Naxos

Dieci giorni a Naxos

Testo alternativo

GIORNO 1

Il nostro viaggio (dopo una lunghissima pianificazione, come alcuni amici di Zingarate sanno) inizia da Roma nelle prime ore di lunedì 27 agosto: alle 4.20 siamo alla stazione Termini per prendere il pullman della Terravision che ci porterà a Fiumicino, da cui parte alle 7.05 il volo per Mykonos. Storditi, atterriamo nel sole cocente e scopriamo che la nostra valigia da stiva non è sul nastro di trasporto bagagli: sbirciando fuori notiamo che è caduta, a gesti chiediamo a un inserviente di passarcela (soluzioni artigianali, sempre le migliori ) e via verso l'uscita.

Qui non c'è traccia di autobus e c'è una lunghissima fila per i taxi: dopo una mezz'oretta d'attesa riusciamo finalmente a prenderne uno che ci fa avere il primo impatto con le strade e la guida nell'isoletta: roba da manicomio, seriamente, a ogni curva o lui o chi viene nell'altra direzione deve fare retromarcia per far passare l'altro, dopo aver evitato per un soffio il frontale.

Il tassista ci sbarca di fronte all'agenzia di viaggi dove dobbiamo ritirare i biglietti per il traghetto del pomeriggio, dicendoci che hanno anche il deposito bagagli. All'agenzia, una scortesissima signorina ci consegna di malagrazia i biglietti e ringhia che il deposito è nel bar accanto. Riusciamo ad estorcerle la (peraltro fondamentale) informazione che la nave da prendere è un catamarano e attraccherà al vecchio porto, più vicino alla città, meno male. Al bar ci chiedono 2 euro per i 2 trolley, li lasciamo e andiamo a fare un giro per l'adorabile Chora di Mykonos. Sono ormai le 11, non c'è un alito di vento e il sole picchia fortissimo, ogni poco ci fermiamo all'ombra per riprenderci, consumiamo un paio di bottiglie d'acqua minerale in tre ore.

Sfiniti dalla fame e dalla mancanza di sonno, verso le 13 decidiamo di pranzare in un baretto carino della Piccola Venezia (stupendo il balconcino affacciato sul mare, la signora del balconcino vicino pescava direttamente in mare con una rudimentale canna), dove per 20 euro ci portano un piatto gigante di mezedes (varie cremine tra cui la taramosalata, che in Italia mi ha sempre fatto schifo e in Grecia invece ho imparato ad adorare, e polpo in insalata) con l'ennesima minerale grande e due pita.

Finito il pranzo, torniamo a ritirare le valigie e ci dirigiamo al porto. Qui, scena tipo ritirata di Dunkerque: un bianco edificio abbandonato, mezzi di vario tipo che fanno manovra sullo sterrato alzando metri di polvere e migliaia di persone dentro che cercano di ripararsi dal sole inclemente.

Ci conquistiamo un posto per l'attesa a forza di spintoni, scopriremo poi che ci sono due traghetti in ritardo e il nostro è il secondo. In un caos da arca di Noè riusciamo finalmente a imbarcarci nel simpatico catamarano, che dopo una 40ina di minuti ci sbarca a Naxos, con un'oretta di ritardo rispetto agli orari pianificati. Qui il clima è decisamente più piacevole e l'atmosfera più rilassata che a Mykonos, ci innamoriamo dell'isola fin dalla camminata sul molo del porto.

Ad attenderci vicino all'ufficio centrale della KTEL (la compagnia dei trasporti pubblici) troviamo il signor Carmine di Naxosvacanze.net: per il nostro primo impatto con la Grecia e l'isola di Naxos abbiamo deciso di rivolgerci a loro e, ripensandoci, credo che abbiamo fatto bene (pur spendendo probabilmente un po' di più rispetto a come avremmo potuto organizzarci da soli), perché ci hanno fatto saltare la fase del disorientamento spiegandoci tantissime cose e aiutandoci a familiarizzarci da subito col luogo. Carmine ci accompagna ad Agia Anna, allo studio dove pernotteremo per i successivi 8 giorni, carino, pulito, funzionale, molto ampio e con vista mare.

Ci lascia una dettagliata mappa della Chora e dell'isola con le sue annotazioni, nonché una "guida" scritta da lui e dalla moglie Luisa, con un sacco di informazioni utili e suggerimenti, ci spiega un po' le strade, gli autobus, le spiagge etc, ci dà qualche dritta sul cibo e ci lascia invitandoci a contattare il numero di Naxosvacanze per qualunque dubbio/esigenza.

Doccia, poi crolliamo sul letto distrutti (non dormivamo dal giorno prima) e ci facciamo un paio d'ore di sonno. Seguendo il consiglio di Carmine, la sera prendiamo l'autobus da Agia Anna (efficientissimo, ogni mezz'ora fino all'una di notte, ma bisogna comprare i biglietti prima, costano 1,60€/tratta) andiamo a cena in un ristorante del lungomare, Meze2, dove rimaniamo stupefatti dalla quantità e dalla qualità del cibo, tutto ottimo, freschissimo e a un prezzo con cui a Roma non si arriva nemmeno a pizza+birra.

Torniamo con l'ultimo autobus e ci mettiamo a dormire, contenti di aver scelto Naxos per la nostra vacanza.

GIORNO 2

Facciamo l'augusta conoscenza del temutissimo MELTEMI! Era un mese che non soffiava, ed ora si presenta in tutta la sua magnificenza a 55 km/h di media . Dopo una bella colazione col pane offertoci dalla padrona degli studios (che ogni mattina ci lascerà un sacchetto con due pagnottine fuori dalla porta) decidiamo di non lasciarci scoraggiare e andiamo (a piedi: lo studio è in posizione strategicissima) al mare ad Agia Anna, in uno stabilimento in cui ci fanno prendere l'ombrellone gratis con una consumazione. Io prendo un Nescafè Frappè, pentendomene quasi subito ('mmazza che zzozzeria, avrebbe detto Alberto Sordi), comunque è un beverone gigantesco che aiuta a far passare il tempo. La spiaggia è sporchetta ma la sabbia granulosa non si alza col meltemi; l'acqua del mare è pulitissima e freddissima, facciamo il bagno ma io esco dopo 10 minuti perché sento troppo freddo, a causa anche del vento. La cosa incredibile dell'acqua sono i colori, davvero da laguna caraibica, un verde-azzurrino stupendo che si incrocia con un profondo blu oltremare.

Ad ora di pranzo torniamo a "casa", dove arrangiamo un'insalata con le verdure e le uova che la padrona ci ha offerto come regalo di benvenuto, dritte dritte dal suo orto e dal suo pollaio: chiaramente è spettacolare.

Cazzeggio pomeridiano, poi decidiamo di esplorare un po' il Kastro, il quartiere medievale della Chora, altra corsa in bus e ci siamo. Saliamo, saliamo, saliamo, ma quant'è in salita 'sto posto! Eravamo preparati ma evidentemente non abbastanza , comunque arriviamo all'ex-convento delle Orsoline, perdendoci nei vicoletti e salendo sempre più in alto. Cerchiamo il museo archeologico che purtroppo fa un orario ridottissimo, 10-15; con gli occhi pieni dell'atmosfera romantica e medievale del luogo cominciamo la discesa, trovando sulla nostra strada un sacco di gatti, tra cui una cucciolata di vivacissimi micetti accuditi da una ragazza del luogo.

Torniamo alla nostra base di Agia Anna, ceniamo in una taverna vicina che però non è granché, si chiama Faros: pubblicizza il fatto che usa materie prime 100% biologiche, ma a Naxos direi quasi che è difficile trovare roba NON biologica, dal momento che l'isola produce abbondanza di carni e vegetali letteralmente a km zero. Purtroppo, bio o no, riescono a rovinare tutte le portate della cena condendole troppo o troppo poco, spendiamo comunque una cifra non eccessiva e alla fine ci offrono una deliziosa panna cotta. Torniamo a "casa" a dormire, ripromettendoci di fare la spesa l'indomani.

GIORNO 3
   
La padrona di casa, pur continuando a fornirci il suo delizioso pane, risulta invisibile e inafferrabile, dunque ci scontriamo con un po' di necessità pratiche, tra cui: la pw del wireless per caricare le foto (il mio compagno sta diventando isterico, io non ho la malattia del fotografo dilettante facebookiano ma lui purtroppo l'ha contratta quando gli ho regalato lo smartphone), la spesa alimentare per i successivi giorni, i cerotti per le vesciche. Chiamiamo il cellulare di Naxosvacanze, ci risponde sempre il gentilissimo Carmine che:

    1) ci dà qualche dritta su dove fare la spesa - meglio i fruttivendoli della Chora che i market nei paesi sulla spiaggia, i quali hanno probabilmente la peggior verdura di tutta l'isola;
    2) ci suggerisce di attendere al varco la padrona di casa o la ragazza delle pulizie, che pur parlando solo greco risolveranno la questione wireless e ci faranno una sorta di check-in grazie ad una terza signora molto simpatica ed english-speaking ;
    3) ci rassicura: non siamo noi ad essere delle pappemolli, il vento è effettivamente molto forte, anormale anche per gli standard di Naxos, cosa che in qualche modo ci tranquillizza;
    4) ci consiglia la spiaggia di Agios Prokopios, più riparata dal meltemi.

Andiamo dunque, sempre in bus, verso la Chora; compriamo i cerotti, poi facciamo la spesa da un fruttivendolo/minimarket sulla strada per la spiaggia di Agios Georgios, che è di una catena molto diffusa sull'isola, ha prezzi piuttosto onesti e ortofrutta spettacolare, notevolissime le pesche.

Entriamo anche in una panetteria/pasticceria e compriamo due grossi dolci grondanti miele sul tipo di quelli turchi (ops!

In Grecia non si dice!), che tagliati in pezzi, troppo dolci per essere mangiati in una volta sola, dureranno fino al giorno dopo.

Torniamo a casa e ci facciamo una simpatica insalata di pasta (pasta Voiello portata da qui, tengo 'o cuore italiano ) con pomodori, peperone verde, tonno e cipolla, non il massimo della leggerezza ma buona, data l'alta qualità delle verdure.

Nel pomeriggio ci dirigiamo, a piedi, verso Agios Prokopios, sfidando le curve cieche della strada dove ogni due per tre si rischia di finire sotto un motorino/auto/quad/pullman, ma dove il panorama è come al solito stupendo; troviamo uno stabilimento carino, anche se parecchio affollato (per gli standard di Naxos, eh, a Rimini se ci fossero così pochi bagnanti avrebbero già chiesto lo stato di calamità naturale), e ci fermiamo lì fino al tramonto. Tramontato il sole, impacchettiamo le nostre povere cose e torniamo, sempre a piedi, a farci una doccia allo studio, dopodiché usciamo, autobus e ceniamo da Scirocco, delizioso e adorabile, benché turistico, ristorantino sulla piazza principale della Chora. I pomodori col riso e le patate fritte sono qualcosa di inesprimibilmente buono, e anche stavolta spendiamo poco più di 15 euro a testa per una cena gigantesca e di qualità incredibile. Autobus e poi a dormire.

Peraltro, segnalo che a Naxos in quasi tutti i ristoranti c'è almeno un cameriere che parla o al limite capisce abbastanza bene l'italiano, e ci sono molti italiani (per quel che ho visto io comunque NON del tipo tamarro, ma piuttosto coppie innamorate di tutte le età ed educate famiglie con bambini) in vacanza: lascio a voi decidere se sia un lato positivo o no, dato che su queste questioni ognuno la vede in maniera diversa e io non voglio entrare in polemica con nessuno.

A me la cosa non ha assolutamente dato fastidio, dato anche che:

1) il parlare italiano dei camerieri non influisce sulla bontà o meno del cibo ma al limite aiuta ad apprezzarlo meglio;
2) spesso sono loro stessi ad essere "fieri" della loro padronanza della lingua e a pregare noi italiani di non parlar loro in inglese ma in italiano, per poter dimostrare la loro competenza;
3) comunque vivo in Italia, quindi in un posto "pieno di italiani" ci sto tutto l'anno e mi suonerebbe strano lamentarmi di una condizione che nella vita di tutti i giorni do per acquisita.

GIORNO 4

Il meltemi è un po' calato: ci avviamo a piedi verso la spiaggia di Plaka, più bella e meno frequentata delle altre due. Scegliamo uno stabilimento con gli ombrelloni in bambù (quelli con gli ombrelloni di stoffa li tengono chiusi per paura che il vento se li porti via) e ci sistemiamo; purtroppo nel sistemarci piazziamo il lettino sopra lo zainetto coi solari e così la confezione del solare protezione 50 scoppia inondando tutto il contenuto del suddetto zainetto.

Conteniamo i danni, non senza una considerevole incazzatura da parte mia, restiamo un altro po' sulla spiaggia (il mio compagno si gode il fresco, io un po' meno ma il panorama compensa per tutto), lui fa un altro bagno. Infatti, nonostante il vento, il mare non è mai mosso, perché la direzione del meltemi è quasi parallela alla spiaggia, quindi impedisce alle onde di crescere.

Dopo il bagno andiamo a pranzo a casa, dove con la pasta cotta avanzata dal giorno prima e le ultime uova facciamo una deliziosa, seppur decisamente non dietetica, frittata di pasta. Appesantiti, nel pomeriggio si dormicchia un po', restiamo in veranda a leggere con la riposante vista del mare davanti, poi ripartiamo in direzione Chora col fedele autobus.

Dall'autoradio di tutti i mezzi pubblici esce sempre e solo musica tradizionale greca, mi chiedo se la mettono perché gli piace o perché il loro contratto li obbliga, chissà.

Proviamo ad andare alla Portara ma il molo su cui dovremmo passare è troppo battuto dalle onde, la temperatura è di 22/23 gradi con vento mediamente forte e non vogliamo correre il rischio di ritrovarci zuppi senza poter andare a cambiarci; poi, non volendo mettere gyros pita sopra la frittata di pasta ma d'altronde avvertendo un languorino, ci fermiamo presso un luogo che, pur non essendo esattamente un tempio della cucina greca tradizionale, è però (almeno sembra) un'istituzione di Naxos, dove si incontrano turisti e autoctoni di tutte le età: la Waffle House, coi tavoli in un grazioso vicoletto cieco ai piedi del Kastro. Qui io prendo un waffle col gelato al mastice di Chio (ripeto, probabilmente non il più autentico, ma ottimo) e al caramello, lui, che non è incline ai dolci, uno yogurt greco con frutta e miele, che gli arriva, stanti le dimensioni medie delle portate sull'isola, in una specie di insalatiera ed è anch'esso delizioso.

Restiamo un po' al tavolo (è meraviglioso, qui nessuno ti mette fretta per mandarti via ma anzi si stupiscono se chiedi il conto subito), poi facciamo un'altra passeggiata per la città e torniamo all'autobus, che ci riporta a casa.

GIORNO 5

Vento ancora un po' più calmo, di nuovo spiaggia, di nuovo Plaka, questa volta però ci fermiamo prima, nel tratto di Maragas, e prendiamo di nuovo l'ombrellone (costo variabile da 5 a 7 euro, o una consumazione per 2 che più o meno arriva a quella cifra, in tutte le spiagge dove siamo stati. C'era troppo vento per portarci il nostro e siamo entrambi molto bianchi, quindi senza una copertura non possiamo stare).

Stamattina l'acqua è meno fredda e faccio un bel bagno anch'io, lui praticamente passerà la mattinata in acqua.

A pranzo non ci va di andarcene dalla spiaggia: imitiamo dunque gli altri bagnanti, lasciando un po' delle nostre cose sotto l'ombrellone (incredibile, o comunque così sembra venendo dall'Italia, nessuno tocca niente) per segnalare che torneremo, e andiamo a mangiare alla taverna Vlassi's Family, direttamente affacciata sulla spiaggia.

Panorama meraviglioso, passano a tutta velocità decine di windsurf sospinti dal meltemi, il mare è azzurro e verde e le onde sono piccole, tra una cosa e l'altra restiamo al tavolo un paio d'ore, provando la famosa Moussaka (non proprio un piattino da estate al mare, ma tra il vento e le nuotate la fame non si placherà con meno) e una bellissima orata al forno che arriva con un immenso contorno di verdure e patate cotte con lei e costa 8 euro.

Nel pomeriggio torniamo in spiaggia, restiamo fino alle 18 circa, poi andiamo a casa e da qui, stanchi ma felici, non usciremo più per tutta la sera, che trascorreremo a chiacchierare e a giocare a Uno.

GIORNO 6

Vorremmo visitare la spiaggia di Mikri Vigla, ma gli orari dell'autobus, che parte dalla Chora e fa la strada interna, sono piuttosto scomodi. Decidiamo di arrivare col solito bus costiero al capolinea di Plaka e capire se riusciamo ad arrivarci a piedi salendo sul promontorio; purtroppo, visto il sole che picchia e il nostro abbigliamento inadeguato capiamo che è troppa strada e ci fermiamo nella parte terminale di Plaka, dove l'ombrellone costa 5 euro e il mare è ancora più bello dei giorni precedenti. Bagnetto, ozio, passeggiatina, scottature, poi torniamo dai nostri amici di Vlassi's Family a pranzo.

Soddisfatti anche questa volta, torniamo a casa, solita doccia, poi usciamo. Passo da un autonoleggio della zona, per capire se noleggiano auto col cambio automatico e se ne posso prenotare una per il giorno dopo: il proprietario fa il vago, mi dice di passare l'indomani, già prevedo problemi ma vabbè, mi convinco che sono io malfidata.

Prendiamo il bus per andare a cena al ristorante Meltemi, consigliatissimo su Tripadvisor ma per noi una vera e propria delusione. Il proprietario si riscatta però offrendoci la sua buonissima uva a fine pasto, vabbè, meglio di niente, ma la peggior cena della vacanza. Vabbè, abbiamo fatto girare l'economia. Andiamo a fare una passeggiata per la spiaggia cittadina di Agios Georgios, poi torniamo a casa.

GIORNO 7

Si comincia maluccio: come prevedevo, il noleggiatore cerca di rifilarmi una macchina col cambio manuale, nonostante io specifichi che mi serve automatica (MotoPower Naxos, filiale di Agia Anna, io ve lo sconsiglio, ma vedete voi). Ancora peggio va dalla Europcar locale, dove vorrebbero rifilarmi una 500 cabrio che dovrei cambiare il giorno dopo ad un'ora antelucana con una Smart. Li mandiamo a quel paese, prendiamo un bus e andiamo alla Chora, sperando ci vada meglio (è pure domenica mattina...).

Ci rivolgiamo al noleggio Falcon, che abbiamo visto il giorno prima andando da Meltemi: purtroppo anche loro non hanno automatiche, ma il gentilissimo proprietario fa una telefonata e ci indirizza verso un'altra agenzia, la New Car, a qualche stradina di distanza. Qui la gentile proprietaria ci accoglie sorridendo, ci propone una bella Hyundai I10 rossa (la prossima volta farò più attenzione col controllo dei bozzi, stavolta ero troppo frastornata, comunque pare per il momento che non ci siano stati imbrogli, bene) a 35 euro al giorno, che potremo riconsegnare al porto due giorni dopo, la mattina della partenza. Preferisco pagare altri 7 euro e aggiungerci una KASKO, facciamo il contratto, provo tutto, pare che vada, bene. La signora ci spiega un po' le strade, noi ci allontaniamo senza aver capito molto (la cartina è minuscola, meno male che ne abbiamo un'altra più grande), facciamo un giro mentre mi familiarizzo con la guida, ok.

Cominciamo la salita a tornanti verso il paesino di Halkì, facendo la deviazione (raccomandatissima dalla signora del noleggio) verso il tempio di Demetra-Kore dalle parti di Sangrì.

In effetti il sito è stupendo, tenuto benissimo con un sentierino circondato da una curatissima macchia mediterranea, in mezzo agli ulivi. Visitiamo anche l'adiacente museo, gratuito e molto interessante.

Ripartiamo verso Halkì, che raggiungiamo senza incidenti (anche perché vado a max 40 all'ora). Voglio rassicurare tutti sul fatto che questa strada, seppur non proprio agevole, di giorno quando c'è luce è fattibilissima anche da una persona che non sia un asso della guida (tipo me, che guido veramente male, me lo dico da sola). La cosa migliore è che si incontrano pochissime auto, quindi è vero che la strada non è proprio sicurissima, ma spesso la si ha tutta per sé e quindi si può guidare con più calma. Ho visto un paio di quad fermi con un furgoncino vicino che li caricava tipo carro attrezzi, non so se erano già spompati di loro o se la strada è proprio inadatta, comunque sono contenta di aver scelto la macchina. Il panorama è stupendo, prima sul mare e poi, addentrandosi nella vallata, sugli uliveti immensi e sui monti dell'interno.

Arriviamo ad Halkì che sono le 14 passate, cominciamo a sentire un leggero languorino e no, non è voglia di qualcosa di buono, è proprio fame. Parcheggiamo in quello che sembra un fiume in secca (!), indicato come "public parking", trovando pure un posto all'ombra, usiamo i bagni chimici presenti, poi ci addentriamo nel paesello, che subito ci fa innamorare. In quella che sembra una piazzetta centrale, scorgiamo un ragazzone alto due metri e largo in corrispondenza, con capelli e barba lunghi e neri, maglietta nera molto metal e forchettone in mano, che non ci mostra la porta dell'Inferno, ma lavora ad un'immensa griglia per la carne. Un'insegna di latta scolorita sul muro accanto ci fa capire che il giovanotto lavora per una trattoria (che scopriremo poi essere raccomandatissima dalle guide ), di cui vediamo anche i tavoli, su uno spiazzo in cima a una scaletta.

La saliamo e ci accomodiamo, e decidiamo di provare la famosa salsiccia di Naxos grigliata dal luciferino essere di cui sopra.

Nell'attesa prendiamo delle Horta, verdure bollite, che a me però non piacciono perché sono una specie di cicoriona selvatica, con un sapore più forte di quello della cicoria che già non amo. Comunque sono freschissime, e ne mangio un bel po'. Salsiccia e souvlaki di maiale, accompagnati da pomodoro, tzatziki e patate fritte sul momento, sono qualcosa di divino, soprattutto la salsiccia. Conto esiguo come sempre, il mio compagno insiste per stringere la mano al Serial Griller che ne appare molto contento.

Visitiamo poi l'immancabile distilleria Vallindras, una visita che vi consiglio di fare perché gli aggeggi d'epoca (ancora funzionanti!) e le varie etichette/pubblicità, oltre anche all'edificio in sé, col suo cortiletto, hanno davvero il loro fascino. Acquistiamo qualche bottiglia di Kitron da riportare agli amici beoni (dovremo acquistare un ulteriore bagaglio da stiva al ritorno, ci siamo fatti prendere un po' la mano), altro giro per il paese per tentare di visitare la chiesa bizantina di San Giorgio che però è chiusa. Torniamo sulla via principale e visitiamo la graziosissima Fish and Olive Gallery con l'artista al lavoro, ci sono dei pezzi davvero meravigliosi.

Decidiamo di ripartire per Filoti, arroccato sul Monte Zeus: il colpo d'occhio è meraviglioso, tanto che manchiamo il parcheggio e prima di rendercene conto siamo usciti dal paese, con nessuna possibilità di fare inversione (strada di montagna con continue curve cieche, inversione = sei morto). Proseguiamo in su e arriviamo (casualmente) alla biforcazione di Agia Marina, da cui parte il sentiero che conduce alla Grotta di Zeus. Purtroppo sono le 17 e calcoliamo che non ce la faremmo mai a completarlo, quindi rigiriamo in un minuscolo spiazzo lì vicino e torniamo in paese.

Parcheggiamo ed esploriamo un po' le stradine: Filoti è tutto in salita, case tinte di bianco, incantevoli fiori, e, negli spazi vuoti tra gli edifici, si aprono quasi d'improvviso dei magnifici panorami della vallata.

Tutto molto bello, ma siamo stanchini: riprendiamo l'auto e giù verso Agia Anna.

Lasciamo la macchina sotto casa e decidiamo di andarci a godere il tramonto sulla spiaggia di Plaka. Serve in effetti un surplus di romanticismo, dato che la serata sarà consacrata alla pessima abitudine italiota della partita: abbiamo visto un bar dove trasmettono Roma-Inter e il mio compagno, romanista zemaniano, non può saltarla.
Appena dopo il tramonto, comincia a fare fresco: torniamo dalla spiaggia, ci cambiamo, poi prendiamo il bus (di notte non mi fido a guidare) e andiamo in centro alla Waffle House, dato che di una cena vera e propria non abbiamo voglia, dopo la grigliatona del pranzo. Torniamo poi sulla Paralia, in questo bar, e prendiamo due cocktail (anche questi, come tutto il resto a Naxos, immensi), la partita va bene per la Roma, io trovo un wireless con cui posso connettermi un'oretta e risentire gli amici, si chiude la parentesi "Tengo 'o cuore italiano" di oggi e si torna a dormire.

GIORNO 8 (ultimo giorno che passeremo a Naxos)
Ci svegliamo un po' tardi, prendiamo la macchina e ci dirigiamo a Mikri Vigla, nonostante tutti quelli a cui lo diciamo ce lo sconsiglino, perché il vento ha ripreso a tirare forte. In effetti, una volta arrivati lì, constatiamo che è forte, ma incontriamo la superstar della spiaggia, vale a dire il vecchietto custode degli ombrelloni che ci aiuta a sistemare tutto in modo che non voli via. Io faccio una lunga passeggiata, constatando che la spiaggia è "sporca", sì, ma di alghe e spugne e non c'è un rifiuto di plastica o carta nemmeno a pagarlo.

Restiamo tutta la mattina, lui nuota, io no, l'acqua è di nuovo troppo fredda.

Riprendiamo la macchina e facciamo un giro panoramico ad Aliko, ancora più a sud, ma il sole picchia e decidiamo di non scendere nelle bellissime calette, ripromettendoci di tornare e visitarle per bene un altro anno.

Torniamo nella Chora, parcheggiando in un parcheggio sul mare che da quel lato è piuttosto agitato, spetttacolare guardare i cavalloni e la Portara dalla macchina .

Pranziamo con un Gyros Pita in uno dei locali sul lungomare ma abbiamo ancora fame, per cui ricorriamo ad una sorta di "yogurt self service" sempre sul lungomare: si sceglie la coppetta, si "pompa" lo yogurt (naturale o aromatizzato, delizioso quello alla vaniglia coi semini di vaniglia) da macchinari appesi al muro, poi si sceglie cosa metterci (frutta fresca, sciroppi, frutta sciroppata, granelle varie, io ci metto un chilo di fragole e buonissime carote in conserva di cui più tardi acquisterò un vasetto) e si paga a peso.

Poi scopriamo (oddio, "scoprire" è eccessivo, dato che c'è sempre una folla di turisti, ma non l'avevamo notato prima) un negozio che sembra una bottega di paese, ma sta sulla strada principale che arriva in città e vende un assortimento incredibile di prodotti tra cui tutte le spezie conosciute al mondo (stecche di cannella lunghe come il mio polpaccio!), io prendo tre bacche di vaniglia a un prezzo a cui in Italia a malapena ne comprerei una. Si trovano anche spugne, pomici, pentole, saponi artigianali, unguenti erboristici fatti in casa, vino e olio nelle bottiglie di plastica, miele, conserve varie e formaggi buonissimi ma purtroppo intrasportabili. Ci lasciamo trascinare e prendiamo qualche ricordino per mamme e amiche, il mio compagno sta per piangere come un bambino all'idea che non può portarsi a casa un paio di forme di formaggio.

Torniamo alla macchina e a casa, ci rimettiamo un po' in sesto, prendiamo il fedele autobus e per la cena d'addio torniamo da Meze2 dove è tutto buonissimo, ma il "salaturi", insalata di razza, cipolle rosse e finocchietto è davvero fenomenale.

Dopo cena torniamo allo studio per l'ultima notte a Naxos, lasciando ai vicini nello studio accanto un po' delle verdure che avevamo comprato e non abbiamo fatto in tempo a mangiare.

GIORNO 9 (Atene)

Alle 8:30 siamo pronti a partire: carichiamo la macchina, chiamiamo il noleggio perché mandino qualcuno a prenderla al porto e facciamo il nostro ultimo tragitto sulla strada interna (evitiamo la litoranea perché è stretta e ci passa il pullman).

Riconsegniamo l'auto dopo aver scaricato i bagagli e ci mettiamo in fila con la marea umana che attende il traghetto per Atene delle 9.30.
Non capiamo da dove arriva ma è moderatamente pieno; saliamo e, dopo i primi momenti di confusione, troviamo un posticino ponte comodo e riparato tra backpackers che dormono, cani, padroni di cani e famigliole pacifiche.

Mentre il mio compagno legge, io faccio un giro per i vari ponti fino ad arrivare alla poppa della nave e mi godo la vista panoramica sull'Egeo bianco e blu, mangiando Mentos che mi sono state consigliate da non so più chi come rimedio per il mal di mare; non so se sia per le caramelle o perché comunque il mio corpo sopporta bene il mare, ma arriverò ad Atene senza particolari sconvolgimenti intestinali. Il viaggio scorre tranquillo, e grazie alla prontezza del mio compagno al Pireo alle 15 siamo fra i primi a recuperare i bagagli e a sbarcare.

Il Pireo certo non è il più bel posto che io abbia mai visto (ma manco il peggiore: Bucarest nel '94 era parecchio peggio), e i tassisti che ci "assalgono" sono piuttosto insistenti, ma io ho imparato a dire "OHI" (no) come una vera greca, mi prendono per autoctona e ci lasciano stare. Attraversiamo il ponte che ci porta dritti alla metropolitana (dire che sia poco segnalata è un eufemismo, ma comunque per fortuna è vicina): qui abbiamo 8 euro in monetine e quindi possiamo comprare 2 pass giornalieri per i mezzi pubblici all'unica macchinetta funzionante su 8.

I treni della metro sono una piacevole sorpresa, relativamente nuovi e climatizzati. Arriviamo in breve tempo, senza cambi, alla stazione Victoria: qui usciamo in una piazza con molti alberi e moltissimi piccioni. Il quartiere è un po' degradato, ma veniamo da Torpignattara a Roma, ce la possiamo fare.

Con una breve passeggiata (e Google Maps ) raggiungiamo l'albergo prenotato, Centrotel Hotel, che vi consiglio caldamente (65 euro/doppia/notte prenotando un mese prima con cancellazione gratuita, colazione a parte).

Qui veniamo accolti da una delle receptionist più gentili dell'universo che ci fa il check in, ci dà la pw del wireless e la chiave della stanza, ci spiega che l'aria condizionata non si accende senza chiudere bene la finestra etc. Saliamo nella stanza, che è spettacolare e ha persino l'idromassaggio e un bel balconcino che affaccia su un cortiletto.

Più tardi scendo a chiedere se c'è un Internet point vicino per stampare i biglietti aerei per il giorno dopo: la receptionist mi indirizza alla "zona business" dell'albergo, da cui compio l'operazione in pochissimo. Ne approfitto per spulciare il blog di Zingarate dedicato ad Atene e trovo un posto carino in cui cenare... peccato che, quando un paio d'ore dopo ci arriviamo, lo troviamo chiuso! (non so se la crisi ha colpito oppure se il martedì è giorno di chiusura: nella seconda ipotesi, sarebbe gentile che lo segnalassero nel sito del ristorante).

Ripieghiamo allora su un'onesta mangiata di carne, poi facciamo un giro per la zona intorno a Monastiraki, l'Acropoli illuminata da sotto è spettacolare, l'emozione di trovarci vicini ai templi e agli edifici di cui abbiamo tanto sentito parlare a scuola è indescrivibile. Siamo tuttavia piuttosto stanchi e torniamo in hotel relativamente presto.

GIORNO 10 (il ritorno)

Ci svegliamo sul tardi e decidiamo di far colazione in albergo, cosa di cui ci pentiamo perché non è assolutamente all'altezza del resto e costa 7,50 euro a persona. Paghiamo, chiudiamo i bagagli, li lasciamo in deposito per un'oretta e facciamo un ultimo giro, da piazza Syntagma a Monastiraki, ma io sono piuttosto agitata perché temo di non raggiungere l'aeroporto in tempo. Recuperati i bagagli e arrivati alla metro, sono le 13.30, il volo è alle 16.10 e non c'è poi molto margine. A Monastiraki cambiamo e compriamo il biglietto per l'aeroporto (se ne comprate 2 insieme costano 7 euro l'uno e non 8, non chiedetemi perché ma lo fanno), poi prendiamo la prima metro anche se fa capolinea prima, e aspettiamo al capolinea quella giusta che arriverà tra un quarto d'ora (ci sono 2 treni ogni ora, mi dice la signorina della biglietteria di Monastiraki).

Il treno per l'aeroporto ci mette un tempo infinito, e siamo già oltre le 15 quando finalmente ci mettiamo in fila al bag drop della Easyjet; depositati i bagagli e fatto il check-in, ci aspetta una fila mostruosa ai controlli di sicurezza.

Gli addetti controllano infatti almeno due volte ogni borsa e bagaglio, e chiaramente visto che la sottoscritta ha avuto la geniale idea di mettere il suo phon (che sembra una pistola laser) nel bagaglio a mano i controlli diventano ben più di due. Per carità, non biasimo l'abitudine di prendere sul serio il proprio lavoro, anzi, però, a un quarto d'ora dalla partenza dell'aereo, tanto zelo risulta vagamente irritante.

Comunque, arriviamo in tempo, ci mettiamo in fila al gate, tempo 10 minuti e siamo imbarcati, ripartendo puntualissimi per Roma. Ci ripromettiamo di tornare magari per un weekend ad Atene, che nonostante tutti i suoi difetti ci ha affascinati, e tante e tante volte ancora nelle bellissime isole greche, che riescono a farsi amare senza nessuno sforzo.


+++Consigli pratici+++

In generale: il sole picchia moltissimo da quelle parti, portatevi dei buoni solari e un cappellino che non voli con il vento e SEMPRE una bottiglia d'acqua;

la situazione, pur con la crisi, non è (almeno per il turista) brutta come viene dipinta, ad Atene un po' di più ma per ora nulla di preoccupante, a Naxos proprio non si sente; le cose sembrano abbandonate a se stesse, ma in fin dei conti funzionano benissimo (in 10 giorni non ci è mai capitato di dover cambiare progetti per questioni logistiche);

non mettetevi troppo in ansia per i traghetti, sono mediamente puntuali ed efficienti (ma magari prenotate qualche giorno prima);

la vita, rispetto all'Italia, è un po' "spostata in avanti", ma probabilmente sentirete la differenza di più se venite dal Nord, qua a Roma non è infrequente cenare dopo le 21.30 come si fa in Grecia.

Mykonos (di passaggio): in un'ora di attesa non ho visto un solo mezzo pubblico andare o venire per e dall'aeroporto, quindi mettete in conto di poter essere costretti a prendere un taxi.

(se alloggiate lì comunque di solito i proprietari degli alberghi/studios vi vengono a prendere).

Quando siamo arrivati noi (27 agosto) abbiamo visto parecchi proprietari di alberghi e studios che aspettavano gli sbarchi degli aerei per proporre le loro sistemazioni, ma non credo che in altissima stagione sia lo stesso;

Il porto, almeno, quello piccolo, sembra abbandonato a se stesso, non ci sono uffici a cui chiedere informazioni (né molto posto all'ombra per l'attesa, preparatevi a combattere ), ma potete chiedere ai proprietari di alberghi che aspettano i traghetti, sanno tutto.

La Chora è adorabile e si gira a piedi in pochissimo, il "deposito bagagli" da noi usato era praticamente davanti al porto piccolo, accanto all'agenzia della Sea Jets.

Naxos: Come scrivevo in un altro topic, i mezzi pubblici sono mediamente efficienti, ma se volete usare solo quelli vi conviene pernottare alla Chora, visto che è lì che c'è il capolinea dei bus;

Come scrivevo poco sopra, in quasi tutti i locali c'è qualcuno che parla/capisce l'italiano, vedete voi se vi rassicura o vi infastidisce, io non prendo posizione, segnalo la cosa;

Il target dell'isola, almeno in stagione "media" (non so come sia in alta), non è granché improntato al divertimento notturno o alla movida, ci sono parecchie persone in là con gli anni e famiglie con bimbi piccoli, non è un mortorio ma nemmeno un luogo discotecaro, ci si va per rilassarsi;

Non rischierete di trovare pioggia, in estate, ma può capitare che ci sia vento forte: in tal caso niente panico, si può comunque stare in spiaggia, con le dovute precauzioni per evitare che voli via tutto. Le spiagge sono belle e mediamente ben organizzate (il tratto a sud di Mikri Vigla però è tutto libero e non attrezzato, tenetene conto), e quando c'è vento la sabbia (più granulosa che da noi) non si alza e il mare non si ingrossa, essendo il vento praticamente parallelo alla riva.

Se no, potete approfittare dei giorni di vento forte per visitare i paesini dell'interno, che meritano molto. Se poi invece siete windsurfisti, allora vi sentirete arrivati in Paradiso.

Le strade sono praticabili, almeno quelle extraurbane (ma non riesco a immaginare che qualcuno voglia addentrarsi in auto nelle viuzze della Chora, che si girano comodamente a piedi). Io, che non sono un asso del volante, ho fatto Chora-Agia Anna-Sangrì-Tempio di Demetra-Halkì-Filoti-Castello Bazeos e ritorno in un giorno, senza stancarmi quasi per niente, e Agia Anna-Mikrì Vigla-Aliko e ritorno il giorno dopo.

Questi tratti sono tutti asfaltati e, sebbene in montagna la strada sia tutta a tornanti, è praticamente vuota, quindi si può percorrere con tutto l'agio e la calma necessari. TUTTAVIA io non mi sono fidata a guidare di notte, perché le strade non sono illuminatissime e il rischio di trovarsi davanti uno senza fari che viene contromano esiste (è successo più volte all'autobus che ci riportava a casa). Il tratto di litoranea dopo Agia Anna è sterrato, io non mi sono azzardata a farlo con l'auto, tuttavia ho visto diversi temerari che lo facevano; io non posso dire che lo consiglio, perché le buche sono tante e profonde, però se siete più coraggiosi di me andate pure, certo non esiste nessun rischio grosso (a parte quello di dover ripagare al noleggiatore le sospensioni dell'auto, ma vabbè).

Atene: La città è sporca e molti negozi/uffici sono chiusi, ma non è una favela di Rio de Janeiro, è degradata ma non più di Roma, io non l'ho sentita come pericolosa (certo io rispondo di me stessa, che vado in giro vestita sportivissima e con pochi soldi appresso, non so se una con la valigia Luis Vuitton e una parure di diamanti direbbe lo stesso, e non lo posso sapere);

Se state lì almeno un giorno, fate il biglietto giornaliero: costa 4 euro (le macchinette, almeno quelle al Pireo, prendono solo monete), dura 24 ore e vi consente di girare con tutti i mezzi pubblici.

I biglietti singoli sono abbastanza complessi, perché ci sono quelli metro che valgono anche sui bus ma non viceversa, insomma fatevi un giornaliero e non ci pensate più;

Mettetevi in viaggio per tempo per raggiungere l'aeroporto, meglio arrivare molto prima perché i trasporti possono essere lenti e i controlli minuziosi;

L'Acropoli di notte è spettacolare. No, seriamente. Pensavo bella ma non pensavo COSI' bella.

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