INDIPENDENZA SCOZIA? GLI EFFETTI SUL TURISMO - Il turismo è uno dei settori più sviluppati in Scozia: offre circa 200.000 posti di lavoro e contribuisce in modo decisivo all'economia del paese.
Solo nello scorso anno la Scozia ha accolto più di 2,5 milioni di visitatori e ancora di più se ne aspettano per il 2014, visto che in calendario ci sono eventi di richiamo internazionale come i Giochi del Commonwealth, la Ryder Cup e gli MTV EMA Awards.
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Ma cosa accadrà se la Scozia voterà per l'UIdipendenza dal Regno Unito, il prossimo Giovedi?
Secondo quanto riporta Skift, la portavoce di Visit Scotland, Louise Purves ha affermato che è "inopportuno commentare la situazione politica attuale... La Scozia è una terra che ispira viaggi da più di 200 anni e non ci sono prove che questa incidenza possa essere influenzata negativamente dall'attuale dibattito politico".
La campagna di Visit Scoltland del 2014, The year of Homecoming ha provocato disappunto nei sostenitori di Better Together, ovvero degli unionisti che si sono schierati a favore della Scozia in Inghilterra. Il leader Alistair Darling, ha accusato l'ente turistico di promuovere la campagna per l'Indipendenza.
L'industria del turismo resta divisa sulla questione Indipendenza, infatti sempre secondo l'articolo di Skift, una votazione a scrutinio segreto di 500 delegati del settore turistico avvenuta lo scorso marzo, ha ottenuto un 60 per cento di voti a favore dell'Unione con la Gran Bretagna e solo il 32 per cento dei voti per l'Indipendenza. Recenti sondaggi di opinione indicano però, che da marzo in poi, c'è stato un graduale spostamento verso l'Indipendenza.
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Lj Research ha condotto lo scorso mese una ricerca sugli effetti del turismo dopo la possibile Indipendenza. Dei 700 visitatori del Regno Unito intervistati, l'84 per cento ha affermato che la decisione di visitare la Scozia non sarebbe stata influenzata dal risultato del Referendum.
"Questi risultati suggeriscono che l'Ente Turistico Scozzese non deve preoccuparsi troppo per l'esito del referendum", afferma Sean Morgan, amministratore delegato di LJ Research.
"Detto questo, le imprese turistiche che hanno elevata esposizione ai mercati inglesi devono riadattare i loro messaggi, il marketing e la promozione". Morgan afferma anche che "Gli intervistati erano però preoccupati per i controlli alle frontiere, l'obbligo del visto e tassi di cambio a cui si potrà andare incontro con la possibile Indipendenza dalla Gran Bretagna".
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PRO E CONTRO L'INDIPENDENZA - Joe Goldblatt, un esperto nel settore turistico, non è preoccupato per questioni legate a visti e confini, afferma infatti che ci sarà un boom del settore turistico se ci sarà Indipendenza "... nel breve periodo il turismo aumenterà notevolmente in Scozia dopo l'Indipendenza per via dell'entusiasmo e dell'interesse sulla cultura scozzese. A lungo termine, il turismo crescerà ancora più forte grazie anche al miglioramento delle regole e dei visti che renderanno sempre più agevoli gli ingressi nel Paese."
Lo Scottish National Party, il partito nazionale Scozzese, afferma che c'è un altro grande vantaggio per il turismo in Scozia con l'indipendenza ed è la riduzione delle tasse, si perché il Regno Unito è attualmente il Paese con uno dei più alti livelli di Air Passenger Duty nel mondo, e il governo scozzese ha proposto di dimezzare questa tassa se dovesse vincere il si.
Better Together, l'organizzazione contro l'Indipendenza, infine dipinge invece un quadro molto diverso della situazione, affermando che la mancanza di libero e facile movimento delle persone tra la Scozia e il resto del Regno Unito potrebbe ostacolare i flussi turistici, specie lungo il confine, con una perdita di milioni di dollari.