Giappone

Isole del Giappone da visitare almeno una volta

Isole del Giappone
Stai per partire alla scoperta del Paese del Sol Levante? Ecco le isole che dovresti proprio inserire nel tuo itinerario

Isole del Giappone: quante sono?

Isole Giappone
Isole del Giappone

Il Giappone vive in profonda connessione con l’elemento Acqua.

A formare l’arcipelago giapponese sono cinque isole principali insieme a una costellazione di isole minori: oltre 14mila e di queste solo 430 abitate. Le isole più grandi sono Hokkaido, Honshu, Shikoku, Kyushu e Okinawa.

Mare di un azzurro incontrastato, lunghe spiagge, montagne e foreste primordiali: ecco un giro fra le isole del Giappone da visitare almeno una volta nella vita.

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Isola di Enoshima

Isola di Enoshima
Isola di Enoshima

La collega alla terraferma il Benten Bridge: la piccola isola di Enoshima si trova in prossimità della foce del fiume Katase. La leggenda del posto ricorda che in queste acque un tempo si agitava un terribile drago.

Un giorno in cielo apparve la saggia dea Benzaiten, o Benten, connessa con un fiume primordiale, il cui nome è associato all’idea di ricchezza e talento.

Qui le storie si dividono: alcune raccontano che il drago, innamorato, accettò di aiutare gli abitanti del luogo e insieme alla dea fece prosperare l’isola.

Secondo un altro racconto il drago venne rifiutato dalla dea e così, schiacciato dalla tristezza e dal senso di colpa per i terremoti che aveva causato, si tolse la vita ma venne inglobato dalla terra ed è così che osservando le colline di Enoshima - ancora oggi conosciuta come 龍の口山 (tatsu no kuchi yama), “la bocca della collina del drago” - è possibile intravedere il profilo di un drago.

Sull’isola di Enoshima è presente un giardino botanico realizzato dal mercante inglese Samuel Cocking, che alla fine dell’Ottocento, insieme alla moglie giapponese, acquistò una vasta parte di terra, dove costruì una centrale elettrica e un grande parco oggi aperto al pubblico, facile da avvistare per la sua imponente torre d’osservazione.

Sull’isola è possibile visitare le grotte Iwaya, che custodiscono antiche statue buddiste a una profondità di 45 metri sotto terra, e luoghi come il tempio dedicato a Benzaiten dove, per propiziare la fortuna, è usanza lavare le monete nello stagno. Nelle giornate in cui il cielo è più terso da Enoshima si avvista il monte Fuji.

Isola di Honshū

Honshu
Honshu

Si tratta dell’isola più grande del Giappone e uno dei motivi per cui visitarla, oltre a Tokyo e luoghi simbolo come Hiroshima, Kyoto, Kobe e Osaka, riguarda gli splendidi templi di Nara e i suoi giardini.

Questa città, antichissima, fu capitale del Giappone dal 710 al 794 ed è patrimonio dell’umanità Unesco dal 1998.

Sull’isola di Honshu, la prefettura di Niigata è celebre per la produzione di riso e sakè, mentre a Nobi e nella pianura di Kantō, la più grande del Giappone, si producono verdure che vengono vendute in tutto il Paese.

Se non conosci Yamanashi sappi che proprio qui si concentra la produzione vinicola del Giappone. I monaci della prefettura di Yamanashi coltivavano la vite già mille anni fa, tuttavia fu nella seconda metà dell’Ottocento che iniziò la lavorazione e produzione del vino.

Nella Koshu Valley si coltiva l’uva Koshu, che gli studiosi dicono essere discendente dalle uve provenienti dal Caucaso: sembra che sia arrivata qui viaggiando lungo la Via della Seta e che fino al Seicento sia stato l’unico vitigno a crescere sul territorio nipponico.

Isola di Shikinejima

Shikinejima
Shikinejima

L’isola rappresenta la fuga per chi abita nell’area metropolitana di Tokyo e fa parte dell’arcipelago delle isole Izu.

Dal porto di Nobushi è facile raggiungere la spiaggia Tomari, una fra le più belle.

Nell’isola di Shikinejima oltre al mare è possibile sperimentare le sorgenti termali, onsen: da non perdere le terme di Jinata, una piscina naturale fra le rocce che si affaccia direttamente sul mare.

Isola di Aogashima

Aogashima
Aogashima

Immersa nel blu del Mar delle Filippine, per arrivare a Aogashima è necessario il traghetto o un volo in elicottero passando per Hachijojima, da raggiungere in nave o in aereo da Tokyo.

L’isola, di origine vulcanica, possiede quattro caldere sottomarine: il Maruyama, un cono considerato ancora attivo, è contenuto nella caldera principale, nota come Ikenosawa.

Un vulcano dentro l’altro, la vita pacifica sul mare, le sorgenti termali geotermiche e il verde delle foreste che affondano le radici nella fertile terra, ecco ciò che rende Aogashima un luogo decisamente particolare.

Isole Yaeyama

Isole Yaeyama
Isole Yaeyama

Un remoto arcipelago di 23 isole e la pace rarefatta del mare, come una pietra acquamarina splendente sui fondali bianchi: ci troviamo a Yaeyama, che è possibile raggiungere tramite un volo diretto all’aeroporto locale, il New Ishigaki Airport.

Le isole principali sono Ishigaki, Iriomote, Yonaguni, Hateruma, Taketomi e Kohama. L’aeroporto di Ishigaki, di recente costruzione, permette il collegamento con Okinawa.

Da Ishigaki è possibile raggiungere in traghetto le altre isole con un viaggio da trenta minuti a un’ora e, una volta lì, noleggiare auto o biciclette. 

Fra le acque della baia di Kabira, da esplorare in barca, si coltivano le perle nere mentre intorno nuotano le tartarughe marine e pesci dalle mille specie.

Celebre per le sue foreste di mangrovie, la selvaggia isola di Iriomote ha lunghe coste di spiagge incontaminate e cascate nella giungla, da esplorare fra trekking a piedi e in kayak. Invece Yonaguni, con i suoi pony che vagano liberi nell’isola, è il posto giusto per i sub.

Secondo alcuni le suggestive rocce che si innalzano dai fondali marini sono antiche rovine di luoghi abitati dall’uomo.

Sebbene gli studiosi stiano continuando le ricerche, la verità è un segreto che conosce solo l’oceano e oggi il monumento sommerso di Yonaguni continua ad affascinare.

Isola di Sado

Sado
Sado

I tarai-bune sembrano dei mastelli usati per il bagno e in effetti… un tempo lo erano!

Si pensa che siano nate così e poi siano state perfezionate alla fine dell’Ottocento, quando iniziano a essere usate dai pescatori di Sado per raccogliere molluschi: sono le imbarcazioni tipiche e oggi possono essere sperimentate da chi viaggia qui.

In epoca antica luogo di esilio per intellettuali e politici, a Sado nel Seicento furono scoperti giacimenti di oro così che divenne nota come “isola dell’oro”.

Durante lo shogunato Tokugawa, dal Seicento all’Ottocento, vennero scavate numerose gallerie. Una delle miniere presenti è la miniera d'oro e d'argento di Aikawa, attualmente inattiva, la cui galleria corre per 400 chilometri: un posto da esplorare senza fretta, a piedi e attraverso il museo, che racconta la storia dell’estrazione dell’oro nei secoli.

Il paesaggio dell’isola di Sado è disegnato dalle risaie e dalle terrazze verdi che si affacciano sul mare.

Fra i mari di Sado si lavorano le alghe e si raccolgono molluschi giganti, sazae-oni, e frutti di mare come l’abalone con le sue grandi conchiglie.

Il sakè della prefettura di Niigata è un’altra cosa per cui è famosa Sado, oltre al Festival della Terra, che ogni anno nel mese di agosto richiama da ogni parte del Paese musicisti e artisti che suonano al ritmo dei tradizionali tamburi taiko giapponesi.

Isola di Miyajima

Miyajima
Miyajima

Il vero nome dell’isola è Itsukushima, anche se tutti la conoscono come Miyajima, “isola del santuario”.

Il torii al centro della baia di Miyajima costituisce uno dei simboli del Giappone: si trova completamente immerso nell’acqua e il momento migliore per ammirarlo è con l’alta marea.

Per due volte nell’arco del giorno la bassa marea della baia di Hiroshima fa emergere il torii di Miyajima mostrando le palafitte su cui è eretto.

Un tempo a Miyajima, dove si dice che un pescatore abbia costruito il primo tempio shintoista, non si poteva nascere, morire, né segare alberi per mantenere intatta la sacralità del luogo.

Oltre alla visione fluttuante sull’acqua del celebre tempio, a stupire sono le 88 statue dei monaci buddhisti della grotta Henjokutsu e le 500 statue del tempio Daisho-in fondato dal monaco Kobo Daishi, ognuna con una diversa espressione.

Gradino dopo gradino si sprofonda nel silenzio, fino alla Henjyokutsu Cave con le sue mille lanterne illuminate, pura meraviglia.

Un percorso in funivia aiuterà a raggiungere il monte Misen, la montagna sacra, a cui è possibile arrivare anche in un paio d’ore a piedi, percorrendo uno dei sentieri intorno al tempio Daisho-in. Dall’alto si abbraccia in uno sguardo l’intera baia di Hiroshima e in un respiro ricaricarsi di energia con l’azzurro di questi profili rocciosi dipinti fra cielo e oceano.

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Isola di Okunoshima

Okunoshima
Okunoshima

Situata al largo di Hiroshima, l’isola disabitata di Okunoshima è nota come “l’isola dei conigli”.

I conigli, in effetti, ci sono ed è facile trovarli un po’ ovunque, però chi desidera nutrirli deve organizzarsi e acquistare il cibo prima di prendere il traghetto perché non ne troverà sull’isola.

Dal 1929 al ‘45 Okunoshima era la sede di una base militare dove venivano condotti esperimenti scientifici e prodotti gas letali da utilizzare in guerra.

La riservatezza era un dovere assoluto, tanto che l’isola venne dimenticata persino dalla cartografia e per un periodo scomparve dalle mappe geografiche del Giappone. Con la fine della seconda guerra mondiale la base venne chiusa e i conigli liberati: ecco spiegata la presenza degli animali? Forse.

Secondo alcuni i conigli degli esperimenti vennero uccisi, ma un piccolo gruppo di animali portati da alcuni bambini negli anni Settanta proliferarono fino a creare la popolazione di oggi: conigli che, in fondo, con la loro presenza ci inducono a ricordare la storia di questo posto.

Sull’isola, che è possibile esplorare in bicicletta percorrendo i sentieri costieri che si affacciano sul Mar del Giappone, è aperto al pubblico il piccolo “Poison Gas Museum”, che attraverso fotografie e oggetti d’epoca mostra il lato oscuro di Okunoshima.

Isola di Aoshima

Aoshima
Aoshima

L’isola dei gatti: Aoshima, 猫の島 (Neko no shima). Raggiungibile da Ozu, fa parte della prefettura di Ehime ed è situata nel mare interno di Seto, Seto Naikai, il braccio di mare fra Mar del Giappone e Oceano Pacifico.

Attenzione, esiste anche un’omonima Aoshima ma nella Prefettura di Miyazaki: qui invece ci troviamo a Ehime nella nella regione dello Shikoku.

Non è l’unica isola giapponese celebre per i gatti: per esempio, altre dove gli appassionati dei nobili felici troveranno molti amici gatti sono Tashirojima, nota anche come “isola dei manga” per le sue originali decorazioni e architetture, Okishima o Enoshima.

Sembra che i gatti un tempo aiutassero i pescatori di Aoshima dando la caccia ai topi intorno ai pescherecci: oggi, tuttavia, sono rimasti in pochi, pochissimi, ad abitare l’isola.

Alla fine del pomeriggio ripartono i traghetti che ogni giorno sbarcano qui con il loro carico di turisti e allora gli abitanti di Aoshima restano soli, mentre sull’isola torna a regnare una calma irreale.

Isola di Naoshima

Naoshima
Naoshima

Ad accogliere sull’isola è una scultura della celebre Yayoi Kusama: la grande zucca a pois, che per l’artista rappresenta un ricordo antico, memoria dell’infanzia e del nonno, simbolo della perfezione semplice e splendida della natura.

Oltre alla Triennale di Setouchi, Naoshima è celebre per i suoi luoghi dedicati all’arte, dal Naoshima Contemporary Art Museum al Chichu Art Museum progettato da Tadao Ando  o il Fukutake House Art Museum, ospitato negli ambienti di quella che un tempo era una scuola.

Isola di Yakushima

Yakushima
Yakushima

Forse proprio qui è nato l’uso del termine “shinrin-yoku”, che in lingua giapponese letteralmente significa “bagno nella foresta”: camminare fra gli alberi dell’isola di Yakushima è un viaggio nel tempo, emozionante e capace di lasciare senza fiato.

La foresta di Yakushima presenta un clima subtropicale umido (piove quasi ogni giorno!) ed è patrimonio Unesco dal 1993. Al suo interno si trova l’albero Yomon sugi, un albero primordiale di età incalcolabile che potrebbe essere il più vecchio al mondo: si crede possa avere fra i 2000 e i 7000 anni. Si tratta del più antico fra i cedri secolari di Yakushima, yaku sugi, considerati da sempre sacri dalla popolazione locale.

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Isole Okinawa

Okinawa
Okinawa

Oltre all’isola omonima, la principale, l’arcipelago comprende oltre 160 isole minori (a essere abitate sono 49!) ed è parte delle Ryūkyū shotō, le isole Ryūkyū, note anche come Nansei shotō, "isole a sudovest”, fra il Mare delle Filippine e il Mar Cinese.

La seconda guerra mondiale e le aspre battaglie che hanno insanguinato questi luoghi lentamente diventano memoria di un passato sempre più lontano, nonostante la presenza - ancora oggi - di basi americane.

A stupire sono le lunghe spiagge bianche dipinte nel blu cristallino del mare e la più grande barriera corallina del Giappone, giardini incontaminati, insieme alla misteriosa ricetta di un elisir di lunga vita che segna questa come la popolazione dove l’età media sfiora gli 85 anni: la leggenda racconta che proprio a Okinawa sia nato il karate.

Isole Amami

Amami
Amami

Anche queste sono parte dell’arcipelago delle Ryūkyū: le amami shotō, isole Amami, presentano foreste incontaminate dove incontrare esemplari di felce gigante e animali che vivono solo qui, come la ghiandaia di Amami, il pettirosso di Ryuyu e il coniglio di Amami.

Amami-Oshima, di recente eletta patrimonio Unesco, possiede la seconda foresta di mangrovie più estesa del Giappone, da esplorare in kayak.

Fra le cose da fare a Amami Oshima la visita all’Osservatorio del Monte Yuwandake, da cui ammirare lo stretto di Oshima, e una passeggiata alla spiaggia di Honohoshi, con le sue pietre rotonde modellate dalle onde creano una melodia capace di evocare la musica del tamburo tradizionale taiko.

Isola di Rebun

Rebun
Rebun

Situata a una cinquantina di chilometri dall’isola di Hokkaido, la remota isola di Rebun è poco nota e il suo nome nell’antica lingua ainu significa proprio questo “isola al largo”.

Nel Parco Nazionale di Rishiri-Rebun abita il raro ginepro nano. Fra paesaggi rocciosi, specchi d’acqua e foreste che arrivano fino al mare, si trovano piccoli villaggi di pescatori dove assaggiare alghe e, quando è stagione, ricci di mare, oltre a diversi sentieri trekking, dipinti nel bianco della neve durante l’inverno e dai colori accesi dei fiori selvatici in estate.

Isola di Hokkaido

Hokkaido
Hokkaido

Impossibile non menzionare Hokkaido, celebre per i suoi vulcani: oltre sessanta, pari al 10% mondiale. Si tratta dell’isola più a nord del Giappone, come suggerisce il suo nome, "via del Mare del Nord".

Un tempo queste terre erano abitate dal popolo Ainu, che forse arrivò dalla Russia esplorando un territorio dopo l’altro, fra distese di ghiaccio.

Durante la stagione fredda, a causa della grande quantità di neve, è la meta di chi ama la montagna e gli sport invernali, mentre in estate è il posto dove praticare ciclismo e lunghe camminate nella natura.

Mappa isole del Giappone

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