Estonia

Estonia, dolce vita nordica

Il confine tra viaggiatore e turista è spesso insormontabile, esasperato dallo snobismo del primo e dall’irruenza del secondo. Ma alcune mete – non molte per la verità – sembrano offrire, come l’Estonia, la sintesi perfetta per questi due mondi inconciliabili.

Il paese, in breve, stempera i tic degli uni e anestetizza le gaffe degli altri.

Come? Semplice: mettendo a proprio agio e comunicando un’irresistibile voglia di mimesi col placido ambiente circostante. Un mondo fatto di buone maniere, buona tavola e paesaggi consolatori. Una ricetta che in definitiva suggerisce il low profile a tutti i visitatori.

Ma a trasformare il basso profilo del contegno in un’esperienza di alto profilo ci pensa appunto l’ospitalità estone, con peculiari standard d’eccellenza.

Nel cuore di Tallinn, ad esempio, lo Schlössle hotel – 5 stelle di lussuoso understatement – si presenta all’esterno con una piccola entrata di pregio medievale ma nessuna ostentata autocelebrazione.

Una volta nella Lobby però, sfogliando il libro d’oro della Casa, ecco sfilare le firme di teste coronate, biglietti da Buckingham Palace, principi, diplomatici e personalità della cultura mondiale e persino rock star.

La scena culinaria estone si basa su alcuni concetti elementari: carta delle portate breve, chef di talento, carta dei vini lunga. Il menù è quasi sempre essenziale perché il chilometro zero qui non è uno slogan ma una strategia consolidata: pochi e scelti gli ingredienti, certa la provenienza e rispettata la stagionalità.

In cucina le ostriche alla Rockefeller – le trovate tra gli antipasti del Mon Repos, isola francese in un’isola russa, il locale è infatti a Kadriorg Park, vasto e armonioso polmone verde voluto dallo Zar Pietro il Grande – suggeriscono carisma. La carta dei vini dei principali ristoranti, come il Lee, propone inattaccabili bianchi, rosé e rossi, ma solo dopo una vasta offerta di champagne.

Una cena serale sul Baltico può racchiudere i due termini qui considerati essenziali: qualità e filiera corta: ecco spiegata la stella verde Michelin del Noa Restoran, da assaporare nel lungo tramonto nordico, tra calici e aragoste alla termidoro.

Dopo cena, con tutto il fascino che questo spazio temporale comporta, ecco un club misterioso. Forse c’è un indirizzo, forse c’è un telefono, forse qualcuno risponde e forse no, ma se risponde serve una parola d’ordine. Quando tutto fila liscio vi aprono le porte e avete trovato il Whisper Sister, tra lussuosi chiaroscuri, arredi studiatissimi e cocktail ad ampio spettro geografico.

Come spettro geografico sono le migliaia di isole e isolette di cui dispone l’Estonia, mete di scoperte. La Pädaste Manor – sull’isola di Muhu – è stupefacente. Una tenuta danese del 1500 con parco e orto di rango, impreziosito di fiori edibili, che rifornisce la cucina dell’elegantissimo ristorante Alexander, anzi ne è il perno. Il pranzo è offerto invece al Pädaste Yacht Club, affacciato su un laghetto dorato dove verrebbe voglia di assistere al Gabbiano di Checov, se il richiamo della Spa accanto non fosse così irresistibile.

Ma su Muhu si può optare anche per uno stile informale – en plein air – nel cuore di antichi cascinali dalle caratteristiche porte intagliate coi motivi del folklore locale, dove Guest House con cucine laboratorio (Nautse Mihkli) offrono piccole camere per un soggiorno agreste in grado di replicare, senza artifici, l’atmosfera dei secoli passati.

Viaggio nel tempo futuro invece sull’isola di Saaremaa con la Pilguse Manor, gestita con gusto squisitamente inglese (e influenze svedesi) e che offre nei suoi 90 ettari sistemazioni a vetrate totali (mirror cabins) per vedere la natura senza essere visti, nella privacy assoluta di un naturismo discreto. Esperienza intensa di giorno e nelle notti di stellate baltiche.

Tallinn è capitale da passeggio senziente. L’area portuale del Noblessner è una camminata tra cimeli d’età sovietica, nuove architetture razionalistiche e piccoli bistrot accoglienti. Mentre nel quartiere creativo di Telliskivi un murale “salvato” da un restauro riprende il tema della danza macabra medievale in un mix con l’hipster di turno, entrambi emblemi di epoche e mentalità mainstream.

A Telliskivi ci si finisce soprattutto per il Fotografiska, magnifica realtà d’avanguardia dedicata alla fotografia in ogni sua declinazione; non manca l’omonimo ristorante super eco e super cool in terrazza. Prenotate, non si trova posto facilmente.

Tallinn è gioia di vivere, quasi un mediterraneo climaticamente inverso, roba forte da film di Christopher Nolan, ma decisamente più mite e a misura d’uomo. Un universo dove anche l’entropia delle cose è alla fine una spettacolare esperienza gourmet.

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