
Interessa soprattutto i più giovani e spopola sul web: è il promadic travel, una nuova forma di viaggio che sta invadendo anche le rotte italiane. Organizzare una vacanza, soprattutto se ci si sposta in comitiva, non è mai semplice perché esistono diversi tipi di approcci al viaggio: quello standard in albergo, con tutti i comfort del caso; quello in campeggio – tra tende e roulotte – per partire all’avventura; quello di chi preferisce gli appartamenti in affitto per non rinunciare alla comodità di una casa.
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E anche le motivazioni che spingono a raggiungere determinate mete sono diverse: c’è chi ama la cultura, chi preferisce la movida, chi sceglie il mare e chi la montagna. Il promadic travel, però, è un concetto che va addirittura oltre tutte queste preferenze, le supera e – a volte – le interseca. Ecco di cosa si tratta.
Promadic Travel, Cosa significa
Partendo dal punto di vista semantico promadic travel è un neologismo anglosassone. Promadic, in particolare, viene dall’unione di due differenti termini: progressive e nomad e, accanto alla parola “travel”, vuole rappresentare una visione consapevole del viaggio. Un approccio tutto nuovo e sostenibile al turismo e alla modalità della scoperta di posti nuovi.
Una vera filosofia
Più che un semplice modo di viaggiare quella che interessa il promadic travel potrebbe essere definita una vera e propria filosofia di vita e di partenza. Promadic, infatti, è quel viaggiatore che si sposta spesso – ecco perché nomad – e lo fa mantenendo un’altissima attenzione all’ambiente.
Un metodo green per percorrere itinerari e sentieri che consiste nell’avere un impatto minimo sull’ecosistema a cui ci si avvicina. Questa terminologia è stata utilizzata per la prima volta da The future laboratory e Design Hotel, due community che per prime hanno studiato il fenomeno.
Cosa si intende per viaggio promadic
Il promadic traveler è quel soggetto che innanzitutto seleziona con cura i posti da visitare. Si tiene infatti lontano dalle rotte mainstream.
E non per senso di superiorità o conquista che lo deve necessariamente portare a scoprire qualcosa di “non visto” per primo.
Al contrario: per evitare un sovraffollamento in alcuni luoghi fin troppo frequentati (il cosiddetto overtourism) che potrebbe danneggiare l’ambiente locale e anche le città d’arte particolarmente famose. Le mete predilette sono quindi piccoli borghi, paesi nascosti, parchi naturali semi-sconosciuti, luoghi immersi nel verde o baie lontane dalla movida delle spiagge troppo celebri.
Uno degli obiettivi del promadic travel è anche riuscire a supportare le comunità che ospitano la vacanza. Scegliendo luoghi non troppo famosi, infatti, il viaggiatore consapevole riesce anche a sostenere economicamente le piccole realtà e far si che il denaro che circola venga a sua volta reinvestito nel settore turistico locale. Il posto scelto, quindi, non è solo una destinazione da scovare ma anche, in qualche modo, da aiutare.
Anche il cibo ha un suo ruolo: il promadic travel prevede di assaggiare e mangiare piatti che contengano alimenti a kilometro zero che non prevedono quindi di essere trasportati (e che non contribuiscono, quindi, all’inquinamento ambientale). Alberghi e ristoranti che garantiscono questo tipo di trattamento sono quindi da preferire.
I mezzi di trasporto, se si parla di inquinamento, ricoprono un ruolo fondamentale. Per viaggiare è preferibile non utilizzare l’aereo e, laddove la meta lo consente perché non troppo lontana, ovviamente i cammini e gli spostamenti in bicicletta sono da prediligere. In alternativa è necessario studiare metodi di viaggio che riescano a limitare l’inquinamento (auto elettriche, treni a bassa emissione di CO2 ecc…).