Mostar è una città di quasi 115.000 abitanti ed è considerata il simbolo della rinascita della Bosnia-Erzegovina. Si tratta del capoluogo del cantone dell’Erzegovina-Narenta, un vero e proprio centro culturale – forse il più importante di tutto il Paese – che si trova a pochissimi chilometri dal confine con la Croazia.
Mostar riesce a coniugare elementi tipicamente occidentali con forti richiami alla cultura dell’est ed è forse questo suo essere una città in cui le culture si incontrano, cosmopolita e accogliente che l’ha resa una delle mete turistici maggiori dello Stato.
Ecco 10 cose assolutamente da vedere se decidete di visitare Mostar.
10 cose da vedere a Mostar
- Stari Most, il Ponte Vecchio
- Le torri e la mostra fotografica
- Kriva Cuprija, il Ponte storto
- La Moschea Koski Mehmed Pasa
- Kujundziluk
- Biscevika Cosak
- Museo dell’Hammam
- Sahat Kula, la Torre dell’orologio
- L’ex linea del fronte
- Botteghe del centro
(Foto: © Travellingdede / Shutterstock)
Stari Most, il Ponte Vecchio
Mostar è spesso denominata anche la città del ponte, per questa ragione la prima cosa da vedere se si decide di visitarla è proprio lo Stati Most, cioè il Ponte vecchio, il monumento simbolo di questo centro bosniaco. Innalzato per la prima volta nel 1566 per volere del sultano ottomano Solimano il Magnifico, il ponte fu distrutto nel 1993 dalla guerra che coinvolse l’ex Jugoslavia, ma venne ricostruito fedelmente e riconsegnato alla città e al pubblico nel 2004. Da allora ha acquisito un valore simbolico oltre a quello architettonico che conserva sin dalle origini: è considerato infatti un’opera unica nel suo genere e di grande pregio. 30 metri di lunghezza, 4 di larghezza e ben 24 di altezza lo rendono un punto panoramico da cui osservare l’intera città, ma non solo.
Lo Stari Most – oggi patrimonio dell’umanità UNESCO – è anche la sede di una gara internazionale di tuffatori professionisti.
Le torri e la mostra fotografica
Particolarmente significative sono le torri laterali, denominate “i guardiani del ponte” che aprono e chiudono lo Stari Most. In una delle due torri si trova proprio la sede del club dei tuffatori del ponte, anch’essa visitabile. La particolare attrazione si trova però al piano superiore della torre, dove è ospitata la mostra fotografica permanente War Photo exhibition di Wade Goddard, che mostra le condizioni degli abitanti di Mostar negli anni della guerra. Su ogni sponda del fiume, ai piedi delle torri, è riposta inoltre una pietra che portano la scritta “don’t forget” per non dimenticare le tragedie e gli orrori della guerra.
Kriva Cuprija, il Ponte storto
A pochi kilometri di distanza dal più famoso ponte vecchio, se ne trova uno più piccolo: il ponte storto, in pietra bianca. Anch’esso risale a metà del ‘500 – ed è addirittura antecedente al ponte Vecchio, secondo la tradizione anzi fu il modello a cui si ispirarono per la costruzione – e anch’esso subì negli anni ’90 alcuni importanti danni, ma fu ristrutturato ed è ora attraversabile.
Rispetto al suo “fratello maggiore” ha la caratteristica di essere più vicino al centro storico di Mostar e di essere circondato dal verde.
La Moschea Koski Mehmed Pasa
È la più conosciuta tra le diverse Moschee presenti a Mostar. Si tratta di un grande edificio in pietra bianca, sovrastato da una cupola azzurra e nel giardino antistante si trova la famosa fontana per le abluzioni. Gli interni riportano tanti affreschi e dipinti risalenti all’epoca della sua costruzione nel 1617.
La particolarità di questo importante e suggestivo luogo di culto, sobrio come si confà alle Moschee bosniache, è il minareto al quale si può accedere grazie a una scala a chiocciola e da cui è possibile godere di una splendida vista sul centro della città.
Kujundziluk
Rumoroso, allegro, affascinante, coloratissimo: sono questi gli aggettivi perfetti per descrivere il Kujundziluk, il quartiere musulmano di Mostar. Un tempo era il fulcro del commercio cittadino, oggi è un mercato che ricorda i suk arabi in cui acquistare diversi souvenis: pashmine, borse, lampade, narghilè, gioielli tipici e oggetti di artigianato di ogni genere.
Biscevika Cosak
Nella parte est della città, lontana dalla confusione del centro, si trova la Biscevika Cosak, un’abitazione finemente ristrutturata che ha mantenuto però tutte le caratteristiche della tipica dimora ottomana. All’interno, visitabile come area museale, si trovano ancora oggi tutti i mobili, tappeti e oggetti di arredo che si trovavano nelle tradizionali case ottomane.
Nel cortile di quella che fu una dimora privata, si trova oggi un locale in cui poter sostare per bere the e godersi attimi di relax.
Museo dell’Hammam
Non è una delle attrazioni più conosciute di Mostar, ma anche il museo dell’Hammam merita una visita. È ospitato nell’unico hammam – il tipico bagno turno – presente in città e risalente al ‘600. All’interno si trovano esposti tutti gli oggetti tradizionali ottomani utilizzati per la cura del corpo e tutti i percorsi tipici degli antichi Hammam.
Sahat Kula, la Torre dell’orologio
Rispetto ad altri luoghi turistici anche la torre dell’orologio non è tra i più famosi di Mostar, ma merita una visita. Alta circa 15 metri, edificata a base quadrata essa è situata in una delle vie del centro storico. Si racconta che fu commissionata da una donna molto influente di nome Fatima, attorno al 1630 e che il suono delle sue campane si possa sentire fino a una distanza di 15 kilometri. Verità o leggenda?
L’ex linea del fronte
Per gli appassionati di storia, un punto da visitare è quello che ricorda la ex linea del fronte di guerra. Nel 1991 infatti la Bosnia-Erzegovina dichiarò la propria indipendenza dall’ex Jugoslavia e lo Stato venne riconosciuto come indipendente dalla comunità internazionale nel 1992. Questo causò l’inizio di alcune guerre civili interne, soprattutto tra musulmani e croati. In particolare lungo le antiche Aleske Santika e Bulevar si creò una vera e propria linea del fronte che divideva le due fazioni, i cui resti sono visibili ancora oggi.
Botteghe del centro
Chi visita Mostar, oltre che visitare i diversi siti storici e culturali della città, deve assolutamente concedersi una passeggiata tra le vie del centro storico, tra abitazioni arroccate, botteghe artigianali e ristorantini tipici. In questi ultimi, d’obbligo è anche un piccolo tour culinario per assaggiar le specialità del luogo.
Come il burek, un tortino di pasta fillo arrotolato e ripieno di carne, formaggio, patate o spinaci. O i cevapcici, una specialità bosniaca simile al kebab a base di salsicce di carne mista con spezie e cipolle servito nel somun, tipico pane del luogo. Tra i dolci merita un assaggio il baklava: strati pasta sfoglia ripieni di miele e noci, un piatto originario dell’Impero Ottomano.