
Periodo: Settembre
Scrivo il mio primo resoconto per festeggiare il mio primo viaggio da sola, in Belgio, alla veneranda età di quasi 21 anni. il titolo si riferisce ai commenti quando arrivavo in ostello, dove dato il mio aspetto che sembra dimostrare qualche anno in meno, mi hanno chiesto più volte se fossi scappata di casa.
Il viaggio comincia il 24 settembre, quando con la traversata iniziata alle ore 6 per giungere a Roma e poi triangolare su Bergamo, arrivo a Charleroi nel pomeriggio. Bus per la stazione e poi il primo treno, direzione Anversa. in Belgio i treni non sono molto economici, ma hanno questa particolare offerta (Go Pass) con la quale con 50 euro puoi fare 10 viaggi, ottimo se sei in compagnia perchè si possono dividere, se invece come me siete da soli non sempre convengono se non fate almeno 7-8 viaggi, motivo per il quale ho deciso di fare i biglietti volta per volta. Dopo più di 2 ore in treno, arrivo finalmente ad Anversa Centrale, dove prendo il tram fino alla Groen Plaats e giungo finalmente in questa splendida cittadina, che mi accoglie con un ottimo clima e una piazza piena di giovani e di vita. Procedo verso l’Heksenketel hostel dove avrei alloggiato, un posto centralissimo, non adatto se si cerca pulizia.. ma con un’atmosfera magnifica.
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Il proprietario comincia a offrirmi birre a volontà rifiutando di essere pagato e dopo un’oretta sono perfettamente iniziata alla tipica attività belga ossia bere birra a oltranza! formiamo un gruppetto multietnico e decidiamo di uscire, il proprietario con noi e continuerà a offrirci birre per tutta la serata (e pensare che per dormire gli ho dato 17 euro..), che proseguiamo mangiando al ristorante italiano (purtroppo! ma ho scoperto che gli stranieri lo amano e non potevo oppormi..) e poi in altri locali nella frizzante nightlife del centro storico di Anversa, veramente caratteristica.
tornati in ostello ci tratteniamo a parlare del più e del meno (e la birra fa da padrona..) fino a che non decido di andare a dormire, alle 2.
25 settembre
Sveglia presto, colazione e via alla scoperta di Anversa, questa volta by day! L’ostello si trova praticamente in una traversa della Groen Plaats, questa la vista dalla mia camera: la cattedrale è vicinissima, così decido di fiondarmi lì l’ingresso costa 3 euro, la cattedrale è bella ed ha al suo interno i dipinti di Rubens. Dopodichè decido di fare una passeggiata per il centro, passo per la Grote Markt, e proseguo sul lungofiume dello Schelda fino ad arrivare al vecchio Castello, davvero notevole ritorno in prossimità della Groen Plaats dove compro alcune cartoline e scatto qualche foto e mi innamoro delle stradine del centro, della vita che c’è di notte quanto di giorno, peccato aver deciso di dedicare solo un giorno a questa città!
Passo in ostello a prendere la valigia e mi muovo in direzione della stazione, ma per vedere qualcos’altro decido di andarci a piedi (una mezz’oretta di cammino) in modo da vedere il quartiere dei diamanti e la zona del Meir, piena di negozi e più simile a una grande città. Proprio vicino alla stazione c’è un antico zoo, ma al momento non ho voglia di vedere animali in gabbia così vado direttamente ad aspettare il treno, direzione BRUGGE.
Brugge mi accoglie con il suo caratteristico silenzio. Arrivo allo Snuffel Backpacker Hostel che è pieno di ragazzi della mia età e trovo posto in camera con delle simpaticissime ragazze canadesi che stanno girando l’europa da mesi zaino in spalla e rimarrò con loro fino al giorno dopo a girare per quest’incantevole e piccolissima città.
La piazza principale (Markt) è piena di turisti, ma è incredibile come girato l’angolo ci si trovi subito in una quiete totale.
Proseguo il giro e dopo aver mangiato una porzione gigantesca di patatine fritte con la maionese vado al Gruthuse e il Groeninge Museum, che sotto i 26 anni costano 1 euro.
Brugge è piccolissima, in un’ora puoi dire veramente di averla girata tutta! ci sono degli scorci bellissimi. Passo la giornata così, tra un canale e l’altro, poi vado al supermercato a comprare della cioccolata belga, buonissima!
La sera vado a mangiare fuori con le ragazze e poi prendo un gelato, la piazza principale è ancora piena di turisti, ma questo non le toglie atmosfera. Dopodichè torno in ostello dove ci sono tantissimi ragazzi intenti a fare una cosa nuova, bere birra! essendo un amante di questa bevanda non perdo tempo e mi unisco al gruppo. La mattina dopo, nella totale quiete delle sue strade, devo purtroppo lasciare Brugge, per dirigermi verso la città che probabilmente mi è piaciuta di più, GENT.
Prendo il treno per Gent e sono pronta ad affrontare la prova più temuta di questo viaggio, ossia la mia prima esperienza col couchsurfing alla stazione di Gent mi aspetta infatti un ragazzo belga, Thimo, che avrebbe dovuto ospitarmi per quella notte. nel timore di far tardi mi anticipo un po’ troppo e arrivo a destinazione quasi un’ora prima, ma mi intrattengo giocando con una simpatica bimba giapponese e parlando un poco poco la lingua le offro una rosa (che mi avevano regalato ad Anversa) e in cambio lei mi da un lecca lecca, che fortuna ad ogni modo, si fa l’ora dell’appuntamento dove incontro questo ragazzo gentilissimo, che per tutto il giorno mi porta in giro per Gent facendomi vedere cose fantastiche, grazie a lui per una volta non ci sarà la solita fase in cui guardo la mappa della città ogni due secondi e mi perdo continuamente!
Arriviamo a casa sua dove posso posare la valigia, abita proprio sul canale, casa sua come il resto della città è così bella che sembra finta…
decidiamo subito di andare a vedere il castello di Gent, che si trova proprio a 2 minuti da dove abita. L’ingresso costa 6 euro ridotto per i giovani, ma devo dire che li vale veramente tutti. C’è una vasta esposizione degli strumenti di tortura dell’epoca e delle armi, ma la cosa che mi lascia senza fiato è senza dubbio la vista della città dall’alto, veramente eccezionale.
Dopo un paio d’ore usciamo dal castello e andiamo in giro per la città. Gent è più grande di Brugge, ha anch’essa i canali e degli scorci incantevoli, ma ha anche qualcosa di più. Brugge è un gioiellino, ma hai l’impressione che sia stata messa lì per i turisti, a Gent invece no, percepisci la vita, i giovani, è una città piena di vita, e questo insieme ai suoi magnifici paesaggi la rende eccezionale. sono rimasta letteralmente incantata da questa città, avrei voluto rimanere lì per sempre, avrei voluto davvero non andarmene mai più.
Dopo un pranzo a base di patatine con cipolle (pare che tutti le mangino qui..) continuiamo a passeggiare per la città, visitiamo la Chiesa di Belfort e la cattedrale di San Nikolaus, riusciamo anche a vedere il polittico dell’agnello mistico (3 euro) di Van Eyck, l’arte fiamminga è bellissima.
Dopo aver visto le parti principali della città Thimo mi porta a vedere la zona universitaria, è sabato, e dice che durante la settimana ci sono tantissimi ragazzi in quella zona. Mi dice anche che in Belgio sono fortunati, perchè l’università costa molto poco quindi con un po’ di impegno tutti possono laurearsi. Proseguiamo fino al Citadel Park, parco dove sta iniziando un concerto, ci sono varie bancarelle e man mano comincia ad affollarsi. è una bella giornata, sono in maniche corte, Thimo mi dice che sono stata molto fortunata a trovare questo clima, di solito piove e fa più fresco, sopratutto a settembre.
Dopo una giornata intera fuori ritorniamo a casa, mi offre le solite 10 birre consecutive ma ormai ho fatto l’abitudine a quest’usanza e accetto con piacere. in serata usciamo di nuovo e vedere i canali illuminati è una delle cose che mi ha colpito di più, purtroppo non ho una buona fotocamera quindi le foto di sera con le luci vengono male e non posso mostrarvi nessun immagine a riguardo, ma la città era ancora più bella.
Io e Thimo ci fermiamo a parlare (e a bere) su una panchina, ci scambiamo idee e racconti sui nostri paesi, mi racconta che nelle Fiandre tutti parlano fiammingo, tedesco, inglese (perchè guardano la tv in inglese, i programmi e i film non vengono doppiati ma solo sottotitolati in fiammingo) e francese perchè a Bruxelles e in Vallonia si parla francese. continuiamo a chiacchierare fino a che non si fa tardino e andiamo a dormire.
27 settembre
Mi sveglio e mi ricordo dove sono, subito un sorriso sulle labbra con la triste consapevolezza che presto devo andar via, dato che ho avuto la malaugurata idea di voler trascorrere gli ultimi due giorni a Bruxelles. Thimo deve sbrigare alcune commissioni, tra cui comprare una torta per una festa che dovrà dare la sera, io accetto di buon grado di accompagnarlo, per avere quest’ultimo assaggio della meravigliosa Gent.
E’ ora di salutarsi e andare alla stazione.. fuori ecco il solito parcheggio di biciclette. Arrivo a Brussels verso le 14.30 di domenica, la città mi appare quasi desolata. Dopo aver trovato l’ostello decido di uscire subito per dare un’occhiata alla città, e subito mi accorgo che sarà tutto completamente diverso dalle mie amate Fiandre.
La gente parla francese, le scritte sono solo in francese e se chiedi qualcosa ti rispondono solo in francese…ecco, cominciamo bene i paesaggi sono completamente diversi, se paesaggi possono essere definiti un ammasso di grattacieli e anonimi palazzoni..
dove sono finite quelle casette colorate che tanto mi erano piaciute? sapevo che bruxelles non era di quel tipo, e ci ero voluta andare lo stesso proprio per trovarci qualcosa di buono.
Arrivo in breve tempo alla Grand Place, tantissimi turisti fanno foto, ci sono molti negozi di souvenir e di cioccolata, scatto qualche foto anch’io. Proseguo per arrivare al famoso Manneken Pis, e come tutti rimango sconvolta al pensiero che una cosa così insignificante possa diventare addirittura il simbolo di una città, ma non avete proprio nient’altro..??
Sono già stanca dei turisti, così insieme a un ragazzo conosciuto in ostello propongo di fare una passeggiata nei dintorni, non l’avessi mai fatto.. dopo circa dieci minuti ci siamo trovati in una zona completamente isolata, do un’occhiata alla mappa che avevamo e scopro che era soltanto strettamente del centro centro città quindi la strada dov’eravamo non compare, la strada è piena di barboni, tra l’altro il ragazzo che era con me mi confessa che ha rotto gli occhiali, quindi non vede quasi niente intorno..
Non mi lascio certamente scoraggiare, dopo una mezz’oretta di tentativi per chiedere la strada in francese o altro riesco a ritornare in zona Grand Place, ma per quella sera non voglio sapere nient’altro di Brussels, cena a un fast food e poi a letto!
28 settembre
Oggi cercherò di rivalutare questa città, dopo una ricca colazione e il deposito del mio bagaglio in ostello (che dovevo lasciare quel giorno) decido di andare a vedere l’altro grande “simbolo” della città: l’Atomium. Dopo innumerevoli fermate di metropolitana arrivo a destinazione.. Imponente, ma dopo 10 minuti decido di tornare.
Ritornata alla fermata Rogier è ormai passata l’ora di pranzo, decido di fare una passeggiata in Rue Neuve, piena zeppa di negozi, quando incappo nella cosa più bella della mia permanenza a Brussel: enorme, buonissimo, ne prendo subito anche un altro!
Continuo distrattamente a girare per i negozi, mi concentro meglio sul centro, decisa a rivalutare questa città che ieri mi ha fatto una così cattiva impressione.
Ed eccomi qui, è tardo pomeriggio e sono seduta a terra, di nuovo alla Grand Place, tra un’ora devo prendere il bus per l’aeroporto, mi aspetta una nottata sul pavimento e un aereo alle 6 per roma.. Non vorrei tornare a casa. penso che mi mancherà perfino Bruxelles, la grande città così in contrapposizione con la mia Anversa, con la mia Gent.
Mi mancherà il modo in cui si salutano qui in Belgio, è intimo e distaccato allo stesso tempo; mi mancherà la birra belga e tutti i rapporti che si instaurano attorno ad essa; mi mancherà la sensazione di libertà del primo viaggio da sola e la scoperta di sapermela cavare senza problemi; mi mancheranno i paesaggi incantati di Gent, e la voglia di voler vivere lì per sempre.