquistò e in cui visse con la sorella Mariù e il cane Gulì. Oggi la casa è diventata un museo dove scoprire il forte legame di Pascoli con questo luogo.
Castiglione Garfagnana

“Terra di lupi e di briganti”, così Ludovico Ariosto definì la Garfagnana, dove arrivò nel 1522 come commissario estense. Castiglione Garfagnana rappresenta meglio di ogni altro borgo il carattere selvatico, aspro e montuoso di questa parte della Toscana.
Circondato da boschi e monti, Castiglione Garfagnana fu un castrum romano, prima di essere incastellato nel Medioevo.
Qui si trovava il castello più importante della Repubblica di Lucca a difesa del confine con il ducato di Modena, sull’importante via che da qui valicava l’Appennino verso le “terre di Lombardia”.
La cerchia di mura e torrioni che ancora oggi circonda il borgo è quella costruita dai lucchesi nel 1371.
Si entra dalla Porta del Ponte Levatoio e si arriva a piazza del Castello. Qui si trovano il rinascimentale palazzo del Parlamento (1509), sede del Vicario e oggi del Municipio, con il pozzo e l’antica fontana del Pilon inserita nella facciata, e alla sua destra il palazzo Nobili.
Sull’attuale via Roma si affacciano gli antichi palazzi delle famiglie nobili di Castiglione. Vedrete poi la chiesa di San Michele con la sua facciata tardogotica realizzata in pietra grigia, marmo rosso e marmo bianco.
Consacrata nel 1197 dal vescovo di Lucca, invece, la chiesa di San Pietro è costruita a ridosso della rocca che la sovrasta. La rocca è una struttura imponente con tre torrioni, il più grande dei quali è il mastio. Dai torrioni potrete godere del magnifico panorama che abbraccia tutta la conca della Garfagnana, incorniciata a ovest dal massiccio delle Alpi Apuane.
Coreglia Antelminelli

Un paesino sospeso nel tempo a 595 metri sul livello del mare, adagiato su un lungo crinale dell’Appennino, nella Media Valle del Serchio.
Circondato da immense distese di castagni che dai bassi torrenti risalgono verso il paese, Coreglia Antelminelli, oggi uno dei Borghi più belli d’Italia, è stato amato da pittori come Carlo Carrà, poeti come Giuseppe Ungaretti, filosofi come Guido De Ruggiero e Paolo Lamanna, attratti dall’incantevole visione delle Alpi Apuane e dell’Appennino.
La storia del borgo è legata principalmente a quella del condottiero Castruccio Castracani, capo ghibellino che conquistò Coreglia nel 1316, ma anche alla storia della famiglia Antelminelli, che ereditò dal condottiero il potere sul borgo e il territorio circostante.
A Coreglia non bisogna perdere la chiesa di San Martino, preromanica e tra le più antiche della Lucchesia. Costruita nel IX secolo, la chiesa è stata ampliata nel X, mentre il campanile risale al 1854. Un’altra gemma è la chiesa di San Michele, costruita nel Mille a ridosso della fortezza e della torre, trasformata poi in campanile.
Coreglia, inoltre, vanta diversi bei palazzi cinquecenteschi, come quello del Comune, realizzato nel 1572, e i palazzi Antonimi e Vincenti. In quest’ultimo è nato Benedetto Puccinelli, uno dei maggiori botanici italiani del primo Ottocento. Domina infine la parte alta del borgo il palazzo Vanni, che accoglie il museo della figurina di gesso e dell’emigrazione.
Isola Santa

Un borgo fiabesco adagiato sulle rive di un piccolo lago, circondato da boschi di castagno e protetto dalle cime delle Alpi Apuane.
Isola Santa è una meraviglia della Toscana, nascosta nella storica regione della Garfagnana.
Il borgo sorge sulle rovine di un antico hospitale, meta di sosta per i viandanti che attraversavano le Apuane, tra la Versilia e la Garfagnana, in quanto questa era l’unica strada della zona. Isola Santa poi è stata sempre meno frequentata da quando, nel 1880, la strada del Cipollaio, cioè l’attuale strada provinciale di Arni, ha cominciato ad assicurare collegamenti ben più agevoli.
Oggi vale la pena scoprire questo incantevole borgo dalle casette in pietra e i tetti in ardesia che compongono il nucleo originario.
Perché in passato il borgo si trovava lungo le sponde del torrente Turrite Secca, ma nel corso degli anni ’50 la costruzione di una diga per lo sfruttamento dell’energia idroelettrica modificò irrimediabilmente il paesaggio. Parte dell’antico abitato, infatti, venne sommerso dalle acque del bacino artificiale chiamato appunto lago di Isola Santa.
Dopo un periodo di spopolamento e abbandono, il borgo storico è risorto, è stato in parte ristrutturato e trasformato in un albergo diffuso.
Isola Santa oggi è così piccolo che per girarlo bastano pochi minuti. Qui vale la pena visitare l’antica chiesa dedicata a San Jacopo, oggi sconsacrata e completamente spoglia ma documentata dalle cronache almeno fin dal 1260. La chiesa, affacciata direttamente sul lago, vanta un’incredibile posizione e un particolare campanile, distaccato dalla struttura principale.
Il lago di Isola Santa è balneabile ed è frequentato anche dagli amanti della pesca. Scoprite poi i numerosi sentieri che si addentrano nella boscaglia e conducono verso le cime maestose delle Alpi Apuane, o verso sorgenti e villaggi abbandonati. Fate caso alle cosiddette Marmitte dei Giganti, buche a forma di pentolone scavate dai fiumi in piena. Se ne vedono di enormi presso il Fosso del Fatonero e il Fosso dell’Anguillaia.
Castelnuovo di Garfagnana

Castelnuovo di Garfagnana è considerato il capoluogo e il cuore pulsante della Garfagnana. È situato nella parte settentrionale del fiume Serchio tra le Alpi Apuane e l’Appennino e dista circa 40 km dalla città di Lucca.
Le prime notizie di Castelnuovo si attestano all’anno 740, ma il borgo fiorì sotto il dominio lucchese. Risale a quest’epoca la costruzione del ponte voluto da Castruccio Castracani per collegare il castello al borgo di Cellabarotti, oggi noto col nome di Santa Lucia. Ma fu sotto il dominio degli Estensi che il borgo raggiunse il massimo splendore.
Tra i vari governatori storici del luogo poi spicca il passaggio del poeta Ludovico Ariosto che, tra il 1522 e il 1525, fu inviato in veste di governatore della provincia estense della Garfagnana e che ha donato il nome anche alla rocca, principale attrazione di Castelnuovo.
La Rocca Ariostesca è uno dei simboli di Castelnuovo di Garfagnana e si trova all’inizio del centro città, in piazza Umberto I. In origine costruita come fortificazione militare, la rocca è diventata poi un polo museale dedicato a Ludovico Ariosto e alla Garfagnana del ‘500.
Visitate poi il duomo dedicato ai santi Pietro e Paolo, eretto nel XV secolo in stile rinascimentale, ma rivisitato durante l’età barocca. Esplorate così le strette stradine di origine medievale del centro storico, prima di scoprire i suoi dintorni.
A poca distanza dal borgo merita una visita la fortezza di Mont’Alfonso, fatta costruire da Alfonso II d’Este alla fine del Cinquecento, da cui ammirare la splendida vista sulle Alpi Apuane e sugli Appennini. Si può arrivare alla fortezza percorrendo a piedi il Sentiero dell’Ariosto, lungo quasi 6 chilometri, dedicato al grande poeta. A nord di Castelnuovo di Garfagnana si trova infine il lago artificiale di Pontecosi, costruito lungo il percorso del fiume Serchio.
San Pellegrino in Alpe

Sul versante appenninico della Garfagnana e Media Valle del Serchio, a 1525 m di altezza, sorge il borgo di San Pellegrino in Alpe, un tempo caposaldo del sistema di difesa del territorio e che, ancora oggi, domina il Passo delle Radici.
È infatti il centro abitato più alto dell’Appennino, dove la storia si confonde con la leggenda. Si racconta che l’antico borgo sia nato sulle spoglie di San Pellegrino, morto nel lontano 643 d.C.
Secondo la leggenda, San Pellegrino, figlio del re di Scozia, rinunciò alla corona e iniziò un lungo pellegrinaggio attraverso l’Europa, raggiungendo così anche l’Italia, dove visse come eremita fin quasi ai cent’anni. Pare che il suo corpo venne trovato da una donna grazie all’apparizione di un angelo in sogno.
Era il 643 d.C., e nel luogo dove venne ritrovato sorse poi il santuario dedicato agli eremiti Pellegrino e Bianco. Ancora oggi San Pellegrino in Alpe è meta di pellegrini diretti al santuario per vedere le spoglie dei santi.
La particolarità di queste spoglie è la loro posizione: si trovano proprio sul confine fra l’Emilia-Romagna e la Toscana perciò i santi, posti dietro l'altare maggiore nell'urna dentro il tempietto di Matteo Civitali, riposano con il capo e il busto in Emilia e il resto del corpo in Toscana.
A San Pellegrino in Alpe, inoltre, vale la pena visitare il Museo Etnografico di Don Luigi Pellegrini, situato nell'antico hospitale. Chi desidera esplorare i dintorni del borgo o arriva in pellegrinaggio non può perdersi il Giro del Diavolo. Un antico rito dei viandanti che vi porterà ad ammirare tutto l’Appennino e la Pianura Padana fino alle Alpi.
San Romano in Garfagnana

San Romano in Garagnana si trova al centro di una verdissima valle della Garfagnana e Media Valle del Serchio. È la meta ideale per chi ama le passeggiate nella natura e la pace della montagna.
Abitato fin da tempi remoti, nel periodo medievale San Romano è stato poi diviso in due signorie feudali: a nord la più importante, quella dei Gherardinghi, che governarono a lungo dalla loro residenza nella Fortezza delle Verrucole; a sud c’era invece la Signoria dei conti di Bacciano, proprietari di un castello distrutto in epoca rinascimentale. San Romano in Garfagnana fu nel tempo oggetto di aspre contese fino a quando non passò sotto il dominio degli Estensi, che durò fino all’unità d’Italia.
Nel borgo bisogna visitare la chiesa barocca di San Romano Martire, che custodisce un grande organo settecentesco, e il palazzo Pelliccioni-Marazzini, che vanta suggestive terrazze ad arco.
Alle porte del paese poi si trova il santuario della Madonna del Bosco. Non perdete la già citata Fortezza delle Verrucole, dotata di un notevole torrione poligonale e di mura imponenti. La fortezza inoltre si trova in un Archeopark, dove si viene accolti da figuranti in abiti medievali.
Tra le frazioni si può visitare inoltre il borgo medievale di Naggio, dove vedere la cappella di Santa Croce che risale all’alto Medioevo. Chi ama camminare nella natura, invece, può esplorare il Parco dell’Orecchiella, che è la riserva naturale della Garfagnana, o il Parco Avventura Selva del Buffardello.
Careggine

Il borgo di Careggine sorge alle pendici del Monte Sumbra su una delle più belle terrazze panoramiche della Garfagnana.
Le prime notizie di Careggine risalgono al 720, quando fu fondata una cappella, l’attuale pieve. Nel XV secolo Careggine passò sotto la signoria degli Estensi per rimanervi, con la sola interruzione del periodo napoleonico, fino al 1859, anno in cui entrò a far parte del Regno d’Italia.
Camminando per le stradine lastricate del borgo all’interno delle mura, arriverete alla Pieve di San Pietro, una delle più antiche pievi romaniche della Garfagnana e Media Valle del Serchio. È una costruzione di epoca longobarda, che poi nel tempo ha subito diverse modifiche.
Chi ama camminare nella natura può percorrere il sentiero che parte dal Centro visite del Parco delle Alpi Apuane e porta fino al Colle dei Monti, punto panoramico sulle Apuane e sugli Appennini dove è stata collocata una delle Big Bench, le panchine giganti diffuse in tutta Italia. Il Passo della Formica è una meta frequentata dagli amanti degli sport invernali, attratti dalle piste di Formica e Vianova. A poca distanza da Careggine si trova poi il borgo di Isola Santa e il lago di Vagli, sotto le acque del quale si cela il famoso paese sommerso di Fabbriche di Careggine.
Il borgo, famoso per la lavorazione e il commercio del ferro, venne allagato negli anni Quaranta dall’innalzamento delle acque dovuto alla costruzione di una diga.
Ogni 10 anni circa, per effettuare le dovute opere di manutenzione della diga, le acque del lago vengono fatte completamente defluire dall’invaso artificiale e il paese di Fabbriche di Careggine torna a emergere, offrendo uno spettacolo inquietante ma altamente suggestivo.