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Alberobello, Cosa vedere? 10 cose da fare nella città dei trulli

Alberobello cosa vedere

Alberobello è conosciuta come la città dei trulli. Si contano circa 1500 coni disseminati sulla collina un tempo chiamata Silva Arboris Bellila selva, già popolata nel XV secolo, da cui deriva appunto il nome di Alberobello.

Oggi in questo borgo bianco della Valle d’Itria si trova, dunque, un’incredibile concentrazione di trulli, riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1996.

I trulli però non si limitano al piccolo borgo di Alberobello, ma si estendono anche nella campagna circostante.

La maggior concentrazione di queste affascinanti dimore, oggi convertite in boutique hotel e alberghi diffusi, si trova nel triangolo Alberobello - Cisternino – Martina Franca.  Ecco cosa vedere ad Alberobello.

Alberobello: un po' di storia

Alberobello
Alberobello

Le abitazioni in pietra a forma di cono, chiamate trulli, esprimono il genio e la creatività dei loro abitanti.

L’origine di queste costruzioni tipiche della Valle d’Itria risale al tempo del Regno di Napoli, che aveva imposto un ingente tributo per ogni nuovo insediamento urbano.

Per evitare l’esosa tassa, i conti di Conversano, gli Acquaviva d’Aragona, imposero allora ai contadini di edificare le loro abitazioni a secco senza utilizzare malta, in modo che esse potessero configurarsi come costruzioni precarie e non, almeno formalmente, dimore appartenenti a un insediamento urbano permanente. Nacquero così i trulli.

Fu Giangirolamo II, detto il Guercio delle Puglie, a far costruire nel 1635 una piccola locanda con la sola pietra calcarea senza l’utilizzo della malta, dando così avvio alla costruzione di un agglomerato di piccole case dalla base circolare che fungeva da appoggio per la chiusura a cono che terminava con un pinnacolo decorativo. 

I trulli di Alberobello: dove ammirarli

Trulli
Trulli

L’intero borgo di Alberobello è disseminato di trulli, ma ci sono cinque luoghi specifici dove ammirare queste costruzioni uniche:

  • Rione Monti, con circa mille coni, è il quartiere di trulli più esteso e famoso, posto nel versante meridionale della città
  • Rione Aia piccola, a breve distanza dal primo, più piccolo ma esclusivamente residenziale, con circa 400 coni
  • Casa Pezzolla, un complesso di 15 coni comunicanti adibito a Museo del Territorio
  • Casa D'Amore, primo municipio cittadino legato al riconoscimento ufficiale della città
  • La casa-museo del Trullo Sovrano, unico trullo a due piani della città

Consigliamo di iniziare l’esplorazione della città dei trulli dalla parte settentrionale. Qui troverete un vero e proprio quartiere di trulli, in mezzo ai quali svetta il primo degli edifici dichiarati patrimonio Unesco, il cosiddetto Trullo Sovrano.

È l'unico trullo a due piani della città, il più grande e probabilmente il più famoso di Alberobello. Il cono principale raggiunge i 14 metri di altezza, e svetta su altre dodici cupolette, tutte rivestite di tegole in pietra, dette chiancarelle.

La costruzione fu realizzata da un ignoto mastro murario che, nella prima metà del Settecento, venne incaricato della costruzione dalla famiglia del sacerdote Cataldo Perta (1744-1809). Oggi il Trullo Sovrano è adibito a casa-museo ed allestito con il mobilio originale dei primi del Novecento. Per il suo prestigio architettonico, il Trullo Sovrano è stato dichiarato monumento nazionale nel 1923. 

Poi proseguite per il Rione Monti, situato sulla collinetta dove vedrete la più grande concentrazione di trulli di tutta la Puglia.

Trulli di Alberobello
Trulli Alberobello

Il rione è così chiamato perché ogni strada del quartiere prende il nome di uno dei monti dove si è combattuto durante la Prima guerra mondiale.

Quindi proseguite per i Trulli Siamesi. Unaleggenda locale racconta che i Trulli Siamesi erano abitati da due fratelli che si erano innamorati della stessa donna, tuttavia questa era stata promessa al fratello maggiore nonostante fosse follemente innamorata del fratello minore.

La soluzione fu quella di convivere, tutti e tre, in uno stesso trullo finché il fratello maggiore, geloso, cacciò via i due innamorati. Quando il fratello minore rivendicò la sua parte di eredità, tornarono a vivere tutti e tre nello stesso trullo che venne diviso a metà sfruttando due entrate disposte su due strade opposte.

Nella zona sud-est del borgo si trova poi Aia Piccola, un quartiere meno affollato del Rione Monti, più tranquillo e caratteristico, ancora abitato da cittadini di Alberobello. È il più autentico nucleo abitativo del paese dove sorgono oltre 400 trulli.

Il suo nome deriva dal fatto che anticamente qui si trovava un'aia piccola, usata per la raccolta delle decime, contrapposta ad un'altra aia più grande presente nella zona. Monumento nazionale dal 1930 e patrimonio Unesco dal 1996, il rione Aia piccola è sicuramente un luogo da non perdere nell’itinerario.

Nel quartiere Aia Piccola, inoltre, potreste visitare il Museo dell’Olio, allestito all’interno di un trullo. Scoprirete le diverse qualità dell’olio pugliese e come si produce l’oro verde tra tradizione e innovazione.

Nella zona centrale del borgo si trova infine un complesso di 15 trulli, comunicanti tra loro. Era l’antica casa del medico Giacomo Pezzolla che oggi ospita il Museo del Territorio, un museo cittadino dedicato alla cultura e al territorio di Alberobello. Il museo raccoglie molte testimonianze sull’origine dei trulli e sulla cultura contadina. 

Casa d’Amore 

Trulli di Alberobello
Trulli di Alberobello

La Casa d’Amore, in via Monte Nero, è la prima struttura a calce di Alberobello, realizzata nel 1797 all’indomani della liberatoria di Ferdinando IV re di Napoli che permise ad ogni colone di costruire le proprie abitazioni come volevano.

Prima di questo riconoscimento ufficiale, infatti, i conti locali avevano proibito di costruire edifici stabili, dovevano essere costruiti esclusivamente in pietra a secco. Il decreto di re Ferdinando IV permise quindi di trasformare Alberobello in città regia. La casa prende il nome dal suo proprietario, Francesco d’Amore. Oggi qui ha sede l’assessorato al Turismo e il Comune di Alberobello.

Dopo Casa d’Amore, edifici e trulli furono costruiti con l'utilizzo di malta, un composto fatto di calce spenta e vuolo, ovvero una particolare terra locale dal colore rossastro. In molti edifici antichi non ancora ristrutturati è ancora possibile vedere questo particolare tipo di legante che resiste fino ad oggi.

Basilica dei Santi Medici Cosma e Damiano

Basilica Santi Cosma e Damiano
Basilica Santi Cosma e Damiano

La Basilica Minore dedicata ai santi patroni di Alberobello, i SS. Medici Cosma e Damiano, si distingue per i due campanili che sorvegliano il borgo. Noterete che il campanile di sinistra presenta una meridiana mentre quello di destra un orologio con numeri romani.

La chiesa attuale, in stile neoclassico, risale al 1885 ed è opera del noto architetto alberobellese Antonio Curri. La chiesa come si presenta oggi fu terminata solo nel 1914. All’interno si trovano due statue lignee che rappresentano i santi (1782 e 1784) e il reliquiario dei frammenti ossei di San Cosma e San Damiano.

Nei giorni tra il 26 ed il 27 settembre ricorre la celebrazione della festa patronale che richiama folle di pellegrini dai paesi limitrofi, i quali, come vuole la tradizione, percorrono l’intero tragitto a piedi.

Chiesa di Sant’Antonio di Padova 

Chiesa Sant'Antonio da Padova
Chiesa Sant'Antonio da Padova

La Chiesa di Sant’Antonio è una chiesa a croce greca posta in cima al rione Monti, costruita tra il 1926 e il 1927

. Ispirata ai trulli, la chiesa ha la classica forma conica, una cupola alta 21 metri e un campanile alto 18 metri. All’interno sono conservate le reliquie di Sant'Antonio di Padova. 

Belvedere Santa Lucia 

Il Belvedere Santa Lucia offre un panorama unico sul centro storico di Alberobello e sulla distesa di trulli che lo compone.

Una tappa da non perdere nella visita del borgo. Vi si arriva attraverso una caratteristica scalinata dipinta con dei cuori. 

Video delle attrazioni da vedere ad alberobello

Cosa mangiare ad Alberobello

La cucina di Alberobello propone le specialità pugliesi preparate con ingredienti freschi e locali.

La Valle d’Itria è rinomata per la produzione di vino, olio, prodotti caseari, dai formaggi ai latticini, dalle ricotte alle burrate, ormai famose in tutto il mondo, ma anche per insaccati come il Capocollo di Martina Franca, Presidio Slow Food.

Ad Alberobello bisogna assaggiare: le orecchiette con cime di rape; le sagne 'ncannulate, un tipo di pasta lunga e attorcigliata, condita con pomodori freschi, basilico e cacioricotta; le fave con cicorie; spaghetti ai ricci di mare; le bombette, involtini di carne ripieni; la frittata di lampascioni; la carne di cavallo al sugo; le braciole al sugo; le pittule o pettole, frittelle tonde; il ciambotto, unazuppa di pesce, mitili, crostacei e verdure; secondi di mare come la pepata di cozze,cozze fritte, baccalà,insalata di polpo e crudi in quantità.

Concludete in dolcezza con i bocconotti e gli sporcamussi, dolci di pasta sfoglia con crema e zucchero a velo. Sarà difficile mangiarli senza sporcarvi, come suggerisce il nome. La Valle d’Itria è rinomata inoltre per i suoi vini, fatevi consigliare quello giusto per voi. 

Dove dormire ad Alberobello

Dormire in un trullo è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. Ad Alberobello e nei dintorni avrete vasta scelta tra i tanti trulli riconvertiti in boutique hotel e hotel di charme con piscina.

Inoltre sono innumerevoli le masserie isolate nella campagna pugliese, tra distese di ulivi, o gli alberghi diffusi nei bei borghi bianchi.  

Come arrivare e spostarsi ad Alberobello 

In aereo o in nave, gli aeroporti e i porti più vicini ad Alberobello sono quelli di Brindisi e di Bari. Altrimenti, l’ideale è viaggiare in macchina, o noleggiarne una sul posto, per poter esplorare la Valle d’Itria in autonomia.

Spesso gli hotel, soprattutto trulli e masserie sono isolati nella campagna, e avrete bisogno di un vostro mezzo per raggiungere i centri abitati e le spiagge.

Quando andare ad Alberobello

Il clima è caratterizzato da inverni freddi ed estati generalmente lunghe, calde, secche e sempre ventilate, con interessanti escursioni termiche notturne.

Se volete fare una vacanza di mare, chiaramente la stagione migliore è l’estate, altrimenti la primavera è un ottimo periodo in cui visitare la Valle d’Itria. 

Mappa e cartina

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