Il 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria, il giorno istituito per commemorare le vittime della Shoah (circa 6 milioni tra ebrei, omosessuali, slavi, oppositori politici e disabili) durante la Seconda Guerra Mondiale.
Uno sterminio perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi alleati e ricordato come una delle più grandi tragedie della storia umana.
Una giornata di certo non basta, ma serve a tenere vivo nella nostra mente il ricordo di quanto è stato fatto, affinché una crudeltà del genere possa non ripetersi mai più.
Non solo una Giornata dedicata alla Memoria però, oggi esistono anche musei, memoriali, sinagoghe e resti dei campi di concentramento e sterminio nazisti, luoghi indispensabili da visitare per tenere sempre vivo il ricordo dell’olocausto.
Ecco 10 luoghi sparsi in tutto il mondo, che vale la pena conoscere per avere almeno una piccola idea di ciò che accadde in una delle pagine più dolorose della storia del nostro pianeta.

(Foto: © Sergej Borzov/Shutterstock)
Auschwitz – Birkenau, Polonia

È forse per eccellenza il luogo del ricordo.
Si tratta del campo di lavoro e di sterminio in Polonia che in assoluto ha mietuto la maggior parte delle vittime: un milione e centomila esseri umani.
L’ingresso di Auschwitz è sovrastato dalla scritta “Arbeit macht frei” (letteralmente: il lavoro rende liberi). Era questa, infatti, la parte del campo in cui i prigionieri erano condannati ai lavori forzati. Birkenau, invece, era destinato alle esecuzioni.
Oggi è possibile visitare tutto il campo e vedere: le camere a gas, le fosse comuni, il binario in cui arrivava il treno con i deportati e le baracche. Nel campo c’è anche un museo in cui sono conservati alcuni abiti delle vittime.
La Fabbrica di Schindler, Polonia

A Cracovia, in via Lipowa 4, si trovano ancora i resti di quella che fu la fabbrica di Oskar Schindler. L’imprenditore produceva pentole e, in tempo di guerra, munizioni per le armi. Nel periodo del secondo conflitto mondiale, riuscì a salvare 1.100 ebrei impiegandoli nella fabbrica come manodopera.
La sua storia fu scoperta per caso, solo molti anni dopo, e venne raccontata nel 1982 in un libro (di Thomas Keneally) e poi in un film del 1993. Oggi la fabbrica è un museo dedicato alla memoria delle vittime della Shoah.
Casa museo di Anna Frank, Paesi Bassi

Ad Amsterdam, al numero 263 del Prinsengracht si trova la soffitta in cui Anna Frank e la sua famiglia si nascosero per due anni (assieme a un’altra famiglia ebrea, i Van Pels) durante la persecuzione. Il ricordo di quella tragica esperienza è ricordato nel Diario che la ragazza scrisse e che divenne uno dei simboli dell’olocausto.
Oggi l’abitazione è un museo, creato nel 1960, che raccoglie ancora alcuni dei documenti e degli oggetti che furono trovati all’interno e che appartenevano ai Frank e ai Van Pels. In più, parte della visita, prevede la proiezione di alcune immagini e video in memoria.
(Foto: © EQRoy/Shuttersock)
Memoriale di Berlino, Germania

Il Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa a Berlino è il monumento tedesco principale costruito in ricordo delle vittime dell’olocausto.
Si trova al centro della città e sebbene fu edificato grazie a un’iniziativa cittadina promossa dalla pubblicista Lea Rosh e dallo storico Eberhard Jäckel alla fine degli anni Ottanta, è stato inaugurato solo nel 2005.
Su una superficie di 19.000 mq sono stati stati creati 2.711 blocchi di cemento che finiscono per inghiottire il visitatore come se fosse in un labirinto che oscura la mente e gli fa perdere l’orientamento e la ragione.
Così come accadde a molti durante la Shoah. Dal 2009 il monumento è dedicato anche agli omosessuali e ai rom che persero la vita.
Bergen – Belsen, Germania

Si trova in Sassonia ed era inizialmente un campo di lavoro e non di sterminio, poi divenne quello in cui venivano trasferiti i prigionieri degli altri campi, quando erano troppo malati per lavorare, prima di essere uccisi.
Tra le vittime di Bergen – Belsen che furono circa 70.000 ci fu anche Anna Frank. Il campo è ancora oggi visitabile ed è definito la Casa del Silenzio, per il clima gelido e tetro che si respira al suo interno.
Mauthausen Memorial, Austria

Il memoriale austriaco si trova nel luogo che ospitò uno dei campi di concentramento e sterminio.
Il campo è rimasto in gran parte identico a come era nel 1945, anno della liberazione. In più è stata aggiunta la sala dei nomi che ricorda le identità di 81mila vittime identificate.
Altre 120mila persone persero la vita a Mauthausen ma non se ne conoscono i nomi.
Yad Vashem, Israele

Yad Vashem in lingua ebraica significa letteralmente "un monumento e un nome". Questo memoriale si trova a Gerusalemme, in Israele, e serve a ricordare - con un luogo fisico - ogni vittima dell’olocausto.
Il centro viene infatti definito, più che un luogo della memoria, il posto in cui si impara a non dimenticare. Si tratta di uno degli archivi storici più grandi che riguardano la Shoah i cui materiali – fotografici, audiovisivi e cartacei – arrivano da tutto il mondo.
United States Holocaust Museum, Stati Uniti
Anche gli Stati Uniti hanno diversi luoghi dedicati alla memoria e all’olocausto. Il più importante si trova a Washington DC.
All’interno dell’Holocast Museum è possibile vedere documenti e oggetti che appartennero alle vittime o materiale che raccoglie le testimonianze di alcuni superstiti della Shoah. All’interno del museo si trova, inoltre, anche un’ala dedicata al tema generale del genocidio.
Museo ebraico di Roma, Italia
Anche in Italia, ovviamente e tristemente, si trovano tanti luoghi nei quali commemorare l’olocausto. Uno di questi è il museo ebraico di Roma.
Fa parte del complesso monumentale del Tempio Maggiore, nel ghetto ebraico della capitale. La sua collocazione nel ghetto è significativa ma questo museo non si occupa solo di ricordare: vuole anche celebrare la tradizione e la comunità ebraica che vive a Roma da oltre 2.000 anni.
Campo di Fossoli, Italia
Non molto lontano da Carpi sorgeva il campo di smistamento di Fossoli che serviva come tappa intermedia per i prigionieri catturati in Italia.
Da qui i reclusi, per la maggior parte ebrei, venivano poi trasferiti nei campi di concentramento e sterminio.
Tra i prigionieri ci fu anche Primo Levi che raccontò la sua esperienza nel libro “Se questo è un uomo” circa 6 milioni tra ebrei, omosessuali, slavi, oppositori politici e disabili. Oggi il campo è visitabile e all’interno si trova anche il museo del deportato.