
Hanno sfidato le convenzioni del loro tempo, hanno infranto le regole del mondo patriarcale, hanno riscritto la storia con le loro storie.
Sono donne coraggiose, curiose, intraprendenti, illuminate, che sono partite, spesso da sole, alla scoperta del mondo. Quel mondo visto attraverso i loro occhi l’hanno poi raccontato, fotografato, filmato, documentato.
Durante il viaggio si sono scoperte scrittrici, fotografe, giornaliste, registe, donne. Hanno vissuto per viaggiare, o piuttosto hanno viaggiato per vivere le altre vite che probabilmente non avrebbero vissuto se fossero rimaste a casa. Oggi queste donne sono fonte di ispirazione per le giovani generazioni. Ecco le più famose viaggiatrici di tutti i tempi.
20 viaggiatrici più famose
- Egeria – IV secolo
- Gudrid ThorbJarnardottir – 985 – 1050 circa
- Jeanne Barret – 1740-1807
- Mary Seacole – 1805-1881
- Isabella Bird – 1831-1904
- Eliza Scidmore – 1856-1928
- Nellie Bly – 1864-1922
- Gertrude Bell – 1868-1926
- Harriet Chalmers Adams – 1875-1937
- Augusta e Adeline Van Buren – 1884-1959 – 1889-1949
- Louise Arner Boyd – 1887-1972
- Emma Gatewood – 1887-1973
- Bessie Coleman – 1892-1926
- Freya Stark – 1893-1993
- Aloha Wanderwell – 1906-1996
- Martha Gellhorn – 1908-1998
- Dervla Murphy – 1931
- Evita Robinson – 1984
(Foto: © Photo by The Print Collector/Getty Images)
Egeria – IV secolo
Non conosciamo con precisione il suo nome né la sua origine, ma sappiamo con certezza che nel IV secolo intraprese da sola un lungo viaggio verso la Terra Santa, usando la Bibbia come guida. Egeria o Etheria scrisse un diario di viaggio, Itinerarium, ritrovato poi nel 1884 da Gian Francesco Gamurrini. Lo scritto restò anonimo ma si pensa appartenesse alla pellegrina cristiana che si mise in cammino nel Mediterraneo. I suoi appunti denotano una grande sensibilità culturale e un interesse per usi e costumi dei luoghi attraversati.
Gudrid ThorbJarnardottir – 985 – 1050 circa
Era un’esploratrice islandese che ha percorso il mondo conosciuto e sconosciuto del suo tempo. Le saghe islandesi la celebrano come “una donna di rara bellezza e profonda saggezza, che sapeva come comportarsi tra estranei”.
Nata in Islanda verso la fine del X secolo, è andata con la sua famiglia in Groenlandia dove si è sposata due volte. Con il secondo marito ha viaggiato verso il Nuovo Mondo e avrebbe navigato fino all’America del Nord. Andò a Roma in pellegrinaggio prima di finire la sua vita come eremita nella sua isola natale. Secondo molti è la donna che ha viaggiato di più nel Medioevo.
Jeanne Barret – 1740-1807
Fu la prima donna a circumnavigare la Terra e lo fece travestita da uomo per amore. Nel 1766 Jeanne Barret si travestì da domestico per seguire il suo amante, il botanico e medico Philibert Commerson, a bordo dell’Etoile, la nave che accompagnava il barone Louis Antoine de Bougainville a fare il giro del mondo. Partita con il seno bendato, la donna fu poi smascherata dagli indigeni tahitiani, ma riuscì a compiere l’impresa prima di tornare in Francia nel 1770.
Mary Seacole – 1805-1881
Era un’infermiera anglo-giamaicana di grande coraggio che decise di abbandonare la sicurezza che aveva in Giamaica, fondare un piccolo ospedale chiamato British Hotel a Sebastopoli e assistere i feriti della guerra di Crimea.
Nota come la Florence Nightingale nera, Mary Seacole racconta le sue avventure in giro per il mondo nell’autobiografia Wonderful Adventures of Mrs. Seacole in Many Lands: “mentre crescevo e diventavo donna sentii una voglia di partire che non mi avrebbe più lasciata”.
Isabella Bird – 1831-1904
Nel 1854 il medico le consiglia per la sua salute cagionevole di cambiare aria, così la ragazza inglese del North Yorkshire partì per l’America del Nord dove vivevano dei cugini emigrati. Fu l’inizio delle sue avventure.
In America percorse circa mille chilometri a cavallo, scoprendo la forza speciale che nasce dall’esplorare la natura. Isabella Bird viaggiò da sola nel selvaggio west americano e divenne così famosa che la Royal Geographical Society la accolse come membro, prima donna a ricevere quest’onore anche se priva della facoltà di parlare in pubblico, se non per bocca di un uomo al suo fianco. Nei suoi viaggi la donna dormì sotto le stelle, affrontò grizzly e tempeste di neve, incontrò i cercatori d’oro, scalò il Longs Peak, lavorò come mandriana e si innamorò di un fuorilegge, sovvertendo il principio secondo cui il viaggio era un’occupazione da uomini.
Eliza Scidmore – 1856-1928
Eliza Scidmore era una giornalista americana, scrittrice di viaggi, fotografa, esperta d’arte, prima donna eletta nel consiglio di amministrazione del National Geographic Society e a pubblicare sue foto sulla prestigiosa rivista. Tutto questo in un tempo in cui le donne dovevano stare a casa.
Eliza visse lunghi periodi in Asia, in particolare amava il Giappone e i ciliegi giapponesi in fiore, così li portò a Washington per 24 anni consecutivi. Nel 1883, alla ricerca di una vita diversa rispetto a quella che faceva a Washington, si imbarcò su un piroscafo postale diretto in Alaska, una terra per molti americani ancora inesplorata. Dalla terra dei ghiacci mandò ai giornali statunitensi articoli che fecero scalpore e da cui trasse ispirazione per il suo libro, il primo mai scritto sull’Alaska.
Nellie Bly – 1864-1922
Elizabeth Jane Cochrane detta Nellie Bly. È il suo nome d’arte, il suo nome di avventuriera, di giornalista sotto copertura, di donna brillante e impegnata, Nellie Bly è considerata la prima reporter donna del mondo.
Nellie parte con sua madre per il Messico dove denuncia la corruzione dei dirigenti locali, poi direzione New York e New York World, giornale guidato da Joseph Pulitzer. Lui le promette un posto se lei riesce a infiltrarsi in un ospedale psichiatrico per farne un reportage.
Nellie Bly si propone poi una nuova sfida, sempre per il New York World: circumnavigare il globo in meno di 80 giorni, 17 anni dopo l’eroe di Jules Verne. Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Nellie Bly parte per il fronte diventando la prima corrispondente di guerra degli Stati Uniti. Ha percorso il globo in treno, nave a vapore, cavallo, asino e risciò, raccontandolo sempre attraverso le sue parole.
Gertrude Bell – 1868-1926
L’esploratrice, diplomatica e archeologa britannica Gertrude Bell è stata definita “la Lawrence d’Arabia al femminile”. Nata in una famiglia benestante e progressista, Gertrude Bell sfidò le aspettative dell’Inghilterra vittoriana sulla donna. Fu la prima donna a ottenere la laurea con lode in storia moderna a Oxford.
Abile alpinista, scalò il Matterhorn nel 1904. Appassionata di archeologia, scoprì questo interesse durante un viaggio di famiglia in Grecia nel 1899. Affascinata dal Medio Oriente, seguì lo zio ambasciatore britannico in Iran nel 1892. Lavorò con T.E. Lawrence come unica donna dell’Arab Bureau durante la Prima guerra mondiale. Fu coinvolta nella conferenza del 1921 al Cairo con Winston Churchill, allora segretario coloniale, che stabilì i confini dell’Iraq. Gertrude Bell si guadagnò così il rispetto dei popoli della Mesopotamia che la chiamarono “khutan”, “regina” in persiano e “signora rispettata” in arabo.
Harriet Chalmers Adams – 1875-1937
È stata la prima fotoreporter del National Geographic e una grande esploratrice del Sudamerica. Con i suoi viaggi ha percorso un totale di 160 mila chilometri, quattro volte il giro della Terra.
Harriet Chalmers Adams è una delle più celebri esploratrici, nata in California nel 1875. Dall’età di 2 anni il padre la porta a cavallo con sé nella caccia all’oro nel Wild West e a 13 anni partono insieme per un viaggio di sei mesi dal confine dell’Oregon fino al Messico. Nel 1899 sposa l’ingegnere Franklin Pierce Adams che condivide con lei la passione per i viaggi. “Non c’è ragione per cui una donna non possa andare ovunque vada un uomo – e oltre”. Insieme al marito ha percorso circa 6.437 chilometri in tre anni, hanno attraversato le Ande a cavallo, esplorato l’Amazzonia, scalato il vulcano El Misti in Perù e vissuto con i nativi nella Guyana Francese.
Augusta e Adeline Van Buren – 1884-1959 – 1889-1949
Era l’estate 1916, le donne non avevano ancora diritto al voto, né erano considerate uguali agli uomini. Ma avevano la stessa tenacia, coraggio e creatività. Perciò le due sorelle, Augusta e Adeline Van Buren, si misero in viaggio da New York alla California, le prime donne a farlo in moto da sole. Partirono il 4 luglio da Sheepshead Bay a New York City e arrivarono l’8 settembre a Los Angeles. Percorsero 8.850 km lungo strade sterrate, tra mandrie di bestiame e pioggia. Non c’erano ancora autostrade a quei tempi. Augusta poi entrò nel Ninety-Nines, il gruppo di aviatrici di Amelia Earhart.
Una donna può tutto se vuole. Divenne celebre la frase di Adeline: “Woman can if she will”.
Louise Arner Boyd – 1887-1972
Esploratrice americana della Groenlandia e dell’Artico, Louise Arner Boyd divenne la prima donna a volare sul Polo Nord privatamente, noleggiando un aereo DC-4 con un equipaggio che includeva il pioniere dell’aviazione Thor Solberg. Il suo primo viaggio nell’Artico fu nel 1926 nella Terra di Franz Josef per andare a caccia di orsi polari con degli amici.
Ripartì con migliaia di metri di pellicola, 700 fotografie e un grande desiderio di ritornare. Louise Arner Boyd così condusse e finanziò diverse spedizioni scientifiche tra i ghiacci artici, contribuì a documentare i ghiacciai della Groenlandia, partecipò a missioni sotto copertura per il governo degli Stati Uniti.
Emma Gatewood – 1887-1973
Nel 1955 Emma Gatewood completò il Sentiero degli Appalachi, diventando la prima donna a percorrerete 3500 km in solitaria. Perché “se gli uomini possono farlo, anche io posso farlo”, disse. Decise la sfida leggendo un articolo del National Geographic su Eric Shaffer, il primo uomo a percorrere il sentiero. Emma aveva 67 anni, 11 figli ed era già nonna. Ha percorso il sentiero altre due volte e, a 71 anni, ha completato i 3218 km della Pista dell’Oregon.
Bessie Coleman – 1892-1926
Fu la prima donna nera al mondo a poter volare e la prima persona di origine afroamericana a possedere una licenza di pilota, che ottenne nel 1921. Negli Stati Uniti segnati dalla segregazione razziale all’epoca, nessuna scuola di volo accettò Bessie Coleman. Perciò imparò a volare in Francia e, una volta tornata negli Stati Uniti, divenne un fenomeno mediatico. Bessie Coleman partecipò a molti spettacoli aerei compiendo acrobazie nei cieli fino al fatale incidente in cui perse la vita.
Freya Stark – 1893-1993
Chiamata “regina nomade” da un giornale italiano, “l’ultima dei viaggiatori romantici” dal The Times, Freya Stark si considera semplicemente una pellegrina. Conosce presto la voglia di viaggiare, soprattutto per sfuggire a una vita che le è insopportabile. Figlia di genitori bohémien, nasce a Parigi, viene portata ad Asolo nel Trevigiano e, quando la madre abbandona il marito, a Dronero in provincia di Cuneo.
A 34 anni si imbarca per il Medio Oriente per studiare l’arabo.
Visita luoghi inesplorati e pericolosi in Iran, Turchia, Afghanistan, Persia, Mesopotamia, Transgiordania, Palestina, Egitto, Siria, Penisola Arabica. È spesso la prima viaggiatrice occidentale in quelle zone. Porta abiti del luogo, ne impara la lingua e ama attraversare i deserti a dorso di cammello. Scrive che quando i mezzi di trasporto si saranno evoluti, “il nostro vagare avrà perduto quella deliziosa sensazione di essere tutt’uno con animali, piante e pietre, tutt’uno nella morsa della medesima coercizione”..
Aloha Wanderwell – 1906-1996
Aloha Wanderwell era esploratrice, aviatrice, regista, moglie e madre. Ha visitato luoghi che nessun uomo o donna occidentale aveva visto prima. Nel 1922, Idris Galcia aveva 16 anni quando lesse un annuncio sul Paris Herald che invitava a unirsi a un giro del mondo. Divenne nota come Aloha Wanderwell, “la ragazza che ha viaggiato di più al mondo”. Aloha Wanderwell viaggiò per 380.000 miglia attraverso 80 Paesi, diventando la prima donna a circumnavigare il globo in una Ford Modello T.
Martha Gellhorn – 1908-1998
Giornalista, scrittrice statunitense e reporter di viaggio, Martha Gellhorn è considerata una delle più grandi corrispondenti di guerra del XX secolo. È stata, infatti, testimone dei più importanti conflitti internazionali che hanno avuto luogo nel corso dei suoi 60 anni di carriera. Ha visitato 53 Paesi, documentando sul campo la guerra civile spagnola e lo sbarco degli Alleati in Normandia. È stata la prima giornalista a portare testimonianza del campo di concentramento di Dachau, subito dopo la liberazione. “Seguivo la guerra ovunque riuscissi a raggiungerla”, disse anni dopo. Per un periodo visse a Cuba come terza delle quattro mogli di Ernest Hemingway, ma fu la sola a lasciarlo.
Jan Morris – 1926 -2020
Nata James Humphrey Morris il 2 ottobre 1926, Jan Morris diventa donna nel 1972 in seguito a un intervento chirurgico. Prolifica scrittrice di viaggi, autrice e storica, è stata insignita dei titoli dell’Ordine dell’Impero Britannico e della Royal Society of Literature.
È conosciuta soprattutto per la trilogia Pax Britannica, una storia dell’impero britannico, e per i ritratti di città come Oxford, Venezia, Trieste, Hong Kong e New York.
Dervla Murphy – 1931
È una scrittrice e cicloturista irlandese conosciuta per il suo libro Full Tilt: Ireland to India With a Bicycle (1965), che racconta il viaggio intrapreso in bicicletta attraverso l’Europa, l’Iran, l’Afghanistan e l’India. In altre sue opere Dervla Murphy racconta di un viaggio a dorso di mulo in Etiopia o di un trekking di 2000 km sulle Ande con la figlia.
Evita Robinson – 1984
Nel settembre 2011 Evita Turquoise Robinson ha creato la Nomadness Travel Tribe, una comunità sociale online principalmente per viaggiatori neri. Nel 2018, Nomadness Travel Tribe ha ospitato il primo festival per viaggiatori neri. Evita ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui il National Geographic’s 21 Most Visionary Women Throughout Travel History. Ora lavora come contributing editor di CondeNast Traveler Magazine e continua a vedere il mondo mentre scrive il suo primo libro e sviluppa una serie televisiva sui viaggi.
(Foto:© Michael Ochs Archives/Getty Images)