Sono alcune delle esperienze uniche che si possono provare solo in Basilicata. Una terra indomita e autentica, ancora da scoprire. Segnatevi queste 15 esperienze per vedere il meglio della Basilicata.
Volo dell’Angelo, Pietrapertosa/Castelmezzano
Al di sopra delle Dolomiti Lucane, nel cuore della Basilicata, un doppio cavo d’acciaio lungo 1.550 metri e sospeso tra le vette di due paesi, Castelmezzano e Pietrapertosa, permette di vivere un’emozione unica: il Volo dell’Angelo.
Perfettamente imbracati, si vola da soli o in coppia, a una velocità massima di 120 km/h da una vetta all’altra per 80 infiniti secondi, mentre sotto di voi si apre lo spettacolare paesaggio lucano, sempre se riuscite a tenere gli occhi aperti.
Nel punto di massima altezza la distanza dal suolo è di 450 metri, quindi non è un’esperienza per chi soffre di vertigini.
Per i cuori coraggiosi invece i voli sono due, andata e ritorno. Una volta riscesi a terra, esplorate i borghi di Pietrapertosa e Castelmezzano, incastonati tra le spettacolari guglie di roccia delle Dolomiti Lucane, ribattezzate “l’aquila reale”, “il gufo”, “la bocca del leone”.
Volo dell’Aquila, San Costantino Albanese
Sempre in Basilicata ma più a sud, nel Parco Nazionale del Pollino al confine con la Calabria, si trova il Volo dell'Aquila.
È un’esperienza di volo simile a quella dell’angelo, ma questa simula anche visivamente il volo di un deltaplano.
L’impianto consente di volare in 4 persone alla volta, l’una accanto all’altra, a una velocità massima di 80 km/h, agganciati a un cavo di 984 metri, il più lungo al mondo fra i 14 flyer installati in diversi Paesi. In Italia esistono altri voli e zipline simili, ma il Volo dell’Angelo e il Volo dell’Aquila immersi nello spettacolare paesaggio lucano sono davvero unici.
Dormire in hotel con spa nei Sassi di Matera
A Matera, la terza città più antica del mondo, si può dormire nei cosiddetti Sassi, abitazioni scavate nel tufo in cui gli uomini convivevano con gli animali fino agli anni ’50.
Queste antiche case-grotta incastonate nella pietra che si affacciano sul fiume Gravina e sul parco della Murgia, come in uno scenografico anfiteatro naturale, oggi ospitano boutique hotel, alberghi diffusi e dimore di charme.
Lussuose suite con piscine private, spa scavate nel tufo e vetrate panoramiche coniugano il fascino antico e l’eleganza moderna. Tra i migliori hotel nei Sassi di Matera con camere nelle grotte c’è sicuramente Sextantio Le Grotte della Civita, un albergo diffuso con vista sulla Murgia Materana e colazione servita in una chiesa sconsacrata del ‘200.
Altrimenti sono altrettanto notevoli le camere scavate nel tufo del Sant’Angelo Luxury Resort, Hotel in Pietra, Caveoso Hotel e Corte San Pietro.
Tra i più recenti hotel nei Sassi di Matera, l’Aquatio Cave Luxury Hotel & Spa offre camere scavate nel tufo e dotate delle più moderne tecnologie, che si snodano tra vetrate, patio e terrazze panoramiche e che ricreano l’atmosfera di un antico borgo.
Antiche cisterne e tradizionali conche un tempo usate quotidianamente dagli abitanti dei Sassi di Matera oggi sono state trasformate quindi in vasche jacuzzi ed eleganti piscine. Concedersi un percorso benessere e soggiornare nei boutique hotel dei Sassi di Matera è un’esperienza da fare una volta nella vita.
Foto: © Sextantio Le Grotte della Civita
Passare dalla montagna al mare in poche ore
La natura è il vero spettacolo della Basilicata che sorprende per la diversità ambientale. Altopiani tappezzati di viti nel Vulture, boschi e montagne nella zona delle Dolomiti lucane e del Pollino, pianure assolate come quella di Metaponto, calanchi aspri e brulli nella collina materana.
E la fortuna è poter spostarsi rapidamente da un paesaggio all’altro in questa regione dalle dimensioni ridotte.
Per esempio da Potenza si possono raggiungere le piste da sci di Sellata Pierfaone in circa mezz’ora di macchina o Maratea, la perla del Tirreno, in circa un’ora e mezza. Nella stessa giornata potreste passare dalla montagna al mare senza rendervene conto.
Scoprire chiese rupestri e villaggi della preistoria, Matera
Natura incontaminata e chiese rupestri, è la testimonianza di una storia millenaria che racconta dell’antico rapporto tra natura e uomo in Basilicata. Intorno a Matera si estende il Parco Regionale Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, più semplicemente detto Parco della Murgia Materana.
Classificato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, il parco di oltre 6 mila ettari nasconde ricchezze naturalistiche e testimonianze storiche che risalgono alla preistoria.
Il parco è caratterizzato dalla roccia calcarea frammentata da profondi solchi che disegnano rupi, grotte e gravine in cui l’uomo si è insediato fin dalla preistoria.
Tra gli scorci più belli c’è la spettacolare Gravina di Matera, un enorme solco calcareo che attraversa il territorio con i suoi venti chilometri di lunghezza giungendo fino al comune di Montescaglioso.
In questa area preistorica scoprirete testimonianze del Paleolitico, come la grotta dei pipistrelli, e del Neolitico, tra cui i numerosi villaggi trincerati. Ma soprattutto quel che colpisce è la presenza di circa 150 chiese rupestri disseminate lungo la Murgia e le Gravine.
Questi piccoli santuari rurali incastonati nella roccia, i cui primi insediamenti risalgono all’VIII secolo, pare siano legati alla presenza di comunità monastiche benedettine e bizantine.
Assistere al Maggio di Accettura
Accettura, un antico borgo in provincia di Matera situato nel cuore del Parco di Gallipoli Cognato, è conosciuto per il cosiddetto Maggio di Accettura.
È un suggestivo rito arboreo la cui origine pagana si perde nella notte dei tempi. La festa che si tiene nei giorni di Pentecoste in occasione dei festeggiamenti per il patrono San Giuliano, celebra l’unione di due alberi, un enorme faggio (il “Maggio” appunto, che rappresenta il maschio) e una “Cima” (un agrifoglio), regina della foresta e simbolo di fertilità, che vengono abbattuti, trasportati con i buoi in paese, innestati l’uno all’altro e innalzati al cielo in una sorta di sposalizio allegorico che congiunge la terra e il cielo, fonte di ogni fecondità.
Feste simili dedicate ai riti arborei si tengono anche in altri paesi vicini della Basilicata come Castelmezzano, Pietrapertosa e Oliveto Lucano. Ma partecipare al Maggio di Accettura è un’esperienza unica da provare almeno una volta in Basilicata.
Assistere al Carnevale di Satriano
Il Carnevale di Satriano di Lucania è il Carnevale più suggestivo della Basilicata, conosciuto per i suoi tradizionali riti arborei.
Di solito si svolge il sabato e la domenica prima del martedì grasso ed è caratterizzato da una particolare sfilata per le strade del paese. Le maschere tipiche sono tre. La prima è quella dell’orso, un uomo-animale vestito di pelli di pecora o di capra, che simboleggia prosperità, buona sorte e successo.
L’orso rappresenta il cittadino di Satriano emigrato in cerca di fortuna, muto e dal volto coperto. La seconda maschera è quella dell’eremita (U’Rumit), uomo-vegetale simile a un albero vagante, cosparso di foglie, rampicanti e altre piante. È un’altra maschera silente che rappresenta il satrianese rimasto fedele alla sua terra. L’ultima domenica prima del martedì grasso i rumita escono dal bosco e bussano alle porte delle case in segno di buon auspicio per la primavera in cambio di doni. Infine la terza maschera è quella della Quaresima (A Quares’m), una donna anziana e malinconica, vestita di nero, che porta una culla con il figlio concepito nel periodo di Carnevale, il quale però non conosce il padre. Normalmente il Carnevale di Satriano di Lucania prevede il corteo nunziale del matrimonio con lo scambio di ruoli tra uomini e donne, la sfilata delle maschere tradizionali, il giorno dei rumita e la Foresta che cammina, per concludersi con un falò e un concerto.
Percorrere il ponte tibetano più lungo del mondo
La Basilicata ha il ponte tibetano più lungo del mondo. Si trova a Castelsaraceno, conosciuto come il borgo a forma di cuore, il cui primo insediamento fu costruito dai Saraceni nel 1031. È un ponte lungo 586 metri a 80 metri dal suolo che promette una passeggiata da brividi sullo spettacolare paesaggio lucano.
Sospesi nel vuoto si cammina lentamente su monti e boschi della Basilicata. Il ponte tibetano, inaugurato la scorsa estate, è anche una straordinaria opera ingegneristica che ha richiesto due anni di lavoro, 24 tonnellate di acciaio impiegate e 1.160 traversine calpestabili. Non rimane che percorrerlo tutto d’un fiato.
Percorrere il Ponte alla luna, Sasso di Castalda
Se vi siete appassionati ai ponti tibetani sappiate che in Basilicata ce ne sono altri a Sasso di Castalda.
In questo borgo nel Parco nazionale dell’Appennino Lucano si trova un percorso di ponti tibetani che si sviluppa sulle sponde del Fosso Arenazzo, proprio ai piedi del centro storico.
Attraverso le stradine che si diramano tra le caratteristiche abitazioni in pietra del paese, si raggiunge la partenza del primo ponte, Ponte Petracca, lungo 95 metri e sospeso a circa 30 metri di altezza. Percorrendo il sentiero lungo la sponda del Fosso si supera la cappella votiva Madonna delle Grazie per giungere in 10 minuti alla partenza dell’impressionante Ponte alla Luna, lungo 300 metri e sospeso a 102 metri di altezza dal torrente sottostante.
Camminando nel cielo si arriva al rudere del castello che domina il villaggio da un suggestivo punto panoramico. All’arrivo del ponte, una sky-walk in vetro, vi farà riprendere il fiato mentre realizzate il percorso affrontato.
Salire al Cristo di Maratea
Un’altra esperienza unica che vi porterà a toccare il cielo è la salita sul Monte San Biagio a Maratea dove spicca la statua del Cristo Redentore.
Seconda come dimensioni solo al Cristo del Corcovado di Rio de Janeiro, la statua di Maratea è alta 21 metri, con una apertura di braccia di 19 metri e un viso che ne misura 3. La statua, realizzata in cemento armato rivestito da cemento bianco e marmo di Carrara, è opera dello scultore fiorentino Bruno Innocenzi (1906-1986), voluta dal conte Stefano Rivetti di Valcervo. Il Cristo fu innalzato nel 1965 sulla sommità del Monte San Biagio, a 620 metri sul mare, dove un tempo sorgeva l’antica Maratea.
Dal belvedere ai piedi della statua si gode di un panorama eccezionale a 360° sul paese di Maratea, le montagne, la costa tirrenica e il mare blu che bagna la Basilicata e la Calabria. Il panorama diventa particolarmente magico al tramonto d’estate, quando il sole tinge il cielo di rosa, il mare brilla all’orizzonte e le luci della sera iniziano ad accendersi lungo la costa. Uno dei luoghi più romantici della Basilicata.
Soggiornare al Palazzo Margherita della famiglia Coppola, Bernalda
Un’esperienza unica per i cinefili in Basilicata è un soggiorno o anche solo una cena al Palazzo Margherita, l’albergo a cinque stelle che Francis Ford Coppola ha realizzato nel paese dove viveva il nonno Agostino, prima di emigrare negli Stati Uniti d’America, nel 1904. Palazzo Margherita è un’antica e affascinante dimora situata nella pittoresca cittadina di Bernalda, a pochi minuti di auto dalla costa jonica.
Palazzo Margherita, fu costruito nel 1892 a Bernalda dalla famiglia Margherita. Francis Ford Coppola poi l’ha acquistato nel 2004 con il desiderio di trasformarlo in un piccolo e lussuoso boutique hotel italiano, credendo che fosse il momento di far conoscere ai visitatori questa splendida e ancora sconosciuta regione.
Il palazzo è stato completamente restaurato da Francis Ford Coppola e dall'acclamato designer francese Jacques Grange che ha creato 9 lussuose camere, romantici giardini e una piscina nel verde.
Ma Coppola voleva che il Palazzo diventasse un luogo che i suoi figli avrebbero voluto visitare ancora e ancora, quindi ha invitato l'intera famiglia a contribuire con idee al progetto. È proprio questo senso di famiglia che contraddistingue Palazzo Margherita. E a Palazzo Margherita inoltre che Sofia Coppola ha festeggiato le sue nozze con Thomas Mars nel 2011, trasformando Bernalda in una piccola Hollywood. Oggi gli ospiti di Palazzo Bernalda possono rilassarsi in questo intimo hotel e provare le esperienze a loro dedicate (dalla raccolta delle olive alla caccia al tartufo). Fatevi raccontare qualche storia dei Coppola.
Fare l’alba al festival La luna e i calanchi, Aliano
Fare l’alba tra i calanchi di Aliano dopo una notte passata tra musica, spettacoli e poesia, è possibile solo al festival La luna e i calanchi, ideato dallo scrittore Franco Arminio.
Il festival vuole raccogliere intorno al paese di Aliano, raccontato da Carlo Levi in Cristo si è fermato a Eboli, il meglio delle tensioni civili e artistiche che si stanno sprigionando nel Mediterraneo interiore, con particolare attenzione ovviamente a quello che accade in Lucania e nelle regioni vicine. Il paese raccontato Levi diventa quindi simbolo di un sud che costruisce nuove storie legate a un nuovo rapporto con i paesi e il paesaggio.
“La luna e i calanchi non è un festival in cui delle persone vengono a esibire la loro arte, nella logica del consumo culturale fine a se stesso.
Ad Aliano si viene per costruire una nuova comunità intellettuale che parli non solo alla Lucania e al Sud, ma all’Italia intera e all’Europa, una comunità che intreccia varie arti tra di loro e poi le intreccia al paesaggio e a chi lo abita – si legge nella presentazione del festival - È il tentativo di coniugare arte e ambiente in un connubio non asservito alle logiche del puro consumo culturale. L’idea è che le persone del paese e gli artisti invitati e i visitatori del festival costituiscano una comunità provvisoria capace di infondere fiducia nella vita dei piccoli paesi”.
Gustare un intero pranzo a base di peperoni cruschi
Il re della cucina lucana è il peperone crusco, un antico prodotto della tradizione contadina che oggi ha conquistato molti rinomati chef.
I peperoni cruschi sono dolci, dal rosso intenso e dalla consistenza inconfondibile. Si riconoscono dalla croccantezza unica dovuta a due procedimenti: l’essicazione e poi la frittura che rende i peperoni “cruschi”. In particolare quelli di Senise hanno ottenuto il marchio IGP, ma sono diffusi in tutta la Basilicata. I peperoni cruschi sono così comuni nella cucina lucana, che li ritroverete in ogni pietanza. Se vi piacciono potreste addirittura gustare un intero pranzo, dall’antipasto al dolce, a base di cruschi.
Per esempio si può iniziare con formaggi ai cruschi o accompagnati da cruschi, a seguire un piatto di strascinati con mollica di pane, cacioricotta e cruschi. Per secondo baccalà con i cruschi. E per finire cioccolata ai cruschi. Questi peperoni sono così amati in Basilicata che accompagnano perfino il sushi e sono diventati snack da gustare ovunque e a qualsiasi ora del giorno. Quindi non vi resta che andare in Basilicata a provare i veri peperoni cruschi.
Assistere alla storica Parata dei Turchi di Potenza
A fine maggio Potenza accoglie la storica Parata dei Turchi in occasione dei festeggiamenti del santo patrono San Gerardo. Il 29 maggio 1.250 figuranti (tra cui 290 musici e 34 cavalieri) sfilano in costume per le vie del capoluogo lucano.
Ma prima della sfilata si tiene uno degli eventi più attesi dai potentini, il pranzo organizzato dall’associazione Portatori del Santo, in una delle piazze del centro. Fino a 400 persone si ritrovano a pranzare in piazza, a bere vino locale e ballare tarantelle. Il 30 maggio poi è dedicato alle celebrazioni religiose. Ma la festa in realtà inizia già nei giorni precedenti con concerti ed eventi collaterali che coinvolgono tutti i cittadini.
I festeggiamenti dedicati a San Gerardo quindi trasformano Potenza in una continua festa che richiama potentini da ogni dove. Secondo le leggende popolari le radici della festa sono da rintracciare in un’invasione di Potenza da parte dell'esercito turco arrivato in città, dopo esser risalito dal fiume Basento. I cittadini impotenti davanti all'esercito invasore si sarebbero rivolti al vescovo Gerardo La Porta, il quale invocando una schiera di angeli guerrieri avrebbe liberato la città compiendo il miracolo. La presunta invasione non trova però riscontro storico, più probabilmente Gerardo La Porta cominciò ad essere venerato dopo esser stato mandato dalla Santa Sede per contrastare la diffusione dell'eresia catara.
Fare trekking tra montagne e mare, Maratea
Camminare tra mare, terra e cielo lungo il Sentiero del Mediterraneo che parte da Maratea. È un percorso lungo 1460, 32 km che attraversa l’Italia, la Francia e la Spagna, disegnando quasi un anello nel mar Mediterraneo. Sviluppato dalla European Rumblers Association e dalla Federazione Italiana Escursionismo, il Sentiero del Mediterraneo è un antico percorso attraversato nel tempo da pellegrini e mercanti che ricalca le vie di comunicazione medievali. Il percorso parte da Maratea e percorre tutta la costa tirrenica lucana, lunga circa 32 km, con una vista costante sul mare. Il punto d’inizio è la spiaggia di Castrocucco, al confine tra la Basilicata e la Calabria.
Si percorre così il costone dolomitico che porta all’insenatura di Capo La Secca, dove al tempo dei Romani si praticava l’itticoltura. Proseguendo lungo il sentiero sovrastato dal castello di Castrocucco si passa per la spiaggia dell’Orto, dove potrete approfittare per fare un tuffo nel blu e ammirare le praterie di posidonia. Si arriva poi alla scenografica Punta Caina, lambita da acque cristalline, e sovrastata da una torre medievale riqualificata durante il Regno di Napoli come difesa dai Saraceni. Infine si giunge a Marina di Maratea per poi lasciare la Basilicata e continuare a risalire la costa tirrenica.