Giorgio Calabresi
La valigia sul letto è quella di un lungo viaggio, ho rincorso i treni e gli aeroplani ma si può star male dovunque, se uno s’impegna.
Allora ho fatto il giro del quartiere con i pugni in tasca, i baffi tagliati male, la testa piena di pensieri, la bocca su una fontanella.
Volevo una vita come un romanzo invece ho scritto di vite che non sono la mia e le ho riempite di refusi, ho fatto cose, visto gente, sono andato al cinema, ho opposto resistenza alle aspettative e ho chiesto scusa.
Ho perso i treni e gli aeroplani, ho raccontato storie per cercare rifugio nelle parole, poi ho provato a usare quelle di altre lingue per il gusto di non capire le cose e di trovarsi in mezzo al mare verso Itaca.
Taglio, copio, ingollo i cattivi pensieri, come un vecchio sparring partner, un macaco senza storia che sta lì nel suo sorriso a guardar passare i tram.